Francamente, caro Urbani…

…io continuerò a scaricare musica da internet. E continuerò a pensare che sto facendo un favore alle case discografiche in questo modo. Ma non pretendo che Lei lo capisca o lo approvi, io – purtroppo – non ho danari per finanziare la Sua campagna elettorale o incarichi di consulenza lautamente retribuiti da assegnare ai Suoi amici ed agli amici dei Suoi amici. Io – per essere chiaro – non sono una lobby, sono solo un povero cristo che prima di comprare un disco vuol sapere se ne valga la pena. Lei potrà farmi arrestare, processare, privare dei diritti civili e politici e fors’anche farmi disprezzare dalla mia brava mamma (che è una Sua elettrice). Ma la mia anima, caro Urbani, col cavolo che l’avrà. Il Suo tentativo di uccidere lo spirito del Rock n’Roll (che non ha nulla a che fare con i profitti della EMI) è patetico. Attenda con pazienza e la storia glieLo dimostrerà.

Senza alcun rispetto, per nulla Suo
Utente Qualunque di Networks P2P

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50 Commenti

  1. no, l’ho solo postata qui. che tutto sommato mi pare un posto abbastanza pubblico no? anzi gianluca, casomai qualcuno delle forze dell’ordine dovesse chiederti il mio nomecognomeindirizzo tu daglielo pure. ci tengo.

    spiegare la mia personale concezione di “spirito del rock n’roll” sarebbe un po’ lungo, magari lo farò sul mio blog. comunque di sicuro il p2p è rock n’roll e la BMG Ariola non lo è. per ora basti questo.

  2. Livefast, pure io spero che la gente continui a scaricare la musica da P2P; però, dai ammettilo, le tue motivazioni sono debolissime. Diciamolo senza farci troppe seghe mentali e graffiate di specchi: ci piace avere sterminati archivi musicali senza spendere un cazzo di soldo.

  3. Scusate se è OT ma devo fare un outing.
    Un uomo che un tempo ho molto amato e che mi ha mollata e che si annovera tra questi bloggers, ha scoperto che dietro il mio nickname si cela la sua mollata, ovvero io. Teme che mi sia insinuata in Macchianera per perseguitarlo e continuare a gravitare intorno alla sua vita.
    Ovviamente non è vero. Ma mi sembra corretto togliergli ogni dubbio e lasciare questo blog e salutarvi tutti. Per poco tempo, ma mi sono divertita. Ci si reincontrerà da qualche parte del web.

  4. Bibi rimani qua, non vedo cosa te lo possa vietare. Saranno problemi suoi, no? Per Livefast:
    Io personalmente ho sempre utilizzato il file sharing come a) ascolto di canzoni per sapere se il cd che stavo per comprare era una puttanata; b) scoperta di nuovi cantanti, autori, gruppi, generi altrimenti impossibile causa $$$; c) portabilità del supporto. Questo ha aumentato la quantità e qualità dei cd comprati. Purtroppo sono un feticista amante della musica e mi piace il contatto fisico e visivo con i colori, il libretto ecc.

  5. Lo spirito del Rock’n Roll non ha a che fare con il furto caro Lightfast, e tale è lo scaricamento di files coperti da copyright. Abbi rispetto per chi nella musica ci crede veramente.

  6. marco, non dire coglionate, a chi hai rubato scaricando un mp3? chi ha perso cosa? il mancato guadagno non significa niente, non più che prendersela con una col ragazzo perchè se tromba solo con lui è causa di una tua mancata trombata

  7. Mah, il discorso del decreto non è tanto la conferma che si voglia criminalizzare lo scambio, questo si sapeva già da tempo, ma piuttosto il fatto che adesso puoi rischiare FINO A 3 ANNI DI GALERA. Cazzo. Se taccheggio in un negozio di cd mi danno 3 anni di galera? penso proprio di no. Poi è un’altro tristissimo esempio di come sia messa la politica italiana: la destra vota a favore solo perché ha il nome del ministro (il testo è completamente diverso da quello proposto), la sinistra SI ASTIENE perché votare contro è troppo difficile no? chissà cosa penseranno gli elettori se sapranno che avranno osato votare contro il portare in galera parassiti che rovinano il paese ascoltando musica ma soprattutto rubando il preziosissimo nonché pluripremiato cinema italiano.

