Si festeggia insieme a Cosa Nostra Un assistito di Taormina testimone tarocco dell’omicidio Calipari Il Vento d’Egitto Il ponte della mafia L’Ucciardone a cinque stelle Toaff fan club
Roma. Partiti, dopo la celebrazioni di San Pietro, i notabili del pianeta – Nerone, Caligola, Caracalla, Attila, Tamerlano, Ponzio Pilato – la popolazione romana torna ad affrontare i problemi consueti. E’ aumentata ancora la benzina e la produzione industriale va calando ancora. Si torna a discutere del governo.
Montezemolo (Confindustria): “Governo inefficiente, elezioni”. Dopo quattro anni di regime della Confindustria (che ha sostenuto esplicitamente Berlusconi) si preparano altri quattro anni di regime della Confindustria, stavolta con un altro governo?
Italia 1. Cosa Nostra propone di abolire la ricorrenza del venticinque aprile, simbolo di divisione fra gli italiani, e di sostituirla invece con una Giornata della Concordia che possa essere celebrata insieme da Ss e partigiani, mafiosi e carabinieri, giudici e ladroni. La proposta, apparsa sulle colonne del “Domenicale” (la rivista ideologica di Dell’Utri) è stata entusiasticamente ripresa dal Secolo d’Italia (“Basta con l’antifascismo”) e An (La Russa: “Una festa da cambiare”). Negli Stati Uniti, contestualmente, il 4 luglio verrà festeggiato insieme a Bin Laden.
Italia 2. Dimenticato definitivamente Calipari. Bush, fra una cosa e l’altra, promette che se ne occuperà in qualche modo; l’inchiesta sarà comunque americana, e non della magistratura civile ma dei militari. In Italia, a parte qualche giornale di sinistra, non se ne parla più: la disinformazione e il polverone hanno funzionato bene. In Italia, l’ultimo episodio di disinformazione sul caso consiste in un “supertestimone” (tale Girolamo Preite) che si presenta ai giudici, annuncia rivelazioni “sul Sismi”, e si rivela fasullo dopo poche ore. Assistito, ovviamente, dall’avvocato Taormina.
Massime. “Se avanzo seguitemi, se indietreggio aspettatemi, se scappo all’estero non estradatemi”.
“Storace, di’ una cosa di destra”. “A’ Bossi!”.
Giustizia. Torna finalmente in Etiopia l’obelisco di Axum, il monumento innalzato oltre duemila anni fa dagli Etiopi e simbolo dell’antichissima nazione africana. Rapinato dai fascisti, trattenuto ladronescamente da democristiani e socialisti, cavillato truffaldinamente ancora negli ultimi anni, l’obelisco è rimasto in Italia dal 1937 a ora come “bottino” della guerra coloniale con cui il regime di Mussolini (nonno) invase l’Etiopia, piegandone la resistenza a furia di bombe e di gas velenosi. Infine, applicando con sessant’anni di ritardo le disposizioni del trattato di pace, il governo italiano s’è deciso a restituire ai legittimi proprietari ciò che era stato rubato. Ad Axum, in questo momento, migliaia e migliaia di cittadini stanno affollandosi da tutto il Tigrè e dalle altre regioni dell’Etiopia per accogliere festosamente il simbolo dell’antica grandezza dei loro padri. In Italia, si discute ancora se tornare ai metodi di Mussolini (bombe, invasioni e “spedizioni di polizia”) o a quelli della Costituzione della Repubblica (pace e basta).
Economia d’Egitto. Anche la Wind finisce all’estero: se la compra il gruppo Sawiris del Cairo.
Beviamoci su. Aumenta, secondo un’inchiesta commissionata dalla Coldiretti, il consumo di vino fra gli italiani: nell’ultimo semestre 2004 il consumo sarebbe aumentato del sei per cento
Cina. Due donne sono state uccise dalla polizia mentre manifestavano contro una fabbrica inquinante nel villaggio di Huankantu.
Giappone. Dopo trentatrè anni è stata annullata la condanna a morte di un uomo (che adesso ha settantanove anni, di cui trentatrè passati nel braccio della morte) condannato per omicidio che non aveva commesso. La corte suprema ha ordinato la revisione del processo per “manifesta inconsistenza delle prove”.
