Mi sono sentito decisamente rassicurato dalle parole profonde espresse dal ministro Martino ieri in Parlamento. Sono decisamente uno spartiacque rispetto ad i metodi duri e barbari applicati contro le persone:
Martino, ribadendo la completa ignoranza del governo su quanto stesse accadendo in Iraq, ha condannato con “la massima riprovazione” le torture sui prigionieri definendole “imprevedibili e inimmaginabili”, fonte di “indignazione e sdegno da parte del governo”.
Le trovo tempestive e giuste e, se un giorno accadesse un’altra “Diaz”, mi piacerebbe risentirle pari pari dal ministro dell’interno.
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Un ministro che non sa quello che di grave accade sul campo è un incompetente, ergo se ne deve andare a casa. Un ministro che sa, fa finta di non sapere e non prende provvedimenti è in malafede. E se ne deve, quindi, andare a casa. Per quanto mi concerne, la riprovazione del governo ha la stessa funzione del rotolo di carta igienica.
concordo parola per parola con Chips, soprattutto riguardo la funzione della riprovazione…i politici non possono piangere solamente dopo l’avvenimento della tragedia. Nel frattempo è passata in Italia, grazie al governo che ora piange, la legge che di fatto legalizza la tortura…questa è la nostra amara realtà.
A parole condannano la tortura, nei fatti la legalizzano. complimenti….