  8. Direi che possiamo continuare Maxaff, tanto ormai le nostre anime sono corrotte. E poi e troppo difficile smettere, forse l’unica soluzione è consegnarsi spontaneamente alle autorità e accettare ciò che la legge prevede, per voi la detenzione, per me nella migliore delle ipotesi l’ergastolo. E poi forse sarebbbe giusto così, hai mai pensato che forse per colpa tua Britney Spears non è riuscita a comprarsi la quindicesima villa con piscina?

  9. Finalmente Livefast, dopo le insulse provocazioni del nano, qualcosa per cui vale ancora la pena leggere e commentare Macchianera. Condivido pienamente: lo spirito di John Lennon o Janis Joplin, Miles Davis o Dizzie Gillespie, non era certo quello di fare musica per fini di lucro. Perchè, se scarico “Imagine” o “Pieces of my heart”, “In a silent way” o “Salt peanuts” devo dare soldi a qualche major americana o banca d’affari svizzera? Che c’entrano loro con lo spirito del Jazz o del Rock n’Roll? Ah, certo, devono produrre l’ultimo cd di Bitney Spears… Non avranno un centesimo da me e il ministro il suo decreto se lo può infilare sotto la coda.

  10. Il punto è proprio quello: sbattiamo dentro milioni di persone (che già nelle carceri c’è poca gente) o cerchiamo di usare il buonsenso? Abbassiamo il prezzo dei CD o ammazziamo il mercato della musica? Son scelte anche quelle.

  11. premesso che il ministro il suo decreto se lo infila nel culo, vorrei sapere che pena è prevista per chi scarica film o musica protetta dal diritto d’autore, ma soprattutto quale era la pena prevista prima dell’approvazione di questa legge. Lo chiedo perché non lo so.

  12. premesso che il ministro il suo decreto se lo infila nel culo, vorrei sapere che pena è prevista per chi scarica film o musica protetta dal diritto d’autore, ma soprattutto quale era la pena prevista prima dell’approvazione di questa legge. Lo chiedo perché non lo so.

  13. premesso che il ministro il suo decreto se lo infila nel .., vorrei sapere che pena è prevista per chi scarica film o musica protetta dal diritto d’autore, ma soprattutto quale era la pena prevista prima dell’approvazione di questa legge. Lo chiedo perché non lo so.

  14. maxaff: la multa (che c’era anche prima) è attorno ai 1000-2000 euri, ma la parte rognosa è il risarcimento alle case editrici, che possono chiedere virtualmente qualsiasi cifra e stai sicuro che in tribunale la spunteranno loro. Adesso a seconda dell’interpretazione del giudice puoi beccarti anche 3 anni di galera.

  15. maxaff: mouse ossessivo-compulsivo?
    In questo momento sto scaricando mp3 dei gem boy, gruppo che non avrei certo conosciuto senza il passaparola di amici e gli mp3: mi devo sentire in colpa?
    (se non conoscete i gem boy buttatevi subito sul vostro programma p2p e mi ringrazierete, se riuscirete a smettere di ridere)

  16. Se scaricare un mp3 è diventato un reato penale credo di essere diventato improvvisamente un supercriminale. Più o meno nella classifica dell’FBI degli uomini più ricercati del mondo dovrei stare appena dopo Bin Laden. Se un mp3 può essere paragonato ad una canna direi che nei miei hard disk, tra mp3, divx e giochi scaricati c’è l’equivalente di tre navi mercantili cariche di tonnellate di cocaina purissima. Tremate gente, domani potreste incontrarmi per strada…!

  17. allora continiuiamo (come cazzo si scrive continiuiamo?) a scaricare tutti allegramente?
    rispondete con un milione di si!
    che ci arrestano a tutti quanti?

  18. allora che si fa? si continua a scaricare tutti in allegria? ci vorrebbero un milione di si! a questa domanda. mica possono arrestare milioni di persone.

  19. Off topic: la pubblicità dell’UDC, campeggia tra i google ads. Cliccateci tutti quanti che pagano un sacco di soldi!!! :P :P

  20. io amavo i guns n’ roses. Ho comprato i loro album. Con quei soldi Axl s’è comprato la dddroga. Adesso Axl non canta più. Cazzo, è colpa mia! Non comprerò mai più album, giuro.

