Appello per la liberazione dello scrittore Cesare Battisti

battisticol.jpgI servizi speciali francesi hanno arrestato lo scrittore Cesare Battisti,
rifugiato in Francia ormai da quattordici anni. Su di lui pende una domanda
di estradizione presentata dal governo italiano, sulla base di una condanna
pronunciata in contumacia oltre un ventennio fa. E’ bene ricordare che a Cesare Battisti fu concesso asilo politico solo dopo
che un magistrato francese ebbe vagliato le “prove a suo carico”, e le ebbe
giudicate contraddittorie e “degne di una giustizia militare”. A Battisti
erano stati addossati tutti gli omicidi commessi da un’organizzazione
clandestina a cui aveva appartenuto negli anni ’70, anche quando circostanze
di fatto e temporali escludevano una sua partecipazione. Dal momento della sua fuga dall’Italia, prima in Messico e poi in Francia,
Cesare Battisti si è dedicato a un’intensa attività letteraria, centrata sul
ripensamento dell’esperienza di antagonismo radicale che vide coinvolti
centinaia di migliaia di giovani italiani e che spesso sfociò nella lotta
armata. La sua opera è nel suo assieme una straordinaria e ineguagliata
riflessione sugli anni ’70, quale nessuna forza politica che ha governato
l’Italia da quel tempo a oggi ha osato tentare.
La vita di Cesare Battisti in Francia è stata modesta, piena di difficoltà e
di sacrifici, retta da una eccezionale forza intellettuale. E’ riuscito ad
attirarsi la stima del mondo della cultura e l’amore di una schiera enorme
di lettori. Ha vissuto povero ed è povero tuttora. Nulla lo lega a
“terrorismi” di sorta, se non la capacità di meditare su un passato che per
lui si è chiuso tanti anni fa. Trattarlo oggi da criminale è un oltraggio
non solo alla verità, ma pure a tutti coloro che, nella storia anche non
recente, hanno affidato alla parola scritta la spiegazione della loro vita e
il loro riscatto.
Certo, c’è chi ha interesse a che una voce come quella di Cesare Battisti
venga tacitata per sempre. Chi, per esempio, contribuì alle tragedie degli
anni ’70 militando nelle file neofasciste o in quelle di organizzazioni –
clandestine quanto i Proletari armati per il comunismo – chiamate Gladio o
Loggia P2, e sospettate di un numero impressionante di crimini. Chi fa oggi
della xenofobia la propria bandiera. In una parola, una gran parte del
governo italiano attuale.
Noi invece vorremmo che di scrittori capaci di affrontare di petto il
passato come Cesare Battisti ce ne fossero tanti, e che i cittadini francesi
capissero chi rischiano di perdere, per la vigliaccheria dei loro
governanti: un uomo onesto, arguto, profondo, anticonformista nel rimettere
in gioco fino in fondo se stesso e la storia che ha vissuto. In una parola,
un intellettuale vero. Non era tradizione della Francia privarsi di uomini
così, per farli inghiottire da una prigione. Ci auguriamo che la Francia non
sia cambiata tanto da tacere di fronte a un simile delitto.
Sì, delitto. Avete letto bene.

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[si ringrazia Gianmarco Neri per la stesura del form]
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50 Commenti

  1. A me non sembra che le motivazioni cui fai riferimento “… erano 15 anni che se ne stava traquillo e sereno….e adesso gli vanno a rompere le scatole…POVERINO!!!…”, abbiano un minimo senso ne retorico ne concettuale ne altro…
    Qui si discute se qualcuno, sia colpevole o meno dei delitti contestatigli;… se lo è deve pagare, PUNTO.
    Se non lo è è un altro discorso, e firmo tutte le petizioni del mondo!!
    Problema, a cui non mi hai risposto: Visto che è stato condannato da un giudice, Chi sei tu per dire che QUEL provvedimento ha meno valore di altri?
    Sono stato bravo a non ricamare?

  2. 2) In Francia non si può giudicare un contumace (altro pilastro del diritto romano, cfr. Italo Mereu, “Storia dell’intolleranza in Europa”). Di conseguenza, non si estradano persone condannate in contumacia che nel loro Paese non abbiano diritto al rifacimento del processo.

    Questo passaggio é surreale.

    Sicché il Battisti scappa in Francia, viene giudicato in “contumacia” perché latitante (é in Francia) ma i Francesi non riconoscono il processo perché l’imputato deve essere presente ( che però é in Francia giusto per sottrarsi al processo).

    Neanche Kafka si sognerebbe di imbastire una simile assurdità.

    Bebe

  3. E invece non è per niente un’assurdità. Innanzitutto, la contumacia non è un’aggravante e perfino Hobbes, teorico dello stato assoluto, riconosceva all’imputato il diritto alla fuga. Poi, se non fosse esistita la dottrina Mitterrand, i francesi non lo avrebbero estradato lo stesso, perché in Italia non ha diritto a un nuovo processo. Terzo, volevo vedere te se eri in un carcere speciale e ti si presentava l’occasione di evadere, se facevi il cittadino ligio o tagliavi la corda. Quarto, non era scappato in Francia, ma in Messico e in Nicaragua, e in Francia c’è arrivato solo nel 1990.

  4. la dottrina mitterand escludeva i fatti di sangue.
    Suo diritto fuggire, dovere dello stato tentare di riacchiapparlo

  5. Per gli amici francesi che in nome del diritto difendono Battisti e per coloro che dicono che in Italia le leggi sono calpestate (la disciplina della condanna in contumacia è ben più complessa di quella che viene citata per il caso Battisti) guardate un pò come tratta la condanna in contumacia la Francia…

    In tale sistema occorre preliminarmente distinguere due categorie di delitti: délits e crimes. Per i délits, di minore gravità, la sentenza può essere pronunziata in contumacia (par defàut), ma essa, caratterizzata da effetti processuali estremamente limitati[8], diviene esecutiva soltanto dopo la sua notifica all’imputato e sempre che questi non vi faccia opposizione nei termini prescritti.

    Tale opposizione, che non richiede formalità di sorta, produce un effetto estintivo assoluto, la sentenza si considera tamquam non esset, il giudizio regredisce alla fase anteriore e viene condotto alla cognizione dello stesso organo giudicante (peraltro, l’assolutezza di tale effetto rescindente è tale da consentire anche una eventuale reformatio in pejus).

    In pratica, viene pienamente accolto il principio secondo cui nessuno può essere condannato senza essere stato ascoltato dal Giudice ed il contumace ha diritto a far valere le proprie ragioni prima che il processo venga definito. Tale principio si sposa logicamente con l’altro, secondo cui l’imputato, regolarmente citato o che comunque abbia avuto effettiva conoscenza del processo, ha l’obbligo (coercibile) di comparire.

