Quando ieri sera, ad “Otto e Mezzo”, lo storico Cardini ha intimato a Barenghi, direttore del Manifesto (?), di star zitto e di informarsi prima di dar fiato alle trombe, si è stampato un sorrisetto compiaciuto sul nostro viso.
Tesi barenghiana: la resistenza irachena non è raffrontabile con quella italiana poiché in Italia c’era un disegno politico e in Iraq no.
Risposta cardiniana: in Italia la Resistenza aveva molte anime e molti disegni politici, così come in Iraq dove è sbagliato immaginare un caos generato da bande rivali stile skipetaro.
Credo che Barenghi avesse a sua discolpa il fatto di non essere uno storico e, soprattutto, di appartenere alla casta dei giornalisti che – come ha ricordato Piero Ottone sul “Venerdì” di qualche settimana fa – non sono portati ad approfondire nulla e ad essere, per intima natura, brillantemente generalisti.
La resistenza italiana però è insegnata – generalmente – anche nelle scuole medie inferiori.
Taccia il general Barenghi
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Ma la resistenza in genere non ha l’unico scopo di cacciare l’invasore? Io non ho visto la puntata ma non ho capito dal post perché si sono accaniti così tanto su questo fatto.
Direttore sfiduciato,ormai.Diciamo anche che ultimamente se non fai una sparatina su Barenghi,indipendentemente da quello che dice,non sei trrrendy.
Non ho visto la puntata ma dal post di Attentialcane sembrerebbe che Barenghi abbia affermato che la resistenza in Iraq non è resistenza, ma guerriglia senza scopo né, probabilmente, legittimazione. Se è effettivamente quello che ha detto, allora sì, è una sciocchezza enorme. In Iraq ci sono enormi differenze culturali e religiose tra tutti quelli che si stanno opponendo all’invasione delle loro terre (e, sì, è vero che ci sono anche stranieri, e allora? Perché, la coalizione non ha forse assoldato mercenari di ogni paese?), ma una cosa li unisce al si sopra di tutto: il desiderio prorompente di liberarsi dall’invasore, e di decidere da soli il proprio futuro e le proprie relazioni reciproche – insomma un progetto politico chiaro e sacrosanto. Questo si evince dai fatti, questo è affermato da chiunque sia stato interpellato da giornalisti indipendenti, e questo è ciò che la propaganda dell’impero vuole nascondere innanzitutto.
Non avevo letto, ma Stalker dice la stessa cosa in maniera più efficace e concisa di me.
Devo dire che sono rimasta allibita dalle affermazioni e dal tono aggressivo di Barenghi. Ha detto una cazzata incredibile, che gli irakeni resistenti non avevano legitimità perché non hanno un progetto politico. Ora mi sembra che già quello di cacciare l’invasore lo sia e organizzarlo per farlo un primo passo. Poi si vede che lui non legge le interviste concesse da uno dei capi della Resistenza irakena a Rebelión di alcuni giorni fa dove parlava di un progetto politico: quello di cacciare gli occidentali, tenere il paese unito e dare vita ad un paese democratico.
Infatti a me pare che siano molto organizzati ed abbiano un accesso all’informazione molto efficace: hanno sgozzato gli 007 spagnoli, stavano per far fuori un tizio importante americano (il cui tragitto pare che fosse segretissimo, ho detto tizio perchè ho registrato questo dato ma non mi ricordo chi fosse), riescono a mandare in giro camion carichi di esplosivo. Barenghi anche se non avesse fatto le medie e studiato la resistenza avrebbe semplicemente potuto ragionare.
barenghi stava semplicemente difendendo il buon senso contro gli invasati nazi-maoisti che proclamava la loro solidarietà alla “resistenza irachena”.
Possibile che se uno è contrario all’intervento angloamericano debba essere anche a favore della “resistenza irachena”?
Questi pazzi nazional socialisti chiedono anche soldi e andranno in piazza sabato prossimo. Barenghi sta cercando, da settimane, di fermarli. Mi sembra l’unica cosa decente da fare. E lo “storico” Cardini andrà a manifestare coi suoi amici nazisti. Mi sembra ovvio.
