Pasqua napoletana: i dimenticati

Tanto per abbaiareVi ricordate la grande indignazione sulle donne uccise dalla camorra? Sono passate appena poche settimane. E già nessuno, nel Paese felice, se ne ricorda più

Pasqua napoletana. Passate le tv, passati i politici e i giornali, giornata di solitudine – una di moltissime altre – per le famiglie delle donne morte. Una aveva una cinquantina d’anni e l’ammazzarono perché aveva denunciato i pedofili del quartiere. L’altra ne aveva quattordici ed era là quando i camorristi delle due bande avevano cominciato a spararsi fra di loro. Per quasi due giorni, nei quartieri regalati ai mafiosi, la mafia era sembrata una cosa non normale. Finiti i funerali, tutto è tornato come sempre è stato: diecimila sudditi e dieci o venti cittadini, i primi a servire impauriti i mafiosi, i secondi a cercare disperatamente di lottare un giorno in più per non arrendersi agli invasori. Noi siciliani conosciamo bene questa solitudine, questo desolato abbandono, questa – apparente – impotenza.

Economia 1. Fra i beni di largo consumo, quello che meno risente dell’inflazione è probabilmente la cocaina, il cui consumo è aumentato dell’ottanta per cento fra il 1999 e il 2002. L’altro comparto in espansione della produttività nazionale è il gioco del lotto, i cui utenti – grazie ad accorte campagne di marketing – nel periodo in esame sono aumentati di oltre il cinquanta per cento.

Economia 2. La Kodak ha finito di riconvertire tutte le sue linee di produzione al digitale. Quindicimila esuberi (licenziati).

Economia 3. Dopotanzi. Nel giro di un anno, sofferenze bancarie (cioè soldi che le banche sanno che non rivedranno mai) per cinquantuno miliardi di euri. A chi si rivolgeranno le banche per rientrare di almeno una parte di tutti ‘sti soldi?

“DENTI GRATIS per tutti. 458.923 dentiere installate gratis in tutte le fasce della popolazione. Il tuo governo, il tuo sorriso”. (Stavolta non è Berlusconi però, bensì il governo del Brasile).

• La mia pipa inquina molto meno della tua automobile.


• Gli europei si fanno sempre più alti, mentre gli americani tendono a diminuire di statura: colpa – secondo uno studio antropometrico dell’Università di Baviera – di McDonald, fast food e di un’alimentazione sbagliata. E’ l’unico caso, credo, in cui io sono molto più americano che europeo.

Uno.

Carlo è un uomo senza età. L’alcool è la benzina del suo motore. Col suo motore pieno Carlo trascina avanti e indietro per la città un carrello di ferro battuto ricavato da una testata di letto con delle ruote sotto, per portare la spesa nelle case della gente bene della città. Ogni mattina e ogni sera, per interminabili anni, lo attende all’inizio della strada solo il suo gatto. Eppure Carlo un tempo era della gente perbene. Se non fosse per l’intervento della legge giusta. Un uomo giusto rubò del denaro a un altro uomo giusto, fu inseguito e gettò il bottino nel balcone di casa di Carlo. L’uomo giusto fu beccato dalla polizia e disse “no io ma Carlo e ho le prove” bussarono alla porta di Carlo e come per magia la pena da scontare fu spostata di persona, Carlo finì di essere una brava persona, non poteva pagarsi un buon avvocato ed entrò in prigione. Della sua innocenza, della sua verità, dei suoi ricordi, rimane solo il trascinare l’altrui spesa in cambio di una birra ed il fatto che in città tutti sanno la sua storia ma nessuno lo disse mai.

(by tiziana ti)

Tanti.

Casa circondariale di piazza Lanza, Catania. Vorremmo che i mass media e la cittadinanza sappiano che viviamo in condizioni disumane, con celle sporche, senza suppellettili e non a norma con le leggi che lo Stato italiano ha emanato a tutela della dignità delle persone detenute. In una cella che può ospitare al massimo 4 detenuti, ve ne sono 9 ammassati in celle anguste. In una sezione con 90 detenuti vi sono 5 docce di cui 3 guaste e inservibili. Mancano specialisti tipo: dermatologo, otorino, dentista, cardiologo, oculista, chirurgo, ortopedico. L’unica cosa che hanno è una pillola che vale per ogni tipo di malanno. Se un detenuto si sente male, prima viene la guardia, dopo l’infermiere e dopo viene chiamato il medico, se è disponibile. I colloqui vengono effettuati in piccoli tuguri con 5-6 detenuti e 3 parenti per ogni detenuto. Per ogni problema che il detenuto possa avere, non c’è risposta da parte degli organi competenti: direzione, matricola, magistrato di sorveglianza e altri organi preposti. Copie di questa lettera di protesta verranno inviate al Dipartimento della amministrazione penitenziaria, al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a La Sicilia, a Striscia la notizia, al magistrato sorveglianza di Catania.

