Ho vissuto e lavorato per anni in uffici dove i dipendenti erano in maggioranza fumatori. Entrando in quegli ambienti alle nove del mattino, trovavo una nebbia azzurrognola già stagnante. Si chiese la cortesia di limitare le sigarette, almeno al mattino e si continuò a chiederlo per parecchi mesi: nessun cambiamento. Gli amici colleghi a cui facevo notare la cosa, reagivano con sorpresa dicendo cose tipo: “cavolo scusa, non mi sono reso conto…” e spegnevano all’istante. Dopo più di un anno così, la direzione decise di proporre la “zona fumatori”. Ovvero: la saletta “relax”, che non aveva nessuna separazione fisica dagli altri ambienti e che da quel momento divenne off-limit per chi non fumava. Inoltre venne assegnata ai tabagisti la metà dell’open-space. Il quale non aveva alcuno schermo a proteggere l’altra metà. Era, diciamo così, la coraggiosa affermazione di un concetto. Dopo altri mesi, la direzione fece apparire timidi cartelli col divieto di fumo. Nulla. Chi del resto, dopo una serie di discussioni, richieste cortesi e sbottamenti con sfanculata, era diposto a inimicarsi i tre quarti dei colleghi, incaponendosi a far rispettare il divieto? Riprese piede la rassegnazione. Agli occhi arrossati, ai vestiti puzzolenti. Al passare dall’ufficio nebbioso alla tavola calda ugualmente maleodorante.
Un non fumatore tollerante come me, continuava a limitarsi a chiedere: per favore, almeno NON mentre mangio, grazie. E le cose sono andate avanti così fino a che ho frequentato quel mondo.
Evitando per anni di polemizzare con chi fuma: cercavo di avere comprensione verso i portatori di un’evidente disturbo, verso chi ha problemi a contenere una propria debolezza. Non potevo pensare che tutte quelle persone che stimavo e apprezzavo sotto mille aspetti, diventassero volontariamente dei prevaricatori, no: doveva essere una patologia. Provate a metterla su questo piano, ripensate all’orrore negli occhi di certi vostri amici davanti ad uno sciopero dei tabaccai e vedrete che il dialogo potrà riprendere.
Ed eccoci a questa legge. Non desiderata e non sostenuta da gente come me, cioè adulta e convinta che proibizioni di questo tipo non possono modificare pieghe culturali compresse da decenni di avvallo totale. Però un piccolo disagio lo devo esprimere: quello di sentirmi paragonato, dopo anni e anni di pazienza, ad un totalitarista brutale. Amici, non potete trattarmi così. Mettete da parte le statistiche sul fumo passivo: voi state discutendo di libertà. Nei passati 30 anni da cittadino adulto, in molti, moltissimi casi, la mi unica libertà è stata quella di scegliere fra una stanza dove soffrivo (lo potete accettare questo? Che, al di là di ogni possibile danno da inalazione passiva, chi non fuma patisce fisicamente questa vostra abitudine? ) e l’alzarmi ed uscire. Lo dico anche a quella persona che per me è come un fratello, che doveva smettere se si fosse verificato un fatto molto importante ma che poi, anche davanti all’esito positivo di quella vicenda non l’ha fatto: davvero sono io quello che non rispetta i diritti degli altri? Te lo dico sorridendo, anche perchè pure tu sei uno che cerca di praticare la tolleranza nella vita: non ho mai pensato, tutte le volte che mi facevi scegliere fra una congestione da finestra spalancata in inverno e la camera a gas del tuo ufficio, che mi stessi imponendo uno di quegli esperimenti di resistenza umana tipo Dr. Mengele :-) Forse chi fuma dovrebbe provare a ribaltare il proprio punto di vista: pensate ai decenni di tolleranza che vi sono stati accordati e pensate al cattivo uso che molti di voi ne hanno fatto.
Davanti a certe esagerazioni di questi giorni, verrebbe da reagire con uguale veemenza: miei cari, facciamo un po’ per uno? Un secolo di prevaricazione a testa, che ne dite? Adesso tocca a voi. Purtroppo anche i miei amici più spiritosi, se fedeli del Gran Monopolio di Stato, su questo argomento perdono ogni capacità autoironica.
Allora, dimensionandolo alla portata di questo piccolo problema, mi limito ad un rantolo personale, quello di un non-fumatore consapevole che è da un pezzo che il bue dà del cornuto all’asino, o che Berlusconi dice i media sono in mano ai comunisti. Al mondo capovolto ci si abitua, persino a sedersi sul lampadario swarowsky. Ma per favore, togliete quella icona con la bandiera nazista.
(*) grazie alla gentile precisazione di Fabrizio, ora il titolo è tutto in tedesco. ;-)
Ma non c’è nessuno qui che abbia il vizio, che so, delle patatine fritte o delle sottomarche di Nutella?