La resistenza italiana non solo aveva un disegno politico, ma agiva unita e in accordo con gli Alleati. In Iraq per ora si sono visti episodi di sasseggio e orridi attentati contro tutto e tutti. Fare manifestazioni in appoggio a questa “resistenza” indistinta mi pare cosa degna di Cardini e di qualche nazistoide.
Allora non ho capito, pensavo che avesse sostenuto che la resistenza irachena non è organizzata (schiocchezza) o che la resistenza irachena non è come quella italiana (banalità). Non si capisce dal post la saggezza di Barenghi.
Argomento : bisogna dare 10 euro ,ergo fare la manifestazione del 13 Dic,per la resistenza irachena di qualsiasi natura essa possa essere anche terrorista e contro i militari italiani e la croce rossa ? Barenghi dice no perchè dietro non c’è progetto politico (in realtà Barenghi non rispondeva a Cardini , ma ad un filosofo,Pepe,che aveva espresso male il concetto:Cardini interviene e mette in evidenza l’ambiguità di Barenghi che è in un vicolo cieco ) . La discussione è stata molto istruttiva perchè ha messo in luce la realtà degli oppositori agli americani : c’ è chi lo fa solo per antiamericanismo, come Barenghi (che poi però vorrebbe risparmiare altri massacri ad un popolo già tiranneggiato abbastanza) e chi invece non vuole l’intervento americano perchè se crolla il Baath di Saddam crolla anche il comunismo iracheno.Infatti gli antimperialisti appoggiano e sostengono il COMUNISMO IRACHENO,che però è una corrente di sinistra del Baath di Saddam ,con cui i compagni hanno sempre trattato! Se arrivano gli americani e la democrazia ADDIO SOGNI DI COMUNISMO IRACHENO !!! Altro che le bandiere della pace e le sfilate ad Assisi …
d’accordo che “resiste” chi cerca di scacciare un invasore dal proprio paese e anche chi vuole decidere da solo il proprio futuro ma se fosse così semplice dovremmo dire che i repubblichini in Italia erano la resistenza contro l’invasore americano. Non vi sembra che proprio dopo l’esperienza della resistenza europea la parola “resistenza” debba essere politicamente legata alla parola “libertà”? ovviamente non mi basta il senso minimale di “liberi dall’invasore”. Ora se è vero che la maggior parte dei “resistenti” irakeni sono legati al vecchio regime o al fondamentalismo islamico terrorista (se qualcuno avesse notizie di segno contrario gliene sarei grato) io starei attento a usare la parola resistenza, ripeto, non per il significato che ha questa parola nella lingua italiana o nel diritto internazionale in genere ma per il significato politico che credo sia doveroso dargli dopo il fenomeno della resistenza europea.
Vi lascio qui un lungo articolo apparso su Rebelión, se non capite lo spagnolo ve lo tradurrò sul mio blog: ” Uno de los episodios recientes más cómicos fue el de el subsecretario de Defensa estadounidense Paul Wolfowitz informando en una rueda de prensa en Bagdag: “El problema principal era que había demasiados extranjeros en Irak”. La mayoría de los iraquíes consideran a las fuerzas invasoras como los verdaderos “terroristas extranjeros”. ¿Por qué? Porque una vez que se ocupa un país, hay que adoptar un comportamiento colonial. Esto se aplica incluso en donde no hay resistencia, como en los protectorados de Bosnia o Kosovo. Allí donde sí la hay, como en Irak, la única opción posible es una mezcla entre Gaza y Guantánamo.
Tampoco procede que los comentaristas occidentales, cuyos países están ocupando Irak, establezcan las condiciones para aquéllos que sí se oponen. Es una horrible ocupación y provoca una respuesta. Según fuentes de la oposición iraquí, hay más de 40 organizaciones de resistencia diferentes. Se trata de baasistas, disidentes comunistas – descontentos por la traición que constituye el apoyo del Partido Comunista Iraquí a la ocupación -, nacionalistas, soldados y oficiales iraquíes divididos por la ocupación, y grupos religiosos de suníes y chiíes.
Los grandes poetas de Irak, Saadi Youssef y Mudhaffar al-Nawab, antaño perseguidos brutalmente por Saddam y aún en el exilio, reflejan las conciencias de su nación. Sus furiosos poemas, que denuncian la ocupación y reprochan la traición de los colaboracionistas, contribuyen a mantener el espíritu de la resistencia y renovación.
