Io resto un poco stranito dal modo nel quale decidono di spendere i soldi per la Ricerca, magari sono io che non ci arrivo. Ma com’è che a me sembrano palate di miliardi letteralmente gettate in mare?
Prendi un aereo supersonico, lo sganci da un B-52 (modificato) a 33mila metri da terra e lo guardi schiantarsi nell’oceano ad una velocità pazzesca. Figata: abbiamo quasi raggiunto i MAC10!
Ho capito, non so cosa serva, ma cazzo sono 230 milioni di dollari, io li spenderei meglio. Magari per la gente che in aereo non ci andrà mai.
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lo dico contro i miei ideali ma…immagino che dobbiamo essere un po’ più lungimiranti. Certo è che ci sistemavamo il Burundi. Non tutto magari, ma un po’…Però mi auguro che abbia il suo perchè.
Discorso decisamente del cavolo, tipico di chi giustifica solo la ricerca medica, si incavola per quella aerospaziale e non dice nulla di quella militare.
Andiamo con ordine: la ricerca, quella pura e di frontiera, va finanziata il piu’ a pioggia possibile. Non sai mai come si incrociera’ in futuro. Oggi si usano i rivelatori a scansione dappertutto nella prassi medica; sono oggetti di derivazione aerospaziale. Se non ci fossero stati gli investimenti degli anni sessanta, oggi non li avresti.
Punto due: lo scream-jet non si stacca da un b-52, ma da un missile a sua volta attaccato ad uno b-52. E’ una ricerca di punta per alleggerire i razzi del futuro. Vorra’ dire minori costi per i sistemi di comunicazione satellitari, ma anche per i satelliti militari. E’ un sogno della missilistica e ieri e’ stata senza dubbio una pietra emiliana.
Punto tre: se ti vuoi indignare, allora seguiti gli sviluppi del mega-laser montato a bordo di aerei di linea: e’ una ricerca molto simpatica su cui stanno pompando miliardi di dollari da anni. E che non serve certo a bruciare meglio le cellule tumorali.
Vedi caro, con la ricerca di oggi e con le sue applicazioni di domani ci si paga la propria pensione. Come credi che sia migliorato il livello di vita di oggi, se non con gli enormi investimenti di ieri?
Ah, beh, da uno che scrive “pietra emiliana” bisogna aspettarsi questo genere di considerazioni.
NOn certo quelle altre: che con 230 milioni si sfamavano milioni di bambini che invece moriranno di fame.
No, il dramma è che quell’aereo NON SARA’ RECUPERATO e quindi resterà nel fondale oceanico per sempre.
Mi divertono di più quelli che investono milioni di euro per matrimoni che si schianteranno al suolo dopo tre mesi e neanche lì ci sarà molto da recuperare, sui fondali.
per una volta non si potrebbe dire che avete ragione entrambi? Fabrizio ne ha, perchè anche quelli come noi devono essere un po’ più aperti a certe dinamiche sconosciute. Paolo la pensa come me, quindi ne ha, ma già il fatto di segnalare uno stupido refuso in apertura post lo mette in posizione antipatica e indisponente. Forse basterebbe usare meglio e con più criterio i soldi e magari basterebbero x tutto, no?!
Voglio dire, l’Unicef, che di quei bambini dovrebbe occuparsi, spende il 50% dei fondi totali in stipendi personale. E via tutti a comprare le pigotte a Natale, per mandare via i fighetti in Africa a 15.000 dollari al mese…
Forse non bisognerebbe confondere la scienza con la morale.
In fatto di scienza Fabrizio è un esperto e quindi io mi fido di lui, fregandomene delle pietre emiliane. Che sono anche carine.
Direi che è difficile giudicare adesso se quei soldi siano stati buttati o meno.
È meglio spenderli per un miglioramento delle NOSTRE condizioni di vita in un POSSIBILE futuro o è meglio spenderli per aiutare ADESSO popolazioni in difficoltà?