  21. Che il decreto Urbani sia solo una questione di lobby di potere è evidente a tutti. Per ora hanno prevalso quelle della musica e del cinema, le quali, in quello stesso decreto, si vedranno erogati anche considerevoli finanziamenti. Tuttavia non credo che la lobby dei telefonici, che tanto ha investito nell’ADSL, se ne starà con le mani in mano. Infatti se non posso scaricare e condividere files, che me ne faccio di un collegamento veloce (a pagamento), rispetto ad uno lento (ma gratuito)? E’ probabile, quindi, che con la revisione già annunciata del decreto si arrivi ad un compromesso. Ergo scaricate e lasciate scaricare a volontà. Piuttosto, avete notato il silenzio stampa sulla vicenda? Come mai i giornali ne hanno parlato pochissimo e la TV praticamente niente?

  22. Non conosco i dettagli del decreto (mi fido di voi e del nome che porta e non ho difficolta’ a pensare che sia una porcata unica) pero’ qualcosa sulla questione vorrei dirla. E’ indubbio che da quando si scarica musica in Internet si vendono meno cd. Il problema e’ che questa crisi generale affligge certo le mayor, ma anche purtroppo le piccole etichette indipendenti e coloro che ci lavorano, ovvero gente che lavora nell’industria discografica con uno spirito completamente diverso rispetto a quello che si respira nelle grandi industrie. Poi certo scarichiamo tutti, anche io ogni tanto lo faccio, ma siccome ho amici che lavorano in piccole etichette, sapere che scaricando metto in pericolo il loro posto di lavoro non mi fa stare tanto tranquilla per cui ho adottato la regola che per ogni dieci pezzi scaricati compro un cd.

  23. Per darkripper: e se facessero controlli e arresti a campione, tanto per far vedere che ogni tanto qualcosa per giustificare il loro stipendio la fanno? E se tra gli arrestati ci fossi (anche) tu?

    Cavaliere pallido

  24. io i ciddì delle piccole etichette (quando li trovo) li compro sempre volentieri. epperò è un fatto – a mio modesto modo di vedere – che il concetto di “casa discografica” as such sia superato, le case discografiche (major e minor) sono destinate a morire, al loro posto ci saranno agenzie, mediagroups e altri whatevers che si occuperanno di vendere e promuovere l’artista in quanto performer, i concerti, le apparizuioni televisive e radiofoniche, le esclusive via web, saranno sempre un business, sono soltanto i supporti magnetici che non lo saranno più. poi uno può fare tutte le leggi che vuole, ed anche disperarsi perché le gente invece di portare le nike dal calzolaio le butta e ne compra delle nuove con grave nocumento della profesisone ciabattina, ma opporsi alla storia è stolto. a mio modesto modo di vedere l’ho già detto? sì, okay :-)

  25. Simona: perchè non scaricare pezzi major e acquistare cd indipendenti (che si presume costino meno)? La regola del dieci per uno solleva brutti ricordi….

    Chips: Ci vendevano le cassettine magnetiche e noi ci abbiamo sempre registrato sopra i dischi in vinile per gli amici (e viceversa). Ora ci vendono pc, masterizzatori, connessioni a internet e cd registrabili. Cosa si aspettano che ci facciamo, la birra? E’ un effetto della globalizzazione tanto cara al ministro e a chi lo imbocca. Prima ci scambiavamo la musica tra amici vedendosi al bar o sentendosi per telefono, usando i supporti che esistevano in quel momento. Adesso gli amici sono aumentati e non usano più soltanto il telefono…. del resto non è difficile organizzarsi anche senza il p2p. Un esempio? Le discografie complete di Kiss, Black Sabbath, Motorhead, AC DC (e altri)che ho in mp3 non le ho certamente acquistate perchè non sono appassionatissimo. E’ bastato fare una telefonata ad un amico. Ecco 3cd pieni di mp3. Lui in compenso ora si ascolta le discografie complete di Capossela, Rino Gaetano, Waterboys, Springsteen e altri che per brevità tralascio. Si fa presto a moltiplicare gli amici con amici di amici. Ora, gusti musicali a parte, 2p2 o meno, io con 21 euro ci compro 2 o 3 libri e non un cd che non so nemmeno se mi piacerà. Perchè i soldi non crescono sugli alberi…