Yousser escribe: I´ll spit in the jackals´faces/I´ll spit on their lists/I´ll declare that we are the people of Iraq/We are the ancestral trees of this land.(1)
Nawwab, por su parte: And never trust a freedom fighter/Who turns up with no arms/Believe me, I got burn in that crematorium/Truth is, your´re only as big as your cannons/While those who wave knives and forks/Simply have eyes for their stomachs.(2)
En otras palabras, la resistencia es fundamentalmente iraquí – aunque no me sorprendería que otros árabes cruzasen la frontera para ayudar. Si hay polacos y ucranianos en Bagdag y en Najaf, ¿por qué no iban a ayudarse los árabes unos a otros? El factor clave de la resistencia es su descentralización -fase clásica inicial de la guerra de guerrillas contra un ejército ocupante. El derribo, el pasado día 2, de un Chinook en las cercanías de Faluya, se enmarca dentro de esta etapa. Aún está por ver si estos grupos evolucionan hacia una segunda fase estableciendo un Frente de Liberación Nacional Iraquí.
En cuanto al papel de “honesto intermediario” de la ONU, mejor olvidarse, especialmente en Irak, en donde forma parte del problema. Dejando de lado su anterior actuación, (administrador de las sangrientas sanciones y su apoyo a los semanales bombardeos aéreos anglo-americanos durante 12 años), el pasado 16 de octubre, el Consejo de Seguridad volvió a lucirse aceptando una “respuesta positiva de la comunidad internacional…al ampliamente representativo consejo de gobierno… (…) y apoyando los esfuerzos del mismo para movilizar al pueblo iraquí…” Mientras tanto, se le concedía el asiento iraquí en la ONU a un descarado farsante, Ahmed Chalabi. Uno no puede evitar recordar cómo EE.UU. y Gran Bretaña insistieron en que Pol Pot conservara su asiento, incluso una década después de ser derrotado por los vietnamitas. La única ley que reconoce el Consejo de Seguridad es la de la fuerza bruta y sólo hay una potencia capaz de hacer uso de ella. Por esto, para muchos, especialmente en el hemisferio sur, la ONU es EE.UU.
El oriente árabe es actualmente escenario de una doble ocupación: la de EE.UU. e Israel en Palestina e Irak. Si en un primer momento los palestinos se desmoralizaron ante la caída de Bagdag, la emergencia de un movimiento de resistencia les ha dado nuevas fuerzas. Cuando cayó Bagdag, el líder israelí Ariel Sharon, se dirigió a los palestinos :”entrad en razón ahora que vuestro protector se ha ido”. Como si la lucha palestina dependiera de Saddam o de algún otro individuo en particular. Esta anticuada noción colonial de que los árabes están perdidos sin un líder se está rechazando tanto en Gaza como en Bagdag. Si Saddam cayera muerto mañana, la resistencia, lejos de extinguirse, se incrementaría.
Tarde o temprano, todas las tropas extranjeras tendrán que retirarse. Si no lo hacen de manera voluntaria, serán expulsadas. Su continua presencia es un acicate para la violencia. Cuando el pueblo iraquí recupere el control de su propio destino, decidirá sus estructuras internas y la política exterior de su país. Esperemos que esto combine democracia y justicia social, una fórmula exitosa en Latinoamérica, pero que le molesta al Imperio. Mientras tanto, los iraquíes poseen algo de lo que pueden sentirse orgullosos, y que tanto americanos como británicos deberían envidiar: una oposición.
Notas
1- Traducción literal del inglés: “Les escupiré en la cara a los chacales/Escupiré sus listas/Declararé que nosotros somos el pueblo de Irak/Nosotros somos los ancestrales árboles de esta tierra.
2- Traducción literal del inglés: “Y nunca confiéis en un luchador por la libertad/que se presente sin armas/Créeme, yo me quemé en ese crematorio/Cierto es, eres tan grande como tus cañones/Mientras que aquéllos que empuñan cuchillos y tenedores/sólo tienen ojos para sus estómagos.
