Notizie da un festival che non possiamo rifiutare
Trionfo personale per Simona Ventura e l’ormai leggendaria papaya energizzante, consigliatale dallo stilista un giorno che c’era lo sciopero dei Cobas dei pusher. Impossibile trovare un solo grammo dello strabiliante integratore: nelle ultime ore tutte le scorte di papaya sul territorio nazionale sono state rastrellate da un acquirente misterioso e caricate su numerosi Tir con destinazione Arcore.
L’affermazione della Ventura, secondo cui Karol Wojtyla avrebbe superato i suoi acciacchi grazie alla papaya è stata smentita dal diretto interessato: “Papaya o non papaya – ha chiarito il Santo Padre –, papa sempre ahia”.
Momenti di imbarazzo stamattina al teatro Ariston. Le donne delle pulizie che stavano riordinando la sala si sono trovate davanti Julia Roberts, Sylvester Stallone, Bill Clinton e George Clooney: “Where is the show? Where is our great friend Tony Renis?” hanno chiesto le star, visibilmente contrariate. L’equivoco si è chiarito subito: gli amici americani di Renis non avevano dato forfait, semplicemente erano stati convocati nei giorni sbagliati. Nel marasma dei preparativi festivalieri, Tony Renis aveva infatti indicato come periodo del Festival i giorni 8-12 marzo invece che 2-6.
Roberts e colleghi, infuriati, hanno subito ripreso l’aereo per gli Stati Uniti.
Dopo la performance canora di Umberto Bossi nel “Porta a porta” di venerdì, urge un esame di coscienza da parte del mondo della musica italiana: sarebbe bastato un piccolo incoraggiamento in più quarant’anni fa per il giovane Bossi, che tentava allora la fortuna canora con lo pseudonimo di Donato, e oggi l’Italia avrebbe un demagogo irresponsabile in meno.