Vergogna equa e solidale. Sottotitolo: “Dividiamo tra tutti quella di uno che da solo dovrebbe provarne troppa”.
In caso di elezioni, nella remota eventualità in cui aveste preventivato di farlo, beh, non votate quest’uomo.
Spero che si possa rimediare e uscire con un nuovo accordo. Perché un referendum [sulla procreazione assistita, n.d.r.] dilanierebbe di nuovo la situazione del nostro paese. Spero che questo referendum possa essere evitato: noi non possiamo su questi problemi che riguardano gli aspetti più profondi, prendere in mano una bandiera. Su questo io cercherò di lavorare. La discussione sulla fecondazione assistita fa parte di quei problemi più seri e profondi, di cui abbiamo discusso tante volte insieme, con un criterio fondamentale: sulle cose che riguardano la vita e la morte non si può decidere per disciplina di partito, ma ci vuole un dibattito molto profondo e libero, altrimenti si fanno leggi partigiane e cattive.
E, nel dubbio, nemmeno questo:
Per quanto mi riguarda sono convinto sia una cosa assurda leggere che è in ballo il diritto alla maternità e alla paternità. Sono realtà molto complesse, argomenti che investono la scienza, i limiti, i confini e le opportunità della scienza, ma ci sono anche discussioni che riguardano la responsabilità individuale e fin dove si può muovere il legislatore.
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Io ho firmato, due volte, il referendum, voterò sì e poi voterò lo stesso da quella parte lì alle elezioni.
Ne riparliamo quando saranno al governo, peggio di silvio non possono fare, al limite faranno uguale.
beh, non mi sembrano dichiarazioni senza senso.
Oppure Gianluca Vuol fare il bastian contrario su tutto?
Io sono per la libertà di cura (e quindi in totale disaccordo con la legge attuale), ma in questo caso invece che il referendum avrei preferito che ci fosse stato un dibattito chirurgico, non lobbizzato, laico e apolitico…
Effettivamente è meglio il referendum.
A parte scherzi questo dibattitto non lo dovremmo fare né noi né i politici né (assolutamente) gli scienziati. L’unico soggetto civile preparato per un dibatto del genere sono i filosofi che si occupano di bioetica.
@stalker : d’accordo su tutto, anche sul fatto che tale discorso lo dovrebbero fare i filosofi che si occupano di bioetica. Ma lo scienziato è il solo che può comprendere e spiegare ciò che avviene, e la sua consapevolezza e consultazione è non solo importante ma indispensabile.
con la legge attuale, tra l’altro, che vuole “salvare” gli embrioni, la fecondazione può avvenire con tre e solo tre ovociti. Bene. Ciò risulta spesso insufficiente per una donna matura, meno fertile, che si ritrova a dover ripetere il ciclo oneroso per l’impianto, ed esagerato per la donna più giovane, che si ritrova spesso con un parto trigemino. Poi, per evitare danni ai feti, spesso se ne abortisce uno.
Ecco, come han detto bene su report, per salvare gli embrioni non si tutela la vita dei nascituri.
una delle tante e troppe contraddizioni di questa legge.
se ho sbagliato in qualcosa, mi si corregga pure.
il referndum non è mai una buona strada su questioni tecniche, ma su questioni etiche forse sì. Quando le due cose si intrecciano, penso sia difficile stabilire le competenze.
che poi, riguardo a rutelli, un’altra cosa che mi dà sui nervi è che a ‘sto faccia di Qulo gli hanno pure permesso di adottare un bambino.
e mi viene a parlare di “complessità” della realtà di genitore. lui può adottare a destra e a manca, e invece una coppia che vorrebbe avere figli, e magari neanche gli permettono di adottarne, vai a sapere per quale cavolo di motivo, si deve rassegnare a non averne, perché ‘sti due, qui sopra, dicono che no, la scienza non deve aiutarli? ma per favore…
(io sarei rimasta traumatizzata, se m’avesse adottato un rutelli qualsiasi…)
Firmato per il referendum, quando ci sarà da votare valuterò le mie opzioni e deciderò. Certo, non posso e non voglio permettere, per quanto mi compete, che a governarci sia ancora questo branco di balordi. Per cui valuterò le mie opzioni anche in funzione di questa necessità.
La legge sulla fecondazione assistita ci tratta come incubatrici, e ha più “rispetto” degli embrioni che di madri e nascituri.
