No way, gay

Che vinca Bush o Kerry, prevedo tempi duri per i matrimoni gay negli Stati Uniti.
Bush sta forzando i tempi per far passare un emendamento alla Costituzione che definisce il matrimonio come unione di persone di sesso opposto, in modo da far cadere il giudizio di incostituzionalità del divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso.
La mossa, se portata a termine, è molto più che preoccupante. Al di là dell’aberrante pregiudizio contro i gay, quello che dovrebbe far scattare un campanello d’allarme è che, una volta sancito che il divieto è contro la costituzione, invece di sollevare il divieto si cambia la Costituzione.
E’ il potere legislativo che si mangia quello giudiziario.

Dovesse vincere Kerry, c’è poco da stare allegri: ha già detto che è favorevole a concedere ai gay gli stessi diritti degli eterosessuali, ma tramite l’unione civile e non il matrimonio (come si possa parlare di “stessi diritti” nella medesima frase in cui si dice che il matrimonio non è concesso, mi sfugge).
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3 Commenti

  1. Man, i due non sono uguali. E invece di credere a me, leggi quel che dice Bob Mould (muscista openly gay).

  2. Per quanto Kerry possa non essere certo il più aperto di mente del mondo, resta un Leonardo se messo a confronto con Bush.
    Dunque non c’è nemmeno bisogno di PENSARE a chi scegliere.
    Anche se io sceglierei Edwards, ma temo che i giochi siano fatti.

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