Sto con Barbacetto e Brontolo: contemporaneamente, sono scuola Neri, io, mica roba da niente, veniamo dal terzismo sopraffino. Sto con Barbacetto perché Barbacetto sta ai documenti e, spesso, quei documenti è il caso di ricordarli. Siamo a un punto tale di imbottimento dei crani a mezzo feltro che, francamente, al di là delle erezioni mnemoniche, conviene ricordare. Io e Brontolo ricordiamo, ma mio papà no: è stato utile, grazie a Barbacetto.
Però si è che abbia ragione anche Brontolo: ci vuole roba fresca. Per esempio, servirebbe corroborare con testimonianze di viventi l’allucinante serata in pied-à-terre che Giorgio Strehler e un altro innominabile (la cosiddetta ‘fonte’) fecero in un lussuoso scannatoio milanese di proprietà del futuro De Cuius (intendo il più basso dei due De Cuius qui trattati). Egli discese da una scalinata in vestaglia barocca, invitando il regista in dolcevita nero e cabeza blanca a dare un occhio al volume posato sul Luigi XV: e quegli l’aprì e trattavasi di palese, succoso invito al meretricio. Dopodiché si diede fuoco alle polveri.
Ora, io so perfettamente che l’innominata fonte viene qui su Macchianera e legge di sottecchi tutto: formulo un invito al fine che parli, ci racconti dal vivo, con tinte veraci, il gustoso episodio di una Milano da bere – il cui verbo viene declinato qui secondo la graziosa semantica delle pornodive, quelle che ‘bevono tutto’.
Ma prima del Drive in, Strehler…
(Visited 36 times, 1 visits today)
Anche così sarebbe stata appropriata:
“Siamo a un punto tale di imbottimento dei crani a mezzo FELTRI che, francamente, al di là delle erezioni mnemoniche, conviene ricordare”
è la stessa innominata fonte che diceva che il premier era in chemio?
No, è un’altra. Il premier era, a tutti gli effetti, in chemio.