Fermo di Polizia Preventivo

da: WWW.CENTOMOVIMENTI.COM – 30 GENNAIO 2005
di Pietro Ricca

Trascinato via dalla polizia, fermato per due ore e mezza e diffidato. Questo mi è accaduto ieri a Milano. Motivo? Criticai Berlusconi.
Ormai è chiaro: nell’Italia di Berlusconi è riconosciuto solo il diritto all’applauso. Ne ho avuto conferma alle 15 di ieri, sabato 29 gennaio, quando sono stato spinto in un’auto da diverse persone qualificatesi come agenti di polizia, e portato a forza in un commissariato del centro di Milano, da cui mi hanno liberato due ore e mezza dopo.
Alle 15 mi trovavo davanti al palazzo delle Stelline in corso Magenta, dove stavo per entrare a un convegno organizzato dalla Fondazione Craxi (ero già stato in mattinata a quel convegno e – tranne qualche domanda importuna di alcuni agenti della Digos – avevo potuto partecipare tranquillamente e prendere appunti per un articolo che ho in mente di scrivere per una testata on line).

Torno per la sessione pomeridiana, e trovo nell’atrio un ampio schieramento di forze dell’ordine. E’ atteso Berlusconi. Un agente all’ingresso mi chiede il documento, glielo do. Mi chiedono di uscire in strada. Esco. Dopo dieci minuti mi dicono che devo “seguirli in commissariato per accertamenti relativi alla mia identità”.


Alla mia richiesta di chiarimento, mi dicono che “un dirigente vuole parlarmi”. Intanto trattengono il mio documento. Dico: “Io da qui non me ne vado, perché non ho fatto nulla di male e sono un libero cittadino incensurato; fate pure i vostri controlli e poi ridatemi il documento”. Sono circondato da agenti, ribadiscono che devo seguirli. Mi appunto i nomi di alcuni di loro. Poi arriva un ordine: “Caricatelo in auto!”. Faccio resistenza passiva. In cinque mi trascinano con la forza in un’auto. C’è anche una donna, l’agente Bonamico. Assistono alla scena varie persone, tra le quali giornalisti e fotografi. Nessuno parla. Annuncio agli agenti a voce alta: “Questo è un abuso, siete fuori legge! Mi toccherà denunciarvi”. Mi portano al commissariato di San Sepolcro.
In quella piazza – neanche a farlo apposta – aleggiano memorie mussoliniane.

Rimango in un ufficio, in compagnia di un simpatico agente di polizia da trent’anni in servizio a Milano, che si dice costernato quanto me. Prendo nota di ogni dettaglio. Non c’è nessun dirigente che vuole parlarmi, nemmeno il capo del commissariato dott. Vincenzo D’Agnano. Mi trattengono fino alle 17,30. Poi la dott. Pagani mi congeda dicendomi: “Abbiamo sviluppato il suo nominativo. La diffido a ritornare di nuovo al palazzo delle Stelline. Lei ha precedenti di ordine pubblico”. Mi viene restituito il documento ed esco. Un amico mi chiama, ha letto le agenzie. Tra le altre l’Asca, che dice che io non avrei dato il documento alla polizia e che avrei offeso alcuni agenti: l’esatto opposto della verità, complimenti.

Morale? In questo paese solo il consenso è libero. I cittadini che vengono identificati come possibili contestatori vengono trascinati via e diffidati, quando il capo di turno si espone in pubblico, magari per commemorare un ex latitante. Sotto il governo dei prescritti l’eventuale dissenso viene preventivamente impedito dalle forze dell’ordine. Come negli anni gloriosi del ventennio.
Lunedì inoltrerò un esposto alla Procura della Repubblica di Milano. Cosa che decisi di non fare per un motivo analogo lo scorso giugno quando ricevetti il medesimo trattamento davanti al seggio dove era atteso per il voto il signor Berlusconi (era la volta successiva al famoso “comizio” a urne aperte). Ero lì – annunciata la mia presenza alla stampa – a “vigilare” sulle regole. Mettevo in pericolo l’ordine pubblico, dunque.

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50 Commenti

  1. Eh, la polizia non è più quella di una volta. Una volta, avrebbero accarezzato le tue spalle con i loro morbidi manganelli. Una volta, ti avrebbero tenuto in cella ventiquattr’ore. Una volta, avrebbero strappato taccuini, distrutto telecamere, chiuso siti internet. Una volta… ma allora c’era il regime. Ora puoi sempre andare a Striscia la notizia.