Quanto al resto, Sapu, io non ho mai augurato cancri a nessuno, ma non nego che uscire da un locale puzzando come una fumeria mi abbia fatto pensare se per caso il cancro non sarebbe venuto a me, a furia di aspirare fumo passivo. Non che i fumatori si siano mai posti il problema: per voi, la sigaretta è sempre stata un diritto inalienabile. Molto più del nostro diritto di non respirarla.
Meno di Zero: è la prima volta che sento usare l’aggettivo “razionale” come una critica. Credevo che usare la ragione fosse un merito, non un demerito. Del resto, nel magico mondo del fumatore che pensa seriamente che appestare l’aria sia un suo diritto, ci si può aspettare di tutto… anche questo.
Vedi che qualcosa me l’ero dimenticato?
1)Leggere che siano i NON fumatori a doversi cercare il locale “non fumoso” talmente “facile da trovare”, che nella sostanza i non fumatori sono veramente dei cretini senza speranza, se non li trovano, è AGGHIACCIANTE. Non sto neanche a spiegare il perché, dovrebbe essere evidente.
2)Dopo “quello che augura agli zingari di bruciare” mi devo beccare, nel gruppo, anche “quello che augura ai fumatori di prendere il cancro”.
Un cancro non si augura a nessuno, specie per la sofferenza che provoca ai familiari, e penso che la maggior parte delle persone la pensino allo stesso modo. Chi non lo fa è uno stupido, non un NON fumatore.
Quindi non mescoliamo zuppa e pan bagnato giusto per tirare l’acqua al proprio mulino, grazie.
3)Si fuma per fare i fighi? Non dico che lo facciano tutti. Per alcuni è una patologica forma di rilassamento dallo stress (anche per me, alcune volte). Altri – pochi – ne apprezzano il gusto, contenti loro. De gustibus.
Ma dire che buona parte dei fumatori non provi un godimento patologico (anzi: pornografico) nell’avere una sigaretta in bocca, proprio non si può fare.
Altrimenti non mi spiego gli anni passati a vedermi guardare come Santa Teresa di Gallura – o come un alieno – perché “no, non fumo”.
La stessa faccia che molti fanno quando dico “no, non fumo canne per principio”.
Come dite, che è un comportamento da adolescenti, che dopo i 30 anni sparisce sicuro?
Oh, ops! Peccato che i locali siano pieni di ventenni…
“Del resto, nel magico mondo del fumatore che pensa seriamente che appestare l’aria sia un suo diritto, ci si può aspettare di tutto… anche questo” (Giulia) …Giulia, ora sei anche pedissequa.
Non ho letto i commenti, forse hai ragione, sono un fumatore accanito…., ma com’è che alcuni non fumatori non rompono mai i coglioni e dicono che non sentono puzza, e altri, sprt ex, la menano così tanto? Di pancia….
Ho sbagliato, la frase incriminata era questa: “è la prima volta che sento usare l’aggettivo “razionale” come una critica. Credevo che usare la ragione fosse un merito, non un demerito”. Esprime la totale dissociazione dal contesto in cui è stato usato il termine “razionale” dal sottoscritto.
Rebecca, anche io sul mio blog ho scritto un pezzo sul fumo.
Non sul fumo come imperdonabile vizio di cui vergongarsi, ma come qualcosa che comunque, bene o male, ha accompagnato parte della mia vita.
Le Marlboro sono il sinonimo di questo vizio/vezzo, sono il simbolo della sigaretta demonizzata da tanti ben pensanti ma tutto sommato molto meno dannosa di tante altre forme di inquinamento che subiamo continuamente.
Non si tratta di essere “fichi” perchè si fuma, ma di riconoscere alla cara vecchia sigaretta anche qualche pregio, qualche ricordo, qualche piccola complicità o anche solo qualche momento di relax.
Detto ciò il tuo diritto di non respirare il mio fumo è sacrosanto, mi piacerebbe che fosse sacrosanto anche il mio diritto di non respirare il gas di scarico della tua vettura, ma si sa non tutti i diritti sono uguali e quelli che rischiano di compromettere gli interessi economici di tanti, hanno meno diritto di essere diritti.
Menodizero, mi spieghi in cosa è patacca l’articolo citato ? Con “passive smoking” in Google Scholar avevo trovato questo articolo che spiegava come mai la gente giunge a diverse conclusioni sul fumo passivo, e francamente gli altri articoli non mi parevano a favore, anzi erano ben peggio.
Però devo dire che mi hai fatto venire il dubbio: ho visto che l’articolo che consideri patacca (senza spiegazioni) è molto citato (60 citazioni sono tante per i medici ?), ma sai com’è mi occupo di altre cose.
