Napoli-Roma, solo andata

Sottotitolo: ‘stu cess’ ‘e tren’…
Psicodramma in un atto unico.

Personaggi:
Pendolare #1
Pendolare #2
Altri viaggiatori

Stazione di Napoli centrale, interno (del treno) giorno. Il pendolare #1 sale sul vagone e vede un suo conoscente, il pendolare #2.

pendolare #1: [urlando] Uéééé, Sergio, eccomm’va?? tuttappost?
pendolare #2: [tono di voce normale] Ué, ciao, tutto bene, grazie, e tu?
pendolare #1: [urlando] ‘Stu cess’ ‘e tren’…ma quann’ part’?
pendolare #2: Eh, vabbuò, doveva partire alle 14.48, sono solo le 15.03…si è preso il quarto d’ora accademico [ride]…
pendolare #1: [urlando] Eh, ‘o quart’ ‘r’or’…’stu cess’ ‘e tren’…


Il treno inizia a muoversi

pendolare #1: [urlando] Ah, finalmente! ‘Stu cess’ ‘e tren’…

Passano quattro secondi senza che nessuno dica alcunché

pendolare #1: [urlando] ‘Stu cess’ ‘e tren’…ma vir’ ‘nu poc’ si avimm’ ra viaggià accussì…
pendolare #2: [lo guarda perplesso]

Il treno è partito in ritardo perché stavano sostituendo la motrice, ché quella assegnata era guasta, ma, dopotutto, i vagoni sono puliti, non è superaffollato come l’intercity Reggio Calabria-Roma, che pare più un carro bestiame, e uno deve pure pagare di più per farsi il viaggio in piedi e spiaccicato tra le valigie dei vacanzieri di ritorno…

pendolare #1: [urlando] ‘Stu cess’ ‘e tren’…

Segue silenzio di due minuti. Poi squilla un cellulare.

pendolare #1: [urlando nel cellulare] Pront’? Uéééééééééé, Pascà!!! Eh, sto tornando a casa, sto ‘ngopp’ a ‘nu cess’ ‘e tren’…

Tutti i viaggiatori del vagone tentano una seduta collettiva di training autogeno per non sentire gli sproloqui del pendolare #1. Ma è sempre lì in sottofondo. Un sottofondo a volume troppo alto.

Stazione di Aversa.

pendolare #1: [urlando] Emmò s’ ferma pur’ accà, ‘stu cess’ ‘e tren’??
pendolare #2: [lo guarda sempre più perplesso] Eh, vabbè, è Aversa…questo è un diretto, ci si ferma sempre…
pendolare #1: [urlando] ‘Stu cess’ ‘e tren’…

Stazione di Villa Literno.

pendolare #1: [urlando] Emmò s’ ferma ‘n’ata vòta, ‘stu cess’ ‘e tren’??
pendolare #2: [si guarda intorno e chiede scusa con gli occhi agli altri viaggiatori, come se fosse colpa sua] Le fa quasi tutte, le fermate. E’ un diretto…
pendolare #1: [urlando] ‘Stu cess’ ‘e tren’…

Stazione di Falciano-Mondragone-Carinola

pendolare #1: [urlando] Emmò pur’ accà s’ha dda fermà, ‘mmiezz’ a ‘stu sprofonn’, ‘stu cess’ ‘e tren’??
pendolare #2: [inizia a sfastariàrsi] Te l’ho detto, le fa quasi tutte, le fermate. è un diretto…
pendolare #1: [urlando] Ma vir’ ‘nu poc’…’stu cess’ ‘e tren’…

Stazione di Sessa Aurunca-Roccamonfina

pendolare #1: [urlando] Aeeeeeeeeeh! E che cess’! Pur’accà?!? ‘Stu cess’ ‘e tren’…
pendolare #2: [non risponde nemmeno più ma vorrebbe strangolarlo]

Stazione di Minturno-Scauri

pendolare #2: Vabbè, allora ciao, io scendo qui, ci vediamo…
pendolare #1: [urlando] Aspè, ‘cca scenn’ pur’i’! ‘Stu cess’ ‘e tren’…
pendolare #2: [muore dentro per la disperazione]

Il pendolare #2 scende, seguito a ruota dal pendolare #1.