    Tuttavia, in taluni casi il contraddittorio si ritiene validamente garantito attraverso una fictio juris che assimila il processo a quello in presenza e rende inoperante il meccanismo dell’opposizione (restituendo piena efficacia all’ordinario sistema delle impugnazioni).

    Così, per taluni reati minori (puniti con sola pena pecuniaria o con pena detentiva inferiore a due anni) l’imputato può chiedere, con comunicazione scritta, di essere giudicato in sua assenza. Se il Giudice vi acconsente, l’imputato sarà rappresentato dal difensore, ma, occorrendo, potrà sempre essere ordinata la sua comparizione.

    Tale meccanismo può essere applicato, indipendentemente dal limite di pena, quando debbano essere affrontate questioni non relative al merito dell’azione punitiva (ad esempio, mere richieste di rinvio o questioni sottese alla pretesa risarcitoria della parte civile). In tal caso, il Giudice che abbia assentito perde il potere di ordinare la comparizione successiva dell’imputato per l’incombente.

    Infine, l’imputato che versi in gravi condizioni di salute può sempre essere ascoltato, al proprio domicilio, da un Giudice appositamente delegato se lo impongano ragioni di speditezza nella trattazione del processo.

    Per i reati più gravi, crimes, condotti alla cognizione delle Corti d’Assise, è previsto un procedimento per contumacia (par contumace) che presenta forti legami con le radici storiche più risalenti dell’istituto, ma è altresì assistito da una forte clausola di salvaguardia dell’imputato, affine a quella sopra esaminata.

    E’ considerato contumace l’imputato che non soltanto si mantiene fisicamente assente dal dibattimento, ma si trova in condizioni di aperta “ribellione” alla legge, essendosi sottratto all’esecuzione di un ordine di comparizione, notificatogli per due volte, personalmente o con sistemi atti a garantirne la legale scienza (affissioni al domicilio ed alla casa comunale seguite da forme di pubblicità su organi di stampa).

    L’ordinanza che dichiara la contumacia è fonte di forti penalità (sequestro dei beni, sospensione dei diritti civili, forme di incapacità relative all’esercizio di azioni giudiziarie a tutela di propri diritti); ma da un punto di vista strettamente processuale è ancor più interessante notare che il processo che ne consegue innanzi all’Assise presenta connotati di estrema sommarietà (manca la Giuria popolare) e cartolarità (è un giudizio allo stato degli atti, senza audizione di testimoni) ed addirittura il contumace non ha diritto ad essere assistito da un difensore (mentre è ammesso che i prossimi congiunti ne rappresentino le giustificazioni per la perdurante incapacità a comparire).

    Tuttavia, la sentenza pronunciata è sottoposta ad una condizione risolutiva, rappresentata dalla presentazione (o cattura) del condannato nel termine di prescrizione della pena (ordinariamente ventennale). Il verificarsi di questa circostanza, nota come purgazione della contumacia, determina l’annullamento retroattivo della sentenza e la regressione del giudizio allo status quo ante, con pienezza di garanzie procedurali a difesa dell’imputato (la Corte riassume la composizione ordinaria).

    Si comprende perfettamente, che la condanna par contumace, ha una efficacia prettamente simbolica (che richiama alla memoria la “condanna in effigie” medioevale), correlata anche alla possibilità che le si dia pubblicità con mezzi di affissione e pubblicazione a stampa. La pena principale è di fatto ineseguibile, mentre mantengono vigore le eventuali pene accessorie, come pure le deminutiones discendenti dalla declaratoria di contumacia.

  6. però, sti francesi non sono messi molto meglio di noi

    FACCIO UNA DOMANDA AL CAVILLOSO BATTISTI CHE PERALTRO NON CONOSCE LA BEN PEGGIORE LEGISLAZIONE FRANCESE IN MERITO ALLA CONDANNA IN CONTUMACIA. SE L’ITALIA INTRODUCESSE UNA NORMA CHE CONSENTISSE LA REVISIONE AUTOMATICA DEL SUO PROCESSO SAREBBE D’ACCORDO SULLA ESTRADIZIONE?

    “Si è potuto rilevare, per quanto sommariamente, che l’ordinamento italiano non appresta una clausola di salvaguardia che consenta la “purgazione della contumacia” e la celebrazione di un nuovo giudizio, nel corso del quale l’imputato possa essere audito, argomentando personalmente le proprie difese innanzi al Giudice o conferendo con il proprio difensore di fiducia.

    Ciò è fonte di conseguenze sfavorevoli nelle relazioni con altri Stati, nonostante che per, altre parti ed istituti, il nostro sistema sia estremamente garantista dei diritti dell’imputato, certamente più di quanto non lo sia, per esempio, il modello francese della condanna par contumace[25], peraltro generalmente bene accetto a livello di relazioni internazionali.

    Proprio per questo, la necessità di munirsi di rimedi normativi atti a garantire l’imputato dalle violazioni del diritto ad un giusto processo (anche dopo l’irrevocabilità della sentenza) non è più rinviabile. Molti Stati appartenenti al Consiglio d’Europa si sono trovati nella medesima necessità a seguito di pronunce della Corte europea e vi hanno provveduto, introducendo forme di revisione automatica del processo.

  7. x gig e vincenzo: ma non lo vedete che vi smentite da soli, grazie alle cose che voi stessi pubblicate? Il processo “par defaut” non c’entra nulla col caso di Battisti quindi citarlo non serviva a niente se non a confondere le acque gettando nel paiolo tutto quello che si riusciva a ramazzare. Invece la condanna “par contumace” (quella di cui si sta parlando da quando Battisti è stato arrestato), nella procedura penale francese è retroattivamente annullata e il processo ritorna allo “status quo ante” se il contumace si ripresenta nei limiti della prescrizione. Solo le pene accessorie (es. pignoramento dei beni etc.) rimangono. C’è scritto proprio nel testo citato da Gig (che evidentemente lo ha copiato e incollato senza averlo letto) che la condanna “par contumace” ha un valore più simbolico che altro (come la vecchia condanna “in effigie”). Se invece di affannarvi a trovare pezze d’appoggio, finendo per darvi zappate sui piedi, dedicaste qualche minuto in più a conoscere le posizioni altrui, forse ci fareste miglior figura.