Magari Jama è una cagata di rivista: ha un impact factor di 16 e rotti nel 2002, e anche qui non so se è tanto o poco nel campo medico (http://www.ovid.com/site/catalog/Journal/645.jsp?top=2&mid=3&bottom=7&subsection=12).
Visto che sei così bravo illuminami !
Basta con questi esempi Vis, non stanno nè in cielo nè in terra.
Tu respiri lo smog che produce la mia macchina (che non è un vizio ma mi serve per lavorare)come io respiro lo smog della tua.
Se potessimo viaggiare tutti con macchine assolutamente non inquinanti lo faremmo già.
Perchè basta? perchè le mie esigenze sono meno importanti di quelle degli altri?
Perchè dici che non esistono le macchine non inquinanti….. mmmmmm…..sicur, sicuro?
Giulia, tu non hai mai augurato un cancro a cuor leggero ed io mi sono sempre sforzato di essere un fumatore cortese: ci troviamo entrambi a provare una difesa accusandoci di far parte di categorie di cui non siamo rappresentativi.
Con la differenza che io me la sono menata per Previti, parafrasando parole tue, analogamente a quanto me la meno adesso;
tu (magari, non so) te la sei menata per Previti piuttosto che per Kyoto o le balene e te la menerai quando vieteranno le patatine fritte o le carni rosse o gli alcolici e tutto questo in contrasto con la posizione che tieni ora !
Non voglio farne una questione di coerenza ma, come diceva qualcuno, è facile fare i moralisti coi vizi degli altri: la questione è se si è tolleranti coi vizi tollerabili, se si è tolleranti ma non coi vizi intollerabili (se uno ha il vizio di molestare bambini o di appiccare incendi si può ben essere intolleranti) e se non sia il caso di estirpare i vizi intollerabili, che si possono ben chiamare crimini.
Se si tollera si tollera, sennò fumare è un crimine “comprovato” e va estirpato con tutto quello che ne segue e poco male, toccherà davvero farsene una ragione
Sennò tutte queste stronzate sul vietare il fumo qui e non lì, piuttosto che le targhe alterne o le crociate contro un malcostume dilagante ad estrazione, sono l’ennesimo placebo per coscienze misere…
Di questo passo non mi diventerai mica del moige, Giulia !? ;)
Ma son spariti i commenti che ho letto ieri sera o il fumo che arriva da fuori casa mia mi ha annebbiato il cervello?
mbertini, tu lo sai che gli elementi tossici del fumo contenuti in una stanza piena di fumo non sono misurabili neppure con le strumentazioni più sofisticate e dell’ultima generazione? In altre parole, essi devono essere estrapolati e calcolati TEORICAMENTE. Della serie: supponiamo che…
Quando qualche scienziato intelligente (e non al servizio di qualche Istituzione) ha rivolto questa osservazione al nostrano scienziatino Garattini (quello strafinanziato col maglioncino a collo alto che nessuno al mondo ci invidia), costui ha obiettato asserendo che le ricerche effettuate si basavano sulle statistiche non riuscendo, ovviamente, a dimostrare alcuna relazione diretta di causa-effetto tra il fumo passivo e i decessi analizzati.
Quando la nostra Giulia, dopo aver mangiato il suo panino nel baretto affumicato, esce per strada si becca dei normali raggi cosmici che comportano un pericolo pari a 600 volte quello rappresentano dal fumo passivo. Altro che gli occhietti rossi!
Un giorno in attesa che un semaforo diventasse verde sono stato vicino a due donne che parlavano molto animatamente mentre inalavano serenamente il veleno rilasciato dalle marmitte delle automibili in transito in una zona centrale. Dopo pochi minuti mi sono fermato in un bar, e ho ritrovato quelle due signore di fianco a me, al banco. A metà del caffè ho acceso una sigaretta. Una delle due ha cominciato a tossire, appena ha visto che qualcuno stava avvelenando l’aria del bar (con la porta aperta, in Luglio). La signora in questione non ha avuto una reazione giustificata dalla reazione dei suoi polmoni, o dall’acutezza del suo olfatto, data la sua serenità al semaforo mentre spettegolava con la sua amica. Ha avuto una reazione fobica razionalizzata appena ha visto che qualcuno fumava. Il mio fumo non si sentiva in un locale ben aerato e, infatti, la signora non ha tossito fino al momento in cui si è girata ed ha visto l’orrore.
Il fumo nuoce alla salute. La chiusura mentale pure.
No, Sapu, per diventare membro del Moige ci vuole una formazione veterocattolica che a me manca. E soprattutto, my dear, anche se io mi mangio un barattolo di Nutella in tua presenza, a rimetterci è solo la dimensione del mio posteriore: tu non ne hai alcun danno.