Ma soprattutto: i finanziamenti per costruire il super-razzo, si sarebbero trovati lo stesso per aiutare il Burundi? Penso di no… quindi è inutile anche porsi questa questione.
A parte il non cogliere che “pietra emiliana” è probabilmente un bergonzoniano (e sì che siete di sinistra…) refuso volontario, spero che siate tutti coscienti del fatto che senza ricerca aerospaziale e militare non avremmo tante cose che diamo per scontate. Ad esempio, vi fa piacere che la roba non vi si attacchi alla padella? Ecco, ringraziate il programma spaziale americano per il teflon.
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha prima chiesto agli iscritti di autotassarsi di 10 euro per contribuire a mantenere in vita la scuola di giornalismo “Ifg” di Milano, e ha poi deliberato che quelle 10 euro saranno prelevate a forza (aumentando la quota annuale di iscrizione all’albo da 100 a 110 euro). Perché dovremmo pagare per mantenere in vita un “privilegio” di pochi figli di papà che invece di imparare il mestire per strada pretendono di apprenderlo in un’aula? Se vogliono frequentare quella scuola inutile (o meglio: utile solo a loro) che se la paghino, anche di più di quello che già pagano.
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Difesa della scuola pubblica di giornalismo (che costa agli iscritti
soltanto 50 euro all’anno e che garantisce una preparazione di grande
livello)
Questa la delibera del Consiglio dell’OgL che (a partire dal 2005)
istituisce un “contributo/diritto” annuale di 10 euro “Pro-Ifg”
Oggetto: delibera amministrativa che stabilisce un
“contributo/diritto” annuale di 10 euro (a partire dal 2005) a carico
degli iscritti nei vari elenchi dell’Albo e destinato al funzionamento
dell’Ifg (struttura dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia) con
riferimento alla decisione dell’OgL 27 novembre 1974 (che ha istituito
“la scuola di giornalismo” oggi denominata Ifg), all’articolo 27 (2°
comma) del Dpr n. 115/1965 e all’articolo unico della legge n. 292/1978.
Io credo che noi abbiamo un sacco di cose, e ce le potremmo far anche bastare per qualche anno. Altri non hanno nulla, spesso non arrivano a 10 anni di vita. La prossima volta che non mi si attacherà un uovo alla padella ragionerò se il gioco valga o meno la candela.
Con 230 milioni di dollari non cambi il mondo, ma cominci. Poi, evidentente è una questione di priorità.
Ma andiamo Paolo! Lo sanno tutti che “pietra emiliana” lo diceva il grande Totò!
Più che al teflon direi di pensare all’ecografia, derivata dal radar militare. Quanto è costato svilupparla? Quante vite sarebbero state salvate con quei soldi? Quante vite sono state salvate grazie all’eco?
Comunque, come dicevo prima, 230 mln di dollari per aiutare il burundi non si troveranno mai; mentre sono stati trovati per lanciare un razzomissile a 10000Km/h. Questo secondo me è sbagliato.
sasaki, visti i tempi che corrono io non mi azzarderei a chiedere in giro: “lei preferisce la seccatura di un uovo attaccato alla pentola o la salvezza di un bambino afgano?”
lo sai che potremmo rimanerci male, vero…;(
la mia unica speranza è che un giorno non remoto da questo tuffo arrivi qualche buona conseguenza anche ai senza diritti del mondo. Altrimenti a che cazzo servono il progresso e la ricerca?
Ragazzi, ragazzi, la pietra emiliana! Totò nella banda degli onesti, sulla casilina fuori Roma col cane Mustafà. Che robbe, che robbe.
Comunque io penso di avere ragione al 100% e vi butto lì un paradosso: prendete gli OGM e dimenticatevi per un attimo le polemiche di questi giorni sul fatto che siano o meno pericolosi. Fatto è che con gli OGM probabilmente si potrebbero sfamare miliardi di persone in futuro. Però per svilupparli c’è bisogno di massicci investimenti nella microbiologia, nel settore dei rivelatori di particelle e nel settore biochimico. Tutte ricerche che di per sè non portano a sfamare la gggente. Allora, che si fa? Si investe o no?
