Europa maricòn!

Tanto per abbaiare“Basta con questa Europa! Torniamo liberi! Aboliamo le tasse, stampiamo cartamoneta! Tutti ricchi! Tutti felici!”. Dal balcone della Residencia, El Supremo arringa el pueblo anche oggi…

“Cittadiniiiii! Volete le tasseee? O non le voleteeeee?”. El Supremo, dal balcone della Residencia, arringa el pueblo. Las cosas vanno male, di questi tiempos, se non s’nventa qualcosa el pueblo finisce che s’incazza overamente. Al tavolo del gobierno las excelencias sospirano. Abolire le tasse! E come si fa? “Veramente, mi Presidiente, l’Europa…” (Pastrufazio, da qualche tempo, fa parte dell’Europa). “¿Que te friegas de esta Europa?” fa El Supremo.
“¡Europeos todos maricones!” sghignazza un altro. Scroscio di risa.
“Ma, Supremo, de donde la grana? ¡Faltan dineros!”.
“Se poderia printar meneda…” fa uno.
“¿Como? Se printa en Alemania, el euro…”.
“¡Printamos moneda nacional!”.
“Ma…”.
“¡Nada si y nada ma! Cien miliardos de patacones por manana! Por pagar a los employados!”.

Le urla si fanno sempre più forti, adesso è difficile distinguere qualcosa che non sia un “¡Maricòn!” o un “¡Patacones!”.
In fondo al tavolo siede il più giovane delle Eccellenze, un oriundo italiano di cui non si ricorda il nome. Il cognome sì, quello è famoso perché suo padre nella lontana Italia s’era reso leggendario per spirito sparagnino e contabilità occhiuta (una volta, ministro, negò al popolo la tivvù a colori perché “es una expensa inutìl y consumosa”). Chissà che avrebbe detto ora sentendo parlare così di barzellette sulle tasse e Tesoro sderenato. Probabilmente non avrebbe detto niente, avrebbe cavato il revolver e tirato un colpo in aria (il primo) a titolo di avvertimento.
Il giovane La Malfa si agita nervosamente sulla sedia. El Supremo continua a riformare l’economia.

Italiani. Tanti anni fa (non poi tanti: quando loro ed io eravamo giovani, l’altro ieri) Carlo Rossella e Gianfranco Fini erano due ragazzi entusiasti, rispettivamente, per la sinistra e per la destra. In un mondo di adulti grigi e seriosi, loro erano gli alternativi. Giacca e cravatta? E noi jeans! Notabili DC? E noi giovani militanti senza paura! Piano piano, senza fretta? E noi cambieremo tutto! Passano gli anni, e dai due entusiasti ragazzi son sbocciati due signori di mezz’età. Uno s’intravvede da dietro il vetro fumé d’una mercedes (compunto, seduto dietro), l’altro sale le scale d’un ministero. Tutti e due – a differenza dei vecchi DC – sobriamente eleganti, liftati, giovanili. Sanno intonare, loro, calze e cravatte. Considerano sommamente disdicevole credere in qualcosa e questo, nel complesso, è l’approdo di una generazione.


Proteste fra gli onestisti per Manca, per Andò e per La Ganga. E chi erano? Beh, l’altro secolo erano “i socialisti”, quelli cioè che di volta in volta se la prendevano colla commissione P2, col pool antimafia, con Mani Pulite. Non lavoravano gratis, non facevano voto di povertà e non erano fanatici difensori della proprietà privata. Neanche di quella pubblica, del resto.

La Ganga! Uno con un nome così, e che in più era factotum di Craxi per gli enti locali, dove volevate che finisse in quell’epoca communista, se non in tribunale? Ma è acqua passata, e difatti è abbastanza difficile anche solo parlarne.
Sì, ma a me che me ne frega? Beh, se fai politica e magari sei di centrosinistra forse sei un po’ giù perché questi stanno passando tutti dalla parte tua (nella Margherita, per ora) e tu hai buttato vent’anni della tua vita a contrastarli. E allora? Alla tua età, ancora ti vuoi fare il sangue marcio per loro? Scavalcali, invece, sii più pidduista e più laganghesco di tutti.
Segui l’esempio mio: sono appena stato a parlare da Rutelli e ci ho detto: “Signor compagno, ho l’idea geniale per vincere le elezioni in Sicilia!”.
“E come?”.

“Semplice: candidiamo Andreotti – numero uno a Palermo – capolista dell’Ulivo, e dietro di lui tutti gli altri: D’Acquisto, Andò, Drago, Salvo Lima, Ciancimino… Sì, anche quelli, che gliene frega agli elettori se sono vivi o morti?”.
“Uhm. E lo slogan?”.
“Basta con la Sicilia calunniata, Sicilia avanti in Europa! (o nel progresso o nel futuro o a Katmandu, insomma da qualche parte)”.
“Uhm. Ma tu che cos’eri, ai tempi della Democrazia Cristiana?”.
“Beh… io veramente nella DC non c’ero. Però, guarda, ero a Lotta Continua! E ci ho le referenze!”.
“Ah, allora…”.
Gente, se vince Andreotti mi fanno assessore alla provincia. Parola di Rutelli.

Spot. Regime di Marco Travaglio e Peter Gomez: a Palermo il 20 a Lettere, il 23 a Napoli alla Feltrinelli, il 25 all’Archiginnasio a Bologna, il 29 a Torino.