Nessuno fa “il moralista con i vizi degli altri”, perché questa non è (per favore, signori fumatori, cercate di comprenderlo) una questione “morale”. Per quanto mi riguarda, potete asfaltarvi la gola quanto vi pare: solo, trovo giusto che non vi sia permesso farlo dove la gente mangia, o in luoghi dove il vostro fumo possa dare fastidio. Non c’è morale. Solo FASTIDIO fisico.
Per inciso: oggi ho pranzato fuori con un’amica. Meraviglioso: niente sbuffi di fumo, aria respirabile e bar pieno come al solito. Non riesco a non vedere il miglioramento.
Non è questione di esigenze, è un esempio che non è calzante.
Mhhhh……Sicuro sicuro sicuro no Vis.
Ma ho chiesto al mio concessionario di fiducia e mi ha detto che gli devono ancora arrivare.
Magari passo la settimana prossima.
Menodizero, guarda che non mi pare proprio forte la tua risposta… vuoi raccontarmi che NON c’è rapporto tra fumo e malattie ?
Ripeto: cerca un banale passive smoking su Google Scholar e ne trovi sul fumo _passivo_. Forse Garattini non ha risposto perché gli sono cadute le braccia, cosa che francamente a questo punto è capitata anche a me.
Comunque l’aspetto buono è che fondamentalmente questa discussione è inutile: almeno nel bar dove sono stato oggi non c’era nessun rompicoglioni che faceva disobbedienza civile.
Vedi che confermi la mia idea? L’ottusità mentale uccide di più: non riesci neppure a leggere. Eppure non fumi, dovresti avere una circolazione del sangue migliore. HO SCRITTO “FUMO PASSIVO”.
Ricapitolando: siccome ci sono l’inquinamento, i raggi cosmici e la supercazzola brematurata con scappellamento a destra, nessuno può chiedere a un fumatore di evitare di appestare gli altri quando stanno mangiando.
Aaaaah, bè. Son motivazioni.
Quanto blaterare… tra qualche mese si saranno abituati tutti a non fumare nei locali come si sono abituati a non fumare al cinema o sugli aerei. Magari staranno anche meglio (anche se non lo ammetteranno mai). I maleducati esistono tra i fumatori come tra i non fumatori, con questa legge per i fumatori educati non cambierà una cippa, ma ai non fumatori educati migliorerà la vita.
Giulia, dai, “my dear” !
Scherzavo sul moige…
Non ti conosco, non ti ho mai visto ma, per il caso del barattolo di nutella, potresti pure offendere il mio senso estetico: la possibilità che questo incida negativamente sulla mia salute è pari -se non leggermente inferiore- a quella che il fumo passivo incida e posso pure inventarmi studi approfonditi (e sicuramente meno partigiani) a riguardo…
Siamo d’accordo che far morale sulla sigaretta è ignobile quando c’è gente che muore per fame o inondazioni, siamo d’accordo su benaltrismo e senso delle proporzioni e passiamo oltre: questa è una questione morale !
E’ una discriminazione basata sull’ignoranza, sul pregiudizio o, nel migliore -il migliore !-dei casi (il tuo) sul fastidio: come può non essere una questione morale ?
Costa poco, o niente per chi già resisteva senza fumare quelle due orette ma non è quello il punto, il punto è che ora la legge dice che fumando recavo danno, non fastidio: ora sono un untore, lo dice la legge, non più solo gli sguardi delle persone e le loro parole, qui ed altrove.
Ribaltando il discorso che facevi sul tuo blog: avete fatto casino per la salvaPreviti e gli altri provvedimenti ingiusti, come potete diventare di colpo tanto illiberali per il fatto che è una questione che vi tocca marginalmente, che vi dà FASTIDIO fisico ?
Come puoi dire che non è una questione morale, che non è discriminazione ?
Diamine, proprio tu che sei una donna, un’infarinatura di cosa sia discriminazione e come riconoscerla, anche quando la legge dice che non c’è discriminazione, dovresti averla…
Ma forse mi sbaglio a considerarti particolarmente sensibile in questo senso: dopotutto cos’è mai stata la discriminazione nei confronti del genere femminile rispetto allo schiavismo o all’antisemitismo ?
E, cosa importantissima, la supercazzola è “prematurata”, con la “p”.
Diamine.
Le particelle del fumo passivo sono più piccole. O gli articoli sul fumo passivo sono boiate mentre gli altri no ? Boh ! Meno di zero si riferisce al valore delle opinioni ? Mah !
Prova a proporti come revisore a Jama, però attento, che di solito i commenti agli autori li devi scrivere meno acido.
Sapu, scusami ma io come non fumatrice potevo benissimo sentirmi discriminata prima, per il fatto che nessun fumatore si è mai posto il problema di fumare o meno in mia presenza. Come donna, potrei essere incinta (fino al quarto mese, è difficile notarlo): e se tu mi fai respirare fumo, non solo mi rompi le balle, ma danneggi anche il mio bambino.
