Non so se ci avete ancora riflettuto, ma il giorno delle elezioni più importanti del mondo sarebbe oggi. E allora, visto che ci tocca stare a guardare lo spettacolo da lontano, vale la pena almeno di imparare le regole (su Too old to weblog, via Brodoprimordiale). Chiare e lineari come quelle del baseball (ironia).
Così, giusto per ricordarci che chiamarle “elezioni dirette del Presidente” è una… piccola forzatura, diciamo: il piccolo elettore vota per un Grande Elettore che, se tutto va bene, elegge il Presidente desiderato dall’elettore piccolo. E vari altri bizantinismi che Alessio spiega piuttosto bene. Un sistema ben lontano dalla perfezione, ma che era senza dubbio il migliore dei sistemi elettorali possibili… all’inizio del secolo XIX.
(Se poi domani qualcosa va storto, c’è un riconteggio, la Corte Suprema prende in mano la situazione o un Grande Elettore inciampa nella doccia, voi potrete andare in ufficio con l’aria di quelli che la sanno lunga).
Leona|, comunque qull|altro tuo post sul tanto peggio tanto meglio e| una bertinottata..
Molto meglio il mattarellum? Non penso..
ecco, adesso Leonardo ci spiega invece quale dovrebbe essere il sistema elettorale giusto per l’America…
ma se siete tanto intelligenti, che cazzo perdete tempo con i blog? perche’ non fate parte di un qualche think tank?
il think tank della zappa, per dire?
Come funziona, o non funziona se preferite, più o meno si sapeva.
Quello che mi fa paura è che ogni volta che in italia durante le elezioni vengono segnalate code di ore ai seggi la mia mente accenda la spia “solo in italia possono succedere certe cose”, adesso invece pare accadano anche nella “più grande democrazia del mondo”, andiamo bene.
Evidente rendere difficile l’esercizio del voto deve far parte delle qualità di una buona democrazia e io che ho sempre pensato il contrario, che cretino.