  26. Forse é ora che le case discografiche (che sono guidate da ignoranti del marketing) capiscano che noi facciamo quello che ci viene piú comodo al minor costo possibile. Se i CD costano un botto mi scarico la musica da Internet, anche se mi rompo a farlo. Se abbassano (tanto) il prezzo dei CD e mi fanno sentire tutto quello che c’é dentro (non solo un pezzettino come in Feltrinelli), compro i CD perché risparmio tempo. Meno margini per loro ma piu rotazione. Invece preferiscono farsi odiare con l’italiano metodo del “vietato” (che nessuno si fila). Seymour

  27. Compro CD da quando non si chiamavano ancora così, erano neri e avevano i solchi. E in quei tempi lontani, scambievolmente, compravamo quelle cassette (che usavamo anche in macchina) e in 10 amici ci facevamo 10 copie dell’unico vinile. E le case discografiche anche allora piangevano miseria e profetizzavano sciagure, ma, visto che non hanno chiuso (anzi!), devo dedurre che guadagnavano lo stesso. Io i CD continuo a comprarli, e nel frattempo mi scarico i files col p2p. La differenza dove sta?
    Sta nel fatto che le case discografiche spendono, per produrre un disco, molto più di prima. Perchè si usano aggeggi tecnologici che suonano al posto dei musicisti che non sanno suonare, altri aggeggi che correggono le stecche dei cantanti, e così via.
    Ora, se le case discografiche si accontentassero di produrre dischi di gente che sa suonare e cantare davvero, spenderebbero molto di meno, e il gusto musicale “popolare” ne guadagnerebbe.
    Ergo, quando scarico un file e non compro un CD, faccio il bene della musica.

  28. Livefast: le persone che avevo in mente mentre scrivevo il commento lavorano proprio in un’agenzia del tipo che dici tu. Il problema e’ che anche per queste piccole aziende la verifica e’ sempre e solo basata sulle vendite dei dischi. Seymour: abbassare i prezzi dei cd potrebbe servire certo, anche se ho l’impressione che i ragazzini (sono loro i grandi scaricatori) non hanno la cultura del possedere il disco originale e quindi non lo comprerebbero comunque. Alla fine siamo noi trentenni e oltre che teniamo in piedi la baracca.
    Forse la soluzione e’ di smettere di considerare il 2P2 come il male assoluto e usare un po’ di fantasia nelle strategie di marketing. In questo sono d’accordo con voi che la maggior parte dei discografici sono dei caproni ignoranti e ottusi che non fanno altro che lamentarsi senza nemmno provare a inventrasi qualcosa di alternativo.

  29. il problema, simona, è quello gnerale del capitalismo: una persona fa un lavoro, dimostra di essere brava e viene promossa a farne un altro fino a quando – se dio vuole – arriva a fare un lavoro per il quale è assolutamente incompetente e lì resta per sempre. questo lavoro – a volte – è il discografico.

  30. Sarà anche vero ciò che dite sul decreto, trovo però che il diritto d’autore vada tutelato. Qual’è l’alternativa? Totale anarchia? Ognuno rubi la proprietà degli altri e chissenfrega delle migliaia di persone che vivono di questo lavoro? Il diritto d’autore è nato proprio per tutelare i deboli, per dare protezione a un bene (la creazione intellettuale originale) che non era ancora classificato e protetto in alcun modo.

    Quanto allo spirito del rock, non credo proprio che risieda nel ptp, anzi secondo me è proprio l’opposto di questo saccheggio indiscriminato di contenuti musicali.
    Lennon e Miles Davis sono stati citati a sproposito, dato che sono sempre stati tra i più strenui difensori della proprietà intellettuale.
    Bye
    ED

  31. Enrico non ha tutti i torti, ma a mio parere non coglie il punto della questione.
    Che sta tutto in quello cui accennava Livefast, il cortocircuito del capitalismo, per cui da un lato ti vendono il masterizzatore di CD/DVD, i supporti vergini, il lettore DVX da tavolo, il lettore MP3 da passeggio e da auto, la banda larga, ecc.(a proposito, ci sono anche migliaia di persone che vivono su tutto questo); da un secondo lato finanziano il diritto d’autore tassando suddetti apparati/supporti, perche’ presumono tu ne faccia un uso “illegale” (ovvio, cazzo se ne fa uno dell’ADSL flat, senno’? Ah gia’, si scarica i film della Fenech, a pagamento, dal portale di Alice); e infine ti puniscono (penalmente) per suddetto uso illegale.
    Insomma che si mettano d’accordo, ‘sto benedetto diritto d’autore quante volte s’ha da paga’?