  2. Solidarietà. Per il resto, ma che cazzo ci facevi lì. Non lo sai che quello è un covo di spie? Un saluto e in bocca al lupo per l’esposto, facci sapere.

  3. – Cara esco, non aspettarmi alzata.
    – Ma di nuovo? Esci sempre, non ci stai mai con me…
    – Devo vigilare sulle regole, dai ormai ho anche annunciato la mia presenza. Hai visto in giro il costume da Wolverine?

  4. ehm, kekule, forse sbaglio io…ma non hanno portato via Grassilli, ma Pietro Ricca (quello di “buffone” se non ricordo male)

  5. Ma leggere l’articolo pare brutto? :D
    E’ successo a Pietro Ricca (è scritto in grassetto), Grassilli ha solo riportato l’articolo.

  6. Mi sono immaginato questa scenetta:
    “Sig. Grassilli, sappiamo che dietro “Box Folder” c’è lei… Quindi ci segua! ”

    … ChksChksChks (a sfumare)

  7. Pardon, ho voluto far lo spiritosone con un “cazzi Suoi”, interrogando così il Grassilli intermediario.
    La tastiera mi punì. Giustamente.
    SkidX ribadì, con emoticon pregni dell’allegria di Cinisello Balsamo. Anch’egli giustamente.
    (Ri)chiedo venia.

  8. Ma vai a fare in culo, Pietro Ricca, tiratore di treppiedi in sedicesima: un cretino è un cretino, imperversa diametralmente, non ha bisogno di un particolare contesto che lo giustifichi: è eterno, immortale, non è sempre il prodotto di un clima particolare, anzi, stavolta parrebbe davvero il contrario: non che un muratore mantovano abbia cavalcato un odio montante nel Paese, ma che alcuni odiatori politici siano stati disposti a cavalcare persino lui – un cretino – pur di giustificare se stessi: strumentalizzare persino un minus habens che desse loro rappresentatività politica e parimenti la desse a quel livore che spesso è solamente il loro, quel malanimo esistenziale che da undici anni rifiuta che Berlusconi in questo Paese sia stato voluto e acclamato e votato. Non mancano neppure a destra gli apocalittici che paventano colpi di Stato e si rivolgono al Quirinale per colpa di un cretino: ma è la sinistra dell’odio professionale ad aver fatto di un cretino un emblema, a dire “logico che qualcuno non ne possa più“ e quindi a scrivere che il muratore era “Uno dei tanti” come da titolo dell’Unità, come a dire che i cavalletti non si tirano ma volerlo fare è perfettamente comprensibile, è giusto, è normale: e la colpa è di chi il cavalletto se l’è preso in testa. I cattivi maestri s’inventano e intravedono un allievo laddove c’è un cretino la cui esistenza fattuale ha bisogno magari di quel genere di giornalismo che in altra occasione trasformò un balordo che aveva gridato «buffone! in un corsivista de l’Unità, ha bisogno della pochezza professionale di chi da qualche tempo va riscoprendo che nei bar e nei bassifondi della scala sociale e mentale si cela gente che gioca a briscola, bestemmia contro i politici (tutti, in genere) e che insomma non le manda a dire, caspita: c’è il maremoto, nevica, governo ladro. Ma vai a fare in culo, Pietro Ricca, poveraccio, anzi buffone in cerca di vanagloria. Vai a lavorare, vai a fare opposizione seria che ce n’è bisogno.

  9. Berlusconi acclamato e votato dal paese?
    Io dico solo che per quanto sia giustamente al governo, Berlusconi è stato voluto e acclamato solo da chi esplicitamente lo ha votato, alle ultime elezioni europee Forza italia ha preso 6.837.748 voti http://europee.interno.it/europee/euro040612/Z000000.htm , su un elettorato di 40 milioni di persone, ( non mi sembra proprio la maggioranza )
    C’è una differenza tra il diritto di chi vince le elezioni a governare e il delirio di chi crede di rappresentare la volontà di tutti gli italiani che qualcuno è troppo stupido per capire.
    Chi è al governo oggi, verrà valutato solo per i risultati concreti che riuscirà ad ottenere, nel portafoglio degli italiani.

  10. Si vota ogni cinque anni. Chi vince governa per altrettanti e per altrettanti rappresenta chi l’ha votato: la maggioranza. Fine. Altre elezioni, frattanto, servono a determinare altro governi minori: chi le vince governa in quei contesti. Fine. Non è che si sta a al governo come al vertice di un hit-parade.