  8. x Bibo. La Dottrina Mitterrand consisteva anche nell’esaminare i documenti forniti dall’Italia. Siccome Battisti è stato condannato per “reati di sangue” soltanto in base a testimonianze contraddittorie via via “aggiustate” dagli inquirenti, e a deposizioni di pentiti ancor più contraddittorie, si decise di dargli asilo.
    Poi, certo, lo Stato italiano chiede l’estradizione, è normale. Ciò che non è normale è la vergognosa guerra psicologica che i media e il politicume italiani stanno muovendo contro i francesi, con argomenti inventati di sana pianta (es. che Battisti sparò a Torregiani e a suo figlio, quando questa cosa non c’è nemmeno nella sentenza di condanna! E va ricordato che dei due figli di Torregiani una, senza nemmeno volerlo guardare in faccia in aula, identificò Battisti anche se secondo la stessa accusa in quel momento Battisti era a Mestre, l’altro figlio escluse che Battisti ci fosse. Secondo i pentiti era in entrambe le città allo stesso momento. Alla fine il tribunale fece “la media”, dicendo che Battisti era l’esecutore del delitto di Mestre e l’ideatore di quello di Milano. Siccome nel vecchio codice di procedura penale non c’era il cosiddetto “incidente probatorio”, se la cavarono con questa cazzata. Oggi un processo in cui il testimone “riconosce” l’imputato anche se si rifiuta di guardarlo sarebbe annullato.

  9. …è vergognoso che un assassino, vigliacco, schifoso…sia libero e protetto dalla francia…sono furibonda x questa ingiustizia….dovete vergognarvi tutti voi che state dalla sua parte. Spero che almeno ci sia una giustizia divina e che quello schifoso assassino vigliacco muoia di un malattia orribbile che lo faccia agonizzare tra mille tormenti fino all’ultimo respiro. CESARE BATTISTI sporco assassino spero che tu muoia.

  10. Condivido perfettamente il pensiero di Laura che mi ha solo anticipato.
    Voglio anche aggiungere che mi piacerebbe boicottare la Francia per questo assurdo comportamento di protezione nei confronti di ambigui personaggi che adesso vengono dipinti come scrittori o intellettuali ma che sono e resteranno sempre e solo degli sporchi assassini.
    BOICOTTIAMO LA FRANCIA E I SUOI PRODOTTI!

  11. x Laura e Mauro. Mi fanno solo compassione quelli come voi che tirano avanti a certezze fondate sulla più totale ignoranza e sulla paura di informarsi. Voi credete pure al linciaggio mediatico di questi giorni, noialtri che “dovremmo vergognarci” continueremo a volerci informare direttamente, senza essere imboccati.

  12. Io se potessi userei la Cirami sul legittimo sospetto e lo farei processare in Texas così per quei quattro omicidi gli darebbero la pena di morte.

  13. Qui sopra non c’è speranza. Mi arrendo. Spero solo che un giorno capiti anche a voi di finire nel tritatutto giudiziario, e poi in galera, ma che a differenza di Battisti non riusciate a evadere. Ciao.

  14. bravo arrenditi, confessa, che se fai il bravo ti mettiamo in cella con battisti così vi fate compagnia…magari poi scrivete un libro a 4 mani e lo fate recensire a Genna

  15. ma Cesare Battisti è parente di Lucio?

    e tu celai la compilescion di sanremo?

  16. da carmillaonline.com

    Questo articolo dovrebbe apparire nei prossimi giorni, in versione riassunta, sul quotidiano francese L’Humanité. Ne proponiamo ai nostri lettori la versione integrale. La destinazione fa capire perché siano ripetuti taluni argomenti già trattati in questo sito.

    COME FABBRICARE UN MOSTRO: CESARE BATTISTI E I MEDIA ITALIANI

    di Valerio Evangelisti

    “Quell’imbecille! Quell’imbecille!” Così si esprimeva l’onorevole socialista Ottaviano Del Turco, giovedì 11 marzo, durante una trasmissione di Rete 4 intitolata “Zona Rossa”. Su uno schermo sfilavano le immagini di Cesare Battisti che usciva di prigione. Poco prima, l’ex magistrato Ferdinando Imposimato si era rivolto al pubblico, tutto fiero: “Noi non leggiamo i romanzi di quel signore, non è vero?” Spettatori fin lì passivi avevano applaudito, entusiasti.

    Ciò dà un’idea del clima di linciaggio che i media hanno alimentato in Italia dopo che Cesare Battisti ha ottenuto la libertà provvisoria. Ci sono trasmissioni contro di lui due o tre volte al giorno, su tutti i canali televisivi e radiofonici. Gli uomini politici, dall’estrema destra ai partiti di centro-sinistra, dall’ex fascista Fini all’ex comunista D’Alema, sono uniti da un crescendo di accuse contro Battisti e dalla domanda che sia estradato e rinchiuso per sempre in un penitenziario. Si parla di una “Italia intera” che si rivolta, come se un sistema dei media asservito a un sistema politico a maggioranza ultrareazionaria, e un’opposizione debole e spesso complice, potessero davvero rappresentare la società italiana nella sua complessità.
    Bisogna capire bene questo punto. L’Italia è il paese in cui una ex presidente della Camera dei Deputati, Irene Pivetti, divenuta soubrette, presenta oggi un varietà televisivo sulla chirurgia estetica. In cui l’ex sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi faceva pubblicità a una marca di caffè mentre era ancora nel pieno esercizio delle sue funzioni.
    E l’Italia è anche il paese in cui una parte degli ex comunisti, i DS, dopo avere approvato tutte le guerre “umanitarie”, “preventive”, “democratiche” ecc., rifiutano di votare contro il finanziamento della presunta “missione di pace” in Iraq voluta da Berlusconi; in cui è quasi impossibile scoprire differenze tra il programma economico della maggioranza di destra e l’opposizione di centro-sinistra, imperniati come sono entrambi sulla “flessibilità” (vale a dire la precarietà del lavoro) quale sistema per uscire dalla crisi; in cui Massimo D’Alema, quando era capo del governo, si macchiava di vergogna riconsegnando alla Turchia il leader curdo Ochalan, rifugiato in Italia. D’altronde, tra questo gesto e la richiesta di estradizione di Battisti, esiste, a ben vedere, una sinistra coerenza?
    Ma, al di là del mondo politico, sono soprattutto i grandi quotidiani (salvo Il manifesto e Liberazione) che si sono incaricati di modellare l’opinione pubblica e di fare di Cesare Battisti un mostro, nell’intento poco nascosto di influenzare la stampa francese, dunque il pubblico, dunque i magistrati di Parigi?
    Qui bisogna distinguere tra i quotidiani italiani popolari e quelli che godono di una certa reputazione, benché il fine ultimo sia lo stesso.
    Tra i primi, vi sono per esempio tra giornali appartenenti allo stesso gruppo editoriale: Il Resto del Carlino (Bologna), La Nazione (Firenze), Il Piccolo (Trieste). Sono usciti, sabato 6 marzo, recando sulla prima pagina, una foto di Cesare Battisti che faceva una smorfia orrenda, e il titolo, enorme, “Non è un martire, è un assassino”. Il contenuto era altrettanto volgare. Soprattutto si erano andati a pescare intellettuali francesi favorevoli all’estradizione ? nel nostro caso Max Gallo e André Bercoff, direttore di France Soir. Poco imbarazzati, si sarebbe detto, di figurare tra titoli che grondavano odio.
    Altro tratto comune ai media popolari ? quotidiani di basso livello, televisione pubblica o privata (in realtà non ce n’è che una, in Italia), radio ? è, oltre al linguaggio esacerbato, la continua esibizione di “vittime di Battisti”, vere o presunte. Abbiamo visto ormai infinite volte in televisione il figlio paraplegico del gioielliere Pier Luigi Torregiani o il figlio del macellaio Sabbadin, uccisi dai PAC ? Proletari Armati per il Comunismo, il gruppo di Battisti ? lo stesso giorno (16 febbraio 1979) con mezz’ora di intervallo, l’uno a Milano e l’altro presso Venezia.
    Eppure, se c’è qualcosa di certo nella vicenda giudiziaria di Cesare Battisti, è che egli non eseguì questi omicidi, in nessuno dei due casi. Il suo principale accusatore, Pietro Mutti ? che, divenuto un pentito solo dopo l’evasione di Battisti, faceva parte di un’altra organizzazione (Prima Linea) e rilasciò confessioni quanto meno dubbie (secondo lui, le Brigate Rosse sarebbero state armate dai Palestinesi, ma la cosiddetta “inchiesta veneta” non approdò a nulla) ? negò sempre la partecipazione diretta di Battisti all’attentato Torregiani, mentre i magistrati gli attribuirono solo un ruolo di copertura per l’omicidio Sabbadin (simultaneo all’altro). Battisti avrebbe partecipato alla loro organizzazione in quanto membro dei PAC. Il pentito Mutti, d’altra parte, riferiva voci raccolte nell’ambiente. Altri personaggi da lui accusati vennero poi assolti con formula piena.