Mah, io ho già detto la mia a proposito e sono stato abbastanza sbeffeggiato nei commenti: 1) innanzitutto c’è in giro un’ignoranza paurosa in materia, e il sito dei radicali non aiuta (continuano a dire ‘è una legge ingiusta’ ma è difficile capire in tre parole COSA dice questa legge e COSA si vuole abrogare) 2) secondo me anche per questo motivo la maggioranza (sic) segherà il referendum anche sto giro non andando a votare. Come tutti i recenti referendum, peraltro.
Teniamo duro e speriamo di farcela.
Non vedo cosa ci sia da vergognarsi nelle due dichiarazioni citate, che trovo anzi molto più articolate e profonde di almeno il 90% di quanto esce dalla bocca dei politici di ogni forma, genere e colore.
La legge che si vuole sottoporre a referendum è stata scritta con i piedi, ma ha il merito di essere ‘una legge’, cioè di porre una regolamentazione in un campo nel quale, prima, ognuno che avesse i soldi necessari poteva fare ciò che voleva.
E mi sembra tutt’altro che peregrino il discorso che un referendum, in questo campo, sia una scelta discutibile, sia dal punto di vista politico, sia dal punto di vista legislativo, sia dal punto di vista strettamente pratico.
Dal punto di vista politico, perchè per mandare tutto a puttane non serve neanche perderlo, basta che la gente non vada a votare; e dopo, rimetterci le manoi sarebbe difficile. Dal punto di vista legislativo, perchè una abrogazione non mirata o che colpisse parti ‘centrali’ della legge ricreerebbe il vuoto. Dal punto di vista pratico perchè, per votare consapevolmente su materie simili, sarebbe necessaria un’informazione corretta e diffusa, che io, al momento non vedo.
Ripeto: mi sembrano dichiarazioni ricche di buon senso. Certo, a un fazioso possono non piacere; del resto neanche a me piacciono i faziosi.
Rutelli detestabile, Prodi prete di campagna, legge indecente (già firmato per il referendum) e poi? chi voto scusa? Turarsi il naso e pedalare, è una filosofia di merda ma al momento la scelta mi pare abbastanza obbligata, visto che lui sarà il candidato del centro-sinistra. Non mi risulti ci stia nessun candidato più a sinistra…
Fammi capire.
Chi ha idee diverse dalle tue, o magari dalle mie, dovrebbe vergognarsi?
(interessante il commento sulla faccia di “Qulo” a cui hanno -addirittura- permesso di adottare un bambino. Dovrebbero sterilizzarli quelli come Rutelli…o no???)
In fondo queste sono un po’ cose da donne come l’aborto, lo stupro o l’adozione.
Cosette un po’ così che a parlarne troppo e ad informare troppo magari è anche un po’ imbarazzante.
Suvvia, passiamo oltre…..
lykaios – no, non dovrebbero sterilizzarli, ci mancherebbe altro. a me pare che siano loro a voler fare in modo che altri rimangano sterili…
firmate, firmate, firmate, finchè siete in tempo!
Non mi sembrano dichiarazioni così scandalose. Di vergognoso c’è ben altro in Italia. Sono solo espressioni di idee più o meno condivisibili.
E io che credevo che ve la prendeste solo con Feltri e Berlusca !! E invece….cosa mi tocca leggere…pure Mortadella e Cicciobello sono oggetto di frizzi e lazzi !
Devono averla fatta grossa eh?
Non entro nel merito della legge che non sarà perfetta (come tutte le leggi) ma è sempre perfettibile (come tutte le leggi).
Volevo soffermarmi su una frase di Giorgia:
“che poi, riguardo a rutelli, un’altra cosa che mi dà sui nervi è che a ‘sto faccia di Qulo gli hanno pure permesso di adottare un bambino.”
Vuoi vedere mai che a me, uomo di centro-destra, mi tocca difendere Cicciobello?!
DOMANDA: perché mai a Cicciobello non dovrebbero permettere di adottare un bambino?
Perché ha la faccia di Qulo??
E perché mai ad una coppia che vorrebbe avere figli, non dovrebbero permettergli di adottarne uno,” vai a sapere per quale cavolo di motivo”???
Su una cosa invece concordo con Giorgia. Mi avesse adottato Mortadella o Cicciobello…..voterei Berlusconi!
senza se e senza ma
ciao
ah meno male.
perche leggendo quell’ “gli hanno pure permesso” c’era da dubitare.
E non credo che due politici (che piacciano o meno le loro idee) possano essere “incolpati” della sterilità delle coppie italiane.