3 de noviembre de 2003
Io mi soffermo su quanto detto da Piero Ottone, perché è la cosa più grave di tutto. Ottone ha in pratica difeso una corporazione nel modo più fascista possibile. Ma se i giornalisti sono brillantemente generalisti, nel mondo di oggi non servono più a nulla e a nessuno.
Infatti i giornalisti seri non sono come Ottone li descrive. Non più, almeno. Da tempo.
L’articolo citato da Delicebaltic è in realtà un estratto di un più lungo articolo apparso sul Guardian: http://www.guardian.co.uk/comment/story/0,3604,1076480,00.html (così chi vuole se lo legge anche in inglese).
Per IL GOLPISTA: se vuole avere delle fonti sulla natura della resistenza irakena vada al sito Nodo50, purtroppo per lui non è inglese, ma può sempre ricorrere al traduttore on line:
http://www.nodo50.org/csca/agenda2003/resistencia/diario_dic-03.html
Il piccolo idolatra di Luttwak ha prodotto la sua periodica scorreggia. Vedi, golpista, il fatto che A TE non basti il “senso minimale” dell'”essere liberi dall’invasore” (invasore che peraltro tu ami alla follia) non toglie che *agli invasi* tale raggiungimento “minimale” sia assolutamente necessario, e tutto il resto venga per loro assolutamente dopo, in ordine di tempo e di importanza (escluso il mangiare). Ma è evidente che a te di cosa pensano gli iracheni te ne frega e te ne è sempre fregato poco, e gli archivi di questo blog sono lì a dimostrarlo. Le tue meravigliose sparate del tipo “la maggior parte dei “resistenti” irakeni sono legati al vecchio regime o al fondamentalismo islamico terrorista” non ingannano nessuno che abbia raccolto informazioni appena migliori di quelle disponibili sul primo canale RAI o sul Tg5 negli ultimi sei mesi. Non c’è bisogno di fornire “notizie di segno contrario” perché quelle “di senso concorde” non esistono, se si eccettuano le bufale provenienti dal CENTCOM americano e dai suoi alleati, italiani inclusi. Divertente comunque l’escamotage di ribaltare l’onere della prova, ti hanno dato un premio produttività per questo? I tuoi amici repubblichini, ovviamente, con la resistenza irachena, che è una lotta di liberazione condotta da tutto un paese, e non da quattro fascisti alleati ad una potenza straniera e che hanno contro il 90% della popolazione del proprio paese, c’entrano come i cavoli a merenda. Torniamo più indietro, fino a Kagliostro: caro, vatti a guardare il vocabolario, e scoprirai con meraviglia che “terrorismo”, a parte le ovvie storture dovute al livello zero di deontologia da parte dei pennivendoli italiani, è una parola non applicabile ad azioni contro i militari, meno che mai se questi ultimi sono invasori. Se poi sono anche italiani, non vedo il motivo per cui la regola debba cambiare, a meno che (e credo che questo sia il motivo) tu non pensi che i soldati italiani siano buoni di natura, e invadano con cortesia, mentre i civili iracheni sono cattivi di natura, e anche un po’ inferiori come razza. E’ logico che la croce rossa trovi della gente imbestialita che non vede più le differenze tra obiettivi civili e militari, quando il contingente occidentale spende 10 per la difesa militare dell’invasione e dei pozzi appena conquistati e 1 per ricostruzione e aiuti. Quando si è ammazzato 55000 persone in un paese, è logico che ci sia gente in quel paese che non fa più distinzioni tra un occidentale e l’altro. I tuoi deliri sul fatto che chi critica la guerra globale del governo americano lo fa perché è comunista (e non solo comunista, ma comunista à l’iraquenne – altro che Comintern!) sono degni dell’Istituto Luce. Veniamo all’ultimo ipocrita fesso, “Lorenzo”: come tu in realtà avrai capito ma fingi di non capire, Barenghi non stava difendendo nessun mitico “buonsenso” ma faceva della realpolitik, che è una cosa ben diversa. Certo, è difficile dire di essere dalla parte della resistenza irachena (senza virgolette), specie nella terra dei cachi e degli ipocriti fessi. Nonostante ciò, il nazi-maoismo non c’entra