Il barbaro e il bizantino

Stavolta non è Mani Pulite: i rapporti fra i leader politici e Tanzi sono stati nel senso delle “cortesie” e non dell’illecito penale. Ma sono proprio “cortesie”, alla resa dei conti, che fanno più paura

Politici. Parmalat: dopo i sette banchieri indagati, spuntano i primi nomi di politici eccellenti. Ci sono tutti: Berlusconi, D’Alema, Prodi, Fini, Casini ecc. Corrotti da Tanzi? No: magari! “Gentili” con Tanzi, che è un’altra cosa e forse è peggio. Chi fa ottenere il prestito, chi garantisce con la banca, chi accetta l’aiuto per il partito… Il tutto, probabilmente, senza violare alcuna legge, come semplice estensione di un’attività di lobbing che oramai è riconosciuta e, a giudicare dai nomi, istituzionale (manca soltanto la Caritas e il capo di Stato maggiore delle Forze armate: ma i partiti politici ci sono tutti). Non so se Tanzi immaginasse di star facendo, con questi favori ai politici, quacosa di sbagliato: nel mito del capitalismo italiano c’è ancora il vecchio Vittorio Valletta che prendeva il wagon-lit per Roma con la valigia piena di bustarelle.

Quanto a Berlusconi, D’Alema, Prodi, Fini ecc. invece sono sicurissimo che, non che provare sensi di colpa, non si sono neanche accorti di aver fatto qualcosa di strano. L’imprenditore che viene a dar risorse al politico, e il politico che senza contrasto gli concede tutto ciò che chiede, ormai è nell’imprinting italiano almeno dagli anni Ottanta. E prima? Prima, l’incontro era fra un industriale rozzo, indaffarato, e tutto sommato ansioso di tornarsene a Milano al suo mestiere, e un politico professionista, provinciale, compreso nel suo ruolo notabilare (il famoso democristiano dai calzini corti) e pochissimo incline alle avventure. L’incontro fra questi due personaggi, per sua natura, durava poco: il tempo strettamente indispensabile alla dazione del pedaggio.


Coloro che invece s’incontrano (non necessariamente a Roma) oggi sono l’industriale d’industrie eteree, colto, non senza curiosità sociopolitiche, uomo di mondo; e il politico venuto su a coltello, cresciuto in periferia ma con ambizioni senza confine. Se è di destra, vorrà il potere assoluto; se di sinistra, ambirà a svincolarsi dalle tradizioni (che vive come pastoie) del partito. “Uomo di mondo” anche lui, aspirante vip se non lo è già. L’incontro fra questi due nuovi personaggi sarà molto meno illegale e molto più “intimo”, per così dire, dei primi. Hanno molti più interessi in comune e soprattutto più desideri oscuri. L’industriale, che in parte è già un politico per lavoro, comprende e ammira la fluidità, l’attenta nonchalance del suo interlocutore; il quale, alla sua volta, respira l’aria di potere immediato, di risorse maneggiabili a piacimento, che promana dall’industriale e dall’autorevole timidezza con cui egli lascia intendere ciò che chiede.

Mani Pulite, a questo punto, non ha più dove toccare: tutto si svolge nella più stretta formalità, non girano più tangenti ma legalissime cortesie e contributi. Quel che una generazione fa era ancora patologia rozza e greve, ormai s’è trasformato in fisiologia del sistema. L’illegale connubio fra il politico e l’industriale ha staminato alla fine una razza nuova e legale, l’industrialitico o se preferite il polistriale. Barbaro e bizantino si sono corrotti a vicenda.

Giochi. Carino, il Pacman rifatto coi finanzieri e Tanzi. Repubblica lo segnala ma senza darne il sito (per non promuovere concorrenti su web?). Lo diamo noi. Bookmark: www.bastardidentro.com

Attenzione. Bossi: “Per il federalismo possiamo accordarci anche col demonio”. L’aveva già detto Maroni (ballon d’essai) un paio di mesi fa. Traduzione: attenzione signor B., potremmo anche rimetterci col centrosinistra. Appello all’ex servizio d’ordine delle Botteghe oscure: tornare in servizio e presidiare la casa dell’Ulivo, dovunque sia. Appena vedete Bossi, cacciatelo via (senza dirlo a D’Alema).

Internet. Molto pericoloso (per il governo) in Cina: nel senso che se è già difficile controllare i sudditi nelle città e nelle piazze, figuriamoci su una cosa così impalpabile come la rete. Così le autorità cinesi hanno deciso di metter su dei programmi per impedire l’accesso a un certo numero di siti web, quelli in cui sono in qualsiasi modo presenti le parole: Taiwan, libertà, democrazia, Tibet, diritti umani e dissidenti. Chi gliel’ha fatto questo bel programma? La Stalinsoft, la Gulagware, Polpot? No: gliel’ha venduto direttamente – denuncia Amnesty InternationalMicrosoft. Immagino che nella release 2.0 (quella per il mercato occidentale) le keywords saranno “pacifista, sindacato, opposizione”.

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1 Commento

  1. Il problema è che non si può legiferare contro la simpatia. Cosa può vietarmi di sostenere economicamente la causa di Forza Italia (come esempio, ma potrebbero essere i DS) se sostengo che sia l’incarnazione dei miei ideali? Che poi probabilmente saranno realizzati.
    Insomma, già il concetto di PARTITO denota appunto l’interesse di parte!
    Forse si dovrebbe risolvere il problema dal punto di vista opposto, come in America dove è PALESE chi sostiene chi.

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