Io resto un poco stranito dal modo nel quale decidono di spendere i soldi per la Ricerca, magari sono io che non ci arrivo. Ma com’è che a me sembrano palate di miliardi letteralmente gettate in mare?
Prendi un aereo supersonico, lo sganci da un B-52 (modificato) a 33mila metri da terra e lo guardi schiantarsi nell’oceano ad una velocità pazzesca. Figata: abbiamo quasi raggiunto i MAC10!
Ho capito, non so cosa serva, ma cazzo sono 230 milioni di dollari, io li spenderei meglio. Magari per la gente che in aereo non ci andrà mai.
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> I fisici non sono stati neutrali. La fisica sì.
Si, certo, ora siamo d’accordo.
Però, con tutta la fiducia che posso riporre nel tuo neoplatonismo, la Fisica la fanno i fisici.
Quindi, essendo una disciplina umana, riflette l’eticità degli uomini che la fanno. Ci saranno le bombe e i vaccini (magari non brevettati), e, per me, non hanno lo stesso valore o lo stesso grado di necessità solo perchè li ha prodotti la Scienza.
Hai ragione, senza i satelliti i medici del ruanda non saprebbero come curare. Ma permettimi lo stesso di dire quanto è brutta la ricerca militare, pensata per uccidere ha come sottoprodotto un bene imprevisto.
PS: Ora che abbiamo detto ai medici del Ruanda come si curano le epidemie qualcuno mette da parte dei soldini per mandare loro anche qualche vaccino?
Se si, basta un pacco ordinario, non è necessario spedirli a mach 10…
Caro Francesco, tutta la matematica applicata è abbastanza una rottura di palle, poco elegante e, per così dire, piegata a necessità esterne. L’Analisi, invece, è meravigliosa, (pensa a concetti quali la continuità di una funzione oppure ai teoremi classici), per non parlare di quella parte che nei politecnici viene chiamata “geometria” che è veramente il massimo: gli autovalori e gli autovettori sono poesia pura.
Tornando a bomba sul discorso, invece, come già ti ha fatto notare Fabrizio il punto focale della discussione, per il verso che ha assunto, non risiede nella personalità o nelle intenzioni dello scienziato: in quanto Uomo, egli è soggetto a pressioni, lusinghe, promesse, speranze.
La ricerca, in quanto tale, è neutra perché non schierata; è la “ragione di vita” per molti di noi, inteso nel senso che grazie alla ricerca siamo sopravissuti a malattie ed incidenti; ci permette di vivere in case migliori di quelle nelle quali vivevano i nostri avi (a parità di spesa), di vestirci meglio, di viaggiare più comodi spendendo meno… ma insomma, quando criticate la ricerca, ci pensate a queste cose?
Quanto alla ricerca “aggratis”: ma certo, perché no. Tra l’altro io per il week-end vado sull’isola che non c’è: qualcuno vuole venire? Prendiamo l’elefante volante delle 18,50 di venerdì sera. E mentre siamo fuori per il fine settimana, ci sono decine di folletti che vanno a farci le pulizie a casa. Gratis, s’intende.
Tommaso è il nick di Tonino Guerra?
(Scusa non ho resistito…)
> Ci sanno le bombe e i vaccini
Però non sai che nascerà alla prossima generazione dalla ricerca necessaria per produrre questi vaccini e queste bombe.
Ancora meno sai quel che nascerà (anche: quanti soldi ti porterà) da una ricerca di base.
(E, di nuovo: diffidiamo della scienza perché c’è stata Hiroshima. Allora, niente più film perché c’è stata Leni Riefenstahl? Ma per piacere.)
Qui si cade nella filosofia.
Allora prendiamo un classico che tratta poprio questo tema: 2001 Space Odissey.
Quando la scimmia afferra l’osso scopre che può usare sia come utensile che come arma. Lo può usare per cacciare e per sfamare la tribù, ma anche per guadagnare e mantenere il potere. E per uccidere un suo simile.
La conoscenza corrompe? Probabilmente si. Ci mette davanti alla possibilità concreta di fare del bene e di fare del male. E’ il millenario dilemma etico che ha accompagnato lo sviluppo del genere umano fuori dalle caverne.
Ma senza conoscenza saremmo ancora scimmie. Con il pollice in opposizione naturalmente.
Mi pare che ci stiamo progressivamente allontanando dal tema principale, nonchè unico, discutibile del post.
La scienza non può e non deve essere fermata, ciò su cui si può invece intervenire, non è l’uso che ne verrà fatto, ma la destinazione dei fondi che servono ad alimentarla.