proprio niente. Ti faccio una domanda retorica: tu eri (o saresti stato) dalla parte degli americani o della resistenza vietnamita? Io dalla parte dei vietcong, e non perché erano comunisti, ma perché erano appoggiati dalla quasi totalità della popolazione, tanto è vero che gli americani conducevano rappresaglie nei villaggi, sulla povera gente. Altra domanda retorica: quando in Cile ci fu il golpe, tu stavi dalla parte di Allende o dei militari addestrati dalla CIA e diretti da Kissinger? Io dalla parte di Allende, e non perché era comunista, ma perché tutta la popolazione era con lui, e infatti dopo il golpe iniziò il regime militare. Che dire della tua affermazione: “la resistenza italiana non solo aveva un disegno politico, ma agiva unita e in accordo con gli Alleati”? Sei veramente sprezzante del ridicolo. Che cosa c’entravano i monarchici e papalini che combattevano con i partigiani bianchi (è vero che erano quattro gatti, ma erano quelli più amati dagli “alleati”, e infatti alla fine avranno più ragione degli altri), con quelli del Partito d’azione che volevano laicismo e democrazia, o con le brigate Garibaldi che volevano i soviet o almeno qualche forma di socialismo (salvo poi scoprire che Stalin a Yalta li aveva lasciati in braghe di tela, regalati al blocco occidentale)? Capisco bene poi come a te spaventi di più l’assalto alla proprietà, il “sasseggio”, ma è solo perché nessuno ti ha ancora fatto a pezzi la famiglia. Gli attentati li fanno solo agli invasori, bada. Quelli “a tutto e a tutti” (ONU compresa) li fa più spesso la CIA. Ad meliora.
l’Iraq è già stato liberato… io non vedo occupanti ma liberatori… e quella che voi chiamate resistenza in realtà si chiama terrorismo… non solo contro i liberatori ma anche contro lo stesso popolo iracheno… da quando in quà i resistenti uccidono anche coloro che intendono liberare? E noi anime belle europee a godere della tragedia di un popolo vessato dai suoi antichi tiranni anche dopo che questi sono caduti… ci manca la coscienza storica
Vai a dormire, Ispirati, che è tardi. E non dimenticare la tua pillolina blu.
E sulla questione palestinese da che parte ti metti, caro Zio?
O è politicamente scorretto chiedertelo?
Ispirati, io non sono uno con la coscienza storica dimmi un po’, insegnami tu che invece ce l’hai. Io sono un fedele discepolo. Allora la resistenza irachena è terrorismo, gli americani liberatori, cos’altro devo sapere per elevarmi al tuo livello. Aspetto trepidante. Firmato “una merdaccia”.
e sull’Olocausto? e sulla pedofilia? e sui siti porni? e il pericolo Cina? perchè? perchè si inizia a parlare di una cosa anche interessante e si finisce a parlare di israeliani e palestinesi? ma soprattutto perchè adesso fate i commenti (anche lunghi) in spagnolo? non potevi tradurlo direttamente su GNU? non ti funziona il copiaincolla?
La verità è che non sono solo i fedelissimi di Saddam e i guerriglieri islamici ad attaccare gli americani nella zona tra Baghdad, Ramadi, Tikrit e Ba’quba.
Vi è la manifesta evidenza di una resistenza irachena, che ha indotto la coalizione a rinunciare al controllo del paese arabo.
I sentimenti nazionali degli iracheni, ci aiutano a capire perché la gente comune partecipa alle azioni omicide contro gli americani.
Non solo islamici esterni, arabi e non musulmani, mercenari al soldo di Saddam Hussain, ma anche frange della popolazione, in rivolta contro gli occupanti occidentali.
Le classi medie privilegiate dal regime del Rais, hanno sviluppato una molla patriottica che le spinge ad opporsi agli americani, pur avendo perduto i numerosi vantaggi che avevano sotto Saddam.
Ma la verità nascosta, è che questa resistenza non è nata dopo l’invasione anglo-americana. Ma bensì molto prima. Infatti, il regime di Saddam Hussain era già in una fase di sgretolamento simile alla nostra esperienza nel fascismo quando Mussolini fù sfiduciato dal Gran Consiglio del fascismo e il Re decise di sfiduciarli l’incarico.
