Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore

C’è una professoressa (tenutaria di blog, per inciso) che insegna italiano in Egitto. Una sera, mentre prepara il programma del secondo semestre, immmagina una lezione imperniata sull’analisi del lessico di una storia, sull’uso dei tempi verbali, sul tipo di racconto.
Poco dopo, mentre vola con la fantasia sulle ali della storia che ha scelto, si immagina in galera, accusata di aver incitato alla guerra santa i propri studenti arabi.
Perché la storia racconta di un kamikaze, una scheggia impazzita che semina distruzione e morte non contro un esercito, ma tra civili. E non lo condanna nemmeno, anzi.
La storia, alla fine, è scritta da un autore universalmente apprezzato.
E’ una canzone famosa.
Una di quelle di cui tutti conosciamo il testo, e che tutti – senza peraltro, giustamente, vergognarcene nemmeno un po’ – abbiamo cantato.

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10 Commenti

  1. Si ragionava sulla Locomotiva un pò di tempo fa.
    E’ una canzone che parla di altri tempi, di “quando si correva per rabbia o per amore”. Parla di ingiustizia e di un gesto simbolico lanciato “a bomba contro l’ingiustizia”. Insomma, c’é materiale edificante e fortemente simbolico.
    Non credo che sia interpretabile sul piano letterale per come é strutturata.
    Dire che é basata una storia vera é come dirlo di The Texas Chainsaw Massacre.

  2. O.T.

    Ciao Neri, visto che non rispondi alle e-mail mi tocca farlo qui. Cosa succede, mi hai depennato? Gradirei una risposta, perchè se così fosse, non starei a provare, riprovare e chiedermi come mai.

    Grazie e scusate

  3. O.T.

    Ciao Neri, visto che non rispondi alle e-mail mi tocca farlo qui. Cosa succede, mi hai depennato? Gradirei una risposta, perchè se così fosse, non starei a provare, riprovare e chiedermi come mai.

    Grazie e scusate

  4. Di recente Guccini è stato intervistato su analogie tra la vicenda della canzone e gli attentati dell’11 settembre 2001, e la differenza è abbastanza evidente: nel 1893 non morì nessuno (nemmeno il macchinista), e quindi va vista come un episodio puramente simbolico, mentre gli attuali kamikaze provocano decine, centinaia e a volte migliaia di vittime.

  5. Beh, il parallelo si puo’ anche fare, i punti di contatto ci sono, ma resta il fatto che tra “La locomotiva” e il Corano le differenze sono parecchie di piu’ delle similitudini…
    Tanto per cominciare, la “guerra santa dei pezzenti” e’ un po’ diversa dalla guerra santa contro gli infedeli; e, ovviamente, gli anarchici (che, si cantava di notte, li han sempre bastonati) sono parecchio diversi dai mujaeddin.
    C’e’ poi la differenza di bersaglio, un conto e’ “un treno pieno di signori”, un conto e’ una stazione di Madrid.
    Piu’ in generale: La locomotiva e’ un grido di liberta’, il gesto disperato di uno che fa quello che puo’ per rendere il mondo piu’ giusto. Uno che si fa saltare dentro un autobus lo fa per vendicarsi, ma del mondo non gli interessa proprio niente.
    Ancora piu’ in generale (e chiudo):
    La locomotiva e’ epica popolare, ha la forza della passione e della selvaggia naturalita’ delle reazioni umane. La guerra santa e’ sterminio programmato di quanto c’e’ di diverso, e’ intolleranza, e’ sfruttamento dei poveracci (i kamikaze) da parte dei nobili e dei ricchi (gli imam e gli osama).
    La locomotiva e’ progresso, il simbolo stesso dell’avanzare dell’umanita’ che (come si credeva allora) avrebbe abbattuto le differenze. La guerra santa e’ becera conservazione dei privilegi di pochi sulle spalle dei molti.
    E cosi’ cantare la locomotiva, come il grande Francesco continua a fare, significa ricordare a chi di dovere che il popolo fa le guerre che vuole, non quelle che gli vengono imposte. Sante o meno.

  6. sono stata venerdì a Perugia a vedere Guccini.era la mia “prima volta” con Francesco.tanti giovani,tantissimi..chissà quanti di loro hanno mai davvero interpretato La locomotiva..
    Io forse non quanto avrei dovuto…

  7. Vento divino.
    è sorprendente la differenza che c’è tra il senso della parola “kamikaze” da quello che gli affibiamo noi,chissà chi la interpreta meglio…
    Discorso estensibile a chi ascolta la locomotiva,a chi legge La volontà di potenza e a tutti quelli che cozzano contro tutto cio’che necessita di interpretazione in ogni tempo e in ogni luogo.
    In ogni caso credo che valutando l’odierna caccia alle streghe che si fa in occidente e il rancore che cova (nemmeno tanto)sotto la cenere in oriente,sia stata fatta la scelta giusta sia per gli stdenti che per la professoressa

  8. Vento divino.
    è sorprendente la differenza che c’è tra il senso della parola “kamikaze” da quello che gli affibiamo noi,chissà chi la interpreta meglio…
    Discorso estensibile a chi ascolta la locomotiva,a chi legge La volontà di potenza e a tutti quelli che cozzano contro tutto cio’che necessita di interpretazione in ogni tempo e in ogni luogo.
    In ogni caso credo che valutando l’odierna caccia alle streghe che si fa in occidente e il rancore che cova (nemmeno tanto)sotto la cenere in oriente,sia stata fatta la scelta giusta sia per gli studenti che per la professoressa

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