Ecco, la ricerca è questo. È ricercare sulle particelle che emettono raggi X, e poi (POI, ripeto POI) scoprire che hanno applicazioni mediche. Oppure sono gli studi sacrosanti del Sig. Fourier, matematico superiore. All’epoca pagargli il salario erano soldi buttati. Oggi ci si manga in milioni con le teorie che sviluppò lui.
Gli sprechi sono da un’altra parte, non certo in quello che fa la NASA.
Sasaki, hai idea di quanti stati come il Burundi si riuscirebbe a sfamare se TUTTI per un mese rinunciassimo ad usare internet e telefonino donando quei soldi in beneficenza?
Vedi, tutti sono pronti a gridare allo scandalo con i soldi degli altri, ma nessuno è disposto a fare un piccolo passo se si tratta di scucirli dalle proprie tasche.
Diciamocelo chiaramente, anzi, lo faccio in prima persona che non voglio coinvolgere tutti i commentatori filantropi che sbucheranno a centinaia in questo post:
Dei bambini del Burundi non me ne frega un emerito cazzo, o almeno me ne frega solo qualche secondo al mese quando qualcuno mi ricorda che esistono. Poi esco a farmi una superflua birra e me ne dimentico subito.
te l’avevo detto sasaki che non glielo dovevi chiedere…
Scusate, parlo perchè nell’ambito della ricerca (biomedica) ci lavoro: ma come la mettiamo con i finanziamenti che vengono dati non in base alla effettiva validità di un progetto di ricerca ma il più delle volte perchè chi li presenta fa parte di gruppi di ricerca capeggiati da baroni amici di chi quei finanziamenti li assegna? Io la butto là ma certe cose è bene che vengano fatte presenti. O no?
Ghiro, nella vita tutto è politica. Contro il baronaggio c’è poco da fare. Se uno crede in una ricerca, il massimo che puoi fare è di accodarti ad un barone e cercare di prendere le briciole. E poi sperare di imporre le tue ricerche.
Una parabola tipo il medico della mutua, di sordiana memoria.
salve, sono un occupato (a tempo determinatissimo) nella ricerca forestale (ancor meno finanziamenti che nel burundi). capisco le posizioni di tutti. capisco meno gli ogm, soprattuto se queste sementi (e metto da parte le questioni sanitarie, comunque tutte da verificare ad oggi) sono un brevetto. il risultato è che: acquisti la semente, e tale seme non è che riesca a produrre anche su una roccia, è che è stato modificato geneticamente per resistere ad un particolare fitofarmaco (prodotto dalla stessa ditta che ha in mano il brevetto dell’ogm), che distrugge tutto ciò che ci sta intorno e lascia il suolo libero alla pianta resistente. ma qui il risultato è: produci sì di più, ma inquini mostruosamente e comunque devi aquistare anche il fitofarmaco, con grande arricchimento della multinazionale. inoltre le sementi sono modificate geneticamente in maniera tale che il seme prodotto dalla pianta ogm non è vitale, tale per cui l’anno dopo devi riacquistare di nuovo la stessa semente… e qui la ricerca… è tanto finalizzata da essere poco utile alla causa del burundi…
ciao a tutti, se c’è qualche errore sia grammaticale sia di coerenza del discorso non è di sicuro un citazione da cinefilo ma è errore a tutti gli effetti… scusatemi…
Alex
Pure te Alessandro, avevo pure specificato: dimenticatevi per un attimo le polemiche di questi giorni sul fatto che siano o meno pericolosi… Mi volevo solo riferire al fatto che, con ricerche in diversi campi, si può migliorare la resa delle coltivazioni e quindi dare da mangiare a più persone.
230 mln di dollari
pari a circa 177.523.927 euro
buco parmalat: 14 miliardi di euro
ognuno ha il suo di spreco.
però in effetti Fabrizio tra gli ogm e la nasa c’è differenza. Il teflon mi torna utilissimo, il mio basilico che una mattina mi morsica perchè non ho abbassato la tendina in terrazza, insomma…
Alex, positivizza:precari ma liberi da vincoli sociali (tipo:chi cazzo lo potrà mai fare un mutuo senza stipendio fisso? io no!)