  11. Giusto
    L’unica parola che non mi piaceva, per mia personale allergia alla megalomania di chiunque, a partire da Bertinotti fino a Bossi è ACCLAMATO.
    mi spiace ma è un termine che mi suona molto da nostalgia del Ventennio Fascista.
    sulla stupidita di ogni attacco personale, che venga da destra verso il fantasma di un comunismo che ormai esiste solo sotto Putin o da sinistra verso Berlusconi sono perfettamente daccordo

  12. Facci, poi magari gentilmente ci spieghi che c’entra il tuo delirio con il fatto che una persona (presumibilmente) è stata tenuta in commissariato delle ore senza un motivo ed è stata diffidata sulla base di un bel niente giuridico a mettere piede in un luogo pubblico.

  13. Ma che belli, ma che bravi! Fortuna che ci siete voi a difendere la democrazia. I pietro Ricca e gli alessandro Ceratti (vedete sul blog di sabelli fioretti) che nella vita loro sembra non abbiano un cazzo da fare. Buffoni!!!!

  14. Su una delle librerie più belle che conosco, il Citylights Bookstore di San Francisco, nel Novembre 2001 sono stati messi degli enormi poster di persone con la bocca tappata dalla bandiera USA e la dicitura “Dissent Is Not Un-American” – “Il dissenso non è antiamericano”. Qual è la libreria a Milano che si potrebbe similmente decorare?

  15. Sentite, scherzi a parte: Pietro Ricca è un povero demente con dei precedenti relativi a suoi disordini di ordine pubblico, e sappiamo quali. Ciò posto, se intervenisse a un comizio di Berlusconi in Piazza Duomo, e la Polizia lo allontanasse, io scriverei un articolo in sua difesa e se non me lo pubblicassero entrerei in clandestinità. Ma non val la pena di enunciare principi ragionali per casi particolari: al convegno di sabato era invitata la cittadinanza ma al tempo stesso era un convegno privato, e le persone sgradite potevano essere allontanate, ciò che è avvenuto. Pietro Ricca è uno che va in giro a rompere i coglioni e far casino. Personalmente se organizzassi un convegno e mi vedessi entrare Pietro Ricca chiederei di scaraventarlo fuori a calci nel culo. Quindi, con tutti gli stronzetti che ci sono in girto, soprattutto in An, vi consiglio di dedicare le vostre battaglie civili a temi e persone più meritevoli e neurologicamente meno interessanti.

  16. Interessante la definizione di convegno “a cui è invitata la cittadinanza ma al tempo stesso era un convegno privato”.

    Interessante anche che ad un “convegno privato” non ci sia un servizio d’ordine privato che magari controllando il possesso di un regolare invito (nel caso specifico “rivolto alla cittadinanza”) possa evitare a soggetti sgraditi di entrare nella sala, ma agenti della polizia di stato che conducono in questura, con lo scopo dichiarato di accertarne l’identità, un privato cittadino munito di regolare documento.

    Facci, le sigarette, non altro. Grazie.

  17. Ieri sera un gentile commentatore di Macchianera mi ha spedito il seguente: “filippo, ti posso chiedere una cosa? che te ne viene a litigare con la gggente ottusa su macchianera? un deficiente che tira un cavalletto o altra roba contro qualcuno, che sia berlusconi o il portiere della squadra avversaria allo stadio, è un deficiente, a prescindere dalla sua ideologia. uno che plaude al gesto di un deficiente, è automaticamente un idiota.
    come diceva quello: “non discutere mai con un idiota, la gente
    potrebbe non notare la differenza”… insomma, perché discutere con un idiota? Così, giusto per sapere, ecco”.
    La mia risposta è stata: “Per esercitazione”. Ma in effetti, vedendo l’ottusità del commento sovrastante – laddove non è neppure chiara la differenza tra un comizio e un convegno, laddove ci si stupisce che un capo del governo possa essere attorniato da poliziotti di Stato, pagati anche per allontanare disturnatori professionisti già fiddidati – insomma comprendo che l’esercitazione va a vuoto.

  18. Uno dice “buffone” al presidente del Consiglio. Succede poi che viene allontanato da un convegno. Un giornalista, che lavora per il giornale del presidente e per la tv del presidente, così stigmatizza l’evento: “Ma vai a fare in culo, Pietro Ricca” e ancora “Ma vai a fare in culo, Pietro Ricca, poveraccio, anzi buffone in cerca di vanagloria.” Fin qui niente di straordinario, FF fa il lavoro per cui è pagato, il fatto poi della figura che ci fa è un problema suo. Poi però inciampa conun “Vai a lavorare, vai a fare opposizione seria che ce n’è bisogno.” FF, ma vai a lavorare tu! non ti si chiede di fare giornalismo serio, che tanto non ce n’è bisogno, ma soltanto di andare a lavorare.

