Il Bel Paese: dove quando raccogli la mela da un albero sei già un coltivatore diretto o addirittura l’ortolano [per fortuna nessuno si sente ancora il melo]; quando guardi una partita in tivù sei già Totti [e se è la nazionale c.t., tutti]; quando mastichi un gergo [template, link, log, css, etcì, salùt] ti senti un webmaster [già sysop], un content manager, come minimo un blogger diplomato; quando scrivi la lista della spesa o compili un modulo sei già uno scrittore, e se poi “tieni un blog”, figuriamoci, Dickens e Melville al massimo sono i tuoi personali callisti.
Per fortuna, da qualche parte, qualcuno si ostina a credere di non poter fare troppe cose insieme e propone, con garbo, qualche distinzione: l’ultimo post. Non è il Verbo, ma una posizione.
[E se non funziona il link, provate a incollare questo sulla barra degli indirizzi: http://www.williamgibsonbooks.com/blog/blog.asp].
Oltre a qualche leggera e edificante passeggiata [qui, qui e qui] una puntatina all’anno 1913, che non fa mai male; fu allora che il signor Christian Morgenstern, scrittore e poeta, forse pensando, da veggente, anche a certe polemiche oggi di moda, chissà, scrisse: Per chi chiacchiera il linguaggio è qualcosa di confuso. E il linguaggio si vendica con la confusione.
“Dikens” in effetti potrebbe essere il mio callista, Dickens invece il mio andrologo.
… quando andavo alle elementari c’era un mio compagno che si chiamava Ortolani, e noi gli dicevamo sempre: “Ortolani, domani mi porti un chilo di mele?”
Dopo vari tentativi per correggere il refuso su questa pagina, dovuti a boh, finalmente una “c” è tornata al suo posto; ma, per la verità, non mi dispiaceva, anzi, che un errore di battitura potesse far da spalla a una battuta brillante.
[contrariamente a quanto indicato qui sotto, nella sostanza questo commento risale al 23 gennaio]