Questo significa, che molto probabilmente nel giro di un anno, ci saremo trovati in una crisi interna in Iraq, con Saddam che all’indomani di una guerra civile interna, si sarebbe rifugiato nel Nord Iraq con capitale a Tikrit (sua città natale), spaccando di fatto il paese in due parti, forse in tre.
Se ciò tutto ciò fosse accaduto realmente, allora le Nazioni Unite tramite la Nato sarebbero intervenute con il consenso della Lega Araba, per assolvere la problematica del post-bellum. In quel caso, gli americani non avrebbero più avuto la possibilità di mettere le mani sulle risorse naturali (petrolio e gas) e sulle infrastrutture principali.
Dovevano agire subito a Washington, e per far questo hanno deciso di inventare la minaccia delle armi di distruzione di massa (mai trovate), dei legami con Bin Laden (mai provati) e infine con la bufala di far cadere una dittatura sanguinaria, pensando di trovare così la giustificazione all’intervento.
Questo ex colonnello dell’esercito di Saddam ad esempio (http://www.opinion.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2003/12/07/wirq07.xml) sostiene che armi chimiche e batteriologiche c’erano e che potrebbero essere state nascoste così: http://cryptome.org/iraq-mig.htm
Io sinceramente non ho sicurezze né sulla resistenza né sulle armi chimiche o batteriologiche e a differenza di altri partecipo alle discussioni anche per poter cambiare idea. Capisco quanto per alcuni questa eventualità sia praticamente impensabile o più che altro associata al “tradimento” più che alla normale dinamica di una discussione. Sempre a differenza di altri non sono in grado di fornire percentuali precise sulla partecipazione e il supporto popolare degli irakeni alla resistenza ma il problema che avevo posto era diverso. Riguardava il significato da darsi alla parola “libertà” associata a “resistenza”. Ora, se il 90% degil irakeni sono comunque favorevoli alla resistenza la questione sicuramente non ha peso, se invece le percentuali fossero già 50% e 50%… P.S. vi anticipo. Si, il colonnello irakeno collabora con il governo provvisorio quindi è sicuramente pagato dalla CIA e dal Mossad. PP.SS. Delicebaltic grazie per il link.
Vi sembra onesto che nella sezione incontri di supereva.it, quando una persona inserisca la sua foto può essere utilizzata gratuitamente da DADA con le modalità che riterrà opportune (es banner, pop up, sezione promozionale)… che mondo di me….!!!
Golpista, guarda che i frati sono lì che ti aspettano, sbrigati che sennò chiudono il portone e passi la nottata in mezzo alla neve. Comunque ti devi decidere: allora, “la maggior parte dei “resistenti” irakeni sono legati al vecchio regime o al fondamentalismo islamico terrorista” e ti ci vogliono “prove di senso contrario” per cambiare idea, oppure “a differenza di altri non sei in grado di fornire percentuali precise sulla partecipazione e il supporto popolare degli irakeni alla resistenza”? Cosa fai, butti la pietrina e ritiri la manina? Te l’ho detto, ti stai dando la zappa sui piedi, gli ipocriti fessi stanno sulle scatole a tutti, ormai lo dicono persino i sondaggi. Alla domanda “Chi crede che sia il peggior nemico della buona informazione in Europa?” un campione di cittadini europei ha risposto, in una percentuale del 71%, “Gli ipocriti fessi”. Per quanto riguarda le “armi di distruzione di massa”, che autolesionisticamente tiri fuori senza motivo, questo è un caso classico in cui il cortigiano è più realista del re. E’ da almeno un mese che Bush e Powell hanno dichiarato senza nessun problema che in Iraq non c’erano armi di distruzione di massa, e che lo scopo era “abbattere il pericoloso dittatore” (e succhiarsi il petrolio iracheno). Addirittura Wolfowitz, già a maggio di quest’anno, aveva fatto di meglio: ha ammesso che loro sapevano benissimo che tali armi non c’erano, ma che questo “era l’unico pretesto che poteva mettere d’accordo tutti”. Vedi: http://www.repubblica.it/online/esteri/iraqattaccotrentadue/wolfowitz/wolfowitz.html Cos’è, il tuo referente locale non ti ha ancora avvertito della nuova linea? Che figure fate fare all’impero. Fine prima parte.