Ora: ripeto, io non ho mai fatto crociate e non ne faccio adesso. Volete fumare? Cazzi vostri. Fatelo. Ma fatelo, ripeto, lontano da me: se non per educazione e rispetto, almeno per legge. Visto che finora educazione e rispetto non vi hanno impedito di affumicare me e tutti gli altri, fumatori e non.
Giulia, se ti sei sentita discriminata mi dispiace e di più non voglio addentrarmi sul terreno delle sensazioni: c’è persino chi si sente discriminato se, su un mezzo pubblico, provo a cedergli il posto a sedere.
La differenza tra ‘sentirsi’ ed ‘essere’ mi pare tuttavia evidente.
Per il resto ripeto ancora, e non mi pare il caso di scaldarsi, che questo provvedimento ufficiale (il cui fondamento più valido e scientifico è il ‘fastido’) è illiberale e quindi discriminante e che la discriminazione è una questione morale !
Poi, come dici: “cazzi vostri ! Lontano da me !”.
Se non vedi, in queste parole che tu stessa scrivi, cosa ci sia di male forse non posso proprio spiegartelo…
Schiavismo e antisemitismo. Già. Pur non essendo possibile assimilare l’intolleranza per il fumo allo sterminio di esseri umani (paragone improponibile sul piano dei contenuti e della gravità della violenza esercitata) c’è da dire che l’intolleranza ha sempre una logica violenta che mina la serenità sia delle persone con pregiudizi sia delle persone colpite dal pregiudizio. Chi storce il naso di fronte ad un tatuaggio o al piercing di un uomo o inala il gas di scarico delle macchine mentre mostra segni fastidio per il fumo di una sigaretta in un bar aerato non è materialmente violento come chi caricava gli ebrei sui treni. Il modello di pensiero è però molto simile: si delinea una separazione fra il Sé ed il “non-Sé” e si stabilisce che fra ciò che è al di qua ed al di là del confine ci sia un abisso difficilmente colmabile.
Questa crociata contro il fumo (passivo) mi ricorda quella delle zitelle dell’Esercito della Salvezza nei film di John Ford che predicavano contro il consumo dell’alcol. E gli spettatori però provavano un’immediata antipatia per queste persone che si opponevano caparbiamente alle abitidini di altre persone. E, infatti, era questo l’intento del grande Ford, pur essendo consapevole che l’alcol era dannoso. Qualunque scrittore, regista, artista – cioè persone veramente libere nell’intelletto – prova sempre avversione per tutte le “campagne contro qualcosa”.
Sapu, sono cose che non si possono spiegare :-)
“In un bar aerato”. Bene, trovami un bar aerato a Trieste in un giorno di bora e ti mostrerò un bar di pazzi con una gran voglia di morire di freddo.
Trovami una discoteca o una pizzeria “aerate” da cui si potesse uscire senza puzzare di fumo. A me è capitato più spesso di uscirne senza voce. Oppure con i vestiti bruciati da qualche ebete brillo che mi veniva a sbattere addosso con la sigaretta in mano.
Il problema non è del non fumatore, che non fumando non può arrecare fastidio con il suo fumo: è chiaramente del fumatore, che fumando arreca disagio. Ma guai a farlo notare. Nessuno chiede ai fumatori di smettere: purtroppo si è arrivati ad imporre per legge quella che doveva essere una cortesia di base. Però no, non si può: perché dare fastidio è un diritto, e chi non subisce un nazista intollerante.
Mica il contrario.
I fumatori hanno sempre avuto la possibilità di non arrecare disturbo e se ne sono ampiamente sbattuti, fumando dove e come pareva a loro. Non c’era, dopotutto, una legge ad impedirlo: nemmeno quella dell’elementare cortesia nei confronti degli altri. Adesso la legge c’è, e ovviamente al fumatore questo dà fastidio: non fumatori, asmatici, bambini e fumatori che non amano stare in ambienti fumosi e chiusi avranno un comfort maggiore. Questo al fumatore dà fastidio: non poter più imporre il proprio vizio agli altri è una scocciatura. Eh, capisco.
Un’altra cosa.
Facciamo una distinzione fra le campagne antifumo e la legge che limita il fumo. Sono due cose diverse.
La campagna antifumo mira a far smettere le persone, non solo in pubblico, ma anche a casa. Io ne condivido i principi, ma se un fumatore non aderisce, sono affari suoi. Ripeto, libera scelta.
La legge non impone a nessuno di smettere. Pone semplicemente dei limiti di spazio: qui sì e lì no. Se sei qui e non ì, fumi. Se sei lì, no. Per tutta una serie di ragioni già elencate. Non c’è morale di alcun genere: solo una considerazione del comfort degli altri. Fine.
