Sul Portale Cartografico Nazionale gestito dal Ministero dell’Ambiente, la base americana di Camp Darby è stata frettolosamente photoscioppata con larghe pennellate di macchia mediterranea copiate chissà da dove e lì incollate per censurare un’installazione già da tempo smascherata da GlobalSecurity.org, “pirati spaziali” che acquistano e mettono sulla rete foto delle basi più segrete scattate dai satelliti commerciali.
Nell’immagine cliccabile a lato, la comparazione.
E, no: la notizia qui non sta nel fatto che esiste un servizio per visualizzare casa vostra dall’alto.
A
Camp Darby ci sono enormi depositi sotterranei refrigerati, per proteggere dal calore gli apparati più sofisticati destinati ai caccia e ai bombardieri. Furono costruiti negli anni Settanta ma hanno cominciato presto a mostrare problemi strutturali. Dieci anni dopo i tecnici della base li hanno rinforzati con lastre d’ acciaio: un intervento che forse ha peggiorato la situazione. Le crepe si sono allargate, inesorabilmente. Nel maggio 2000 pezzi di cemento cominciano a cadere dal soffitto sulle armi e ingenieri fanno scattare l’ allarme. Con cautela estrema tra giugno e luglio vengono sgomberati dodici bunker, contenenti 100 mila ordigni con 23 tonnellate di esplosivo ad alto potenziale. L’ operazione viene descritta come delicatissima dagli stessi esecutori, che l’ hanno realizzata utilizzando robot telecomandati: nella loro rivista la chiamano «un piccolo miracolo». Nessun pericolo, quindi. Ma anche nessuna informazione alle nostre autorità: in genere in Italia si fanno evacuare aree gigantesche solo per disinnescare un residuato bellico con una carica di pochi chili. Che precauzioni sarebbero state adottate per muovere migliaia di ordigni a ridosso delle spiagge più affollate? […] Ma la funzione principale resta quella di santabarbara: l’ unica fuori dai confini nazionali dove mezzi e munizioni vengono custoditi insieme. In pratica, un’ intera brigata corazzata americana può volare fino al Kuwait senza portarsi dietro nemmeno un calzino di ricambio: tutto il necessario – dai cannoni alla biancheria, dal cibo ai lubrificanti, dai tank alle razioni, dai camion alle gavette – viene trasbordato sulle navi dal molo di
Camp Darby, riducendo di un terzo il tempo necessario al trasferimento dagli Usa. Quanto ad armamenti per aerei, invece, le dotazioni sono sterminate: tutta la riserva pensata a suo tempo per sostenere la guerra con l’ Urss sul fronte europeo.
(Gianluca Di Feo, Corriere della Sera – 13 gennaio 2003)
Ciao, sono Maurizio Crozza e voglio dirti una cosa… Ogni anno la Toscana è depredata della sua terra stessa. Ogni giorno un po’ di Toscana muore… Forse per gli incendi? No, no, no, no. Forse per i saccheggi? No, no, no, no. Forse perché… No, no, no, no. La Toscana muore perché ogni giorno qualcuno porta via un sasso. Se ognuno di noi portasse via un sasso, la Toscana si espanderebbe in tutto il mondo, e nessuno potrebbe riconoscere più la Toscana, che sarebbe ormai in tutto il mondo, quindi tutto il mondo si potrebbe chiamare Toscana. Quindi la Toscana non esisterebbe più. Non portare via un sasso dalla Toscana, perché altrimenti non sappiamo più dov’è la Toscana. Quest’anno la Toscana è 52 metri sotto il livello normale della sua Toscanità, perché i sassi sono stati portati in tutta fretta così, come se nulla fosse. Non portare via il sasso dalla Toscana. E’ una campagna per la Toscana in Italia.
(Maurizio Crozza, Elio e le Storie Tese – “Shpalman”)
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ora che me lo fai notare,e che vado a cercarlo, è egualmente criptata la base dell’aeronautica militare a sabaudia, nello stesso sito. non so come postare il link verso l’immagine, ma chiunque può osservare che a nord-ovest dal centro abitato c’è una GIGANTESCA area beige (vorrebbe essere un campo coltivato), che per mille ragioni (contorni squadrati, colore omogeneo e cambi bruschissimi di tonalità) è evidentemente ritoccata. Per non dire che ci sono strade che terminano dove essa comincia e riprendono indisturbate alla sua fine. E che in una di quelle strade passo le estati da vent’anni.
Mah. Anche perhcè l’indirizzo della base penso sia sull’elenco…
e la cosa più carina è che Camp Darby (magari lo sai già, passando le estati da quelle parti) è collegata al mare da un canale che – probabilmente unico al mondo – gode dell’extraterritorialità.
Cioé: per un treno o un’autocolonna, ci vuole l’ok dello stato Italiano, ma da quel canale passa tutto quello che si vuole, senza bisogno di risponderne a Chicche & Sia.
Si, Dario, il canale infatti si vede nella foto (in un’altra versione in bianco e nero è stato cancellato per un tratto, poi riprende). Verrà dragato e ampliato, perché alcune imbarcazioni militari raschiano il fondo. E confermo: è l’unico al mondo, motivo per cui è di enorme importanza per gli USA. Per la cronaca: Camp Darby, oltre ad un porto praticamente privato in territorio straniero, ha anche una spiaggia riservata a militari e veterani in pensione.
Chi si occupa di cartografia numerica, sa che il censurare le zone militari dalle ortofoto “ufficiali” è una pratica comune in tutto il territorio nazionale, non solo per il camp Darby. Il fatto di “spennellare” in modo palese con aree di verde credo sia un modo per evidenziare, non per nascondere, il fatto che la visualizzazione della zona sia “vietata”. Che poi la cosa sia ridicola, giusta o ingiusta, è un altro paio di maniche! :-)
PS: e per la storia dell’extra-territorialità, giova magari ricordare che l’Italia la guerra l’ha persa. In modo diverso da Giappone e Germania. Ma l’ha persa. Ed ha sempre avuto uno status di paese occupato. Vedi Cermis, Ustica, caso Moro, etc etc. Più che scandalizzarsene adesso, bisognerebbe prendere a pesci in faccia chi nel ventennio ha creduto in quell’ideologia e quelli che in quel giorno del 40 urlarono a piazza venezia quando il puzzone annunciò la dichiarazione di guerra.
Accessibile sta fava 2
Seguendo l’autorevole
Anche a me risultava (da vecchi studi di geografia all’università) che l’istituto geografico militare ritoccasse le foto satellitari dove ci fossero installazioni militari.
Yesss. Foto satellitari, ma anche foto riprese dall’aereo (es. quelle che vende la CGR, che arrivano anche ad una risoluzione di 10 cm! sbav! :-)
Tecnologie avanzate…
… dal giorno prima e riscaldate alla bisogna: si chiama ribollita, in Toscana, dove ormai, peraltro, scarseggiano i sassi.
Lo so, la pregnante [nel s