    D’altra parte, il caso Torregiani illustra bene il funzionamento della giustizia italiana, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Torregiani uccise con un amico, armato come lui, uno dei due rapinatori che avevano assalito il ristorante in cui cenava, il 22 gennaio 1979. Un cliente innocente morì nella sparatoria. Meno di un mese dopo, Torregiani fu ucciso a sua volta, davanti alla gioielleria di cui era proprietario. Per errore colpì il proprio figlio, che rimase invalido (buona parte della stampa italiana continua a ripetere che il ragazzo fu ferito da Battisti in persona).
    Durante l’istruttoria, rivolta contro un collettivo autonomo di quartiere, vi fu una quantità di confessioni “spontanee”, di cui alcune totalmente assurde. Tredici “rei confessi” denunciarono in seguito di essere stati selvaggiamente percossi e torturati dalla polizia. I magistrati, come è tradizione (nessun poliziotto che abbia ucciso o torturato dei “contestatori” è mai finito in prigione, in Italia; e il caso di Carlo Giuliani è sotto gli occhi del mondo intero), archiviarono tutte le denunce. Fu la prima volta che Amnesty International si pronunciò contro un paese occidentale ? l’Italia ? per ricorso alla tortura.
    Il resto del processo ? fondato inizialmente sulle confessioni di un giovane vittima di gravi turbe psichiche, che in seguito ritrattò senza che se ne tenesse conto, di una ragazzina di quindici anni handicappata mentale, ecc. ? brancolò nel buio fino alla comparsa, in una seconda fase, del “pentito” di turno.
    Tutto ciò è ben descritto nel libro di Laura Grimaldi Processo all’istruttoria (ed. Milano Libri, 1981), che fa ben comprendere come funzionasse la giustizia italiana durante gli “anni di piombo”. Il figlio di Laura Grimaldi fu a sua volta accusato di avere ucciso Torregiani. Tra le prove, il rinvenimento a casa sua del disegno di un uomo con un fucile in una mano e una bomba nell’altra. Peccato che questo disegno non fosse opera del giovane, come fu affermato. Era stato eseguito nel 1944 da un partigiano iugoslavo, e figurava sulle mostrine dell’esercito della Jugoslavia.
    Gli anni ’70 e i primi anni ’80 in Italia erano d’altronde quelli in cui si arrestava un povero diavolo per aver disegnato, sul tovagliolino di carta di una pizzeria, una stella simile a quella delle Brigate Rosse; in cui si gettava in prigione una venditrice ambulante ottantenne (?Nonna Mao”) quale complice dei terroristi. In cui Toni Negri e una dozzina di docenti universitari venivano imprigionati, il 7 aprile 1979, come “capi delle BR”, salvo poi riconoscere che non era vero e modificare il capo d’imputazione per mantenerli ugualmente in prigione o in esilio; in cui si esaminavano, sezione per sezione, le schede elettorali per vedere se qualcuno vi aveva tracciato slogan o disegni sovversivi; ecc.
    E’ chiaro che la stampa e i media popolari non hanno alcun interesse a frugare in questo passato non precisamente pulito. A loro basta avere trovato il “mostro” a cui attribuire tutti i delitti possibili, trascurando le altre confessioni poco utili del suo “pentito” personale; basta, senza sapere nulla del processo, esporre alle lacrime del pubblico i figli delle sue “vittime” ? più probabilmente vittime di una procedura giudiziaria viziata, senza confronto reale con l’accusato, giudicato in contumacia (e privato del diritto a un nuovo processo se arrestato, che l’Italia, sola eccezione in Europa, ancora non prevede).
    Veniamo ora alla “grande stampa” italiana, quella che conta: La Stampa, La Repubblica, Il Correre della Sera, più alcuni settimanali. In questo caso, è evidente un proposito di più largo respiro: parlare ai confratelli “intellettuali” francesi e farli ricredere. Cominciamo con Barbara Spinelli, corrispondente molto rispettata da Parigi de La Stampa. Il suo articolo (7 marzo 2004) si intitola “Cari amici francesi, su Battisti sbagliate. Non lui, ma altri, sono le vittime degli anni di piombo”. E’ stato tradotto su Le Monde del 13 marzo.
    Barbara Spinelli accusa gli intellettuali che hanno firmato le petizioni pro Battisti di ignoranza: per via della loro propensione all’ospitalità e della loro simpatia per i ribelli, si sarebbero fatti ingannare. La ricostruzione degli “anni di piombo” in Italia a cui credono sarebbe quella dei rifugiati, e non avrebbe nulla a che vedere con la verità. Battisti sarebbe stato il “capo” dei PAC e, senza eseguirli personalmente (in ciò Barbara Spinelli è più cauta della maggioranza della stampa italiana), avrebbe “ordinato” gli assassinii di Torregiani e Sabbadin.
    Gli intellettuali francesi, nobili nella loro difesa di Dreyfus e di Solzenicyn, non dovrebbero lasciarsi ingannare dal fatto che Battisti sia uno dei loro, “uno di Gallimard”. Dovrebbero informarsi meglio: Alberto Toscano, corrispondente da Parigi di Panorama, ha gia scoperto che il direttore de La Marianne non sa nulla dei delitti concreti attribuiti a Battisti. Se gli intellettuali francesi avessero visto in tv, come Barbara Spinelli, il povero figlio di Torregiani sulla sua carrozzella da invalido, avrebbero capito meglio da che parte stia la giustizia?
    Ecco un esempio di disinformazione intelligente. Vediamo dunque gli elementi che avvicinano Barbara Spinelli ai suoi colleghi “di rango”:
    – Si ignora, o si finge di ignorare, che il rifiuto di estradare Battisti poggia su principi che non hanno nulla a che fare con la sua presunta colpevolezza. Le questioni in gioco, in Francia, sono la possibilità che una stessa Corte si pronunci nuovamente su materia già giudicata, che uno Stato sottragga di colpo a un rifugiato il diritto d’asilo che aveva concesso per tredici anni, che accetti che un prigioniero sia consegnato alla “giustizia” di un paese che mantiene procedure tipiche dell’Inquisizione, come la condanna in contumacia senza ripetizione del processo in caso di cattura, o come l’abiura del prigioniero quale via per la libertà, affidando all’autorità l’esame della sua coscienza individuale.