Poi, esci, vai fuori, vai a casa tua, fumati le cicche anche con le orecchie, non mi riguarda: se vengo da te, so che tu in casa tua fumi e sei libero di farlo e non mi sogno di dirti di smettere. Se mi dà fastidio, non ci vengo e morta lì. Ma casa tua è casa tua, non un luogo pubblico dove io, in alcuni casi, pago per entrare.
Come al solito nessuno cambia di un mm le proprie posizioni. I fumatori vogliono il diritto di fumare dove e quando vogliono, i non fumatori vogliono il diritto di non fumare. L’unica cosa che si può fare è aspettare, sperare che la legge venga rispettata e che i fumatori (come è naturale) si abituino a queste nuove disposizioni.
Giulia, o non vuoi capire oppure sono io che scrivo talmente male da non riuscire a farmi comprendere. Persone come me non hanno MAI imposto nulla: ho sempre chiesto il permesso prima di accendere una sigaretta anche se stavo a casa mia con degli ospiti. Il punto è un altro. Come può una persona intelligente compiacersi di questa legge e dello spirito con cui è stata concepita? Viviamo in una società che sta diventando sempre di più iperprotettiva e complice di una marcata nevrosi delle persone che si vogliono tutelare a tutti i costi dal dolore e dalla morte e che vivono sempre di più la paura di sentirsi aggrediti dall’esterno. Queste paure albergano nelle persone che vivono al di sotto della consapevolezza. Per te fumare è un errore e non un piacere? Ma gli errori sono errori, e errare fa parte della vita umana. Quando la società sceglie di essere iperprotettiva sposa un principio discutibile e anche pericoloso: impone una fitta rete di obblighi che rendono la vita invivibile pur di renderla sempre più sicura. Tu sei una persona in quanto vulnerabile: ogni negazione della vulnerabilità delle persone è nevrotica e irrazionale. Le persone non nevrotiche sanno di avere dei limiti e di vivere in una realtà insicura. Una società che appoggia il bisogno nevrotico della sicurezza delle persone, diventa una società in cui non conta il vivere ma il cercare di vivere nel modo più sicuro. E’ una non vita! Ti rendi conto che questa legge significa molto di più di quello che immagini? Lascia perdere quello che scrive L.Sofri che è un uomo di plastica e che non ha nulla da dire. Mi rivolgo a te che scrivi, che fantastichi…TI RENDI CONTO O NO?
Ti rendi conto tu, mio caro, che fai della filosofia sul tuo diritto di appestare gli altri?
“Per te fumare è un errore e non un piacere? Ma gli errori sono errori, e errare fa parte della vita umana.”
Numero uno sì, fumare è un errore: se tu scegli di farlo fallo. Ma non farlo fare anche a me di riflesso. E dico “tu” come fumatore, non “tu” come te: se tu sei educato, esistono milioni di incivili che non rispettano il MIO diritto di fare gli errori che mi pare (tipo mangiare Nutella alle tre di notte).
Tutte ‘ste pippe filosofiche sono solo un gran polverone per nascondere il fatto incontestabile che i fumatori hanno rotto i coglioni per decenni senza che ci si potesse opporre, anche per non risultare a nostra volta molesti.
Adesso puoi anche tirarmi su tutta una roba di liberà intellettuale, ma ti ricordo che vale lo stesso per me. Io scelgo di fare altri errori. Non impormi i tuoi. Grazie.
Basta, mi arrendo.
Ma te guarda, avrei detto che la Blasi fumava…
State semplicmente affrontando il promblema da due punti di vista diversi e tutta questa bagarre non aiuta certo il dialogo.
Meno di zero fa un discorso a mio avviso molto giusto che estrapolato da questo fumoso contesto, dovrebbe farci riflettere sulla effettiva capacità di ciascuno di compiere le proprie scelte senza che lo Stato debba a tutti i costi imporci (ed è l’imporci a dar fastidio) cosa sia meglio per noi.
Purtroppo lo fa portando ad esempio quello che lui chiama un errore, nel perseguire il quale, entra per forza in conflitto con le esigenze altrui.
Giulia ha tutto il diritto di non respirare il mio fumo (anche se torno a dire che i diritti da tutelare in questo campo sono tanti e ben più importanti di questo) ma oggi per esempio si vociferava (al bar, la fonte è importante) che c’è in progetto di vietare il fumo persino nelle auto private (insomma io non potrei fumare nella mia macchina!) e se così fosse immagino che non ci sarebbero più dubbi su quanto affermato da Meno di Zero.