Seconda parte. Ma perché, miniluttwak, anche se il 100% degli iracheni fosse amichevole con chi gli ha distrutto e inquinato per milioni di anni il paese, gli sta rubando il petrolio e gli ha ammazzato i parenti, ciò significherebbe che gli americani sono una bandiera di libertà, è questo che vuoi dire? Per qualunque persona ragionevole questo significherebbe solo che gli iracheni si sono arresi e alla libertà ci rinunciano, un po’ come i nativi americani. Per quelli interessati sul serio al carattere della resistenza in Iraq, ecco alcuni link. Qui il comando americano ammette di avere iniziato ad arrestare i parenti dei guerriglieri e a distruggere le loro case (naturalmente, sono terroristi integralisti fuorisede, con la casa in affitto, la cui madre li è venuti momentaneamente a trovare): http://abcnews.go.com/wire/US/reuters20031208_367.html qui si legge che sono stati i corpi speciali israeliani a insegnare loro questa bella tattica (che, inutile dirlo, è un crimine di guerra): http://www.albawaba.com/headlines/TheNews.php3?sid=265175&dir=news&lang=e qui si possono vedere le foto dei “terroristi” minorenni legati insieme alle loro famiglie: http://english.aljazeera.net/NR/exeres/6B135A01-B99C-41C1-B36A-53197281D21E.htm qui (in vari punti della pagina) alcuni motivi per la rabbia delle popolazioni irachena e afghana: http://warincontext.org qui un generale americano spiega come la Wehrmacht – cioè, pardon, l’esercito USA abbia circondato con il filo spinato INTERI VILLAGGI iracheni: http://www.abc.net.au/news/newsitems/s1005305.htm qui si spiega come gli USA abbiano ucciso l’altroieri 9 bambini in un immotivato bombardamento di un villaggio afghano (ma perché poi immotivato? I bravi aviatori devono anche divertirsi, come al Cermis): http://www.suntimes.com/output/terror/cst-nws-afghan08.html qui si vede come la versione del comando “alleato” dell’accaduto sia una balla: http://news.bbc.co.uk/2/hi/south_asia/3298945.stm qui (c’entra poco, ma è molto bello) c’è un’animazione flash a proposito dell’uranio impoverito: http://www.bushflash.com/pl_lo.html – sul fatto che un ex generale che collabora con il “governo provvisorio” debba essere pagato, non ci giurerei. Potrebbero anche semplicemente averlo minacciato, lui e-o la sua famiglia. Comunque non capisco cosa ci sarebbe di male nell’aiutare la democrazia a svilupparsi, per un piccolo ma interessante rimborso spese. Non è così, miniluttwak?
Zio, a chi stai parlando? due commenti – un po’ arraffazzonati perlatro – per dimostrarmi che l’america non è l’impero del bene. Non si stava discutendo di questo, e la questione che avevo posto era un’altra. No, non mi va più di ripeterla, l’ho fatto per due volte e alla terza mi riaccuseresti di ritirare la manina. Nei monasteri la logica la studiamo, anche quella modale (specialità di noi monaci medievali): dunque il mio referente locale non mi avrebbe avvertito che il piano era cambiato (lo sanno tutti oramai!) però si prende ancora il disturbo di pagare un “ex generale” per seguire il vecchio piano. Deciditi, non vorrai mica che una piccola crepa di incertezza minacci il tuo paranoico castello di Verità! Non ti preoccupare, sono certo che una bella sventagliata di link sui crimini americani nel Vietname rimetterà le cose a posto. A chi interessasse invece continuare a parlare di ciò di cui si stava parlando, se si legge questa intervista a uno della resistenza http://www.nodo50.org/csca/agenda2003/resistencia/entrevista_27-11-03.html (trovata sul sito indicato da Delicebaltic) si scopre che i combattenti irakeeni per la libertà, pur non essendo ai suoi ordini, combattono e apprezzano Saddam Hussein e apprezzano anche il lavoro di Bin Ladin. Per uno che nell’intervista fa di tutto per dimostrare di voler solo la libertà del popolo irakeno non c’è male. Vi prego non obbligatemi ad aggiungere che questo non implica automaticamente che gli americani siano i salvatori del popolo irakeno ecc. ecc. non è questo che sto dicendo, dico più semplicemente che forse lasciarli nella mani della resistenza non è un’alternativa auspicabile.