Se vuoi prendertela con qualcuno, ci sono le chiese, le sianagoghe, le mosche, il caso, la sfortuna o quel che ti pare.
Anche perchè, ormai sembra strano persino ricordarlo , l’aver figli non è un diritto che può esser disposto o meno; semplicemente non è un diritto.
e di grazia, chi dovrei votare? calderoli? ignaziolarussa? fausto? giannidemichelis?
Secondo me il punto è leggermente diverso. Che questa sia una legge *brutta* lo hanno sostenuto anche i fautori, trincerandosi dietro un “almeno adesso la questione è regolamentata, provvederemo poi a modificarla”. Ad oggi, però, nessuna proposta seria di modifica. E se 500.000 italiani si sono sfracellati i maroni di aspettare, credo che sia corretto dar loro la possibilità di far intervenire sull’argomento tutti gli italiani.
E’ chiaro che una consultazione popolare non può fare una legge giusta, casomai disfarne una sbagliata, ed è altrettanto chiaro che fare del far west quando si tratta di maternità e paternità è pericolosissimo. Ma, andiamo, se il “dibattito molto profondo e libero” in Parlamento non sono in grado di farlo, beh, allora diamo voce al popolo. E chi di dovere si vergogni davvero.
“Due che la fecondazione assistita ci avrebbe risparmiato”? Mi permetto due osservazioni:
1) non è assolutamente detto: se sono leader politici vuol dire che “piacciono” a un sacco di gente, e se piacciono molti potrebbero desiderare di avere figli così … (Oh yes!)
2) il titolo denota una visione del problema che farebbe orrore persino ai più accaniti fautori delle “magnifiche sorti e progressive”. non solo al Foglio e a Giuliano Ferrara … e nel dirlo so di dare un dispiacere all’Autore del post ma tant’è, sorry.
Come sarebbe che avere figli non è un diritto? La maternità e la paternità sono un diritto eccome, sono un diritto di base dell’essere umano, e se negati con mezzi come la legge sulla fecondazione artificiale, che non protegge nessuno e scontenta veramente tutti gli interessati.
Si fa presto a dire “adozione internazionale”. La maternità non è fatta di solo crescere un figlio, anche la gravidanza è importante per una donna: vedersela negare da nua legge, o peggio, vedersi trattare come un’incubatrice, manco fossero polli e non figli, è un incubo che non auguro prima di tutto a me stessa.
Quanto all’esserci “ben altro” di vergognoso in Italia, sì, c’è: ma questo non diminuisce né la vergogna di una legge fatta a cazzo, né dell’incapacità del Parlamento di migliorarla.
Peccato solo che o si vota uno dei due (molto probabilmente il primo) oppure si vota quell’altro lì. Oppure ancora si rimane a casa, vero Gianluca?
Io lo tenevo d’occhio, ‘sto post qui, perchè lo immaginavo che prima o poi ci si sarebbe arrivati.
NO. E l’ho volutamente scritto maiuscolo, anche se magari qualcuno lo giudica incorrect, e se avessi potuto lo avrei scritto ancora più grande.
Non esiste il ‘diritto’ a un figlio. E mi spiego.
Da un punto di vista formale, un ‘diritto’, per essere tale, in una società giuridicamente organizzata, deve essere riconosciuto tale da una norma: nel nostro ordinamento tale norma non esiste. E anche a voler tirare per i capelli o per i piedi (più di quanto non sia stato già fatto) i principi costituzionali, non si può arrivare a statuire un ‘diritto’ alla maternità/paternità così come inteso da Giulia e da tanti altri cui lei, magari inconsapevolmente, ha dato voce. E questo, per il diritto positivo.
esiste poi un’altra categoria, cui sembra più precisamente riferirsi Giulia, che è quella del ‘diritto naturale’. Cioè, ogni essere umano è protagonista di un insieme sociale che gli attribuisce una personalità, e quindi dei diritti, che possono essere individuati e tutelati anche se non sono recepiti in alcun ordinamento formale.
Da questo punto di vista, la discussione è senz’altro aperta. Però, mi permetto di osservare, che avventurarsi nel campo del diritto naturale porterebbe molti degli incauti esploratori a scoprire principi che non si attendono; quali, ad esempio, anche il diritto dell’embrione e del feto alla tutela da manipolazioni di qualsiasi genere. Io alla discussione sono pronto, ma poi non dite che non vi avevo avvertito.
A dire il vero, sotto il profilo giuridico la discussione è totalmente chiusa.