    – Si ignora praticamente tutto del caso giudiziario di cui si tratta. Nessuno ha accusato Battisti di essere “il capo” dei PAC, salvo una parte della stampa italiana più volgare, innamorata dei titoloni. Ancora oggi, Battisti è tutto salvo che un ideologo (lo si nota anche dall’impaccio di certe sue dichiarazioni). Se lo si accusa di qualche cosa, è di avere “partecipato” (così si legge nella richiesta originale di estradizione) a due dei quattro assassinii che gli sono attribuiti, nonché a una sessantina tra rapine e aggressioni che gli sono addebitate per avere fatto parte dell’organizzazione (60 persone) che le rivendicò. Le altre due accuse di omicidio eseguito direttamente provengono dal “pentito” di cui ho già parlato.
    Prima di scrivere una sola riga bisognerebbe sapere queste cose, se si ha il senso dell’onore, e non accusare i propri colleghi francesi (più interessati ai principi in gioco che ai dettagli) di un’ignoranza che si condivide. D’altra parte, il “metodo Spinelli” è comune alla maggior parte degli editorialisti della stampa italiana e dei conduttori di talk-show. Così Mario Pirani, ex comunista ed ex dirigente dell’ENI di Enrico Mattei, fa su La Repubblica del 4 marzo un ritratto di Battisti totalmente campato in aria: “ex brigatista rosso”, “riparato in Nicaragua” subito dopo l’evasione, convertitosi in scrittore solo perché ciò poteva garantirgli una vita “confortevole e sicura” in mezzo agli intellettuali del Quartiere Latino (mentre Battisti creò la propria rivista letteraria Via Libre quando si trovava in Messico), ecc. E’ evidente che Pirani non sa nulla di Battisti. Si pronuncia sul destino di un uomo senza essersi nemmeno preso la briga di informarsi.
    Stessa cosa per Alberto Toscano, uno dei riferimenti di Barbara Spinelli (anche, supponiamo, per ciò che riguarda il supposto “partito di Gallimard”: Toscano scrisse infatti che tutti i romanzi di Battisti erano usciti presso Gallimard, mentre ciò è vero solo per i primi tre, su una dozzina. Vabbe’, bazzecole).
    Ebbene Toscano, sul settimanale Panorama, subito dopo avere accusato Philippe Cohén, de La Marianne, di non sapere di cosa stesse parlando, descrive in dettaglio, fidandosi di una “fonte qualificatissima del ministero della Giustizia”, il modo in cui Battisti avrebbe personalmente “finito con gelido sadismo” il macellaio Lino Sabbadin, mentre questi giaceva ferito al suolo.
    Abbiamo visto che Battisti non è stato accusato di avere eseguito materialmente questo crimine (attribuito a un altro imputato, di cui riporto le sole iniziali: D.G.). Dunque quello di Toscano non è nemmeno più del giornalismo. E’ violenza allo stato puro, contro qualcuno che si sa impotente a reagire per via giudiziaria, con una querela per diffamazione. E’ la fabbricazione deliberata e paziente di un mostro, fino a darne un’immagine che permetta di schiacciarlo contro il muro. E’ il “gelido sadismo” che si vuole attribuire a Battisti. Non più il “metodo Spinelli”, ma il più generale “metodo italiano” di questi giorni.
    Termino col peggio, che ci viene da un altro corrispondente de La Stampa da Parigi, Cesare Martinetti. Costui traduce per il pubblico italiano una frase apparsa sul quotidiano L’Humanité, di questo tenore:
    Cesare Battisti a été condamné en 1987 par la justice d’exception ? un tribunal militaire ?, réservée aux procès des militants de l?ultra gauche.
    La frase tra lineette ? “un tribunale militare” ? è dei giudici francesi che per primi respinsero la richiesta di estradizione di Cesare Battisti. Quanto al fatto che una legislazione d’emergenza sia stata applicata ai militanti italiani di estrema sinistra, nessuno oserebbe negarlo (a parte alcuni magistrati ed ex magistrati italiani a suo tempo coinvolti in pesanti distorsioni del diritto, e che oggi sembrano ammettere tra le righe che stavano in qualche modo “vendicando” il loro collega Alessandrini).
    Ma ecco come il pubblico italiano ha potuto leggere la frase de L’Humanité, nella traduzione di Martinetti:
    ?Battisti è stato condannato nel 1987 da un giudice speciale di un tribunale militare riservato ai processi dei militanti dell’estrema sinistra.”
    Dubito che Martinetti, corrispondente da Parigi di uno dei principali quotidiani italiani, ignori la differenza tra “réservé” (l’oggetto sarebbe il tribunale militare) e “réservée” (l’oggetto è la legislazione d’emergenza). Eppure questa traduzione è passata di quotidiano in quotidiano, di settimanale in settimanale, fino a divenire la prova della cattiva conoscenza che non solo L’Humanité, ma più in generale gli intellettuali francesi che hanno firmato l’appello contro l’estradizione, i cittadini solidali con Battisti ? per farla breve, buona parte della Francia ? avrebbero dell’Italia degli “anni di piombo”, percepita come simile al Cile di Pinochet.
    Tutto fa brodo, dunque ? dalla pura menzogna alla traduzione “adattata” astutamente, dal “metodo Spinelli” alla scelta delle foto più idonee ? perché il “mostro” Battisti e i suoi libri cessino di essere testimonianza di ciò che si vuole nascondere: l’adozione in Italia di “leggi d’emergenza” in gran parte ancora operanti, che hanno permesso centinaia di processi-farsa, migliaia di arresti senza prova e il massacro sommario di tutta una generazione di ribelli.