  19. Sì sì, difendiamo la libertà dei beduini e incarceriamo preventivamente i cittadini italiani, prima che possano esprimere idee ed opinioni.
    Sì sì, proprio un rigore morale ed una coerenza degne di Stalin.
    E perché non madarli tutti al confino quelli come sto Ricca qua, così evitiamo di doverli acchiappare ogni volta che possono rompere pubblicamente i coglioni.
    Bella democrazia, bella libertà!

  20. Pietro Ricca ha qualcosa a che fare, come nickname, con Pietro Micca, altrimenti noto come Passepartout?
    Sarebbe piuttosto ironica come cosa :-)

    Cmq è chiaro che il fascismo ormai dilaga. E Filippo Fa(s/c)ci se ne candida a portabandiera, con affermazioni esemplari e virilissime quali “chiederei di scaraventarlo fuori a calci in culo”. E’ così che parlano i veri fascisti. Mica quei debosciati alla Gasparri, che ormai pensano solo alle suonerie e al digitale terrestre.

  21. Va bene, sono un servo del padrone, non lavoro, non sono un giornalista serio, voglio incarcerare preventivamente chi voglia esprimere ‘idee ed opinioni’, sono coerente con Stalin, li voglio al confino, il fascismo dilaga e ne sono portabandiera, peggio di Gasparri. Avanti un altro.

  22. Filippo, non volevo polemizzare con te, né darti del fascista o dello stalinista, né tantomeno insinuare che tu sia favorevole al confino per gli oppositori politici. Né tirerò fuori quel brocardo sull’escusatio non petita, ma trovo davvero singolare che chi si dica liberista e tutore della libertà (che poi non si capisce bene se ‘sta casa è della o delle libertà) e della democrazia, tanto da sacrificare a questi ideali la vita dei figli degli altri, arrivi poi ad organizzare forme di repressione preventiva della libera espressione delle “idee e delle opinioni” altrui.

  23. La questione è semplice. Il convegno era aperto a tutti, e con la presenza di numerose personalità politiche. La mattina un facinoroso dipietrano è liberamente entrato ad assistere al convegno, come è giusto che fosse, ma mentre uno dei relatori (prof. universitario americano) esponeva la sua tesi ha estratto un cartello con scritto “vergogna”. Sono stati attimi difficili, pericolosi per le reazioni che ha causato.
    Ergo, al pomeriggio, le forze di polizia si sono allertate (tant’è che il sig. Ricca la mattina ha potuto assistere tranquillamente al convegno)e non hanno fatto altro che il loro dovere, essendo la sala strapiena e volendo prevenire altre “uscite civili” come quelle della mattina.
    E’ stato un convegno aperto a tutti, ma non un comizio di piazza; privato, poichè in una sala affittata dall’organizzazione, con capienza limitata e dove i partecipanti tutti, incluso il premier, avevano il diritto di stare tranquilli.
    Qual’è lo scandalo? A sì, che gli hanno impedito di riaccedere al convegno? Sappia allora
    che le forze dell’ordine hanno controllato da capo a piedi tutti i responsabili dell’organizzazione, impedendo a questi stessi l’accesso in alcune aree.Se poi a qualcuno non va giù che il premier sia Berlusconi beh, è un’altra storia, ma dica la verità.

  24. No, io c’ero, lo scandalo sta nel fatto che lo abbiano portato in questura e lì trattenuto per qualche ora.
    Volendo poi essere precisi parlare di un convengo aperto a tutti purchè graditi, è un modo, a proposito di idiozia, per dimostrare la propria.

  25. Il convegno era aperto a tutti, e hanno partecipato tutti coloro che hanno voluto. L’operazione di accredtito richiedeva semplicemente cognome e nome, e il fine è che l’organizzazione può contare i partecipanti nonchè acquisire nuovi contatti. Ha partecipato altresì l’assessore dipietrano e vi è rimasto finchè si è comportato civilmente. Per favore, siamo onesti e non ci copriamo dietro a un dito: il sig.Ricca è venuto quando ha saputo che sarebbe venuto il Premier.Non ha mai effettuato operazioni di accredito nei giorni precedenti per partecipare, come altri hanno fatto.Siate onesti.

  26. Scusa, “Io C’ero”, ma tu sei la persona che la notte prima del convegno era a casa mia?

  27. La solita vecchia storia. O si permette a questi dementi ignobili di tirare cavalletti, insultare (e chissà cos’altro, in futuro), oppure è tornato il fascismo.

