Che cosa bolle in pentola in Sicilia? “E’ un laboratorio politico”, ricordano autorevolmente i politici. Da Forza Italia i notabili si trasferiscono nell’Ulivo. Vittoria o inciucio? Vedremo…
Elezioni. “La Sicilia torna ad essere un laboratorio politico nazionale” sostiene l’ex ministro Enzo Bianco. Difatti i movimenti sono notevoli, dalla destra alla Democrazia Cristiana, che qui si chiama Ulivo. Da Forza Italia è passato all’Ulivo il catanese Latteri, col sostegno ufficiale di Salvo Andò (da poco assolto per prescrizione per lo scandalo del Centro Fieristico di Catania) e i complimenti di Prodi in persona. Dall’Udc il palermitano D’Antoni, e qui il traghettatore è stato addirittura Leoluca Orlando il quale, non contento di avere già appoggiato il discusso e trombato Cocilovo, adesso racconta a chiunque voglia intervistarlo i bei tempi in cui tutti insieme giocavano nella vecchia Dc…
Insomma, la nuova politica avanza. Ma è un argomento così palloso che, almeno per ‘sta settimana, meglio chiuderla qui. Quanto al resto d’Italia, velo pietoso. Facciamo i buoni e limitiamoci a dire che stanno candidando la Gigliola Cinquetti.
Sicilia 1. Senza vittime finora il drammatico confronto fra i militanti di “Forza Italia – Comando Generale” e quelli di “Forza Italia – Cartello dei Produttori” capeggiati rispettivamente da Marcello Dell’Utri e Gianfranco Miccichè. Il contrasto fra le due formazioni, da tempo impegnate in accese competizioni per il controllo del territorio, è esploso dopo il fallimento del tentativo di mediazione del vecchio leader Ber Luscon che aveva invitato i due capi locali a un accordo pacifico per le prossime elezioni.
Sicilia 2. Appello dell’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando alla comunità internazionale perché disponga l’invio di osservatori neutrali in occasione delle prossime elezioni in Sicilia. La presenza di osservatori internazionali, non legati ad alcuna delle fazioni in conflitto, potrebbe essere un mezzo – secondo l’ex leader della Rete – per scongiurare brogli e violenze nella piccola isola caraibica che nelle prossime settimane verrà chiamata a confermare o respingere la propria adesione all’Europa. Il governo dell’isola viene accusato da molti osservatori di ispirarsi all’ideologia forzista della vicina Italia.
Sicilia 3. “Abbiamo in mano il paese” dichiarano, nelle conversazioni telefoniche intercettate dai carabinieri, i capi delle Famiglie mafiose di Palma di Montechiaro, ridente cittadina dell’agrigentino (e, ovviamente, “Comune d’Europa”). Il controllo di Cosa Nostra sul territorio è ufficiale anche a Niscemi (Catania) e Villabate (Palermo) dove sono state quindi disciolte le amministrazioni comunali, e nella provincia di Enna, dove i boss locali discutono tranquillamente di appalti coi vertici istituzionali della Regione.
Sicilia 4. “Sono ancora a piede libero – comunica l’Ufficio Stampa della Regione Siciliana – numerosi assessori ed esponenti del governo regionale”. La precisazione si è resa necessaria dopo l’ultima incriminazione della settimana, quella dell’assessore alla presidenza Costa. L’accusa è la solita, concorso esterno in associazione mafiosa. Un reato di moda, di cui non riesce a fare a meno nessuno, dal presidente della regione Cuffaro all’ex commissario urbanistico D’Arrigo: il trend quest’anno va decisamente verso il gessato grigio con sigaro e occhiali scuri, possibilmente con distintivo della Dc (oppure dell’Udc) all’occhiello. Per una banale estorsione contro una squadra di basket trapanese è stato invece condannato (due anni con la condizionale) il senatore Dell’Utri: sinceramente da un bomber del calibro di Marcello ci si attendeva qualcosa di meglio.
Dario Morgante & Antonio Pepe wrote:
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Francesco wrote:
Mim al Lombez wrote:
Tremate o talebani!
e piangete Infedeli
La penna di Buriana
taglierà barbe e peli!
Strisciate voi serpenti!
Turchi Beduini e Traci
I tomi intelligenti,
firmati da Fallaci
colpiranno i turbanti
di imam e sicofanti!
Voi con i caffettani
uguali siete tutti:
più o meno talebani
ma sempre farabutti!
La penna-con-le-palle
non farà distinzione:
v’aspetta a Roncisvalle
brandendo lo spadone.
Scacciati come cani
verrete rispediti
nei deserti africani
che vi hanno partoriti!
E’ il gioco che ora accende
Tv e cinecittà.
Lo vince chi più offende.
“Scontro di civiltà”