Eleggono il presidente. E’ il bar più decisivo del paese, che è il più decisivo della contea, che è la più decisiva della Florida. Dove si decide tutto. Così, in questo momento, il vecchio Jim Crow sta decidendo per voi, per me, per il pianeta…
L’attesa. Quarantasei per cento è per Kerry. Quarantasette per Bush. Praticamente decide la Florida. Anzi, in tutta la Florida, la contea di Seminole. Anzi, in tutta la contea, la città di Crashville. Siccome a Crashville repubblicani e democratici sono praticamente equivalenti, probabilmente i voti decisivi saranno quelli di ‘sta dozzina di sfaccendati dello Starbuck Bar.
Ma allo Starbuck, come tutti sanno, è il vecchio Jim Crow che detta legge. Lui in questo momento se ne sta su uno sgabello con le palpebre semichiuse e uno stuzzicadenti fra i denti, e medita profondamente. Un rutto ogni tanto è l’unico segno di vita. E tutti, là dentro il bar, aspettano in profondo silenzio: “Ha già detto qualcosa?”. Fuori del bar aspettano (divisi in due capannelli uguali e ostili) tutti gli altri cittadini. A Seneca, capoluogo di contea, lo sceriffo aspetta vicino al telegrafo le ultime notizie da Crashville.
Fuori c’è un uomo a cavallo pronto a portare il telegramma fino all’imbarcadero del vapore per Charleston, agitandolo sopra la testa durante la cavalcata. Da Charleston alla foce del Potomac, e poi risalendo il fiume fino al prato – a Washington DC – dove siede, riunita all’aperto, la Corte Suprema. Intorno, una folla di cittadini – uomini coi baffi e lo stetson, domestiche di colore, signore con l’ombrellino, gentiluomini col cilindro, bambini. E tutti costoro aspettano, insieme coi vecchi giudici incartapecoriti, che arrivi, dalle profondità dell’America, il messaggio di Jim Crow.
Aspettano loro, aspetta Bush, aspetta Kerry e aspetto anch’io. Se foste persone di buon senso aspettereste anche voi, visto che il cinquanta per cento di quel che complessivamente vi accadrà nei prossimi quattro anni dipenderà da ciò che deciderà il vecchio Jim in quel bar ingiallito sulla main street di quel paesino.
Ma accidenti, che cazzo c’entro io con uno stronzo rincretinito in un bar di Crashville?
Campi 1. E’ stata provvisoriamente sospesa, in seguito a difficoltà di ordine internazionale, la costruzione dei tre Campi di raccolta istituiti dalle Autorità italiane e germaniche per far fronte al grave problema dell’immigrazione illegale. Gli esperti italo-germanici avevano studiato ben tre AzylantenKeepOutZentrum (AKZ), collocati direttamente sulle coste africane e intitolati a tre grandi precursori della difesa mediterranea dello spazio vitale europeo. Purtroppo, a causa dell’insistenza sui “diritti umani” di alcuni “umanitaristi” europei, l’iniziativa rischia di abortire e i tre Centri – il Badoglio AKZ, il Graziani AKZ e il Rommel AKZ – di non entrare mai in funzione.
Campi 2. L’antico obelisco di Axum (Etiopia), catturato nel corso dell’operazione di pace delle forze italiane in Abissinia, trovasi attualmente detenuto in un deposito a Ponte Galeria, Roma, non lungi dal campo di Ponte Galeria nel quale sono invece detenuti gli esseri umani della sua stessa etnia.
Economia 1. Severo monito del Governatore della Banca d’Italia: così non si va avanti, qua non si campa più, di ventisette ce ne vorrebbero due e se non calano i prezzi siamo fritti. Analoghe preoccupazioni sono state espresse dal Badante Ufficiale della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Economia 2. La Parmalat ha licenziato in tronco, nella filiale del Nicaragua, tre dipendenti locali che avevano preteso di organizzare un sindacato. Quasi contemporaneamente, cinque delle maggiori banche internazionali (Morgan, Ups, Citigroup, Nextra e Deutsche Bank) hanno ricevuto avvisi di garanzia dalla Procura di Milano per il crack Parmalat. Torneranno prima al lavoro i sindacalisti licenziati o finiranno prima in galera i banchieri indagati? Si accettano scommesse.
Economia 3. In Emilia un commerciante per un prestito paga il 4 per cento. In Calabria l’8,36 per cento. Aumenta la differenza del costo del denaro fra le varie regioni.
Istituzioni. “E’ una brava… puff puff… persona… e possiamo avere… pant pant… la massima fiducia in lui”. S’è chiusa così, con questa risolutiva dichiarazione, l’allegra vicenda del rappresentante italiano Rocco Buttiglione. L’ha rilasciata il presidente della Regione siciliana Totò Cuffaro, mentre correva inseguito dai carabinieri.