Elena M. wrote:

Nel mese di dicembre 2004 presso l’Università Statale di Milano si tengono concorsi pubblici per totali 67 posti a tempo indeterminato. Tutti i 67 posti sono già assegnati, nel senso che saranno vinti precisamente dalle 67 persone che attualmente li ricoprono con contratto a tempo determinato. Basta leggere il criterio di valutazione dei titoli (il medesimo in tutti i 67 bandi) per scoprire come la amministrazione abbia a priori escluso dalla vittoria qualsiasi candidato esterno (cioè non dipendente dell’ateneo): laddove quest’ultimo svolga due scritti entrambi da trenta, sarà ugualmente superato dal candidato interno che abbia preso 21 in entrambe le prove, poichè al candidato interno sono riconosciuti titoli fino a trenta punti. Sono un lavoratore precario della Statale di milano, entrato con un concorso a tempo determinato, come altre 246 precari che attualmente lavorano qui. Su 247 precari – 67 dei quali sanno di vincere il concorso – 180 non rimane che rassegnarsi ed attendere la scadenza del contratto ed una sana disoccupazione. O no?

Fondazione Antonino Caponnetto wrote:

Siete invitati al VII vertice in difesa della legalità e della giustizia sociale, a Campi Bisenzio (FI), presso la limonaia Caponnetto di Villa Montalvo, sabato 27, dalle 16 in poi.
Quest’anno discuteremo su “la nostra riforma della giustizia” con: Caselli, Ciotti, Casson, Colombo, Galasso, Grasso, La Licata, Russo, Travaglio, Dalla Chiesa, Impastato, Amurri, Marrazzo, Lucarelli e altri. Il vertice sulla legalità era un appuntamento fisso creato e voluto da Antonino Caponnetto. Continuiamo in sua memoria. Vi aspettiamo.

Info: info@antoninocaponnetto.it

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6 Commenti

  1. Senti amico, qui non si tratta di difendere Berlusconi né di lodarlo. Questi sono cavoli vostri e dei forzitalisti trinariciuti che vi leggono. Ma la storiella dell’Europa buona e dell’Italia cattiva e bla bla raccontala a tua madre. Sono anni che Germania e Francia sfondano gli indici di Maastricht e se ne fottono altamente di fare i bravi bambini.

  2. Sono decenni che Germani e Francia non hanno debito e hanno bassa inflazione. Loro si possono permettere di sforare. Il parametro del debito rispetto al PIL non e’ solo. Esiste insieme a quello dell’inflazione e a quello del debito totale.
    Caro mio, se tu hai fatto un buffo di un milione di euro per comprarti un villone e stai scannato per pagarti le rate, nessuno ti fa credito per comprarti una macchina. Se invece hai solo i debiti per un appartamento, diciamo 100 mila euri, trovi chi ti fa credito per la macchina.
    PS: sul paragone con l’Argentina sono d’accordo al 100%. SuccederÀ in Italia esattamente lo stesso. E abbiamo avuto anche il nostro ministro Cavallo, quello che pavlava tutto con le evve stvane.

  3. …Considerano sommamente disdicevole credere in qualcosa e questo, nel complesso, è l’approdo di una generazione. Riccardo Orioles, un grande

  4. Es logico, Orioles: si alza tassas es un puerco, si riduces tassas es dos vuelte puerco (buono per patanegra, prosciuttos che tu mangias ma di nascostos, porchè comunistones).

    Es logico anco l’assiomas “abitos bonos nada valores”; in Argentinas porinitantos non tieniamos el proverbio “l’abitos non fa il monacos”.

    Hasta luego Orioles, l’argentinos

  5. Interessante la vicenda dei precari di http://www.unimi.it
    I concorsi segnalati da Eena M. sono sì a tempo indeterminato, ma non assegnabili per via del blocco delle assunzioni della finanziaria. Quindi sono da coprire con tempi determinati (precari) che un domani, forse, chissà come e con quale anzianità, potranno avere un contratto a tempo indeterminato.

    Per adesso gli unici a godere sono l’amministrazione, che fa concessioni che non costano nulla (tanto non ti assumo oggi, lo impone la finanziaria), e i sindacati ufficiali (confermati nel loro ruolo di mediatori).

    E i precari pensino a bisticciarsi il concorso tra loro e coi colleghi indeterminati che parteciperanno per accumulare punti. E non si montino la testa con le loro associazioni http://www.inventati.org/gulp (che ha eletto i suoi rappresentanti per la prima volta)

  6. Amico, questo non dà diritto a nessuno di stabilire alcuni parametri e poi non rispettarli per anni. Questo lascia quanto meno adito al sospetto che i parametri non sono del tutto convenienti, se chi li ideò poi è il primo a non rispettarli, e non per un solo anno. E soprattutto è assolutamente ridicolo assumere un eterno atteggiamento da bravi bambini, “se ci fossimo noi ci comporteremmo bene ecc.” Questo è assolutamente squalificante. Uno dei problemi di Prodi fu proprio la sensazione che, una volta acciuffati i parametri di Maastricht, non c’era più una bussola da seguire. Una politica economica va pensata, spiegata, giustificata e poi seguita ed eseguita. In assenza, si prendono i parametri e si rispettano ciecamente. E’ questa una politica economica? Nessuno organizza la propria vita cercando semplicemente di prendere buoni voti a scuola, a maggior ragione una nazione. Tu che fai nella vita? Ti limiti a andare bene a scuola? E bada, questo non significa automaticamente: allora fanno bene Berlusconi e Tremonti. Significa semplicemente che, per questo tipo di politica economica da bravi ragazzotti della parrocchietta che si portano bene e non fanno casino ma fanno vedere quanto sono educati bastano Casini e Follini, non è necessaria la sinistra. E’ il vuoto, e tu lo riempi con la grande panacea di sinistra degli ultimi venti anni: la satira, più o meno riuscita.

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