Ponte. Ancora altre indagini della magistratura sul fantomatico ponte sullo stretto: stavolta ad essere indagati, per falso e abuso d’ufficio, sono i tecnici del ministero che dovevano studiare gli impatti ambientali e che avevano falsamente affermato “tutto ok”. Le indagini sono partite da una denuncia di Lega Ambiente, che chiede adesso la sospensione dei lavori. Due mesi fa un’indagine analoga aveva inividuato precisi interessi delle cosche mafiose (non solo siciliane ma anche di Cosa Nostra degli Stati Uniti) negli appalti del ponte. Il presidente della Società Ponte sullo Stretto quattro ann fa aveva dichiarato “Se la mafia può aiutare a fare il ponte, ben venga anche la mafia”.
Gerusalemme. Finalmente un accordo fra i capi religiosi delle due comunità che convivono nell’antichissima e contesa ex capitale dei Gebusei. Su iniziativa di un pastore evangelico californiano – tale Giovinetti – da tempo stabilitosi in Palestina, rabbini e iman del luogo si sono incontrati per concordare un’iniziativa comune contro un terribile evento che minaccia la città. Mettendo coraggiosamente da parte i dissensi religiosi, hanno stilato un documento unitario al quale hanno subito aderito una settantina di rabbini delle varie sette, il muftì di Gerusalemme (il massimo esponente islamico locale, ultimo di una serie ininterrotta dall’undicesimo secolo in poi), un numero imprecisato di ulema, imam, sceikh e altri dignitari, nonché il patriarca – risalente a Goffredo di Buglione – della chiesa latina e quello ortodosso, rivale storico del primo ma egualmente alleato.
Tutti costoro, seguiti da un codazzo di seguaci delle rispettive fedi con tuniche, caffettani, sai, pastorali, ametiste, mitre e cappelli neri, si sono recati in delegazione dal governatore – ultraortodosso – Lupoliansky, il quale alle prime parole, levatosi dal suo seggio, li ha abbracciati entusiasticamente unendosi all’iniziativa. Odiandosi su tutto il resto, musulmani cristiani ed ebrei sono dunque riusciti, almeno per una volta, a operare insieme per la città. Un fatto che fa ben sperare, anche se certamente l’unità raggiunta sui drammatici problemi di questi giorni difficilmente riuscirà a svilupparsi sulle banali questioni della routine quotidiana. La sciagura che minaccia Gerusalemme adesso è infatti qualcosa di assolutamente eccezionale (una “parata di abominio”: il Gay Pride) e difficilmente si ripeterà tanto presto. Restano adesso da definire alcuni particolari minori su cui non è stato ancora raggiunto il pieno accordo: per i cattolici i partecipanti al Gay Pride possono essere tranquillamente bruciati senza troppi problemi, mentre ebrei e islamici insistono per la lapidazione.
Il pianeta delle scimmie. Un quarto delle specie di primati si va rapidamente estinguendo in tutto il mondo a causa della deforestazione e dell’inquinamento. Dai gorilla africani agli orang-utan di Sumatra, il numero degli esemplari sopravvissuti si va riducendo ogni anno.
Scelli. Ma è peggio sparare sulla croce rossa o farla trombare alle elezioni?
Sicilia. Palermo. Aperto di fronte al famoso carcere dei boss mafiosi un albergo di lusso che si chiamerà “hotel Ucciardone”. Katiuscia Massaro, manager della società che lo gestisce, spera che il richiamo un po’ perverso delle storie di mafia attirerà una clientela di lusso: “Prigionieri del relax a Palermo”, recita la pubblicità. Grande successo, nel frattempo, di “Miracolo a Palermo”, il film di Giuseppe Cino ambientato in un’improbabile Palermo di favola e poesia, in cui la presenza mafiosa viene accuratamente rimossa nei suoi tratti essenziali e trasformata in elemento di colore. Sul filone quindi inaugurato tanti anni fa da “Tano da Morire”, il filmetto che dette un’effimera ma lucrosa notorietà a una regista milanese calata a Palermo. Hotel e film, nella loro povertà ma esemplarità di operazioni “culturali”, aiutano a capire come mai, nell’indifferenza del ceto “intellettuale” locale, Palermo sia precipitata agli ultimissimi posti fra le città italiane.
