Operaio metalmeccanico ormai in pensione ma soprattutto scultore autodidatta per passione: è Arnaldo Trebbi, artista falconarese classe ’33.
Come pochi altri egli sa scavare e forgiare passioni, magie ed amori e non importa se davanti a sé ha un tronco morente od una pietra scabra: perché il pozzo impervio da cui attinge immagini e frammenti di vita, sogni e miraggi, ai suoi occhi non è mai morente e scabro ma sempre limpido. È poi la sua manualità a fare il resto, permettendogli di estendere e concretizzare in materia vera-e-fantastica allo stesso tempo quelle immagini uniche che fotografano la complessità umana, i suoi tormenti e le sue gioie.
Egli ha un talento puro, probabilmente atavico, che rende naturali quei gesti alla base dello stato creativo; un talento che non ama gli spazi friabili dei fuggevoli vanti preferendo a questi una serena dedizione per un’arte millenaria.
Ecco, questo e molto di più sarà in esposizione al Centro Cultura “Piero Pergoli” di Falconara Marittima, in Piazza Mazzini: l’antologica d’Arnaldo Trebbi. Dal 13 al 29 maggio, tutti i giorni dalle 17:00 alle 20:00 e la domenica dalle 11:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:00 (chiuso il lunedì).
Ma questo non fa alcuna differenza. O sbaglio?
E’ bravo, tuo nonno. E anche bello.
E’ uno di quei tanti momenti in cui mi dispiace di non abitare a Falconara Marittima. Dovessi prendere casa li’, lo farei in Piazza Mazzini.
Ho fatto un giochino psicologico e io li avrei intitolati così: “L’abbraccio” è per me “gli amanti”; “gli amanti” sono “l’abbraccio”. L'”approccio” può andare.
“Alessandro Magno fu vittima di un virus”
Il condottiero morì misteriosamente all’età di 32 anni. Regnò sulla Macedonia, sconfisse l’impero persiano e invase l’India. Ma a fermare Alessandro il Grande potrebbe essere stata una semplice infezione. Il leggendario conquistatore morì all’improvviso nel 323 avanti Cristo, nella città mesopotamica di Babilonia, vicino all’odierna Bagdad. La causa della sua morte, all’età di soli 32 anni, ha fatto scervellare gli storici per anni. Sulla base delle documentazioni della sua malattia, durata due settimane, sono stati suggeriti fra l’altro un avvelenamento, l’influenza e la febbre tifoidea. (segue)
Ora l’epidemiologo John Marr del Dipartimento della Salute di Richmond, in Virginia, e l’esperto di malattie infettive Charles Calisher, della Colorado State University, hanno suggerito una nuova ipotesi: la febbre del Nilo occidentale.
Comune in Africa, nell’Asia occidentale e nel Medio Oriente, questo virus ha conosciuto nuova fama globale dopo la sua introduzione accidentale negli Stati Uniti nel 1999. Il virus colpisce uccelli e altri animali, e viene trasmesso agli esseri umani dalle zanzare.
Marr e Calisher citano un passaggio del biografo greco Plutarco. “Quando [Alessandro] arrivò davanti alle mura [di Babilonia], – scrive Plutarco – vide volare un gran numero di corvi che si beccavano l’uno con l’altro, e alcuni di essi caddero a terra davanti a lui”. Secondo i ricercatori, i corvi potrebbero essere stati infetti dal virus del Nilo occidentale. I corvi appartengono infatti a una famiglia di uccelli particolarmente suscettibile al patogeno.
I due scienziati hanno messo alla prova l’ipotesi usando un programma diagnostico online chiamato GIDEON (Global Infectious Diseases and Epidemiology Network). Dopo aver introdotto i sintomi di Alessandro – infezione respiratoria, disturbi del fegato, esantema – e il legame con gli uccelli, “la risposta – afferma Calisher – è stata Nilo occidentale al 100 per cento”.
A cura di Andrea Claudio Galluzzo