Attorniato da una troupe colorita e litigiosa (un produttore bauscia megalomane, un destrone cagasotto e un filosofo cattolico affamato di poltrone), il segretario di un piccolo partito di maggioranza cerca invano di girare un film che lo veda protagonista invece che inutile comprimario. Nel suo immaginario erotico incombe la Balena Bianca, un’enorme prostituta, materna e minacciosa, vagheggiata con infantile rimpianto. Unico difetto del film, la durata: è iniziato quindici giorni fa, e siamo appena alla fine del primo tempo, concluso con la nomina del nuovo ministro del Tesoro, un oscuro caratterista di nome Domenico Siniscalco. I cineasti concorrenti sentono puzza d’imbroglio: “Otto e mezzo? Che esagerazione. l’Udc ha al massimo il 6,5”. La critica grida al capolavoro, solo il recensore della “Padania” lo boccia in favore di “Viale del Tremonti”, la biografia del profeta della finanza creativa. Fra le sequenze più memorabili di “Follini otto e mezzo”, il grottesco girotondo da circo dei protagonisti fra vertici notturni e summit a base di tramezzini, ma il pubblico mugugna: “Scene oniriche? Ma se le vediamo tutti i giorni al Tg1!”
Cinema, critica in delirio per “Follini otto e mezzo”
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Bene, brava, 8½!
ma perchè, ad ogni post, Lia Celi abusa di metafore così tanto da rendere impensabile anche il ricordo di Troisi nel ‘Postino’?
wow! (e dico tutto)
non modum, è notevolmente meno noioso di fellini 8 e mezzo! :D