La ricerca e la scienza hanno bisogno di enormi risorse per poter essere sviluppate e una scelta etica a priori, consentirebbe di agevolare alcuni tipi di ricerca anzichè altri.
Ma come si fa a non essere ottimisti, porca putana!!!!!!
Sarò antitecnologico ma, capperi, 230mln di €/$ sono stati buttati via comunque.
Poi per telethon tutti a sentirsi delle merde se non si devolve l’euro via sms.
Fatemi il piacere.
@viscontessa: il problema (che ho già posto nel mio commento) è: chi è che decide quale ricerca è Si e quale No? Seguiamo un po’ il ragionamento, e partiamo dal fatto in questione; io (e qui intendo Everyman) non ne so una fava bucata di aerodinamica, rocket science e quant’altro – quindi, se voglio sapere se l’esperimento della NASA è valido, vado a chiederlo a chi ne sa qualcosa. Chi? Ma un ingegnere aerospaziale, che diamine. Troviamo il migliore, e gli chiediamo: “ma X-43A è una cosa buona per investirci 230 milioni di dollari?”, e già prevedo e stravedo la risposta: “Si, certo.” – poi, subdolo come solo gli ingegneri aerospaziali sanno essere, mi sussurra: “se dovete tagliare, perché non andate da quei microbiologi che, tra pipette e sequenziatori di genoma, spendono un capitale?”. Io vado, osservo il budget della microbiologia, e non ne capisco ben due fave bucate. Vado a chiedere al miglior microbiologo, che mi risponderà “ma siamo matti! E’ ricerca di base, fondamentale! Perché non va dai fisici sperimentali, con quei loro giocattolini per accelerare le particelle, che spendon miliardi?”… Immagino tu sappia già che cosa viene dopo.
Non esiste una “ricerca Si” e una “ricerca No”: ogni ricerca è, a suo modo, e con i suoi tempi, “Si”. Perché ci toglie da uno stato di incertezza e di opinione, e come ha detto Ernst Mach, nessun essere umano intelligente rinuncerebbe a passare da un’opinione ad una conoscenza. Quindi, i 230 milioni di dollari andavano spesi? Si. Sono soldi buttati? No.
Questo non pregiudica il fatto che servirebbero 230 milioni di dollari per chi muore di fame – ma toglierli alla ricerca è un non sequitur. Cos’è questo aut aut: non c’è dunque posto per l’aiuto e la ricerca contemporaneamente? Non ci credo neanche se me lo dite in cinese. Le risorse saranno limitate, ma non sono così limitate.
@restodelmondo
io non diffido della scienza.
@LowRes
Molto daccordo, tranne per un piccolo particolare eccessivamente ottimista: “CI mette davanti alla possibilità concreta di fare del bene e di fare del male”. Purtroppo noi non abbiamo possibilità concrete di fare un bel niente, chi ha i soldi per finanziare ha questa possibilità, e ti lascio immaginare come va a finire…
Zeframm, io da un ingengere aereospaziale posso tutt’al più chiedere una sigaretta, ma chi finanzia le sue ricerche dovrebbe sapere che accidenti finanzia sopratutto se le sue miliardarie ricerche sono finanziate da una nazione che si suppone abbia un proprio ordinamento etico e morale oltre ai miliardi dei contribuenti.
La scleta non tocca certo nè a me nè a te ma mi piacerebbe potermi fidare da chi mi governa.
mi piacerebbe.
Nessuno dice nulla del network warfare project di cui scrive in questi giorni l’Herald Tribune?
http://www.iht.com/articles/2004/11/14/news/net.html
Il più costoso progetto di ricerca militare della storia… qua si discute di un paio di centinaio di milioni di dollari, mentre il suddetto progetto verrà a costare qualcosa come 200 miliardi di dollari…
Tutto questa disquisizione sulle applicazioni ci sta portando lontano da quello che (imho) è la grande falla nei presupposti dell’articolo di Sasaki: la necessaria *utilità* della scienza. Si dà sempre per scontato che la ricerca scientifica sia “utile” nel senso più banale (corollario: se non è utile, meglio spendere i soldi per i bambini del Burundi). Nessuno chiede altrettanto ad altre espressioni dell’intelletto umano. Se Sasaki avesse scritto le stesse parole su una installazione di arte contemporanea invece che su un esperimento scientifico, mezzo mondo sarebbe iniziato a ricordare l'”arte degenerata” dei nazisti. Ma dato che è roba di scienza, allora tutto tranquillo. Come dice Fabrizio:
> una cultura di serie A (quella umanistica) e una di serie B (quella scientifica).
