Un’idea bella del Cuore “seconda fase” (ovvero post-Serra), fu quella delle recensioni disegnate. In una tavola l’autore di turno doveva riassumere il suo parere riguardante un libro, un film, un uscita discografica, ecc. Per esempio, questa fu la mia “critica irragionata” all’album dell’oggi santificato Marco Masini. Non ricordo se il vincitore di Sanremo all’epoca di questo “Il cielo della vergine” (1994) fosse già angheriato dalla malevola diceria che lo dipingeva come uno jettatore.
Io mi limitai a dire che era un cantantuccio di poco peso, un fra i tanti. E lo penso ancora oggi, che il Masini sberluccica tutto circonfuso da pelosissima solidarietà di colleghi e addetti vari.
Recensioni con le Figure
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Grazie, il cosiddetto mondo dello spettacolo dovrebbe operare una selezione di tipo darwiniano su chi vi appartiene. Chi non è all’altezza (e Masini è, secondo me, insieme con l’ultimo Francesco Nuti tra questi), deve lasciare il posto a chi è migliore e magari trovarsi un lavoro normale, che so: l’impiegato o il lattaio. Non c’è nulla di male in questi mestieri, lo fanno in tanti. Con dignità.
Il cosiddetto mondo dello spettacolo dovrebbe essere scisso dal mondo dell’intratteminento. Di certo quel che si vede in televisione non è nemmeno più spettacolo. Non c’è più differenza tra la televisione e gli animatori dei villaggi vacanze. Tristezza, mestizia e raccapriccio.