    Pubblicato Marzo 16, 2004 07:16 AM | TrackBack

  17. non è vero che battisti è stato messo in prima pagina con un ghigno da mostro. Purtroppo per lui è brutto e i giornali non sono riusciti a renderlo presentabile per i giornali

  18. non è vero che battisti è stato messo in prima pagina con un ghigno da mostro. Purtroppo per lui è brutto e i giornali non sono riusciti a renderlo presentabile

  19. Per Franco.

    La situazione Kafkiana la imputo ai Francesi.

    E’ riuscito a fuggire? buon per lui.
    Quisi stà parlando che i francesi non accettano il processo in contumacia.

    Va da sé che ogni delinquente braccato che varchi la frontiera ha l’impunità di default.
    Se fugge in Francia meglio ancora.

    O vale solo per i crimini politici e solamente quelli commessi dai compagni che sbagliano?.

    Ti ricordo che se vogliamo scendere alla questione politica pure i gerarchi del Terzo Raik agivano per ideologia politica e pure nei gulag russi.
    Si può sapere perché gli cercano ancora in ogni dove?.

    Ciò che vale per Battisti vale anche per Kappler, non credi?.

    Bebe

  20. Certo che vi attaccate proprio a ogni puttanata, ogni pseudo-ragionamento sbilenco… Battisti non ha fatto né più nè meno che ripetere un concetto classico, che si trova nei surrealisti, in Cèline, un po’ dappertutto, e lo ribadiva anche Foucault in “Microfisica del potere”:

    “Di una società senza delinquenza si è sognato alla fine del XVIII secolo. E poi, dopo, pff. La delinquenza era troppo utile perché si potesse sognare qualcosa di così stolto ed in fondo di così pericoloso come una società senza delinquenza. Senza delinquenza non c’è polizia, Che cosa rende sopportabile alla popolazione la presenza ed il controllo poliziesco se non la paura del delinquente? Quest’istituzione così recente e così pesante della polizia non si giustifica che per questo. Se accettiamo in mezzo a noi questa gente in uniforme, armata, mentre noi non abbiamo il diritto di esserlo, che ci chiede i documenti, che si aggira dinanzi alle nostre porte, come sarebbe possibile se non vi fossero i delinquenti? E se non ci fossero tutti i giorni nei giornali degli articoli in cui ci si racconta quanto numerosi e pericolosi siano i delinquenti? (Michel Foucault, Microfisica del potere, Einaudi, Torino 1977)

  21. Non è che i francesi non accettino il processo in contumacia, che esiste anche da loro. Non accettano che le condanne comminate a un contumace siano definitive. Per questo non estradarono Battisti nel ’91. Ma nessuno commenta quanto ricordato da Evangelisti, su come fu condotta l’istruttoria del caso Torreggiani e su come furono usati i pentiti? O fate polemica solo sulle cose che non vi guastano l’opinione che vi siete fatti guardano “Zona rossa”, “8 e 1/2” e il Tg4?

  22. per Oscar.

    Ma i delinquenti esistono o é una invenzione del potere.

    Sicché, stando al famigerato “cui prodest” il delinquente é funzionale alla polizia e allo stato.

    Viva i delinquenti.

    In una società perfetta si deve abolire il termine delinquente, si elimina la polizia e ci si dota tutti della “livellatrice” altrimenti detta Colt 45.

    Bebe

  23. x Bebe. E’ un vecchio dibattito della criminologia e della filosofia politica, mi pare strano che tu lo scopri soltanto adesso, dato che va avanti da secoli. La questione è semplice: l’ossessione per la “legge e ordine” non è deterrente, anzi, è criminogena. Ad esempio gli USA sono la società in cui la polizia è più armata, di conseguenza i criminali si armano di più. Come seconda conseguenza, aumenta l’ossessione securitaria e anche i cittadini si armano di più. Come terza conseguenza, la polizia è costretta ad alzare il livello della repressione per far vedere che è lei a detenere il monopolio della violenza giusta. Così si ritorna al punto di partenza, ma a un livello superiore: la polizia è più violenta e si arma di più, così i criminali innalzano il livello, e spingono l’intera società a fare la stessa cosa. Nel Regno Unito, dove i poliziotti non girano armati, questa cosa non succede.
    La stessa cosa succede con le carceri: più le si riempie (con leggi repressive come la nuova sulle droghe etc.) più si mettono a contatto cittadini colpevoli di reati minori con criminali incalliti, quindi si produce nuovo crimine. Più aumenta il crimine, più si passano leggi repressive per riempire le carceri, e il circolo vizioso continua ad alimentarsi, mentre l’opinione pubblica più forcaiola (ad esempio, voialtri) non fa che lanciare il grido criminogeno “In galera! In galera!”, peggiorando il problema che credono di combattere. In tutto questo ci guadagnano davvero in pochi: i produttori di armi e di antifurti, le assicurazioni, le aziende che impiegano i detenuti, gli editori di giornali sensazionalistici.

  24. in effetti battisti ha ucciso perchè è stato provocato dalla polizia armata e le donne sono violentate perchè vanno in giro con le calze a rete.

  25. Interessante Gigi.

    Però non capisco.

    Posto che il furto e l’omicidio siano crimini, (sono crimini vero?) in che maniera la società si può difendere?.

    Per società intendo il cittadino, cioé la vittima dei suddetti crimini.

    Bebe

  26. Guarda, Bebe, che esistono paesi dove c’è meno ossessione securitaria, meno violenza poliziesca, più garanzie che la lotta al crimine non violi i diritti civili dei cittadini etc. Non lo dico per idealizzarli, che hanno i loro problemi anche loro: lo dico perché non va bene guardarsi sempre l’ombelico. Vorrei ricordarti la statistica sul numero di omicidi per ciascuna nazione che è uno dei momenti migliori di “Bowling for Columbine”. Vorrei ricordarti che in Gran Bretagna i poliziotti non girano armati, c’è l’habeas corpus, non hanno neanche la carta d’identità! E non hanno certo più crimine di noialtri. Una cosa è la lotta al crimine (che è sacrosanta, anche se spesso lotta contro gli effetti invece che contro le cause), un’altra è l’ossessione per la sicurezza, che è più una psicosi che un bisogno. In questo paese l’apice della domanda di sicurezza e di paura della criminalità c’è stato nel triennio 1998-2000. Eppure sono stati i tre anni con meno omicidi e rapine a mano armata da parecchio tempo a questa parte…
    Quanto all’altro, Gino: scusami tanto, ma paragonare un poliziotto armato fino ai denti a una donna vittima di stupro è fuori luogo e insultante per la seconda.