E, scusate, ogni tanto la serie B ne ha le … piene di dover giustificare continuamente la propria esistenza.
(Francesco: ho capito che non diffidi – nella parentesi finale partivo per la tangente su un discorso in generale.)
(Ho scritto “intelletto”: intendevo “intelletto e animo”. Per me sono molto vicini, ma so che non per tutti è così…)
@vis: e secondo te, chi sceglie cosa finanziare – posto che i soldi per magilla esistano, così facilitiamo il discorso – a chi va a chiedere? Ai tecnici, ovvero quello che ho fatto io (that is: Everyman). Quindi, come vedi, se chi mi governa va a chiedere ai tecnici (i migliori, in una meritocrazia; quelli mejo impastettati, in italia) e i tecnici sono anche quelli che fanno ricerca, ecco che il cerchio si chiude.
Ovviamente, questo discorso lo potresti fare anche con i finanziamenti ai militari: a chi non serve un laser montato su un 777, per abbattere ICBM con testate nucleari multiple indipendenti? In questo caso, basta fare due conti: chi ha un ICBM nel giardino di casa, e può usarlo? Se la risposta è: nessuno, ecco che il laser non lo finanzi, e il 777 lo dai a John Truman Carter III per portare medicine a Thandy Newton in Congo. In realtà, un laser per la distruzione in volo di missili intercontinentali montato su un aereo non è una ricerca: è un’applicazione. Quelle le puoi fermare – con un po’ di logica (come abbiamo visto). L’aereo a 10 mach, che usa un sistema innovativo di propulsione, è ricerca e verifica sperimentale – quello che non va fermato.
Invece, in questo post e lungo thread di commenti, una parte dei commentatori si chiede se i 230 milioni spesi per una ricerca siano stati buttati, e non si lamenta del miliardo e passa (che, poi, sono molti di più, dato che l’SDI è un sogno reaganiano che gli States si trascinano dietro da più di vent’anni) buttati – questi si veramente – per abbattere in volo missili balistici intercontinentali che nessuno si può più permettere. La singolarità del ragionamento mi colpisce.
Questa è, semplicemente, la sitazione.
Zefram, penso che quindi concordi con le mie primissime parole: discorso decisamente del cavolo, tipico di chi giustifica solo la ricerca medica, si incavola per quella aerospaziale e non dice nulla di quella militare.
Zef, mi piacerebbe essere più tecnica nelle spiegazioni ma per fortuna di missili non so niente anche se, pensandoci bene, sitmarsi di non sapere niente, per quanto l’argomento sia doloroso, non è un atteggiamento da incoraggiare.
Diciamo che, per semplificare ulteriormente il mio punto di vista da casalinga inquieta di Voghera (anche se non faccio la casalinga e non sono di Voghera), gli enormi stanzamenti per la ricerca militare che ogni anno tutti i paesi (anche quelli nel loro piccolo) “investono” in questo tipo di ricerca, sono un tipo di investimento di primo acchito che non condivido, di secondo folli per le loro finalità di distruzione globale del nostro pianeta e dei suoi abitanti.
La ricerca medica, per quanto manipolabile come ogni tipo di ricerca, ha quanto meno una finalità diversa e il fatto che poi possa venir utilizzata per clonare l’essere umano o creare OGM vegetali (e probabilmente anche umani…anzi secondo me ne girano già diversi) è l’inevitabile effetto collaterle della presunzione umana e della sua stupidità.
Tornando alla storia della canna di bambù e di alluminio e la scienza applicata: a me pare che qui si voglia giustificare “un certo tipo di ricerca (scienza applicata)” per spiegare che certamente siamo tutti d’accordo che è bene dargli la canna (invece del pescetto, a quelli che muoiono di fame) ma che se aspettano ancora un momento, altro che in alluminio e neanche in fibra di carbonio, che adesso mettiamo assieme una nuova lega con l’aereo che si spara a diecimila Km/ora e sarà tutta un’altra cosa.
E quel poveretto lì con gli occhi di fuori a dire che voleva un pescetto, e se non il pescetto almeno una canna, purchessia.
PS: tra quelli che poi hanno messo un po’ di nomi in fila io mi permetto umilmente di aggiungere Dirac. Un episodio: quando gli dissero che anni di sperimentazioni avevano confermato una sua tesi, rispose semplicemente che lui si, lo sapeva già.
Ecco per certa gente, vedere che con 230 milioni di dollaroni si può dimostrare che l’areo a 30 km d’altezza riesce a volare a diecimila Km/ora, non ci sarà mai motivo di dire che è uno spreco.