Il fulcro della discussione sarebbe: è uno scandalo investire palate di milioni di dollari in una ricerca che non ha ricadute immediate sul benessere della gente – in linea generale – e dei bisognosi in particolare?
E’ facile fare dell’ironia sul teflon, ma lo stesso discorso è applicabile all’energia, all’inquinamento, a qualsiasi “branchia” dello scibile.
Se fai funzionare al contrario la turbina di un aereo, ottieni una turbogas: cioè un modo per produrre energia elettrica in modo abbastanza pulito e con un rendimento piuttosto alto. Vabbè, Fabrizio, relativamente alto.
Facendo girare al contrario un motore a pistoni – che pure faceva volare ugualmente gli aerei – non ottieni niente (al massimo il grippaggio del sistema) e finisce lì.
Se l’Uomo è uscito dalle caverne per andare a vedere cosa diavolo c’era oltre la prima collina, poi oltre il mare, poi oltre l’atmosfera, poi fino ai limiti del Sistema Solare, beh una ragione c’è: perché è un Uomo. Perché una parte della sua intelligenza è la sua progettualità, la sua capacità visionaria di prevedere che dietro la collina c’è sicuramente qualcosa, ma andiamo un po’ a vedere cosa. E se per arrivare dietro la collina è necessario inventare qualcosa che ci consentasi trascinare tutto ‘sto bagaglio senza uccidere il cavallo, vedi un po’ se in giro c’è qualcuno che ha inventato una ruota.
Tutto il resto sono solo scorie dell’altra porzione dell’intelligenza dell’Uomo. La bomba atomica, i jet da caccia, i virus usati per la guerra biologica, i soldi mangiati dai baroni: nessuna di queste ragioni può essere usata consapevolmente per sostenere che si debba prevedere un blocco al nostro futuro. Nessuna.
In effetti quello degli OGM è proprio un esempio di come la ricerca non vada finanziata. Soprattutto Fabrizio ti sei fatto abbindolare dalla propaganda delle multinazionali sui benefici della ricerca agro-biotecnologica. Tra l’altro quella delle biotecnologie non è ricerca di base che possa portare ad un qualche sviluppo della *conoscenza*. Ma per come è organizzata adesso, è un semplice sfruttamento ingegneristico-economico di scoperte vecchie di almeno 20-30 anni. Non so se hai notato ma a parte l’ambito informatico, ultimamente (diciamo 20 anni) il progresso scientifico (inteso come aumento della conoscenza dei sistemi fisici, a qualsiasi livello di astrazione) è quasi ferma. Gli scienziati sono diventati ingegneri o grandi sacerdoti che manipolano e non creano. E forse è anche colpa del la relazione che si è istaurata tra economia e ricerca, al di fuori di qualsiasi controllo democratico. Insomma io sono d’accordo quando si parla di finanziare la ricerca di base, senza stare a controllarne un suo eventuale effetto futuro che non si può mai sapere. Ma, mi sembra che adesso non stanno affatto facendo così, anzi finanziano (con i soldi pubblici) un sacco di ricerca non di base i cui risultati non sono poi sfruttati dalla collettività. Come appunto la ricerca agro-biotech.
Agree Tomma’.
no tommaso, il fulcro non è quello. il fulcro del discorso è che io e te mangiamo, beviamo birre, telefoniamo a parenti ed amici e voliamo se lo vogliamo. noi possiamo già fare un sacco di cose.
è così difficile ipotizzare di spendere un poco del nostro intelletto, prima che dei nostri soldi, anche solo per valutare le condizioni di altri esseri umani?