  27. Stanno rasentando l’assurdità. O la giustizia vale per tutti oppure per nessuno. Anche Priebke ha scritto un libro, il suo reato è stato commesso ancora da più anni ed allora perchè è detenuto? In realtà un’intellighentia settaria e dotata di una buona dose di razzismo culturale crede ancora di godere di più diritti del resto del mondo. Per conto mio Battisti se ne deve andare in carcere per il resto della sua vita.

  28. complimenti a Tino, che viene qui sopra senza aver letto niente del dibattito e senza sapere e niente, e ci sputazza la sua minchiatella. Avere scritto libri non c’entra un cazzo, e neanche gli anni passati c’entrano niente, qui il problema è proprio il processo che Battisti ha subito, il problema sono le leggi speciali, l’emergenza… Ma che sto a ripetere quello che c’è già scritto? A beneficio di chi, poi? Di chi ha le fette di prosciutto sugli occhi e sulle recchie? Gente come te mi fa abbastanza cagare, siete di quelli che vedrei bene a linciare un nero nel Mississippi di qualche decennio fa.

  29. veramente è stato quel coglione di genna a tirar fuori la cazzata che siccome Battisti era uno scrittore doveva continuare a fare il portinaio a Parigi

  30. PERSONA CHE HA AFFRONTATO DI PETTO IL PASSATO?!?!?!?!?!
    Un bastardo assassino scappa dal paese perchè ha PAURA di essere condannato e ora diventa un uomo che ha affrontato di petto il passato?
    Fatelo tornare in Italia e poi ne parliamo…..
    questo sarebbe qualcosa che possa assomigliare ad affrontare di petto il passato.
    Se farete una petizione per farlo tornare in Italia fate un fischio.

  31. Io invece mi chiedevo: come mai in Francia la gente pensa che sia innocente? qualche settimana fa in Francia ho chiesto in giro cosa ne pensavano e volete sapere la risposta? :”ma erano tempi difficili”! Lascio a voi i commenti.

  32. Io invece mi chiedevo: come mai in Francia la gente pensa che sia innocente? qualche settimana fa in Francia ho chiesto in giro cosa ne pensavano e volete sapere la risposta? :”ma erano tempi difficili”! Lascio a voi i commenti.

  33. Io invece mi chiedevo: come mai in Francia la gente pensa che sia innocente? qualche settimana fa in Francia ho chiesto in giro cosa ne pensavano e volete sapere la risposta? :”ma erano tempi difficili”! Lascio a voi i commenti.

  34. Io invece mi chiedevo: come mai in Francia la gente pensa che sia innocente? qualche settimana fa in Francia ho chiesto in giro cosa ne pensavano e volete sapere la risposta? :”ma erano tempi difficili”! Lascio a voi i commenti.

  35. erano tempi difficili soprattutto per torreggiani, santoro, campagna e sabbadin

  36. colui che offende e sputa sentenze senza leggere è un verme e uno schiavo della società. Se sapete leggere, commentate; in caso contrario andate a zappare; leggendo tutto questo ho cambiato idea….Gigi tutto quello che dici è sacrosanto; per lo stesso motivo è stato inventato il terrorismo internazionale…al fine di creare i presupposti per un guerra di carattere continuativo…è cosi semplice il giochetto…
    cambiare idea qualche volta …..
    le argomentazioni di Gigi sono incontrovertibili….ha ammutolito tutti…!
    offendere è facile, vero vermi…?

  37. mi sembrava che anche gigi offendesse e pure mister x quando da del verme a chi non la pensa come lui.

  38. Guarda che in nessun modo è mia intenzione offendere chi la pensa diversamente da me! anzi! sarebbe una brutta cosa se tutti pensassimo allo stesso modo. Come si dice:il mondo è bello perchè è vario. Anche i veri e i falsi forcaioli e la gentaglia della sacra inquisizione devono avere il diritto di esprimersi. Tutti devono averlo.
    Mi sono invece limitato a cercare di offendere coloro che ripetono le cose per sentito dire come i pappagalli…che nemmeno provano a ragionare la dove è necessario e doveroso. Affrontare questo argomento senza pregiudizi è assolutamente importante. E ogni volta si ripresenta nel suo squallore la summa divisio della destra e della sinistra.
    Mi riferivo a coloro che offendono fuggendo dal ragionamento e dal confronto, valori questi che devono sempre essere stimolati e promossi.
    Ognuno di noi grazie alla esperienza personale può dire qualcosa di utile, qualcosa che possa far propendere la bilancia da una parte o dall’altra; inquanto ognuno di noi ha il diritto di possedere un proprio personale convincimento.
    E la bilancia a quanto pare propende dalla parte di Battisti per la principale se non unica motivazione: lo stato Italiano non fornisce la (sacrosanta) garanzia del rifacimento del processo
    penale nel caso in cui l’imputato risulti contumace.
    Tale è una garanzia per ognuno di noi, di coseguenza il discorso non è collegato solo al caso in questione. E’ una garanzia che non deve essere sottovalutata. E’ una garanzia che non appartiene al cittadino italiano ed è una cosa grave. Dobbiamo essere sempre gli ultimi della classe…siete contenti? Io per niente…perchè siamo tutti sulla stessa barca, quella della garanzia e della libertà; ed essa purtroppo sta affondando sempre piu velocemente.
    Ogni diritto riservato, mister X

  39. Guarda che in nessun modo è mia intenzione offendere chi la pensa diversamente da me! anzi! sarebbe una brutta cosa se tutti pensassimo allo stesso modo. Come si dice:il mondo è bello perchè è vario. Anche i veri e i falsi forcaioli e la gentaglia della sacra inquisizione devono avere il diritto di esprimersi. Tutti devono averlo.
    Mi sono invece limitato a cercare di offendere coloro che ripetono le cose per sentito dire come i pappagalli…che nemmeno provano a ragionare la dove è necessario e doveroso. Affrontare questo argomento senza pregiudizi è assolutamente importante. E ogni volta si ripresenta nel suo squallore la summa divisio della destra e della sinistra.
    Mi riferivo a coloro che offendono fuggendo dal ragionamento e dal confronto, valori questi che devono sempre essere stimolati e promossi.
    Ognuno di noi grazie alla esperienza personale può dire qualcosa di utile, qualcosa che possa far propendere la bilancia da una parte o dall’altra; inquanto ognuno di noi ha il diritto di possedere un proprio personale convincimento.
    E la bilancia a quanto pare propende dalla parte di Battisti per la principale se non unica motivazione: lo stato Italiano non fornisce la (sacrosanta) garanzia del rifacimento del processo
    penale nel caso in cui l’imputato risulti contumace.
    Tale è una garanzia per ognuno di noi, di coseguenza il discorso non è collegato solo al caso in questione. E’ una garanzia che non deve essere sottovalutata. E’ una garanzia che non appartiene al cittadino italiano ed è una cosa grave. Dobbiamo essere sempre gli ultimi della classe…siete contenti? Io per niente…perchè siamo tutti sulla stessa barca, quella della garanzia e della libertà; ed essa purtroppo sta affondando sempre piu velocemente.
    Ogni diritto riservato, mister X