  32. Il diritto d’autore è una cosa. La speculazione che c’è dietro ad un disco un’altra. Solo per fare un esempio, la spesa promozionale. Quella ce la fanno pagare per intero, e con gli interessi! I network radiofonici vivono esclusivamente di marchette, le televisioni anche, per non parlare delle centinaia di ciuccia-quattrini che si accodano per le briciole. Ma si parla di milioni di euro, non di noccioline. Il problema è il sistema, non l’artista (sebbene non mi pare si dannino l’anima per cambiare rotta). E l’IVA? Da quanto tempo si parla di ridurla dal 20% al 4%? Parole al vento. Solito tran tran italiota.
    Allora se mi piace un artista lo seguo dal vivo quando posso oppure scarico oppure chiamo amici e scambio mentre bevo un birrino al pub. Il rock è dei poveri. Incazzati. Perchè di soldi (quelli guadagnati alzandomi alle 5 la mattina) ne ho spesi tanti in musica originale, ma così tanti, che sono tra quelli che si sente preso per il culo quando Mollica intervista Vasco e gli dice che è il più bravo di tutti e poi fa la stessa cosa con chiunque faccia un disco e viene spedito alla rai per l’intervista-marchetta. Ma che cazzo di gusti ha Mollica? Gli piace chiunque faccia un film, un disco o qualsiasi altra porcata l’importante è che si unga. Gli artisti hanno bisogno della mia quota di diritti d’autore? Che registrino in casa sua e si mettano a vendere mp3 on line. Così i soldi li diamo a loro e agli altri diciamo di mettersi a scrivere canzoni e fare la stessa cosa, se vogliono guadagnare con la musica.
    Ventuno euro sono la quarantesima parte del mio stipendio mensile. Il resto sono chiacchiere.

  33. A titolo di esempio riporto la situazione della proprietà intellettuale di un album dei Beatles
    “Owners of the rights to the musical works (songs or “compositions”) that appear on the Beatles’ White Album. For the Lennon and McCartney songs, that appears to be Sony Music/ATV Publishing, a joint venture between Michael Jackson and Sony. It’s unclear who owns the rights to the George Harrison songs.”
    Caro Enrico, fammi capire: tu quindi ritieni giusto che, dopo oltre 35 anni dalla sua pubblicazione, chi vuole ascoltare questo disco (patrimonio dell’umanità), deve pagare i diritti ai parassiti della Sony e a un presunto pedofilo? Pensi che John Lennon approverebbe? O forse nemmeno questo è appropriato?

  34. CHIPS, trenta metri più in alto, secondo mè ha centrato in pieno…scarichiamo per ascoltare senza spendere. Immorale? E perchè, è morale tenere i CD a 20-30 euri? Così non solo Axl si compra la ‘ddroga, ma c’è anche Michael che si incula i minori, George si fà inculare dai maggiorie e Cher le tette di polivinilcloruro…

  35. Che i cd costino troppo è un fatto. Come anche che le case discografiche se ne siano approfittate per anni e continuino a farlo anche adducendo come motivazione importante il peer to peer. Ma scaricare musica coperta da diritto d’autore ad oggi, senza nuove normative, è e resta un reato. Cucciolo mi ha detto con toni civili: “a chi hai rubato scaricando un mp3? chi ha perso cosa?”. Ha perso qualcosa, nella fattispecie dei soldi, chi quella canzone l’ha pensata, scritta e incisa! Quello del musicista è un lavoro, e scaricando mp3 non si ripaga l’autore delle fatiche e del tempo spesi. Per chi lavora a quel punto un musicista? Chi glieli dà i soldi per vivere? Fare il musicista vorrebbe dire fare volontariato per persone come te e le molte altre che sono convinti della liceità dello scaricamento senza ritegno. Il peer to peer è utile, e permette a molta gente di conoscere nuovi musicisti…purtroppo la maggior parte di chi scarica non va poi ad acquistare il cd. Il mondo della musica da questo punto di vista va rivoluzionato, ma non si può pensare che nessuno debba pagare qualcosa per avere ciò che vuole. Poi ognuno è libero di fare quello che vuole. Basta non lamentarsi se poi arriva una multa, che in un paese democratico e con delle leggi è la conseguenza per averle violate. Saluti.

