All’epoca di Cuore era proprio bravo

Si chiama deformazione professionale: uno è esperto di matematica, e vede tutto a numeri ed equazioni. Un’altro di marketing, e fa fare le campagne promozionali alla moglie per strada. Quell’altro ha fatto sempre il lecchino, e trova lavoro in qualche TG.
Se poi uno è abituato a lustrare le scarpe, allora gli escono queste vignette.

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31 Commenti

  1. Banale. togli Chirac, metti Bush; togli Prodi, metti Berlusconi: il risultato non cambia.
    Sempre che il texano non abbia gli stivali da cow-boy

  2. Ti ringrazio F. , non avevo prestato la dovuta attenzione a quella meravigliosa vignetta di Vincino.
    Ne fa così tante.
    Veramente stupenda.

  3. Concordo con Fabrizio.

    Vincino è sulla strada di Forattini. Spero non abbiano bisogno di una legge Bacchelli, ma vorrei davvero si riposassero.

  4. La satira (le vignette) mi pare sempre più acida e prosaica, come se stesse vivendo un momento di cambiamento, diversa da com’era ai gloriosi tempi di Cuore. Voglio dire che non si tratta solo di Forattini, anche se lui è quello che l’incarna meglio coi suoi sermoni sulla Stampa. Prima pensavo fosse solo un problema suo, di senilità, ma invece ho l’impressione che tocchi un po’ tutti (anche se meno di Forattini); da Vincino a Vauro a Ellekappa, per dire quelli su cui l’ho notato. Si è persa leggerezza, il messaggio è più diretto e più incarognito.

  5. Asto’, mi sa che io mi ricordo un Cuore diverso. Uno che una volta titolo’ Pensiero Stupendo, con la foto del cinghialone dietro alle sbarre..

  6. Uhm Fabrizio, la verve del Vincenzo Gallo siciliano è un po’ più complessa dello sciuscianesimo da redazione. La sua storia anarchicavignarola naviga tra l’umorismo leggero e ficcante de “il Male” (giornale certamente assai consono al nostro) passante da Frigidaire (così e così) e dall’approdo al Cuore di Serra (tutto sommato una satira più “istituzionalmente” di sinistra), fino al Foglietto del Ferraronzo. Ma niente voltagabbana, solo un satiro semper anarchico ma soprattutto più anziano, meno verve ma semper voglia di dissacrare, forse un poco più conforme al conformismo radicalneocon chic del CiccioDiretur. Eppoi il suo tratto lo salva (a differenza del noioso FuForattini), un tratto infante lestofante dove si impattano anche i miei sinistri pregiudizi e si sciolgono in un sorriso.
    Solo una aggiunta, per completezza, da parte di un altro Vincenzo (Sparagna) raccolta su http://www.frigomag.it/frigo/index.html e scritta già ai tempi di Cuore: “La classe (di Vincino n.d.r.) non è acqua e neppure il Pci (o PDS) è riuscita a cancellargliela. Peccato che tra il Corrierone, Nuova Ecologia e Michele di Cuorcoglione le migliori energie del maestro di Palermo si spendano per poter spendere. I soldi sono sempre stati il problema. Lo sono sempre di più. Salvate Vincino, aiutatelo a liberarlo dal ricatto degli stipendi e delle collaborazioni fisse. Per riscattarlo dalla prigione sull’Asprorizzolone in cui è prigioniero inviate offerte”.

  7. Fabrizio, Pensiero Stupendo era pur sempre un gioco di parole. Resto dell’idea che questa voglia di “giocare” sia un po’ passata, che si vada più sulla battuta diretta. E’ una questione di stile (di “genere”), non dico che la satira sia peggiorata. Anzi, in questo senso capisco anche un po’ di più l’ultimo Forattini.

  8. agree Mauro. Facciamo una Bacchelli per i disegnatori satirici e permettiamogli di lavorare in piena anarchia.
    PS: io ho l’impressione che lui ne faccia 15 al giorno, e che gli pubblicano sempre quelle di un certo tipo. Cavolo, due giorni fa c’e’ stata una bagarre sul potere di grazia, e lui niente. Sul condono edilizio, niente. Un paio di volte e’ arrivato financo a apprezzare le sparate del nano. Che anarchia e’?

  9. Definire la vignetta “satira” è un po’ eccessivo: non fa ridere (lo so che non è necessario, ma aiuta ed è spesso atteso), non fa riflettere, non ha un lato umoristico né un gioco intellettuale… È un semplice insulto con attaccato un disegnino.

  10. (a proposito di deformazione professionale)…se poi uno come Fabrizio è abituato a postare le prime cose che gli passino per la testa in reazione a vignette che urtino le sue convinzioni politiche, ti scrive “un” con l’apostrofo davanti al maschile…

    (ok, massacratemi, tanto più che condivido la discussione sulla satira)

  11. @Nelly (e per gli altri che spesso si accaniscono sul mio itagggliano): io non uso piu’ la lingua del Dante e dei panni in Arno da anni; ho tastiere senza accenti; e anche quando vivevo nello stivale non ero forte in grammatica. Pero’ con Word so scrivere bene… :-)

  12. Credo che Alessio abbia centrato la questione. Sul far ridere, però, insisto che la sàtira debba far ridere. Ridere amaro, però ridere. Se poi a qualcuno la sàtira non fa ridere, è il problema di quel qualcuno, non della sàtira. Vincino probabilmente era a corto di idee. Se qualcuno farà le scarpe a Berlusconi, lo ritrarrà calzolaio? Sticazzi che humour.

