Come muore un italiano

Fabrizio Quattrocchidi ArtefattiIl punto è che la morte non si augura a nessuno, nemmeno a quelli che, pur di fare a gara a chi ha il portafogli più gonfio e duro, probabilmente l’avevano anche messa in conto. Perché non funziona così: non è che siccome sei al soldo di un potentucolo che specula sulla ricostruzione, allora devi (o meriti di) morire. Ma non è neanche che, morendo, si abbia diritto al costumino da supereroe.

Quel che irrita dell’intera vicenda, più di “Porta a Porta”, più del ministro Frattini che facendo il ganzo davanti alle telecamere rimedia una figura da pirla, più dei demenziali frullati di nozioncine sul mondo arabo à la Magdi Allam (secondo il quale, inevitabilmente, dall’accensione di un cerino in su, si “riconosce il marchio di Al Quaeda e non, magari, quello di una resistenza alla cazzo), è la retorica tutta di destra, da addatornà il ventennio, di quelli che sono venuti nelle mutande alla frase “Vi faccio vedere come muore un italiano”. Quasi che la morte di uno che, invece, si caga addosso, sia da considerarsi meno rispettabile.

Ve lo dico io come muore un italiano. Come tutti gli altri: sparpagliando pezzi di cervello e schizzando sangue sulla sabbia.
Capita anche che muoia, pur incolpevole, pronunciando una frase idiota.

(la vignetta è di Artefatti)
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6 Commenti

  1. X Freccianera: ti invito documentarti sul regime iracheno da poco terminato e sulle sue radici ideologiche,se troverai qualcosa che smentisce la mia dichiarazione saro’contento se me ne renderai nota.
    Dalle mie fonti il regime di Saddam Hussein aveva dichiarate radici comuniste sia nell’ideologia che nel modus operandi.

  2. Mi aggrego a chi si dice (molto) di sinistra e storce il naso di fronte a un certo cinismo ideologico che si nutre del contrasto e della morte per ergersi a unica misura giusta delle cose.

    È da rispettare anche il morto che si caga addosso? Verissimo. Quasi nessuno sostiene il contrario, mi sembra, ma non è di questo che si è parlato in questi giorni. Quattrocchi era lí sapendo i pericoli che stava correndo? Altrettanto vero.
    Sapete però cosa vi dico? Sapete cosa mi ha mostrato quel ragazzo che per molti nella sinistra ideologica è morto facendo un lavoro “di destra” e dicendo una frase “di destra”? Che di fronte aveva aguzzini tanto vigliacchi da rimanere col volto coperto, tanto vigliacchi da uccidere un prigionerio inerme, tanto vigliacchi da caldeggiare stragi di civili, americani o europei come anche iracheni.
    Di fronte alla palese codardia dei terroristi che manovrano, a volto coperto e senza farsi saltare in aria (mandando avanti i disperati), le fila di una violenza negazione della pace, quel ragazzo ha tentato di mostrare che la dignità e il coraggio sono di casa altrove, e possono risiedere in chi muore piú che in chi uccide. Di fronte a tale palesazione di chi è il codardo, ai miei occhi il passo per capire chi dei due (aguzzino o vittima) è il giusto è breve: non avrò mai bisogno per questo di conoscere la loro storia, né la storia di questa sporca guerra.
    Io ho sempre pianto i morti innocenti delle guerre ingiuste come questa, e il sentimento non cambia affatto se chi muore è una guardia del corpo con idee diverse dalle mie e con piú coraggio di me: sono sicuro Quattrocchi si sia fatto avanti per primo per savlare gli altri.

  3. eroi a dar via il culo

    Non avevo voglia di tornare sui temi alla moda oggi, eppure dai è dai, leggi qui e leggi lì, alla fine non posso tenermi: m’hanno fatto così, con un sacco di errori di fabbrica. Ieri mattina mia madre mi chiedeva: “ma l…

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