Concidenze. Il nuovo presidente della Banca mondiale si chiama Wolfowitz. Il vecchio, Wolfensohn. Lupo va, lupo viene…
Olocausto. L’OIM (Organizzazione internazionale per le migrazioni) annuncia di essere costretta ad abbandonare, per mancanza di fondi, il programma di sostegno ai rom dell’Europa centrale e orientale sopravvissuti all’olocausto. Si tratta di circa 145mila persone, in età avanzata, che vivevano esclusivamente del modesto sussidio (da venti a centoventi dollari al mese) con cui i paesi civili fino a ieri “riparavano” le traversie e i dolori di sessant’anni fa.
Info: pignoni@mat.uniroma1.it
Cronaca. Aosta. Un giovane marocchino, Ahmed Naghim, è stato segregato e ridotto in schiavitù da due allevatori valdostani che ogni notte, dopo averlo fatto lavorare per sedici-diciotto ore senza dargli una lira, lo rinchiudevano in uno sgabuzzino chiuso dall’esterno: la mattina lo tiravano fuori e lo riportavano a lavorare nelle stalle. Questa storia è durata un anno e quando il fratello della vittima è venuto a liberarla i “padroni”, aiutati dai figli, l’hanno aggredito rapinandolo di ciò che aveva addosso. Alla fine i carabinieri hanno liberato lo “schiavo” e arrestato i due allevatori, che avevano evidentemente letto troppo Fallaci.
Spot. Simposio internazionale sul software open source. Al Teatro Congressi di Abano Terme (Padova) il 14 e 15 aprile, per inziativa dell’Università di Padova.
Info: www.floss2005.org
Spot. Venerdì 15 a Bologna – Sala Baraccano, via S. Stefano 119 – assemblea in sostegno del Centro chirurgico di Emergency a Goderich (Sierra Leone). Funziona da quattro anni ed è l’unico ospedale specializzato e gratuito del paese.
Info: emergencybologna@virgilio.it, 333.1333849.
Comizio. Venerdì alle ventuno tutti in piazza ad Acquedolci (Messina). Parleranno i compagni Claudio Fava (dei Siciliani) e Farid Adly (giornalista minacciato). “Ci appelliamo a tutti i democratici conseguenti ed agli amici di mobilitarsi da tutta la provincia e dintorni (sono gradite anche delegazioni catanesi e palermitane) per non lasciare solo chi è minacciato dalla criminalità perché ha denunciato lo scempio ambientale”.
Info: anbamed@katamail.com, 0941.730053, 339.8599708
Promemoria. Altri giornalisti sotto tiro in Sicilia. Carlo Ruta, Ragusa (gli hanno chiuso il sito e gli hanno fatto fuori l’automobile come “avvertimento” per le sue inchieste). Marco Benanti, Catania (cacciato dalla professione e lasciato senza lavoro in quanto “non allineato”).
kap@rdn.it wrote:
Andrea wrote:
stefanococchia@argosrl.com wrote:
ernesto@math.jussieu.fr wrote:
pittavino@fastwebnet.it wrote:
Boomark: lanacaprina.splinder.com/post/4399693
Giancarlo wrote:
e.pey@libero.it wrote:
Alessandro wrote:
“Sì va bene a Toaff senatore a vita… Va bene. Ma la Palestina e’ occupata dal 1967 (1967): quando la liberiamo? E il muro? le colonie?”
Umberto wrote:
Maria Pia wrote:
tapiro@kyuzz.org wrote:
ultimo (capitano-ultimo@libero.it) wrote:
Nel 2005, a quanto pare, a doversi giustificare non sono i mafiosi ma quelli che li arrestano. Vedremo se questo stato di cose cambierà col nuovo governo.
Pasquino wrote:
ha detto: “Amici miei, me pare brutto
lassa’ sede vacante ar Vaticano
fino che er Santo Spirito dà frutto.
Perciò, se permettete, l’interimme
lo assumo io, che già ne ho assunti assai.
Tu che ne pensi, fido alleato? Dimme!”.
“Beh… Se libera un posto… casomai…”
“Allora dò l’annuncio a Porta a Porta!
Vespa, subito in onda con l’editto!”
“Subbito, Santità! Popolo, ascolta:
Habbemus Silvium! Gaudium dappertutto!
Che nome sceglie er papa de stavorta?
Paolo, Giovanni?”. “No, papa Pio Tutto!”.
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E’ impazzito il mio Firefox, oppure è saltato qualcosa nell’impaginazione di questo post?
credo manchi una chiusura tag all’inizio delle lettere dei lettori.