graziano.predelis@libero.it wrote:

L’anno è composto di 4 stagioni. Una di esse si chiama l’inverno e ti fa venir voglia di cucinare le cose ipercaloriche, di star sotto le coperte, di fare i figli e tutte quelle robe lì di genere casereccio. Poi viene la primavera con un’intensa voglia di limonare e di avere il cielo terso e stellato sopra la capoccia. La terza stagione si chiama l’estate e bisogna pensare alle vacanze e ai viaggi e al mondo. Poi viene l’equonozio d’autunno e tiri le somme e fai le cene a casa e torni a guardare un pò di più la tv. Poi ricomincia. La cosa importante, umido o secco che sia, è ingrassare sempre bene la catena, per una pedalata fluida e silenziosa.

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Memoria. Questo articolo uscì sui Siciliani esattamente dieci anni fa, nell’aprile dell’84, l’anno di Berlusconi. Il titolo era “E ora liberate Totò Riina. Non so perché, ma m’è venuto voglia di rileggerlo.

Questa casa non conosce la rassegnazione. Questa piccola scritta stava nella stanza di Winston Churchill durante la guerra. Subito dopo la sconfitta di Dunkerque – il corpo di spedizione britannico era fuggito a stento, i tedeschi dilagavano trionfalmente dappertutto – Churchill organizzò immediatamente due cose, che a lui sembravano parimenti indispensabili e urgenti. Fece scavare trincee lungo la costa, distribuì le armi ai cittadini, predispose la resistenza di tutti dappertutto: se mai gl’hitleriani fossero riusciti a sbarcare. E predispose gli studi – con decorrenza immediata – per la costruzione dei nuovi mezzi da sbarco per l’esercito inglese. Perché sul fatto che l’esercito di Sua Maestà prima o poi sarebbe tornato in Europa, egli non aveva il minimo dubbio. E per quel giorno intendeva debitamente tenersi pronto.
Noi siamo I Siciliani. La situazione presente ci dispensa da ogni lunga dissertazione, che non stia in queste quattro parole, su cosa intendiamo fare adesso. Andiamo avanti. Combatteremo il regime con le inchieste, con le notizie, con la puntuale denuncia di piccole e grandi ingiustizie, con la battaglia culturale, in ogni modo. Lo combatteremo per tutto il tempo che sarà necessario, dovunque e comunque, finquando non ci sarà più. Questo è il nostro programma, e non servono altre parole.
Noi non cerchiamo scuse. Noi non attribuiamo la deplorevole vittoria della destra a errori o insufficienze di questi o quelli, che pur ci sono stati. Noi diciamo che se un Caponnetto ha potuto essere sconfitto a Palermo, evidentemente qualcosa di profondo, e di marcio, è cresciuto nell’anima popolare. Noi non ci nascondiamo di chi è stata la vittoria; non d’una destra moderata, civilizzata, europea, ma d’una armata nera che arruola fra i suoi ufficiali tutto il mercenariato – soprattutto in Sicilia – del passato regime. Non ne abbiamo paura.
Poche righe per gli industriali siciliani. E’ vostro compito civico, adesso, sostenere questo giornale. Noi non avanziamo richieste, in un momento come questo; richiamiamo all’osservanza di un dovere. Non vogliamo convincervi, stavolta. Scegliete semplicemente da che parte stare. Perché stavolta non c’è spazio in mezzo per nessuno. Noi andiamo avanti comunque. Noi, I Siciliani.
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1 Commento

  1. Scritto cosi il punto Economia 2 è scorretto; fermi restando i quindicimila trgici licenziamenti, pare che la Kodak abbia smesso di produrre pellicola e ora si dedichi solo al digitale: è una bufala nata qualche settimana fa, riportata da Repubblica e Stampa e poi smentita solo dalla Stampa, mi sembra, in prima pagina. Per la produzione chimico-analogica non esiste nessuna previsione di chiusura.

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