  36. Questo argomento mi appassiona, quindi chiarisco a Marco un elemento che mi sembra gli sia ignoto e che mette in discussione il suo ragionamento. La maggior parte dei contratti che vincolano un musicista (autore di musica) con una casa discografica, prevede una percentuale variabile, mediamente intorno al 10%, sul prezzo di distribuzione. Gli altri, i musicisti che la eseguono in studio, sono stipendiati per il periodo dell’incisione. Pertanto gli introiti dei primi, e ancor più dei secondi, non sono generati dalla vendita dei CD se non in minima parte, ma derivano dalle serate e dai concerti. In definitiva dalla musica “on the road”.
    Di conseguenza non è preciso dire che il danno del P2P lo subiscono i musicisti; al contrario essi traggono beneficio da questa pratica, perché permette ad un pubblico più grande di conoscere gruppi o musicisti altrimenti difficilmente raggiungibili. E di andare a sentirli dal vivo, sganciando direttamente nelle loro tasche la grana.
    Ti faccio un esempio: mai sentito un gruppo chiamato Liquid Soul? Nemmeno io fino a qualche mese fa. Poi per sbaglio scarico un loro file mp3, mi piace e due settimane fa li vedo dal vivo a Chicago. Strepitosi! I 30 $ meglio spesi in musica della mia vita.
    Un paio di quesiti a te e a tutti. Perché la proprietà intellettuale della musica ha limiti temporali così ampi, superiore a tutti gli altri prodotti dell’ingegno artistico umano? Inoltre, comprendo il pagamento dei diritti all’autore, ma perché quegli stessi diritti possono essere ceduti e/o venduti ad altri che non hanno avuto alcuna parte nell’opera d’ingegno, inclusi gli eredi?

  37. Dialogo tra un musicista e uno scaricatore.

    M. Aoh! Che stai a fà!
    S. Scarico.
    M. Che cazzo ti scarichi! Stà canzone è mia!
    S. E allora?
    M. Mi devi pagare i diritti. Mi devi pagare i cazzo dei diritti d’autore!
    S. Ma vaffanculo, và.
    M. Come “vaffanculo, và”. Io ti denuncio! Lo dico a Urbani!
    S. OK. Non ti scarico più. Contento?
    M. Perché?
    S. Perché mi hai fatto la palla. Non ti scarico più. Contento?
    M. Non ho detto che non puoi scaricare la canzone mia. Se ti piace fallo. Però dovresti pagarmi i diritti.
    S. Vabbè. Non fa niente. Non ti scarico e abbiamo risolto il problema.
    M. Vabbé dai. Per stavolta non fa niente. Chiuderò un occhio.
    S. Vaffanculo.
    M. Ti prego! Dai! Ti prego, scarica la mia canzone…

  38. Bongo ha posto un interessante quesito: immaginavo che per tutte le opere coperte dalla tutela sulla proprietà intellettuale valessero le stesse regole (se non sbaglio proprietà dell’autore finchè questo è in vita, dei suoi eredi per i 50 o 70 anni successivi alla morte del titolare: so che quasi tutti gli editori hanno una sorta di lista con le date di scadenza, infatti per molti libri non è strano vedere moltiplicare le edizioni da un anno con l’altro, pochi anni fa se non sbaglio è successo per Pirandello, addirittura ci sono piccole case editrici che campano di titoli “fuori diritti”); quanto alla vendibilità dei diritti non ci vedo nulla di male, se l’autore decide di vendere qualcosa di suo non vedo perché glielo si debba vietare, con l’unica condizione di mantenere invariati i limiti temporali già indicati, se non addirittura di ridurli.