Anzi, non si è mai aperta.
Il diritto ad aver figli non esiste, è una bestialità in termini.
Una cosa è il diritto, altra cosa sono i, legittimi, desideri.
Credo che qualunque leader politico sulla piazza abbia fatto almeno una dichiarazione indecente. Ergo si deve rinunciare a votare o votare colui che ne ha fatte meno?
modestamente, credo che Giulia e voi stiate parlando di due cose diverse. Certo che avere figli non è un diritto, semmai un legittimo desiderio, giustissimo! Interpreto il “diritto” tirato in ballo da Giulia inteso come “diritto di provare a realizzare un legittimo desiderio senza che la legge mi metta i bastoni fra le ruote e respinga indietro di 20 anni il mio paese!”. Questo quanto. Poi, son cose di sensibilità personali i vari pancione a tutti i costi, adozione, niente figli, 7 figli, aborto, etc… Ma fondamentali se diventano una legge dello stato, che deve garantire il rispetto di tutte le posizioni.
Beh, se parliamo di ‘desideri’ è un’altra storia. Però i desideri, anche quelli legittimi, non vanno tutti necessariamente a buon fine; e ognuno dovrebbe essere consapevole che quando il desiderio incontra l’ostacolo di un limite oggettivo (che può essere naturale o socialmente imposto) continuare a esigerne la realizzazione è solo una pretesa infondata.
I progressi della scienza lasciano balenare agli occhi degli uomini sempre nuove possibilità di realizzazione dei loro sogni; in molti casi ciò eè bello e positivo, in altri, però (e questo è uno di quelli) bisognerebbe interrogarsi primariamente sulla liceità del desiderio. Soprattutto quando si vuole che sia la comunità ad assumersi l’onere di regolarne e garantirne la positiva e concreta realizzazione.
ok slow, ma non mi pare proprio il caso di discutere sulla liceità del desiderio di sottoporsi alla fecondazione assistita! è un modo per risolvere un problema prima irrisolvibile, un ostacolo rimosso che cambia la vita a molti; stiam mica parlando di resurrezione!! si tratta di aiutare un girino e entrare nell’uovo, insomma, non mi sembra “grave”…da come la metti tu sembra che ci mangiamo la mela e pure il serpente!
No, per carità, non parliamo di mela e di serpente perchè la cosa assume un aspetto religioso che vorrei evitare.
No, io non ho niente a che dire quando si vuole aiutare qualcuno/a a mettere un girino nell’ovetto suo. Però quando si parla di prendere un girino di qua, un ovetto di là, congelare il tutto, fare analisi e vedere se va bene e ci piace sennò tanti saluti, impiantare in serie o meno… Beh, penso che tutto si possa dire meno che quel figlio sia ‘tuo’, e con tanti ragazzini che stanno negli orfanotrofi (anche italiani, non c’è mica bisogno di andare in Brasile) forse è meglio interrogarsi se ne vale la pena, di fare tutto quel casino.
No, Slow, non capisco perché una donna dovrebbe adottare un bambino, se il suo desiderio è quello di averne uno suo. Sarà un desiderio infantile, sarà ottuso, ma se ha quel desiderio, dovrebbe riguardare la donna e il suo compagno e non la legge.
Insomma è una questione personale e morale e la legge dovrebbe aiutare ciascuna nella scelta e non ostacolare.
Ogni donna deve essere libera di scegliere quale “tortura” preferisce se vuole avere un figlio e non lo può avere. Ci sono cattoliche che si sottopongono più di una volta a operazioni chirurgiche per aggiustare tube che non funzionano, anche quando il ginecologo l’avverte che servirà a poco. Loro sono contrarie a altri sistemi, ma accettano la chirurgia. Ci sono altre donne che vogliono farsi impiantare “girini nell’ovetto” e allora, se la scienza lo consente, non capisco perché la legge lo dovrebbe impedire.
La legge non deve impedire, la legge deve regolare. Se c’è un’attività umana che ha valenza sociale è giusto che la legge se ne occupi.
E’ giusto però che la legge tenga d’occhio non solo il legittimo desiderio dell’interessato, ma anche le ricadute sociali di certi comportamenti. Ovvero, qualora la realizzazione del desiderio fosse possibile attraverso un costo sociale particolarmente elevato, la legge potrebbe anche legittimamente stabilire che il desiderio debba rimanere tale.