  40. Guarda che in nessun modo è mia intenzione offendere chi la pensa diversamente da me! anzi! sarebbe una brutta cosa se tutti pensassimo allo stesso modo. Come si dice:il mondo è bello perchè è vario. Anche i veri e i falsi forcaioli e la gentaglia della sacra inquisizione devono avere il diritto di esprimersi. Tutti devono averlo.
    Mi sono invece limitato a cercare di offendere coloro che ripetono le cose per sentito dire come i pappagalli…che nemmeno provano a ragionare la dove è necessario e doveroso. Affrontare questo argomento senza pregiudizi è assolutamente importante. E ogni volta si ripresenta nel suo squallore la summa divisio della destra e della sinistra.
    Mi riferivo a coloro che offendono fuggendo dal ragionamento e dal confronto, valori questi che devono sempre essere stimolati e promossi.
    Ognuno di noi grazie alla esperienza personale può dire qualcosa di utile, qualcosa che possa far propendere la bilancia da una parte o dall’altra; inquanto ognuno di noi ha il diritto di possedere un proprio personale convincimento.
    E la bilancia a quanto pare propende dalla parte di Battisti per la principale se non unica motivazione: lo stato Italiano non fornisce la (sacrosanta) garanzia del rifacimento del processo
    penale nel caso in cui l’imputato risulti contumace.
    Tale è una garanzia per ognuno di noi, di coseguenza il discorso non è collegato solo al caso in questione. E’ una garanzia che non deve essere sottovalutata. E’ una garanzia che non appartiene al cittadino italiano ed è una cosa grave. Dobbiamo essere sempre gli ultimi della classe…siete contenti? Io per niente…perchè siamo tutti sulla stessa barca, quella della garanzia e della libertà; ed essa purtroppo sta affondando sempre piu velocemente.
    Ogni diritto riservato, mister X

  41. Guarda che in nessun modo è mia intenzione offendere chi la pensa diversamente da me! anzi! sarebbe una brutta cosa se tutti pensassimo allo stesso modo. Come si dice:il mondo è bello perchè è vario. Anche i veri e i falsi forcaioli e la gentaglia della sacra inquisizione devono avere il diritto di esprimersi. Tutti devono averlo.
    Mi sono invece limitato a cercare di offendere coloro che ripetono le cose per sentito dire come i pappagalli…che nemmeno provano a ragionare la dove è necessario e doveroso. Affrontare questo argomento senza pregiudizi è assolutamente importante. E ogni volta si ripresenta nel suo squallore la summa divisio della destra e della sinistra.
    Mi riferivo a coloro che offendono fuggendo dal ragionamento e dal confronto, valori questi che devono sempre essere stimolati e promossi.
    Ognuno di noi grazie alla esperienza personale può dire qualcosa di utile, qualcosa che possa far propendere la bilancia da una parte o dall’altra; inquanto ognuno di noi ha il diritto di possedere un proprio personale convincimento.
    E la bilancia a quanto pare propende dalla parte di Battisti per la principale se non unica motivazione: lo stato Italiano non fornisce la (sacrosanta) garanzia del rifacimento del processo
    penale nel caso in cui l’imputato risulti contumace.
    Tale è una garanzia per ognuno di noi, di coseguenza il discorso non è collegato solo al caso in questione. E’ una garanzia che non deve essere sottovalutata. E’ una garanzia che non appartiene al cittadino italiano ed è una cosa grave. Dobbiamo essere sempre gli ultimi della classe…siete contenti? Io per niente…perchè siamo tutti sulla stessa barca, quella della garanzia e della libertà; ed essa purtroppo sta affondando sempre piu velocemente.
    Ogni diritto riservato, mister X

  42. Caro Giuseppe,
    cosa ti sei fumato prima di scrivere quelle cazzate? Battisti è un assassino spregevole, punto.La vogliamo finire con la storia che gli uccisi dai terroristi di sinistra erano tutti Biechi, neri e cattivi e che quelli come battisti sono nobili esponenti della libertà che hanno sì ucciso, ma in fondo le vittime un po’ lo meritavano, eppoi questi compagni sono così bravi, scrivono così bene, è proprio un peccato sbatterli in galera; insomma, le pallottole di battisti non erano pallottole, ma pop corn, il sangue dei morti non era sangue, ma salsa di pomodoro (si può definire sangue solo il liquido che c’è nelle vene dei Compagni)
    Qui a Udine comosco il figlio di uno di questi demoni tolti di mezzo gistamente dall’eroico cesarino: suo padre veramente non era il presidente del Pinochet fans club, ma una pover’uomo che faceva la guardia carceraria in via Spalato, qua dietro. Ma questo non diciamolo, che potrebbe offuscare la figura del nostro coraggioso compagno (che scrive così bene).
    Caro Giuseppe, quello che hai scritto fa schifo, sono quelli come te che il peggior guaio della Sinistra, in cui anch’io mi riconosco, ma in un modo diverso dal tuo

  43. Forse i vari Adriano dovrebbero informarsi un poco sulla vicenda giudiziaria di Battisti, prima di scrivere col pennino intinto nella bile. Che cazzo di argomento sarebbe “io conosco il figlio di Tizio”, “mio cognato è andato a scuola con Caio”…? Un non-argomento, appunto.
    Informarsi.
    Per tale scopo esistono le FAQ su Battisti, sono qui:
    http://www.carmillaonline.com/archives/2004/05/000759.html#000759

  44. Grazie riccardo per aver citato questo sito internet. finalmente dopo varie e lunghe ricerche su internet ho una visione + chiara sull’argomento. E già, pare che la giustizia italiana si stia accanendo su un povero martire, una persona qualunque, su una delle tante persone che in quel periodo segnato dal terrorismo stava in casa a leggere il giornale mentre fuori si sparava. E’ davvero allucinante come ancora una volta la cultura di estrema sinistra cerchi di difendere una persona di per sè indifendibile. Fosse stato uno qualunque, che ha partecipato (attivamente visto che ne è stato accusato) a 4 omicidi, sarebbe già stato giustiziato e sarebbe in carcere da ben lungo tempo. Invece no, rifacendosi a quegli anni particolari, nascondendosi dietro alle motivazioni politiche-ideologiche, questa brava e onesta persona oltre ad essere libero (per fortuna ora non +) e svolgere pure una vita normale, gode pure di una sorta di esilio politico grazie a mitterand e viene per di più difeso a spada tratta. Non dimentichiamoci che è un assassino, e come tutti gli assassini non c’è ragione o motivazione politico-ideologica, sentimentale e quant’altro che lo giustifichi!!!!!!!!!!

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