Lo scorso sabato, il Giornale parlava in prima pagina di questo blog. Lo spunto veniva dal post sulla ricerca di mercato del Corriere della Sera e sul relativo (ed errato) risultato, ovvero che Barbara D’Urso non si sarebbe mai spogliata.
Per leggere l’articolo vi sarà utile un autoreferenzialissimo click sull’immagine a sinistra.
In questi casi cosa si fa? Si ringrazia l’autore della rubrica, Filippo Facci, baci, abbracci e cose così.
A me, invece, preme più ringraziarlo per ciò che – nello stesso spazio e senza alcun coinvolgimento di fatti o persone legati questo blog – ha scritto il giorno prima:
Andare in Irak è pericoloso fino a un certo punto. Una morte su 500mila, in qualsiasi Paese occidentale, può essere ricondotta a incidenti ferroviari; una su 250mila al soffocamento da cibo; una su 26mila a incidenti domestici; una su ottomila (tantissime) a incidenti stradali. Calcolando che in Irak ci sono decine di migliaia di civili stranieri, le probabilità che ne rapiscano uno in particolare rimangono statisticamente poche: così come ammazzarsi guidando in autostrada è più probabile che facendo il paracadutista. Ma questa non è l’unica ragione per deridere quanto ha scritto un direttore di quotidiano circa le italiane rapite: «Se fossero state mie figlie – parole sue – le avrei prese a schiaffi. Cosa ci andate a fare a Bagdad, a convincere quella gente che la vita è bella nonostante i guai? Ma fatemi il piacere. Non muovetevi da casa». Traduzione: per sfuggire ai rapimenti della vita, un sequestro domiciliare. Vecchia storia, vecchio riflesso piccolo-borghese, di fatti i fatti tuoi, non so niente, non ho visto niente, poi – clack – si chiude bene la porta. Pensate se l’avessero fatto altri: Cristoforo, ma che ci vai a fare in India con tre bagnarole? Non ti muovere da casa. Giuseppe, ma che ci vai a fare in Meridione con quei mille scriteriati? E Marco Polo? E milioni di altri? Ragionando così, il suddetto direttore le ragazze non le avrebbe rinchiuse in casa, ma in caverna.
Insieme a quello sulla morte d’Agnelli (“QUESTA VOLTA LA CASSA NON E’ D’INTEGRAZIONE”), il titolo più memorabile degli ultimi anni! :-)
Siamo sicuri che il buon Filippo si senta bene?
Lo cito sul blog per dire che sono d’accordo con un suo articolo, e pochi giorni dopo lui me lo manda via mail.
Idem a Simona Eustonstation.
Poi questo.
Così corre il rischio di cominciare a starmi simpatico, che lo sappia.
Insieme a quello sulla morte d’Agnelli (“QUESTA VOLTA LA CASSA NON E’ D’INTEGRAZIONE”), il titolo più memorabile degli ultimi anni! :-)
effettivamente, negli ultimi tempi siamo un po’ tutti (http://www.saitenereunsegreto.com/archives/000169.html) d’accordo (http://eustonstation.blogspot.com/2004_09_01_eustonstation_archive.html#109485569674933282) con filippo facci.
davvero, qualcuno lo avverta, sta correndo un grosso rischio.
(ovviamente, c’è da togliere l’ultima parentesi ai due link nel mio commento precedente.
io odio movable type.)
non c’è più la mezza stagione
everybody loves filippo.
Spariamo sulla croce rossa (tanto sono sempre 20 p
Quando accadevano queste cose su internet si accusava puntualmente “il branco”, che, spinto da un presunto capo, andava ad assalire un “povero” tizio che aveva espresso la sua opinione…
Con questo siamo a 3 volte che sono d’accordo con Facci.
La prima fu il mitico post su Macchianera sulla libertà di fumo.
Vai Pippo, facce sognà.