La natura ci impone dei limiti: nessuno se li cerca, nessuno ne ha colpa, ce li troviamo e basta. La scienza, a volte, ci fornisce un modo per oltrepassare quei limiti. Però non è detto che oltrepassare i limiti sia cosa buona: magari può esserlo per un singolo individuo e non per la comunità in cui vive; e allora, è opportuno fermarsi un attimo prima.
Io credo che la liberalizzazione sregolata della fecondazione assistita (così come risulterebbe dalla vittoria del referendum) avrebbe costi sociali non indifferenti. E non parlo solo del denaro necessario per provvedere alle strutture e alle terapie (denaro di tutti, è appena il caso di ricordare), parlo proprio delle problematiche che potrebbero insorgere a livello di rapporti umani e sociali: ne abbiamo già avuto un piccolo esempio con la storia delle ‘mamme in affitto’ e delle ‘mamme nonne’. Insomma, quello che in partenza è desiderio legittimo, naturale aspirazione, forse, oltre certi limiti, diventa pretesa, la cui realizzazione viene posta a carico di tutti.
E lasciamo perdere le implicazioni legate all’eugenetica, che il discorso sarebbe troppo ampio, ma ci sono e non sono da sottovalutare. Perchè una volta che il limite l’hai passato, tornare indietro è difficilissimo.
FUORITEMA: rinuncio definitivamente alla prospettiva di ricevere la sentenza sul diritto di satira che speravo tanto di inserire nella mia tesi?
Sta di fatto che la legge oggi impedisce e non regola.
E’ vero, la legge non può pensare solo all’individuo, ma deve pensare anche alla comunità. Ma non vedo che male ne venga a una comunità dal desiderio di una donna di avere figli fatti in un certo modo invece che in un altro.
Allo stato il ricovero di vari giorni in ospedale di una donna sterile che tenta di diventare fertile costa alcune migliaia di euro. Perché questa spesa si può sopportare e il costo di un altro tipo di intervento no?
Quanto alla natura, la natura ci imponeva fino a un secolo fa di morire di parto molto frequentemente o di non poter guarire da una bronchite. Che fare, accettare la natura?
E quanto ai costi sociali, ma i costi sociali di un divorzio, per esempio, sono altissimi. E uno non dovrebbe divorziare solo perché il divorzio costa caro?
Rina, per quanto riguarda i ‘costi’, magari lo stato può decidere che è giusto spendere 10.000 Euro per aiutare una donna a diventare fertile, ma potrebbe decidere che 11.000 sono troppi, non ci sono soldi e quindi niente. Il governo esiste per questo, ci sono le elezioni ogni cinque anni: le leggi fatte dagli uomini non sono mica eterne.
E, per quello che riguarda la natura e la scienza, credo che quest’ultima debba aiutare la natura, ma non violentarla: ogni volta che è accaduto, sono capitate catastrofi.
Più importante (e più serio) mi sembra però il discorso dei ‘costi sociali’ intesi come ‘conseguenze’. I figli fatti ‘in un certo modo’ (e, lo ripeto, ne abbiamo già avuto ricca esperienza precedentemente) diventano troppo spesso oggetto di cause, rivendicazioni, liti. E’ mio, è suo, è tuo, non lo voglio, io sì, lo prendo io, lo prendi tu… E chi ci rimette è sempre e comunque il bambino. Ora, io penso che porre dei limiti ragionevoli che possano evitare futuri sconquassi umani e sociali (penso, solo per fare un esempio, a cosa potrebbe accadere nel campo delle successioni, oltre che delle responsabilità…) sia compito del legislatore. Compito ingrato, ma inevitabile: per una mamma mancata che piangerà oggi, magari si eviterà di far piangere cento bambini domani.
Chiedo scusa a te e a tutti, ma ora devo chiudere. Magari, se l’argomento interessa, proseguiamo domani.
nibbio – la faccenda di “faccia di Qlo” e l’adozione era, ovviamente, una provocazione, da parte mia. lungi da me dire che se uno ha la faccia di Qlo allora non può adottare bambini, ci sono altri e con altri metodi che stabiliscono chi può adottare e chi no.
quello che volevo dire, e probabilmente non sono stata in grado di spiegare, e quindi ci riprovo, è che non consentire a una coppia non in grado di avere figli di accedere a cure mediche che possano in qualche modo ovviare al problema perché un certo catto-moralismo bigotto (e lo dico da cattolica) vuole manovrare la faccenda, secondo me è come voler impedire a qualcuno di adottare un bambino perché ha la faccia di Qlo (e non, magari, per motivi più seri, quali, chessò, il soggeto che vuole adottare un bimbo è in realtà un violento, tanto per dirne una.).