è vero sì che il carro, te stesso ed il cavallo ce li hai portati sulla collina, ma quanti ne hai lasciati nelle caverne?
una volta arrivato, troverai nuovi orizzonti, concordo. da esplorare per dio, concordo. ma io sono uno di quelli che farebbe un fischio ed aspetterebbe coloro che ha lasciato, volutamente, indietro.
spero che il mio pensiero vi sia un poco più chiaro.
fabrizio: AOL su tutto.
sasaki: trova 230 milioni di dollari per sfamare i bambini del burundi. fatto? adesso non moriranno di fame per qualche mese, bensì moriranno a causa dell’AIDS nell’arco di qualche anno. la ricerca sull’AIDS si fa (anche) finanziando la ricerca di base sul folding delle proteine (ad esempio), o, più in generale, finanziando tutta la ricerca di biologia molecolare – che non dà ricadute pratiche nell’arco di 10/15 anni, e che richiede miliardi di dollari l’anno. improvvisamente, quei 230 milioni di dollari sono una goccia nel mare del necessario per evitare che quei bambini non solo non muoiano di fame, ma non muoiano anche di pertosse, o di tetano – che poi, lo scopo sarebbe quello, dato che salvarli dalla fame per qualche mese mi sembra una gran bella idiozia. e non solo che non muoiano loro, ma che non muoiano i loro figli, e i figli dei loro figli. adesso, 230 milioni per sviluppare un sistema di propulsione (per vettori orbitali) che inquini meno (eh già), e per sviluppare materiali che reggano a 10 volte la velocità del suono, quindi in grado di essere utilizzati sulle macchine perché pesino meno (e consumino meno) rimanendo comunque sicure, etc…; i 230 milioni, dicevo, non sembrano pochini?
senza contare che, in questo discorso demagogico che mi aspetterei da bondi e non da uno come te, chi è che decide quale ricerca è necessaria e quale no? la moratti? siniscalco? andiamo, siamo seri.
Beh, se non altro diversi di voi troveranno consolante il fatto di vivere in un paese che nella ricerca scientifico/tecnologica investe sempre meno.
Magari un domani sara’ qualcun altro a dire: “Ehi, ma perche’ sprechiamo tutti questi soldi nella ricerca di base invece di aiutare i bimbi d’Italia?”
sono sincero, ed ho già detto che con 230 milioni di dollari non cambi il mondo, ma non mi pare una buona ragione per lasciarli nel fondo dell’oceano.
e non è demagogia (cosa ti saresti aspettato da me, una soluzione? – io ho solo invitato a riflettere e lo stiamo facendo), è che la ragione, per aspetti differenti, sta da entrambe le parti.
io propendo più per l’una, tu ed altri per l’altra. rispetto la situazione, ma torto marcio, no. quello non ce l’ho. e vi riconosco lo stesso status.
Sasa’, non funziona così. Funziona come ha detto Zafram. C’è purtroppo poco da fare. La canna da pesca in bambù invece del pesce. Poi dopo la canna in bambù, quella in alluminio, poi la rete… e così via.
Scusa Sasa’, i 230 milioni NON sono in fondo all’oceano. Il pezzo di ferro è in fondo all’oceano. Quell’affare era pieno di sensori e ea seguito da camere e radar.
Ti ripeto, è stata una pietra emiliana dell’aviazione, non scherzo. Metti insieme i fratelli Wright, Lindberg, le V2, l’ME-263, lo Sputnik, l’Apollo, lo Shuttle e adesso lo scramjet.
Zefram beato te che credi che le ricerche sull’AIDS se produrranno dei risultati eclatanti saranno poi sfruttate dai bambini malati di Aids del terzo mondo! Ma se non gli permettono (attraverso i brevetti) neanche di prodursi le medicine, che già ci sono, per conto loro a un prezzo minore di quello delle farmaindustrie! Di demagogia, c’è n’è da entrambe le parti. Ma del tipo `viva la scienza, questa fa sviluppare l’Uomo’, qui ne ho sentita molta di più, che di quella `diamo quei soldi ai poveri’. Ripeto, attualmente,e contrariamente a quello che molti pensano la ricerca di base non è per nulla finanziata, perché si finanzia la ricerca per sfruttare scoperte vecchie.