Non appena il pendolare #1 scompare dietro alla porta della sala d’aspetto della stazione, il resto dei viaggiatori del vagone fa la ola.

Tableau.

Curtain.

Finis.

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21 Commenti

  1. alnano – punto primo: è il dialetto dei miei genitori, non un “problema”. ho solo riportato il dialogo papale-papale, così com’è stato urlato.
    punto secondo: il tizio urlava. veramente. ha stressato non solo me, ma tutto il vagone, incluso il suo diretto interlocutore (era una cosa molto visibile, credimi). e ci sono state veramente espressioni di giubilo da parte di tutti, quando è sceso dal treno.
    punto terzo: preferisco viaggiare in treno, detesto la macchina. la gente non la “sopporto”, ci convivo da pari a pari. “sopportare” è un verbo che non mi piace.
    domanda: forse il pendolare urlatore eri tu?

  2. No, sorry. Ma se ti fa piacere -Stu cess’ ‘e tren’- lo so anche dire.
    Sai qual’è il problema? E che si lamentano tutti in tutti i dialetti, ed a tutti i volumi di voce. Però è sempre il terrone (sfigato, pendolare ed in cannottiera) che finisce su di un post, sull’articolo di una rivista od in tv. E poi le macchiette negli spettacoli comici procedono sulla stessa falsariga che hai usato qui. E la cosa diventa peggiore quando la macchietta la riportano e scrivono (in perfetto italiano) proprio i figli degli emigranti, di quegli ex pendolari, ora integrati altrove.

  3. Se la cosa ti fa stare meglio potrei tradurti il dialogo scritto da Giorgia in milanese, ambientarlo sulle Ferrovie Nord Milano nel tratto Milano – Varese e poi tutte, dato che i cagacazzo esistono a tutte le latitudini.
    Probabilmente l’effetto sarebbe lo stesso, ma salterebbe fuori sicuramente qualcuno con poco senso dell’umorismo, leghista, a lamentarsi di un post filo roma ladrona e dell’ironia anti nordica di qualche traditore della causa celta…
    Rilassati, dai, che i problemi li vedi solo tu.

  4. non credo sia colpa di giorgia, se si è trovata sul napoli-roma e non sul vicenza-milano. ne’ è colpa sua se sa trasferire sulla carta il dialetto napoletano e non il veneto.

    che palle dover commentare dopo un lungo silenzio solo per ribadire l’ovvio…

    forse torno in letargo, forse no. baci a tutti :o)

  5. alnano – beh, mi spiace che te la sia presa per così poco.
    personalmente frequento molto di più i treni da e per il sud, dato che la mia famiglia è di salerno. e quello che ho raccontato è accaduto l’altro giorno, mentre tornavo proprio dal paesello natìo, quindi è ancora ben fresco nella memoria. spesso, poi, sul mio blog, racconto quello che succede sul tram o sull’autobus a roma, come la faccenda della “pazza di monteverde” di cui ho raccontato ieri, che sull’autobus apostrofa la gente con variegati insulti, tra cui “ahò, a ‘gnorante der compiuter!!!”.
    facciamo una cosa: appena vado a trovare mia zia a varese ti racconto pure delle ferrovie nord, se vuoi la par condicio (il problema, magari, sarà che non so come scrivere in dialetto lumbard, ma vabbè, mi farò aiutare…).
    oppure potrei raccontarti di quella volta su un treno londra-cardiff…ma non so quanti capiscano il gallese, qui…
    e, comunque, come diceva quello, una risata vi seppellirà…

  6. volevo solo apportare il mio contributo mettendovi al corrente del fatto che, se ce ne fosse bisogno, posso tradurre la conversazione in toscano.
    Bestemmie incluse maremma maiala!