è una cosa che, sempre secondo me, non ha senso, in entrambi i casi.
spero ora di aver chiarito il mio punto di vista.
Veramente c’è anche chi ha ragioni diverse da quelle catto-bigotte.
(chiuso)
1) Se uno ha una faccia di Qulo ovviamente può fare qualsiasi cosa, ma la faccia di qulo resta (e ce ne sono tanti cmq).
2) Non si tratta di costi ospedali microscopi diritto, bensì del pensiero religioso che si annida trasversalmente fra gli schieramenti (magari avessimo degli schieramenti).
E poi i miei amici pensano che scherzi quando dico che il leader del centrosinistra dovrebbe farlo Monica Bellucci…
Quella di Prodi non mi sembra una dichiarazione così negativa. Forse Gianluca hai qualche pregiudizio? ciao
Slow, rapidamente:
1. “le leggi fatte dagli uomini non sono mica eterne”. le leggi no, la democrazia cristiana sì.
2. “la scienza, credo… debba aiutare la natura, ma non violentarla”. Difficile, forse impossibile, stabilire il confine fra “aiuto” e “violenza”, anche per gli addetti ai lavori.
3.”I figli fatti ‘in un certo modo diventano troppo spesso oggetto di cause, rivendicazioni, liti.” Anche i figli fatti in un altro modo diventano oggetto di cause, rivendicazioni e liti.
4.”…per una mamma mancata che piangerà oggi, magari si eviterà di far piangere cento bambini domani”. Bella frase, con cui concludere un’arringa. Ma non mi hai convinta.
@ Rina:
1. Beh, più che lamentarsene autoreferenzialmente sarebbe il caso di interrogarsi sul perchè.
2. Beh, proprio di questo si sta parlando. La questione è, tenendo presente che ci sono opinioni molto diverse, trovare un limite il più possibile condiviso, sapendo che difficilmente si avrà tutto quello che si vorrebbe.
3. Non giochiamo a non capirci. Un conto è quando un figlio diventa oggetto delle nevrosi dei genitori, un conto è quando le modalità ‘anomale’ della generazione, e quindi il figlio stesso, scatenano crisi e odi familiari.
4. Si, bella, vero? L’ho pensata un sacco! Scherzi a parte, non si tratta di convincere nessuno. Si tratta, come dicevo prima, di aiutarci reciprocamente a prendere atto del fatto che la questione è profonda e complessa, e non può essere tagliata con l’accetta. E qui, si torna alla questione del referendum…
Ho due impressioni.
Una è che questa legge, e le sue implicazioni, colpiscano di più i sentimenti e le emozioni delle donne, perché alla fine siamo noi quelle con il bambino in pancia. Le uniche in grado di capire perché FARE un bambino non è uguale ad adottarlo, anche se davanti alla sterilità sono moltissime quelle che adottano con gioia. La maternità è un desiderio la cui forza non è facilmente comprensibile a un uomo: e uomini sono quelli che hanno fatto la legge.
Due: appunto, 5% di donne in Parlamento. Cosa ci aspettavamo?
Le donne, certo. Ecco, io confido proprio nelle donne, perchè prima o poi capiranno che questo tipo di ‘scienza’ è destinato a privarle di ogni caratteristica femminile e/o materna, per renderle perfettamente omologhe e impersonali, carne da produzione e consumo e nulla più. Se fossi una donna, comincerei davvero a chiedermi se ne vale la pena.
Slowhand, au contraire. La scienza che tu disprezzi offre una possibilità, non crea un obbligo. Io posso scegliere di non essere madre, scegliere di non affrontare la fecondazione artificiale (che è dolorosa, costosa, difficile), scegliere di adottare.
Questa legge limita le mie scelte, minaccia la mia salute, e se per disgrazia il mio partner dovesse essere del tutto sterile, o lo dovessi essere io, mi impedisce del tutto la maternità. È questo il problema: che per “regolamentare il Far West” si è agito come se il desiderio di maternità fosse un capriccio che può essere placato con una bella coppa di gelato e un paio di scarpe nuove. E anche come se le donne fossero incubatrici, e gli embrioni semi di fagiolo, che dove li pianti crescono.