Vis, ti assicuro che per me non è un errore fumare! Tutt’altro: è un “grande piacere” per me. Il termine usato ha un’altra accezione: il fumo, in quanto vizio, è una manifestazione di debolezza dell’essere umano. Ma rimane un piacere. Come quello che prova Giulia nel mangiare la Nutella alle tre del mattino. Solo che lei si ostina a considerare il fumare un errore! Se risponderà, ci ribadirà che se lei mangia la Nutella non procura fastidio agli altri, mentre se io fumo appesto il prossimo. E’ un ritornello all’infinito. Ma il nocciolo della questione è esattamente quello che tu hai ben compreso.
Lo so che per te non è un errore, non lo è neanche per me ma l’uso del termine avrebbe potuto (come è avvenuto) indurre in errore.
Le debolezze non sono errori, sono manifestazioni della propria umanità.
Per principio diffido da chi è esente da debolezze.
Non sarei d’accordo nemmeno io, in linea di principio, con il proibizionismo totale. Non perché sia una che appoggia la scelta della cicca come mezzo di espressione di una debolezza (vuoi mettere una piada con salsiccia?), ma perché proibire non è mai stato un buon modo per stradicare un vizio, anzi, ne aumenta il gusto. Tanto per dire, in Olanda quasi nessuno fuma più canne e tutti si fanno di pasticche, che sono ancora illegali. Tolta la proibizione, la canna è diventata una roba poco interessante.
La legge è stata fatta per tutelare chi sceglie debolezze diverse e meno invasive da chi pratica una forma di debolezza puzzolente, probabilmente cancerogena (conserviamo il beneficio del dubbio), sicuramente facilitatrice di crisi d’asma, e dannosa per i più piccoli, che già di schifezze ne devono aspirare tante grazie alla politica ambientale internazionale.
In questo senso era una legge necessaria, dato che i fumatori, in larga maggioranza, non intendevano autoregolamentarsi.
Non sono d’accordo con il proibizionismo, ma fino a prova contraria il fumo è ancora legale: è solo vietato negli ambienti pubblici non appositamente attrezzati. Per chi era già fumatore educato e civile, non cambierà nulla.
Detto questo, trovo ridicolo cercare giustificazioni filosofiche per il vizio del fumo. Preferisco di gran lunga l’onestà di chi mi dice “mi scoccia non potermi più fumare la sigaretta dopo il caffè, perché mi piaceva”.
“Non sarei d’accordo nemmeno io, in linea di principio, con il proibizionismo totale” da sottolineare “linea di principio” e “totale”. Grazie eh, troppo buona!
Capita che io non creda ci si possa arrivare. E capita anche che con “proibizionismo totale” intenda la proibizione di fumare “ovunque”. E’ più chiaro?
Smoking zone
Pensieri azzurrini salgono alti e sottili, in un breve giro di valzer. Seguono applausi, inchini e sparizioni in dissolvenza. E in questo loro vano riempire i vuoti del cuore, tutto lasciano saturato, nulla rivoluzionato.Del fumo che ho incontrato, di …
“ma com’è che alcuni non fumatori non rompono mai i coglioni e dicono che non sentono puzza, e altri la menano così tanto?”
Manu, il fastidio è una cosa soggettiva. Io piuttosto mi chiedo come mai oggi (che il fumo è molto meno diffuso di un tempo) i secondi siano diventati così tanti rispetto ai primi…
Tony, la ragione è che noi fumatori siamo un comodo capro espiatorio, ed alla gente piace avere qualcuno da discriminare senza sensi di colpa. E poi puzziamo! (già detto per: negri, zingari, terroni, arabi ecc.).
Speriamo solo che Bush non ci bombardi.
Va bene, Giulia…
Facciamo che hai ragione tu ed io, fumatore, non devo fumare qui e qui e qui e non c’è nulla di male in questo e non sono meno libero di accenderne all’infinito e di andare all’inferno suonando il mio pianoforte e fumando una paglia…
Però facciamo pure che, se ti incontro sul posto di lavoro col naso gocciolante o la febbre o chissà che sorta di maelstrom intestinale, posso giustamente (ahimè, non legittimamente purtroppo) pretendere che tu debba andartene lontano, ma un bel pezzo, da me !
Facciamo pure che, se ti incontro ferma minuti ad un semaforo col motore acceso, scendo dalla moto e ti busso nel vetro e ti chiedo -pure un pò spazientito- di spegnere, perfavore, ‘sta cazzo di macchina !
Facciamo pure che, se ti becco al parco col cane che fa sosta per fare quello che la legge non gli consente a meno che tu dopo pulisca, posso ben chiederti ti trascinare il quadrupede fin dentro casa tua ed insegnargli ad usare i sanitari o a farla sul pavimento !
Facciamo pure che, se fuori ci sono 20 gradi ed il sole e tu tieni il riscaldamento di casa a 35 gradi, mi attacco come una zecca al tuo campanello finchè non lo abbassi !