Non funziona così perché così lo si vuole. E quanto hai scritto continua a non andare contro a quanto dico io.
Non ho mai scritto, né supposto, che si debba portare da mangiare alla gente. non mi pare d’aver fatto esempi pratici. io non ne ho. Meglio per voi che, declinati sul vostro pensiero, riuscite a produrne. Io non mi posso permettere questo lusso.
E non fatemi la lista di tutte le ragioni per le quali si muore, la conosco. Ma alla fine vorrei sapere se secondo voi sono stronzi loro che lo fanno apposta a nascere nel buco del culo del mondo.
« Intanto io sto per andare in un letto caldo, a breve. Gli altri quando riuscirò, senza cambiare una virgola di quanto mi circondi, troverò il modo per aiutarli. Ma prima deve fare bene a me. E ai miei soldi ». Perché è questo quello che sta accadendo, a prescindere dalle vision, altrimenti non saremmo a questo punto.
E’ un ragionamento che a me spiace, posso dirlo almeno questo? E che io non farei. Ma mi trovo nella posizione di poter far altro che parlarne.
Sasa’, non ce prova’. Non parliamo qui di scegliere tra fare bene prima a me e ai miei soldi e poi a chi nasce nel buco del culo del mondo.
Nel post si parlava di 230 milioni di bucks buttati in fondo all’oceano. E io ti ho ribattuto che non è così. Nel merito, perchè non sono finiti nell’oceano. Ma anche nel metodo, perchè investire nella ricerca potrà aiutare le persone bisognose più dei soldi dell’Unesco.
Di nuovo, pesce o canna da pesca? Canna di bambù o canna d’alluminio?
Guarda che la ricerca, con il miglioramento delle condizioni di vita, ci permette di liberarci da tutte le schiavitù, piano piano. Nel medioevo il 99% della ggente lavorava per mangiare, e solo pochi potevano studiare. Oggi sono molti di più. E non è un caso.
È cominciato più di 400 anni fa con Galileo. E via e via. Bisognerà fare scelte dure, come ne sono già state fatte (ricordi la lettera degli scienziati del Manhattan sull’uso dell’atomica?). È il progresso.
Quelli per la guerra sono spesi peggio
Io non provo a far nulla, ma non mi smuovi. Continuo a ritenere che siano soldi spesi male. E nel merito e nel metodo. Ma sul secondo punto posso accomodare.
Al contrario, come principio, secondo me dovremmo pensare anche ad altro. Qualcuno ha citato la pertosse. Bene, non riusciamo neanche a non farli crepare di pertosse. E accade perché non lo vogliamo. Capirai bene che dei progetti a lungo termine ne avrei un po’ piene le tasche.
Innanzitutto voglio “spremere un’arancia” in testa alla “Pietra Emiliana” di Fabrizio ed alla “Branchia” di Tommaso, ma, se non vado errato, internet stesso nasce dapprima come meccanismo di comunicazione tra università americane che viene immediatamente utilizzato a fini militari (intranet) al fine di favorire i contatti diretti e coordinare congiuntamente l’azione delle forze aeree, di terra e di mare.
Ecco. Anche voi, che smanettate sulla rete, siete in fondo in fondo dei guerrafondai……..
Paole’, Internet nasce come sistema di comunicazione che possa funzionare anche in caso di guerra atomica. Non per la coordinazione congiunta.
C’è la questione dei nodi e del fatto che il messaggio viene spacchettato e spedito a casaccio. E poi viene rimpacchettato alla fine. Se alcuni nodi venissero a mancare, il sistema fa passare il messaggio per i rimanenti nodi attivi. È robba di reti a pacchetto, studi di fine anni cinquanta e inizio anni sessanta.
Se all’epoca qualcuno non avesse fatto una ricerca del genere, adesso non avremmo ‘ste tonnellate di fuffa!
La cosa interessante, a parte la convergenza di due discipline, quella aereonautica e la missilistica, è che il prototipo invece di portare il serbatoio di ossigeno necessario alla combustione del carburante, “succhia” quello presente nell’aria.