  7. chips: giusto un po’ (retaggio di quando, anni fa, volevo a tutti i costi sapere cosa dicevano i super furry animals nelle loro canzoni. e allora, che ho fatto? in galles frequentai un corso di gallese, mi pare chiaro…quando si dice che una è capatosta…)
    viscontessa: grazieassài. potremmo tradurlo in tutti i dialetti della penisola + isole, così facciamo contenti tutti…
    hwyl fawr, :)))

  8. giorgia – scusa se non ho risposto prima ma il treno (veramente nu cess’ ‘e tren’) ha fatto il solito ritardo.
    Comunque spiace a me che te la sia presa per una semplice osservazione e ti rispondo francamente della tratta Londra-Cardiff non mi frega nulla, ma se la cosa ti aiuta a sentirti internazionale ben venga.
    Solo sulla citazione (“una risata vi seppellirà…”) avrei da dire che mi pare un pelino presuntuosa.
    E comunque quello che hai preso doveva essere davvero “nu cess’ ‘e tren’.”
    Bye,

  9. alnano – evvabbè, pensala come ti pare. a me sembra solo che tu veda problemi, cospirazione contro il sud e presunzione ovunque (cosa ci sarebbe di presuntuoso in “una risata vi seppellirà”, poi??), la qual cosa, sempre secondo me, non fa molto bene alla salute.
    come ha detto vandalo, rilàssati, ché qui non si sta cospirando proprio un bel niente.
    (e no, il treno non era affatto ‘nu cess’, era pulito, non era superaffollato, e, nonostante fosse partito in ritardo, è pure arrivato in orario, guarda un po’.)

  10. giorgia – Guarda che parlavo solo con te, mica ho parlato di cospirazioni e complotti in tutto il mondo contro il sud, ce l’avevo (e ce l’ho ancora) solo col tuo modo di porti con le situazioni che descrivi, e, se permetti, con chi ha qualcosa da ridirci sopra.
    Vandalo poi, come te del resto, ha solo confuso con nervosismo o rabbia la pura noia che provavo e che cercavo di descrivere nei commenti qui sopra. Provare quindi a rilassarmi? In effetti più rilassato di così finisco addormentato o in coma.
    Devo però ringraziarti per l’interessamento che esprimi per mia salute, faccio già i dovuti e meridionalissimi scongiuri e ti penso molto.
    Bye,

  11. Io non credo che leggendo il post di Giorgia, nessuno si sia sganasciato dalle risate, ma un sorriso sì, lo ha strappato anche me come a tanti altri.
    Un sorriso per una certa colorita cafonaggine napoletana? mbè si, come sorrido dei romani sborroni, dei milanesi snob o dei toscani bestemmiatori.
    Ma io non credo che il punto sia questo, a te non interessa sapere la provenienza geografica a garanzia di un’affetuosa presa in giro, a te sembra che dia proprio fastidio l’affettuosa presa in giro, a prescindere.
    E allora mi chiedo, ma è l’ironia ad infastirti, o hai un concetto affatto opposto a questo genere di ironia? e se si, me ne faresti un esempio?
    Io per esempio adesso me la sto’ ridendo per l’attivismo da sindrome pre mestruale, che mi ha colpito quest’oggi. Se ripenso a tutto quello che ho fatto come se domani dovesse arrivare il giudizio divino, ti giuro che mi guardo e rido.
    Pensi che su quest’argomento si possa scherzare o che l’ironia possa ledere l’immagine femminile?

  12. Alnano, a me “Emigrata in data xx.xx.xxxx” l’hanno scritto sulla mia pratica AIRE, ma non dalla data in cui ho lasciato l’Italia, ma semplicemente dalla data in cui ho cambiato residenza la prima volta, all’interno dell’Italia!

    Lasciatelo dire da un’esperta: se urli “Razzisti! Razzisti!!!” alla cieca, che reazione pensi di ottenere? La migliore difesa, in questo caso, non e’ l’attacco.

    L’intervento di Giorgia era ironico (come lei e’ quasi sempre, anche quando e’ seccata). E se c’e’ una persona che non ha alcun pregiudizio, a cui non importa da dove vieni, se hai la pelle verde o due teste, e’ proprio Gio’.