  13. Per Fabrizio: non te la prendere, almeno per quello.

    Sono d’accordo che la satira mi sembra davvero a corto di idee, ma da un bel pezzo, molto prima della vignetta di Vincino. Io conobbi Cuore subito dopo la prima vittoria di B. alle elezioni, e tutto quel livore malmostoso anti-B non produceva affatto buona satira, solo volgarità del livello delle scritte nei cessi pubblici (ricordo un “labirinto” simil-Settimana Enigmistica in cui la lingua di Fede si perdeva in un intreccio laoocoontico insieme a quelle di altri personaggi per poi infilarsi nel c..lo del suddetto B. Bisognava indovinare dove andasse a finire. Che risate.)

    Morale. Secondo me la satira dovrebbe:
    1) far almeno sorridere (non dico mica sganasciare, ma lo humour non può essere un optional perché deve essere il suo strumento d’azione)
    2) attaccare il Potere, a Destra, Sinistra, Centro , Sotto e Sopra. Di centri di potere ce ne sono di tutti i colori, politici e non.
    3) La satira può essere solo distruttiva, corrosiva. Se pretende di essere costruttiva è solo moralismo, il peggio del peggio.

  14. Non me l’ero presa. Provo a spiegarlo ogni volta, ma pare che piu’ di uno gode a trovare un accento mancante o svirgolato male.

  15. 1. La satira neutrale, come la scienza, non esiste
    2. è umano che satira di destra, soprattutto se corrosiva, irriti – o almeno non faccia ridere – a sinistra. E viceversa. Ipocrita che afferma il contrario. Se mai, il ‘tecnico’ potrà apprezzare la tecnica
    3. l’età, sia di chi scrive che di chi legge, incide non poco. Come per altri aspetti della vita.
    4. 4. fondamentale dovrebbe essere l’onestà intellettuale del satiro, la coerenza. Purtroppo, il vil denaro corrode più dell’acido

  16. Vincino è rimasto lo stesso di sempre e ha sempre fatto cacare. Già ai tempi di Tango (più indietro non ho ricordi diretti) gli si dava ampiamente del rincoglionito, però sempre con quel sorrisino di partecipazione che ti suscita un matto che prende per il naso un po’ tutti. Vincino questa sua virtù la conosce e la sfrutta fino in fondo, anzi è un tratto stilistico che viene riassunto bene dal suo scarabocchiare incerto, dai personaggi tremolanti: come fai a incazzarti?
    Piuttosto questa sgarruppata simpatia che suscita si estende impropriamente all’opera che invece è proprio mediocre, come dire robetta e molto furba. Non c’è proprio niente da nobilitare, ma in Italia piace crearsi i miti e non guardarsi negli occhi.
    Viva il paraculismo e viva la Sicilia.

  17. Fabrizio se Vincino te rode… vuol dire che ha colto nel segno

    prendi del bicarbonato (mescola con la sinistra però che non ti vada di traverso)
    ciauz

  18. Ganf, mi sembra una risposta alla Tremaglia.
    Pensa se uno tal Sig. Rossi tutti i giorni al bar ti scaccolassenel cappuccino. Tu un giorno glielo fai notare e io, li’ di fianco, ti faccio: Ganf se Rossi te rode… vuol dire che ha colto nel segno.

  19. Alakaluf: se non riesci a ridere di una bella battuta perché attacca il tuo partito del cuore, questo è un problema tuo, e sul quale dovresti lavorare. Il bello della satira (fatta bene) dovrebbe proprio essere quello di far sgnignazzare tutti, compresi i sostenitori della parte attaccata che si porranno delle sane domande (liberissimi ovviamente di trovarvi anche delle risposte) ed eviteranno di prendersi troppo sul serio.

    Nel caso aveste qualche dubbio: la satira “di destra” alla Forattini era prorio quello cui pensavo quando parlavo di “peggio del peggio”.

  20. OTTIMA ESPOSIZIONE TEORICA, nELLY.
    pECCATO CHE IL ‘SINISTRO’ DIRà SEMPRE CHE LA SATIRA DI DESTRA è BAGAGLINO – E VICEVERSA

  21. proserpina, la notizia sarebbe stata un’affermazione facciana esattamente al contrario. Così è scontata come un 3×2 sotto natale

  22. Ragazzi, ragazzi. Su Vincio inutile accanirsi: è un grande, ha una cifra stilistica altissima, sulle sue “capacità” andate a vedervi cosa e come disegnava per alcune delle testate storiche citate qui sopra. La sua maggiore o minore nebulosità dipende solo dalla partita della settimana: più o meno di qualità, più o meno tagliata bene. Leggo la citazione di Sparagna: ottimo, cominciasse lui a tirare fuori un po’ di quei soldi che deve a mezza italia, in particolare fumettisti e satirici. E riguardo al ridere di sinistra: se c’e’ una cosa che bisogna riconoscere agli autori di questa parte, è di saper massacrare anche i propri miti e i propri leader. Cuore lo faceva mirabilmente. La destra (e dove sarebbe la satira di destra?) come potrebbe mai farlo, essendo fondata su idee quali autorità, ordine, devozione al capo?

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