Salvo imprevisti è prevedibile un’applicazione civile negli aerei di linea. Mi chiedo se gli ambientalisti hanno realizzato cosa questo significa.
Scusate, ma a Brontolo gli avete messo il bavaglio per evitare maggiori danni o avete solo cercato di far sparire le prove delle cose che scrive??? Fosse che oggi voleva solo comunicare di aver ricevuto effettivamente una bella querela???
Buonasera a voi e al vostro jet. Io vado a farmi un pastis con menta.
Beh, mi sa che Fabrizio ha ragione: gli sviluppi futuri non sono calcolabili, ora.
L’esempio (spiegato correttamente da Fabrizio) di internet è di immediata comprensione. Ma questo solo ora, dopo un bel pò di anni.
Temo vi sia un equivoco di fondo che vizia un po’ tutta la discussione.
Mi pare che qui qualcuno, piu’ che con la ricerca scientifica e tecnologica, difesa da qualcun altro (me compreso), se la stia prendendo con il sistema, con il modello di sviluppo economico della parte ricca del mondo.
Suona banale ribadire che la scienza in se’ non contiene alcuna connotazione ideologica, ne’ propone alcun modello di sviluppo, ma risponde, come ricordava bene Fabrizio, all’innato bisogno dell’Uomo di spingersi oltre i propri limiti, di conoscere cosa c’e’ al di la’ di essi.
Semplificando direi che il capitalismo trae linfa dalla ricerca scientifica e tecnologica, poiche’ essa permette di muovere il capitale, creando bisogni sempre nuovi da soddisfare (compreso quello della guerra). Nel contempo la ricerca trae e ha tratto giovamento (leggi soldi) da questo abbraccio, che purtroppo per certi versi si e’ rivelato mortale, poiche’ ha ingabbiato e incanalato la scienza verso obiettivi di profitto piuttosto che di progresso, soffocandone in parte l’originale e genuina vocazione.
Ha ragione Stalker nel denunciare come gli interessi del profitto non permettano a tutti di trarre beneficio dal progresso, ha ragione Sasaki a preoccuparsi delle sorti di chi e’ rimasto nelle caverne.
Semplicemente ritengo sia come minimo inutile, se non controproducente, prendersela con la ricerca scientifica o con le sue applicazioni in ambiti con ricadute tutto sommato di una certa utilita’.
A nessuno fa schifo il suo telefonino, un domani a nessuno dispiacera’ muoversi piu’ velocemente in aereo.
Il problema non sta nella ricerca scientifica, e nemmeno nell’economia a dirla tutta.
Conviene piuttosto prendersela con il grande assente sulla scena mondiale, la politica, colei che dovrebbe contenere le spinte egoistiche del profitto ed indirizzare il progresso verso il soddisfacimento dei bisogni di tutti.
Se non per generoso quanto utopico trasporto verso chi e’ rimasto indietro, almeno per garantire la sopravvivenza a chi si e’ spinto avanti e che presto si trovera’ rincorso da quelli con la clava.
Coordinamento, Fabrizio, coordinamento.
La Coordinazione è tutt’altra cosa, è quella che serve, per esempio per fare un salto in alto, coordinando tutti i movimenti del corpo.
Intendevio solo dire che l’ARPA è stato un progetto sponsorizzato dal pentagono e che le prime utilizzazioni dei dati a pacchetto sono state militari.
Ben venga certa tecnologia se tutti smanettano su internet, ma molti lo dimenticano!!!
Quanto alle possibilità d’uso volevo dire che il sistema di trasmissione di dati a pacchetto consente l’elaborazione immediata di tantissime informazioni in tempo reale.
Se pensi ad un campo di battaglia ove ciascun elicottero, ciascun carro, ciascun aereo, ciascun plotone di fanteria può fornire informazioni hai una visione del campo di battaglia in tempo reale, tanto più adesso con GPRS e satelliti.