  39. In effetti è così che funziona Bongo, e ne ero già a conoscenza (a parte la bassa percetuale per il musicista, che pensavo più alta, ma che comunque sono lo stesso soldi che non vengono incassati per il proprio lavoro). Peccato che una casa discografica, che nel sistema secondo me è il vero problema, se perde soldi tenderà a chiudere i finanziamenti per quei moltissimi musicisti che si affacciano sulla scena. Invece supportano quegli “artisti” che sono una garanzia di vendite ma spesso dal contenuto artistico nullo, tipo le Britney o i gruppetti fuffa fotocopia l’uno degli altri. La stessa cosa succede ormai da anni con i videogiochi. Quindi il peer to peer avrà comunque un effetto negativo sulle tasche dell’artista, anche se indirettamente. Sul fatto che invece ci sia un vantaggio in visibilità hai sacrosanta ragione. A quel punto però l’unica possibilità per un artista resta la musica dal vivo, grazie ai concerti che si riesce a procacciare mediante il passaparola, il peer to peer e i cd scambiati tra amici. Peccato che in Italia o suoni cover o una serata in un locale non te la dà nessuno se suoni canzoni tue…Una filosofia del genere ad oggi funziona solo se ti chiami Pearl Jam. Se si vendessero più cd, anche le case discografiche sarebbero disposte ad osare di più, grazie al fatto che avrebbero più soldi da gestire (sempre nell’ipotesi che le persone siano ancora dell’idea di tornare a spendere del denaro per la musica). La mia non vuole essere una difesa delle case discografiche, colpevoli tra gli altri di far pagare i cd uno sproposito, ma solo un’opinione. In risposta alle tue domande: per lucrarci sopra per il numero di anni possibili.

  40. Scusate, siamo in tanti e forse potrebbe uscirne qualcosa di buono. Io la butto lì:

    Ma se presentassimo a qualche deputato una bozza di legge scritta da noi? La legge Urbani si può sempre abrogare con un referendum, ma se abbiamo subito una “contro legge”… i tempi e le chiacchiere si riducono notevolmente.

  41. Ci ho dormito sopra e più lucidamente chiedo: il decreto Urbani colpisce lo scambio in modo indiscriminato oppure è teso a stanare chi utilizza la rete per attività lucrose come lo scaricare per poi stampare cd e rivendere? Mi (e vi) faccio questa domanda per il semplice motivo che continuo ad incontrare extracomunitari che indisturbati vendono cd pirata a 5 euro e dvd (appena usciti al cinema!) a 10.
    Non vi pare più dannoso quel mercato parallelo (per niente sotterraneo) che va avanti ormai da anni? Chi li foraggia? Il governo fa qualcosa per fermare i banditi che comandano questo esercito di ambulanti? La gente fa qualcosa? Dal canto mio preferisco non acquistare da loro e continuare a scaricare, e non è una questione di coscienza.

  42. Per “Uno lasciato dalla ragazza etc etc”: in effetti è incomprensibile come un’opera d’ingegno abbia una copertura della proprietà intellettuale così lunga e un farmaco, per esempio, abbia una vita brevettuale di 20 anni dalla sua sintesi (non dalla sua commercializzazione, che avviene, se tutto va bene, dopo 10 anni di sperimentazioni). Il che porta le major farmaceutiche a poter sfruttare quei brevetti per soli 10 anni dopodiché la sua copia non solo è legittima ma anche favorita dalle autorità sanitarie per risparmiare sui costi del sistema sanitario nazionale. Mi si dirà: ma i farmaci devono salvaguardare la salute pubblica. E le opere d’arte, che sono le migliori manifestazioni dell’intelletto umano, perché non dovrebbero essere dispensate a profusione all’umanità intera? Niente da dire sulla cessione a pagamento dei diritti d’autore ma sarebbe giusto solo fin quando l’autore è in vita.
    Per Marco: le tue opinioni sono rispettabilissime. Quello che critico della politica delle major musicali è anzitutto il disprezzo totale delle regole della concorrenza: hanno creato un cartello e nessuna si azzarda a vendere un cd nuovo ad un prezzo più basso di quello standard. Seconda critica: di fronte ad un mercato che flette sia in valori che in unità, riducendo il prezzo e quindi perdendo in profittabilità, si manterrebbe tuttavia in pezzi venduti. In altre parole bisognerebbe promuovere un’ampia diffusione del cd, come oggetto di uso comune; adesso, invece, rappresenta quasi un bene di lusso.
    Per Edoardo: l’idea in teoria è buona. Personalmente, però, non ho alcuna fiducia nella politica. E ti dirò di più: è da un po’ che nutro il timore che, prendendo iniziative del genere, con tutti gli spioni e carogne che ci controllano, qualcuno possa segnalare il mio, tuo e suo nome e crearci problemi. Paranoia? Forse.

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