Zitto tu. Ipocrita fesso. :D :D :D
Sei davvero una mezza tacca. Sei ridicolo. Sei la vergogna dell’impero. Non sai leggere? L’articolo e le dichiarazioni sono del 12 luglio, come possono smentire la nuova linea dei tuoi capetti che hanno ammesso che le armi di Saddam non erano il motivo della guerra? Ti ho già spiegato che cercare di infinocchiare i bloggers vi mette in cattiva luce. Questo “colonnello” che era “a capo di un’unità antiaerea del deserto occidentale”, che non dà nessuna indicazione verificabile e la cui stessa identità non è comprovata in alcun modo, cosa dovrebbe dimostrare? A questo punto, i disegnini di Powell che hanno suscitato l’ilarità dell’ONU, o i suoi plagi di vecchie tesi di laurea, sono molto più seri. Ed il motivo per cui esce fuori questo soggetto è scritto nel titolo stesso: per provare (ma non ci riusciranno) a salvare il culo a Blair, Campbell e Hoon, che sono in difficoltà per le balle che hanno raccontato (quella dei 45 minuti per mettere in campo le WMD) e per l’omicidio Kelly. Poi: ancora con la storia che fra i partigiani ci sono quelli che apprezzano Bin Laden e Saddam? E allora? Se in Iraq ci sono dei nostalgici e dei fessi che credono agli amici e soci di Bush, è un problema loro, se la vedranno tra di loro con quelli che vogliono un paese realmente indipendente. In ogni paese ci sono i disperati e i fascisti, e le forze sane. L’unica cosa sicura è che devono prima liberarsi dall’invasore e da quelle finte forze democratiche occidentali che blaterano di democrazia e libertà in modo strumentale, e tu sei uno dei loro portavoce da hard discount. Il fatto è che gli sciiti e i sunniti sono perfettamente in pace tra di loro in questo momento e non si vede alcun motivo per cui debbano scannarsi quando i tuoi amici se ne andranno, anche se questi ultimi stanno provando in tutti i modi a metterli l’uno contro l’altro (anche con operazioni speciali tipo la bomba di ieri nella moschea). Non sarà la logica modale che ti aiuterà se non impari a rinnegare la tua atavica ipocrisia fessa ed inizi una vera penitenza nella tua celletta.
Zio, che questa sia l’ultima volta che mi costringi a leggere ben 19 righe dei tuoi deliri prima di trovare l’immancabile “ipocrita fesso” rivolto al tuo intelocutore. Mi raccomando. :D
Tony, forse non l’hai capito ma in realtà questa volta la rabbia di Zio era tutta per te. Sei riuscito a darmi dell'”ipocrita fesso” prima di lui, questo gli risulta insopportabile :-)
Capisco che, non avendo niente da dire ed essendoti trovato una “spalla”, tu sia tentato di resuscitare il varietà di Gianni e Pinotto e di Ric e Gian; il pubblico italiano, però, non è lo stesso di allora, perciò secondo me faresti bene a cercare qualche altro modo di uscire dal topic.
Ieri si è svolta una manifestazione contro la resistenza a Baghdad, secondo Aljazeera qualche decina di migliaia di persone (da tenere presente che è un po’ come sapere dalla questura quante persone c’erano alla manifestazione dei no global o dei sindacati…). Qui trovate una descrizione e un bel po’ di foto http://healingiraq.blogspot.com/archives/2003_12_01_healingiraq_archive.html#107107940577248802
Qualcuno mi sa dire se ne hanno parlato alla televisione?
I tuoi post diventano progressivamente più ridicoli. Sei il Sandro Giacobbe dei falsari. Ma credi che alludere ad articoli inesistenti di Al-Jazeera su manifestazioni inesistenti, o a blog intitolati “Healing Iraq”, contenenti dei link a foto vecchie di anni, non ti sputtani? Lo fa, lo fa. La gente non è fessa come te. Ti ringrazio di cuore a nome di tutti gli antiimperialisti.
Orsù, microluttwak, ribatti. Non hai delle altre patacche in serbo per GNU? Così completiamo questa fenomenologia dell’ipocrita fesso.