  28. il dissenso è un diritto, tirare cavalletti no. Chi tira cavalletti si assume le proprie responsabilità, chi tira coca fa un po’ come cazzo gli pare.

  29. Benissimo Freccia. Infatti anche Ricca doveva semplicemente assumersi la responsabilità di essere cacciato dal convegno, senza tante storie o post ridicoli.

  30. scus Giordà, che responsabilità sarebbe quella di “essere cacciati”… la casa delle responsabilità … a volte non li seguo proprio i libertari: vollero difendere a tal punto la libertà da schiaffarla in casa e presidiarla colle forze armate…

  31. Significa che, se domani c’è un convegno con Prodi e io mi presento con un cartello con scritto “pupazzo”, faccio la stessa fine di Ricca.

  32. Un bel processo alle presunte intenzioni del sig. Ricca.
    Facci, curati le relazioni sociali su questo blog perchè non stai messo affatto bene!

  33. non lo so Giordà, non lo so… pensa che il tale ricca, non l’ha potuto neppure tirar fuori il cartello… capisco che siano esperti di prevenzione, ma questo livello di anticipazione fa un po’ paura, non credi? No, perché domani potrebbero pure farlo volar giù da una finestra al ricca di cui sopra, magari dicendo che nel 2012 avrebbe ucciso l’amante della moglie…

  34. Scusate, senza entrare nel merito, non riesco a comprendere quali siano le idee che si tenta di divulgare e che il presunto regime fascista dietro le quinte si affretti a reprimere con metodi d’altri tempi. Nel merito, tirare un cavalletto o esporre striscioni con scritto “vergogna” non mi sembrano idee da difendere, ma solo idiozia nel primo caso e dissenso neanche tanto furbo nel secondo.In ogni caso entrambi sterili: a me sembra la strada buona per svilire l’opposizione e rinforzare un governo che ha e ha avuto i suoi limiti. my 0,02. DDA

  35. dda, il regime comincia proprio là dove si intimidisce il comune cittadino in maniera tale da rendergli sconsigliabile il solo esprimere liberamente le proprie idee.
    Se uno che ha pubblicamente biasimato l’operato del governo, viene sottoposto a fermo preventivo, quello che si vuole prevenire è il biasimo, il dissenzo, e ciò è antidemocratico a prescindere … poi se uno tira cavalletti è un altro paio di maniche … Se ti riempi la bocca di libertà non puoi restituire al mondo sonore scoregge.

  36. L’idea che ci cerca di far passare è che portare in caserma uno che si “presume” possa dissentire in maniera poco furba (come dici tu), è una violazione dell’innocua libertà di dissentire degli eventuali cretini.
    Lanciare un cavalletto in testa a qualcuno è passibile di una denuncia per lesioni, dire ad una altro idiota, come appare di tutta evidenza sugli interventi di questo post, è tutta un’altra cosa.

  37. DDA, concordo sul cavalletto, ma il mostrare uno striscione , anche offensivo, è dissenso, protesta…
    è sterile, DDA? e chhiseneimporta non ce lo metti?

    Dopodichè, riporto da Russo Seminara :”
    Ah, ma allora c’è qualcuno che si salva in questo blog ? Qualcuno , intendo, che usa il suo di cervello e non obbedisce pappagallescamente ai diktat dei Sinistrorsi ! Bravo F.F. ( però firmati, lascia a lrosignori rossi il monopolio della vigliaccheria)”

    scusate , ma è troppo divertente

    ( e su, F.F, e firmati, no?)

  38. Ok, torniamo a bomba. In qualunque convegno, chi espone uno striscione con scritto “vergogna” viene cacciato. Invece no, c’è il regime. O partigiano, portami via….

  39. Giordà, ma ‘ndo sta scritta sta norma qua? In qualunque… Mah! Seproprio vuoi tornare a bomba, ricordati che il signore in questione non è stato cacciato per aver esposto uno stricione, bensì condotto in questura e trattenuto per essere semplicemente sé stesso… questo non accade in qualunque convegno Giordà.

  40. chiunque esponesse ad un convegno, in cui sia presente il capo del governo, uno striscione con scritto “vergogna”, dopo aver gridato, in un’altra occasione, al suddetto capo del governo, “buffone”, sarebbe trattato allo stesso modo. o mi vuoi dire che se c’era Prodi le forze dell’ordine gli regalavano le caramelle?. facciamo i seri.

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