    E ora parliamo di quella sera che sul treno che tornava da Liverpool due irlandesi, seduti ai lati opposti del vagone, hanno scoperto di aver soggiornato nella stessa prigione, e sempre urlando hanno allietato tutta la carrozza con aneddoti carcerari, ovviamente in quel loro terribili dialetto-accento…

  13. Evviva l’ironia allora.
    Ed in forza di quella bene fanno Giorgia a chiedermi se per caso ero io il “pendolare urlatore” ed a manifestare proccupazioni per la mia salute, bene fa Viscontessa a parlare, ironicamente per carità, di cafonaggine napoletana, di sboronità romana e di bestemmie toscane (e di snobbismo milanese? Mica sei milanese, viscontessa?).
    Infine fai bene tu, Stefansia, a leggere dei proclami (“Razzisti! Razzisti!!!”) in quello che ho scritto.
    Se ti interessa (e se vai a leggere qui sopra) sappi che non ho mai detto o scritto niente del genere, e poi non mi proponevo nessun fine strategico. Però adesso la situazione mi ha un pò urtato e dico che di pregiudizi la tua amica Giò ne dimostra tanti. Solo che non si tratta di razzismo, per nulla. A me sembra solo provincialismo, nudo e crudo.
    Cardiff… lo racconto in gallese… bah, fate un pò come vi pare…

  14. alnano – credo che la madama viscontessa sia toscana, ma suppongo non t’importi un granché, a questo punto, dato che a quanto pare ti avrebbe dato fastidio qualsiasi dialetto fosse stato utilizzato nel post (ma, a proposito, tu di dove sei?).
    comunque, tante grazie per l’autorizzazione, ma io preferisco fare un po’ come mi pare.
    (disclaimer: l’ultima frase è vagamente sarcastica nonché col bollino blu della pedanteria. e che poi non si dica che non ho avvertito. [tanto per parare le terga, ecco.])

  15. 1) Ho riso un casino

    2) Dai tempi di Totò, Peppino, e via via Troisi, Lello Arena annunciazio’ annunciazio’ eccetera, il dialetto campano è sempre stato la base di molto umorismo, specialmente quando fatto dai campani stessi: da quando non si può ridere delle cose che fanno ridere? E un pendolare che ripete ossessivamente “‘stu cess’ ‘e tren'” fa RIDERE. Fa ridere anche a sud.

    3) Quanta ulceraaaaaaa

    4) Domani mattina in autobus faccio attenzione alle chiacchiere delle vecchie, e se becco qualcosa di divertente ve lo riporto. In triestino. Vediamo se la par condicio placa gli animi.

  16. Stef, comunque se mi mandi il resoconto della conversazione degli irlandesi te lo posto con traduzione a fronte :D

  17. giorgia – di Dove? Nato e cresciuto a Napoli (Vomero), da marzo dormo di nuovo a Napoli (Porta Capuana), da settembre dovrei essere di nuovo a Roma (Pisana, forse ma lo scopriro solo tra qualche giorno). In effetti ho cambiato città talmente tante volte che sullo stato di famiglia di mio padre compaio come Apolide, ma la mia patente dice Bagni a Ripoli(Firenze).
    (Disclaimer: scusa la pedanteria ma non era una domanda facile).
    giulia – “stu cess’ ‘e tren’” Ahhhh, che ridere.

  18. alnano – lo so pure io che “stu cess’ ‘e tren’” non fa ridere. infatti sul treno nessuno rideva, specialmente perché il tizio, lì, l’avrà ripetuto tremila volte. mi spiace che tu te la sia presa perché ho preso pel culo un meridionale, ma non l’ho fatto in quanto era meridionale, bensì solo perché era asfissiante. ripetere “stu cess’ ‘e tren’” tremila volte (ma fosse stato pure ripetere “uè, besugo!” tremila volte) in poco più di un’ora, ne converrai pure tu, ha un che di peculiare, ed era solo questa, ehm, asfissiante peculiarità che volevo sottolineare.
    che poi il tizio in questione fosse napoletano è un caso dovuto solo al fatto che mi trovavo sul napoli-roma; probabilmente se mi fossi trovata sull’autobus 98 avrei poi riportato gli sproloqui della pazza di bravetta, quella che faceva la tassinara e che ce l’ha col mondo intero (e dato che abiti a pisana dovresti sapere di chi parlo…).
    ah, e sulla mia patente c’è scritto “eboli (sa)”, quindi uno a zero per me, son più terrona di te.
    ;-)

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