non c’entra troppo con la notizia ma lo scrivo qua lo stesso
la rivista scientifica “Nature” ha pubblicato un’intervista a bush e kerry su 15 questioni di ordine scientifico
a parte la notazione che bush non e’ riuscito a rispettare il limite di battute richieste, viene fuori che, se con bush c’era stato un freno alle sperimentazioni biologiche, con kerry questo freno cadra’ del tutto e gli USA saranno la frontiera degli sperimentatori etico-scientifici.
i motivi possono essere diversi (uno dei tanti e’ di sicuro che la comunita’ scientifica americana ha dato il suo appoggio a kerry in cambio della caduta delle restrizioni) le conseguenze non puo’ saperle nessuno.
se da una parte c’e’ chi ricorda il silenziamento di galilei e il rogo di giordano bruno da parte di chi si contrapponeva all’evolversi della scienza, dall’altra parte c’e’ chi vede l’uomo troppo potente per i suoi limitati valori etici.
c’e’ quindi da chiedersi quali saranno i primi risultati e i primi mostri dell’era Kerry
Forse è così, Giulia, forse è come dici tu. Però, proprio perchè non di una coppa di gelato si tratta, sarebbe il caso di pensarci bene.
Il desiderio di maternità. Bella cosa. Che, però, evidentemente viene a comando, visto che viene messo nello stesso pentolone di (presunte) libertà con il controllo delle nascite, l’aborto, la contraccezione, tutti aspetti della ‘libertà di scelta’ delle donne sulla gestione del proprio corpo. Osservo, en passant, che evidentemente, le donne non sono un’insieme unico, visto che hanno desideri contraddittori.
Però quello che volevo dire già prima è un’altra cosa: ed è che prima o poi, e neanche tanto poi, vi convinceranno che non è necessario passare quei 9 mesi con quell’ingombro, che poi vengono le nausee e i fastidi alla schiena, e scopriranno il modo (parlo al futuro, ma è già realtà) di sviluppare quel figlio fuori da quel corpo cui tanto tenete. E allora, tanti saluti alla maternità, al desiderio, e a tante altre cose, perchè sarà allora che quel corpo diventerà un contenitore inutile. E i ‘genitori’ sceglieranno di far nascere solo uomini, perchè sono più forti e danno meno problemi. Scenario fantascientifico, lo so, roba da romanzo. Ma la storia insegna che quando di una scoperta scientifica è stata possibile una applicazione distorta, nessuno si è fermato prima di usarla. E certi limiti devono essere posti perchè sono difesa della libertà e della dignità dell’essere umano, non sua umiliazione.
“le donne non sono un’insieme unico, visto che hanno desideri contraddittori.”
Boiadunmondo! La scoperta! Spero fosse ironico, perché se non lo era mi preoccupo seriamente.
Quanto al resto, mi sa che solo avere le mestruazioni, sapere quando sei o non sei fertile, ed eventualmente desiderare di portare dentro di sé un bambino potrebbe farti capire che cosa significhi “desiderio di maternità”. Le tue ipotesi fantascientifiche trascendono completamente quello che è il nocciolo della questione. Anche perché tu pensi solo agli embrioni, mi pare, mentre la questione è più estesa, e copre anche il divieto di fecondazione eterologa (pensato per colpire i gay, ma che di fatto mette in difficoltà anche le coppie eterosessuali) e, se non erro, il divieto per le coppie non sposate di ricorrere alla fecondazione artificiale.
Era ironico, era ironico. Potevo risparmiarmelo comunque, che magari non era il caso, ma c’ho pensato solo dopo.
Tornando a bomba: no, il nocciolo della questione è proprio stabilire se deve esserci un limite, e dove. perchè, e ripeto quanto ho detto in altro commento, il desiderio di maternità va benissimo, ma se lo Stato (la comunità) deve intervenire, il da farsi deve essere regolato, non ci si può affidare al buon senso di nessuno o tanto meno alla capacità di discernimento di chi ha desiderio di maternità (o paternità, che a livello di principio conta uguale).
Con tutto il rispetto e il bene per le donne che desiderano diventare madri e non ci riescono naturalmente, non è scritto da nessuna parte che ogni desiderio, anche se legittimo, debba diventare realtà. E avere la possibilità di fare una cosa non la rende automaticamente giusta, perchè la società in cui viviamo potrebbe avere opinioni e interessi diversi. Noi barattiamo parte delle nostre libertà individuali per vivere in una comunità organizzata, giacchè da questa organizzazione, nel complesso, otteniamo benefici. Il principio è lo stesso per cui, pur avendo una macchina che può andare a 220 all’ora (non ce l’ho, è solo un esempio) e una strada libera davanti, io a 220 non ci posso andare lo stesso, perchè la comunità lo ritiene un comportamento socialmente pericoloso, dannoso.