Rammenti per caso una delle ultime guerre israeliane contro la Siria, allorquando fu distrutta in un arco temporale di circa due ore quasi il 70% (o, quantomeno, un numero enorme di aerei decollati contemporaneamente) della forza aereonavale siriana dagli Kfir israeliani?
Quello fu uno dei primi attacchi con sistema di controllo centralizzato e “coordinamento” di tutte le forze in campo: i risultati, sotto il profilo bellico, furono devastanti.
Ehm Pius, mi sa che per gli aerei di linea non c’e’ applicazione. Loro viaggiano troppo bassi e non si portano il comburente.
Provo a speigarla semplice.
Esempio numero 1: gonfia un palloncino d’aria e lascialo. Quello vola via per azione-reazione.
Esempio numero 2: per farlo volare via più veloce invece di giocare solo con un gas compresso (l’aria che avevi soffiato) mettici un’esplosione controllata. Immagina un vagone su una rotaia. Ad un’estremità ci metti una camera chiusa con un ugello. Dentro la camera inietti un combustibile e un cerino accesso. Buummm. E tutto il gas esce dall’ugello e produce una bella spinta. Ti serve però un combustibile e un comburente (l’ossigeno)
Esempio numero 3: metti il vagone in verticale e prova a farlo andare sù. Per i primi km trovi l’ossigeno, dopo comincia a rarefarsi sempre di più. A cento km praticamente non c’è più.
Ecco, fino ai venti km non hai bisogno di portarti dietro l’ossigeno (gli aerei). Dopo comincia a diventare compicato. Devi andare sempre più veloce e comprimere quel poco ossigeno che c’è.
Questo è a grosse spanne quello che ha fatto adesso la NASA con questo esperimento. Permettere ad un aviogetto di volare a quote molto alte e molto veloce.
Commercialmente uno si può immaginare un sistema multi-stadio; un normale aereo a reazione ti porta sù intorno ai venti KM mach 2. Poi interviene il motore che respira, e ti porta a 50 Km mach 10. Risultato: Londra-NY in un’oretta.
PS: io non voglio dire che andare a NY in un’oretta è mejo che in 7. Nè che a trapanare l’alta atmosfera con aerei di questo genere sia carino per l’ozono. Io voglio solo dire che è un pezzo di progresso, col tipico due passi avanti e uno indietro. Però a forza di fare ‘sti passi, le cose per il genere umano in generale sono migliorate. E di moooolto.
Paole’, tu confondi le reti a pacchetto con il concetto di Netcentric Warfare.
Eppoi il sistema di trasmissione di dati a pacchetto NON consente l’elaborazione immediata di tantissime informazioni in tempo reale. Non c’entra niente; le reti a pacchetto permettono un certo tipo di trasmissioni in scenari in cui i nodi possono essere presenti o assenti. E sono un pezzo dell’infrastruttura; per quel tipo di blitzkrieg ci vogliono i radar satellitari, la sala di coordinazione e gli aerei telecomandati; su quest’ultimi eccelle Israele.
PS: okay su coordinamento e coordinazione.
Ecco il link al super laser. 1 miliardo e 100 milioni di dollari; deve essere montato su un 747 ed ha una potenza bestiale. Purtroppo niente articolo su Rep., Corsera, e fogli vari:
http://www.space.com/businesstechnology/airborne_laser_techwed_041117.html
Da baronastro universitario mi permetto di far notare che il problema è mal posto.
Meglio trovare i soldi sia per la ricerca di base della Nasa e di tutti gli altri, che per sfamare il Burundi. Questo ce lo possiamo permettere tutti senza problemi. Non è un problema econocmico, ma politico.
E, per favore, lasciate un pò di soldi della ricerca anche per me.
e ai poveri ricercatori forestali non ne vogliamo lasciare neanche un pò? per di più quest’anno il CRA (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura, di emanazione statale)ha subito tagli da fondi strutturali per il 25%…
ovvero non si fa più una mazza… men che meno la ricerca pura…
per vale: sicuro che positivizzo, quei brutti vincoli sociali… che schifezza!ciau
Alex