Incarichi. Se nel frattempo non ne combina altre, gli levano la Libertà ma gli lasciano la Giustizia.
Soddisfazioni. Il ciambellano: “Sua Maestà la Regina si è graziosamente degnata di conferire il titolo di baronetto al regista italiano Franco Zeffirelli, per le sue numerose regie shakesperiane e i grandi meriti artistici verso il teatro elisabettiano”. La regina: “Alzatevi, Sir Franco”. Zeffirelli: “A’ Buttiglioneee… Tié!…”.
Giovani. “Ora ci sarà un’inchiesta…”. Vita bassa, vita alta, mutande visibili, mutande nascoste? Puntuale come la peronospora e la gramigna arriva – come ogni autunno – la Grande Inchiesta sui Giovani. Non si può fare in estate perché le scuole sono chiuse e a Natale nemmeno perché è vacanza. Dibbattito: i Giovani sono mutanderos per Protestare Contro La Società Che Li Emargina oppure sono irreparabilmente consumisti e ormai cinicamente inseriti nel sistema? La mutanda è una forma inconsapevole di contestazione oppure serve solo a mostrare il logo di Dolce e Gabbana e dunque a veicolare i valori ufficiali? I giovani e il consumismo, i giovani e la crisi dei valori, l’identità dei giovani, i giovani non sono più quelli. Quest’anno, per la prima volta in cinquant’anni, manca I giovani e il sessantotto: che è successo?
San Libero. In California si chiama Freeway Blogger ed è un tizio (immagino più o meno della mia età) che gira per le autostrade con secchi di colla e vernice. “Rumsfeld fallimentare”, “Bush mente”, “Governo impantanato” e il bellissimo “i soldati veri muoiono là nei loro fuoristrada per permetterti di giocare a fare il soldato qua nel tuo fuoristrada”. Scritte sui muri. In più – ovviamente – c’è un blog. E’ pazzo, ha – a modo suo – successo, è assolutamente convinto di farcela a battere i media ufficiali, ogni tanto proclama delle “giornate della libertà d’espressione” che altri pazzi riprendono per interstates ed highways. Ha una fiducia sconfinata nell’intelligenza di fondo – una volta avvertiti – dei suoi concittadini e quando gli parlano di Bush ridacchia con aria misteriosa.
Pubblicamente. “Associazione di pubblica utilità”: è il riconoscimento che il governo rumeno ha dato alla “Grande loggia nazionale della Romania”, la principale organizzazione massonica del paese. Beh, la massoneria sarà anche utile, ma pubblica di solito non lo è. A meno che non riesca ad andare al governo – stiamo parlando della Margovia, confinante con la Romania – e in questo caso effettivamente diventa pubblica perché i nomi dei principali piduisti si possono vedere ogni sera sui telegiornali.
Iraq. Continua tutto. Respinta dagli americani la proposta saudita di mandare truppe islamiche filo-occidentali con l’occasione del Ramadan. Le isole Figi manderanno un contingente per proteggere – se verranno – gli inviati dell’Onu. I soldati continuano a restare là. I politici continuano a restare qua.
Iraq (o Genova: è lo stesso?). Per addestrare i poliziotti iracheni alcuni ufficiali italiani hanno dato come esempio le legnate ai pacifisti al G8 di Genova. Di torture (sempre al G8 di Genova) invece non se n’è parlato, probabilmente perché in questa materia sono più autorevoli gli insegnanti americani.
Escalation. Rapita da folli islamisti antiamericani un’altra esponente pacifista antiamericana in Iraq. Stavolta è la responsabile di I Care International, un’organizzazione umanitaria presente in mezzo mondo e dunque più importante di “Un ponte Per” delle due Simone (che, nel suo piccolo, era sempre “antiamericana”). La prossima volta rapiranno direttamente il segretario (antiamericano) delle Nazioni Unite, sempre in nome dell’islamismo antiamericano.
Vecchi. Cuba. Peggiorano le condizioni dell’ex leader rivoluzionario Fidel Castro. L’altro giorno ha cacciato su due piedi un ambasciatore di Zapatero (il governo più antiamericano del momento) perché aveva chiesto di vedere anche un gruppo di dissidenti.
Mercenari. “Miliziani retribuiti”. “Non-neutrali”. “Imitatori di Senofonte”. “Operatori strategici”. “Non-pacenti”. Chiamateli come volete, purché sbattiate in galera coloro che li rastrellano come dei cococò, speculando sul loro bisogno, per venderli ai governi stranieri. E nel frattempo non linciate anche questo giudice, se potete: lui, guarda un po’, sta solo applicando la legge.