Io ritengo che liberalizzare la procreazione assistita senza porre dei limiti (ragionevomente concordabili: il mio primo intervento in questo post ribadiva che l’attuale legge è stata scritta coi piedi) sia pericoloso e socialmente dannoso.
Degli embrioni io non ho parlato, è questione sicuramente collegata ma che ci porterebbe molto lontano. E’ fuori di dubbio che, tanto per dire, se si riconoscesse che l’embrione ha il diritto alla tutela da manipolazioni, tante delle nostre elucubrazioni non avrebbero più senso. E molte strutture scientifiche ci perderebbero un sacco di soldi. Ma, dicevo, io non ne ho parlato.
Ho parlato dei bambini. Che quelli ci sono o ci saranno, e diritti ne hanno sicuramente: come le donne, come tutti. E, secondo me, uno dei limiti che il ‘desiderio di maternità’ deve incontrare nella regolazione è proprio il diritto del bambino ad avere una crescita/vita regolare, sana e felice (imprevisti della vita permettendo).
Ci sarebbe poi un altro aspetto, che sarebbe interessante sviluppare: ma siamo proprio sicuri che questo tipo di procreazione sia priva di rischi, per il bambino? Quanti esperimenti sono stati fatti, e da chi? Non sarebbe il caso di andarci coi piedi di piombo, invece di buttarcisi a pesce?
Ehm… la fecondazione in vitro va avanti da decenni, e non credo si sia registrato un aumento significativo delle malformazioni fra i bambini così concepiti.
Detto questo, il desiderio di maternità non è sicuramente svincolato dal desiderio di dare amore a un figlio. Per cui sì, quando lo metti al mondo è perché lo vuoi crescere, vuoi regalare alla vita una persona nuova, sentirti responsabile del suo sviluppo, sentire che anche la tua vita continua.
La regolamentazione della fecondazione in vitro, così com’è, pone paletti anche a pratiche che non sono assolutamente l’equivalente di andare a 220 all’ora in autostrada. Trapiantare tre o quattro embrioni a una donna giovane aumenta il rischio di gravidanza trigemina, e in caso non lo sapessi, la gravidanza trigemina è pericolosa.
Impedire a una donna di diventare madre (e a una coppia di diventare genitori) perché le sue ovaie non producono ovuli o perché il marito è sterile (o solo perchè il marito è un compagno) è un’inutile crudeltà: alcune coppie ricorrono al “tradimento programmato”, che casomai è psicologicamente molto più rischioso.
Non è una legge di regolamentazione, è una legge di punizione: delle donne, delle coppie di fatto, delle coppie gay, della società italiana intera, che tra l’altro è sempre più pericolosamente vicina alla crescita zero (se si eccettuano i figli degli immigrati, ma quelli in certi posti in Italia non li lasciano neanche andare a scuola con gli italiani di prima generazione…)
Decenni? La prima bambina, la famosa Louise, è nata nel 1978, e che io sappia viene assistita da uno psicologo personale da quando aveva 15 anni, perchè si sente ‘diversa’. E’ questo che vogliamo? La produzione di disadattati?
Io ho già detto e ripetuto che la legge è stata fatta male, e che certamente propone delle ‘soluzioni’ inaccettabili. Non sono d’accordo, con te e con tanti altri, sul fatto che sia ‘tutta’ sbagliata. Il divieto di fecondazione eterologa c’è anche in Francia e in Germania, che non hanno il ‘problema’ del Papa; magari il legislatore, anche lì, ha ritenuto che non fosse cosa da farsi. Personalmente, ritengo che sia un divieto più che giustificato dal potenziale disordine sociale che nascerebbe da una serie di figli contesi fra genitori biologici e famiglie di nascita. Così come il divieto di diagnosi pre-impianto, che tanto fa scandalo, nasconde dall’altra parte il razzismo eugenetico, per cui io il figlio lo voglio tanto tanto, sì, ma solo se è sano, perchè se no so’ troppi probblemi, signora mia, io cioddafà, mica je posso stà dietro. Insomma, miglioriamo, modifichiamo. Ma facciamo attenzione.
E’ per questo che ritengo un referendum il modo meno adatto di ‘gestire’ la cosa. Qui serve gente preparata, consapevole, non ‘la ggente’ che si guarda magari una puntata di Bruno Vespa (o di Floris, o di chi volete voi) e pensa di aver capito…