Facciamo (…)
Facciamo che da maleducati diventiamo tutti rompicoglioni (ma rompicoglioni con gli attributi, mica come quelle mezzeseghe dei non-fumatori che non hanno il coraggio di chiedere di spengere la sigaretta) e se non basta legiferiamo, legiferiamo, legiferiamo fino a quando uno sarà obbligato persino a buttare nella spazzatura di casa la bustina di zucchero versato nel caffè al bar !
Va bene, Giulia, non facciamo filosofia, non facciamone una questione morale, facciamone una questione di tutela della pubblica salute…
Ecco, sì, facciamo un bel Comitato di Salute Pubblica, come ai tempi di Robespierre.
Io sono un fumatore anomalo, il fumo di sigaretta mi da fastidio e il mio mezzo toscano lo fumo comodamente seduto in poltrona a casa mia.
Con tutto ciò, penso che se la lobby dei tabacchi fosse stata più ricca e potente di quella delle automobili, oggi andremmo felicemente in giro per le nostre strade in bicicletta, fumando beatamente.
Ok, Sapu, a parte il fatto che fumare è una scelta, avere febbre e raffreddore no.
Facciamo che questi esempi si commentano da soli.
Facciamo che io rompicoglioni mezzasega non-fumatore non avevo il coraggio di chiedere di spegnere la sigaretta quando avrei potuto come un cazzuto fumatore spaccare la faccia al mio interlocutore nel caso di risposta negativa.
Facciamo pure che non avevo voglia di continuare a girare per locali il sabato sera cercandone uno con pochi fumatori.
Facciamo che è tutta colpa mia.
Facciamo che te ne vai affanculo.
Non è la lobby delle automobili che è potente, è che la lobby di autotrasportatori, corrieri e rappresentanti non gradiva mandare in giro i propri affiliati con la bici carica di pacchi Slow.
però i pacchi potevano mandarli in treno.
comodi, comodi e senza inquinare.
ah già, Le Ferrovie dello Stato…mmmm….
Sì, e la lobby dei benzinai non gradiva essere costretta a fare il pieno solo agli accendini…
Detto in altre parole: la crociata contro il fumo è nata nel paese che produce la più alta percentuale di inquinamento al mondo.
A me pare evidente il tentativo (scientifico, e riuscito) di additare al pubblico ludibrio l’untore, il colpevole: individuando (politicamente, aprioristicamente) un responsabile cui addossare tutti i danni prodotti da una serie di fattori che, economicamente, sono molto più convenienti del tabacco. C’erano più prove contro Saddam che contro il fumo passivo.
Con il principio adottato contro i fumatori, domani chiuderanno le case editrici per salvare gli alberi e salvaguardare la salute di tutti.
Ecco, io a essere preso per il culo non ci sto. L’avete proibito: non capisco, non condivido, ma democraticamente mi adeguo. Fra vent’anni, ci vediamo qui su MN per verificare quanti tumori abbiamo evitato non fumando, e vedremo chi era che sbagliava, se noi fumatori eravamo degli assassini o i talebani antifumo emeriti idioti. Solo che, comunque vada, nessuno, fra vent’anni, potrà reincollarmi i coglioni irrimediabilmente frantumati da tante sciocchezze.
“io a essere preso per il culo non ci sto”…è esattamente quello che ho desiderato leggere in questi giorni. Per essere più chiari e per non fare le “pippe filosofiche” (che poi, invece, ce ne sarebbe proprio il bisogno, altro che il pragmatismo becero e pericoloso che manifesta la maggioranza delle persone), io avrei detto NO a questa legge anche se fossi stato un NON-FUMATORE. Ma non tanto per la norma in sè, che in fondo è anche accettabile, quanto per il modello culturale di cui è portatrice e che si sta insinuando nella nostra società. Cari Sapu, Slowhand, Vis, … il fatto è che nei prossimi anni ne vedremo delle belle quando qualche altro ministro in cerca di consensi facili deciderà di emulare i vari Sirchia.
Sapu, guarda, come ha detto Matteo, gli esempi si commentano da soli.
Vieni a rompermi i coglioni quando punterò lo scarico della mia macchina direttamente verso il piatto dove tu stai mangiando.
Ti darò ragione.
E’ successo poco fa. Aperitivo con un paio di colleghi in un bar del centro. Ci siamo accomodati ai tavolini all’aperto. Una signora affianco a noi dice alla sua amica: “entriamo dentro che qui fuori con tutte queste macchine non si respira”. Giulia, non scrivere fesserie: non c’è bisogno di puntare i gas di scarico verso il piatto dove stai mangiando. O il tuo olfatto diventa acuto solo il presenza del fumo delle sigarette? E lo sappiamo tutti che i gas di scarico delle autovetture sono più nocivi del fumo passivo. Non solo, ma PUZZANO molto di più.