Civiltà. Due milioni di inglesi che scaricano dal sito apposito il video della decapitazione.
Bookmark: non lo metto perché non sarebbe da gentlemen.
Aporema wrote:
Lasci perdere le citazioni. Guardi la foto, piuttosto. Fede forzatamente cordiale, sorridente, ma in realtà con un’aria da venditrice molto invecchiata. Se fosse stato una donna, questa è l’età in cui, di mestiere, ormai farebbe l’affittacamente e sorriderebbe nella stessa maniera ai fuorisede (trecento euri a letto per stanze da quattro letti). Invece è un uomo e gli uomini a quei tempi potevano fare anche il giornalista (le donne no). Il Diaco, accanto a lui, ha un’aria molto più fredda e “professionale”. Sempre della medesima professione, tuttavia. Fede, facendola, s’è divertito di più (ma erano altri tempi) mentre per lui è stata tutta una cosa aridissima e in salita. Bel-Ami, ha detto qualcuno: ma (a parte che ho appena rimproverato Lei per il latino: figuriamoci Maupassant) Bel-Ami, nella sua contorta maniera, si divertiva. Questo no. La novità della prostituzione moderna è infatti che è tutta scientifica, programmata: non son più i puttanoni di Fellini. Sono “escort”, adesso, col sito, il telefonino e tutto. Debbono stare molto attenti a non commettere errori perché sul mercato d’oggi – compreso questo – errori non ne vengono ammessi.
La differenza sostanziale, tuttavia, consiste nel fatto che Fede viene da un paesino del sud, rovinato dalla speculazione edilizia e ormai brutto, ma tuttavia dotato di un suo mare, di una sua piazza con struscio e di una stazione ferroviaria con cui fuggire via da tutto questo. “Fare carriera”, “vado a Roma”, “il continente”. Son cose umane, in fondo, non necessariamente feroci. Corrompono, ma non per forza rendono inumani.
Diaco, invece, nasce come un ragazzo del Labaro, escluso dalla pischelleria e dalla strada ma sempre irrimediabilmente rinchiuso dalla borgata. Col terrore animale di doverci trascorrere la vita e con l’unica risorsa di una maggiore introspezione e di una decisione fermissima di non lasciarsene divorare. Ha giocato le sue carte così, spinto da questo terrore. Con apparente efficacia (poiché la società è ingenua, e non è affatto difficile riuscire a circuire un vecchio prete, un communista curioso e un “freak” in decadenza), gestendo accuratamente l’offerta di sé e amministrando con infinita oculatezza l’immagine del “ragazzo” di cui tutti costoro avevano bisogno per assolversi dal trascorrere del tempo. Infine, quando questo terreno è stato tutto ragionevolmente sfruttato, ha accelerato e sterzato è s’è proposto tout-court come uomo (“ragazzo”) di Palazzo. E qui, con due o tre mosse lievi e meditate, è entrato con sicurezza e senza scrupoli, fino a poter arrivare davanti all’ansimante Fede e a dirgli, con un sorriso gelido: “Sei vecchio. Ora ci sono io”.
Bene. In tutto questo, è morto un ragazzino a cui volevo anche un po’ di bene, che a un certo punto è svanito e non c’è stato più. Al suo posto, ancora per qualche anno col medesimo viso, è entrato un uomo lupesco e adulto, un vincente, un’altra cosa. Alcuni non l’hanno riconosciuto ma io – che sono molto più vecchio e cinico di Ferrara o Curzi o Pintacuda – invece sì. Chissà che cosa sarebbe diventato quel ragazzino, se gli si fosse permesso di crescere. Certo, non questo sorriso greve, da Fede giovane, di questa foto.
Va bene: mi sono lasciato andare. Diciamo che Fede e Diaco mi stanno – soprattutto Fede – artisticamente simpatici perché sono due bei personaggi. Io probabilmente non sarei mai riuscito a svilupparli da solo, ma la realtà me li offre generosamente così, chiavi in mano: basta fotografarli, e funzionano. Chissà se Balzac l’ha mai avuta, una fortuna così.
Starbuck? Se si tratta della famosa catena mi sembra proprio (ma potrei sbagliare) che si dica starbuckS; se invece si tratta di un altro bar ritiro tutto.
Non scrivere mai più “Campi 1” e “Campi 2” anche su Internet! Ne ho già fin troppi a scuola! Cmq i giovani di oggi hanno il loro miglior rapporto con il Sessantanove.
Mia sorella ti ama
Mia sorella ti ama