Una P3 per l’ispettrice Tina

p3.jpgMentre mi gusto la rievocazione dell’unica puntata che io mi ricordi della prima serie di Star Trek, ecco che un arco voltaico scocca tra due momenti della Storia e una folgore (colla minuscola) mi mesmerizza. Lo ha già detto Gianluca, ma vale la pena di ribadirlo: sembra di avere chiesto a Scott di mettere in moto i rotori positronici e di fare, di colpo, e non inaspettatamente, un balzo nel tempo: di più di vent’anni. Sì, come direbbe il mai troppo lodato Philip K. Dick, stiamo vivendo un’ucronia. Sapete, tipo Fatherland, quel delirante romanzo di merda scritto da Harris, che presuppone che Hitler abbia vinto la Seconda? Ne trassero un altrettanto delirante film, mi pare con Rutger Hauer, una specie di Famiglia Benvenuti con tanti formaggini Grünenberg o Ramek spalmati su tutta la pellicola… Comunque, l’ucronia che stiamo realmente vivendo è questa: siamo nel 2003; Licio Gelli non è stato scoperto; la Loggia Propaganda 2 ha preso il potere; nessuno ha intercettato il doppiofondo della valigia con cui la figlia di Gelli si era presentata a Fiumicino e che conteneva il Piano di Rinascita Democratica. Ecco fatto: non c’è mica bisogno di riprendere un modellino dell’Enterprise su sfondo nero, per fingere che siamo nello spazio, ultima frontiera: all’ultima frontiera ci siamo già. La colpa? E’ di una vecchietta che sembra uscire da una devastante copula tra Margherita Hack e Giorgio Bubba: si chiama Tina Anselmi.


Con quanto disdoro ho letto nei giorni scorsi, all’indomani dell’intervista rilasciata da Licio Gelli a Concita De Gregorio su Repubblica, le dichiarazioni sonoramente piccate, eticamente corrette, giustamente indignate di Tina Anselmi sull’ex Venerabile. La Tina sulle spine ululava: lo dicevo io che Gelli ce la faceva, l’avevamo denunciata noi della Commissione la persistenza di questa ghenga, guarda te dov’è finito ora Cicchitto (a codirigere Forza Italia)… Beh, tutte palle.
Un po’ di fatti, per i non addettissimi. Tina Anselmi ha presieduto la Commissione governativa sulla Loggia P2. Una Commissione che ha chiuso i lavori in un tempo indicibilmente breve, a fronte della vastità della materia e del clamoroso coinvolgimento di personalità di alto profilo istituzionale. Ma, almeno, uno si dice, la Tina l’ha chiusa quella Commissione: sì, con una relazione di maggioranza che conta una cinquantina di pagine. A cui si opposero diverse relazioni di minoranza, la più clamorosa delle quali è firmata da Massimo Teodori, ai tempi parlamentare radicale: più di millecinquecento pagine, con autodenuncia di gravi lacune dato il ristretto spazio a disposizione. La Tina ci ha passato diciannove tomi di atti della Commissione, pubblicamente consultabili, che nessuno consulta, perché la Tina non ha fornito quei volumi di uno strumento banale e fondamentale: l’indice analitico. Faccio un esempio: uno vuole verificare dove e come e da chi è stato nominato in quei diciannove libroni Giulio Andreotti? Non può. O se li legge tutti, o non può. Faccio una proposta a Gianluca e Riccardo: perché non lanciare una campagna dei blog a favore di un OCR su quelle pagine fondamentali? La indirizziamo a Casini, che è il Presidente di competenza (lavorare per un anno a Montecitorio a qualcosa è servito…).
Altro rilievo: ma come?, Tina ci chiude la Commissione e vent’anni dopo viene a spifferarci su La Repubblica che le vere liste della P2 non sono mai state rese pubbliche? Biricchina! Infatti nessuno dice mai che le liste complete degli affiliati di Gelli stanno nella Cassaforte di Stato (che equivale a un bidet nazionale), Cassaforte che possono aprire soltanto il Ragioniere di Stato, il Presidente della Repubblica e i Presidenti dei due rami del parlamento. Sondaggio volante: secondo voi quante di queste cariche, fino a oggi, sono andate a sbirciare quelle liste covate nella Cassaforte? Bravi, avete indovinato.
Ecco perché Tina è molto peggio di Edith Keeler, la pacifista ucronica della puntata di Star Trek citata da Gianluca: almeno quella fermava un disastro, non si dannava l’anima per farlo avvenire. E poi, la Keeler si levava dai coglioni. L’altra no. E’ grazie anche e soprattutto a gente come Tina Anselmi che ora ci troviamo nel Ramek fino al collo.

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19 Commenti

  1. Mi offro volontario per un po’ di OCR. Piuttosto: cos’altro ci sarà nella cassaforte di stato di interessante secondo voi?

  2. E per scrivere cotanta spettacolare idiozia (Berlusconi=Gelli=P2) l’iperteso ha impiegato tutto ‘sto spazio (iper, se ritiene) e scomodato formaggini tedeschi e prefigurato amplessi con Margherita Hach e presto con Ave Ninchi. Fate piuttosto un bel dibattito su che cosa voglia dire saper scrivere, invece che perder tempo con gli ottovolanti sintattici di Gennarino ‘o rosicone – ne ha ogni caratteristica – e provate a rileggere piano la sua l’intera l’idiozia, provate, orsù; indi chiedetevi se, una volta ripulita della schiuma da fumettari – e pesante e pedante – non rimanga che l’insostenibile leggerezza del deficiente.

  3. Che cosa vi fa venire in mente il nome Filippo? A me, un bambino. Chi si chiama Filippo non può che essere bambino. Proprio come Camilla sulla sponda femminile, Filippo è un nome che sa di vezzeggiativo lontano un miglio: “Vieni Filippo, è pronta la merenda!”; provate a rifarlo utilizzando il nome “Antonio”: è inutile, non ha lo stesso sapore bambinesco, Antonio è un adulto per forza di cose. Chi si chiama Filippo, invece, non può crescere, è matematico; rimane sospeso nel limbo della sua infanzia fino alla morte. Nome omen, caro Facci. Mi sa che se facessimo una graduatoria dei rosiconi…

  4. FF fa finta di non sapere che il merdoso piduista che abbiamo l’onere di avere come PDC, senza la P2 (e senza Craxi), starebbe ancora a fare i concertini sull’Achille Lauro, magari con Fidel Confalonieri;
    e invece, grazie ad una risicata maggioranza di anafalbeti e decerebrati eccolo lì….

  5. Caro diario, oggi su un blog sono passati a criticarmi direttamente per il nome che porto. Giuro. Un tizio, causa i suoi cattivi studi o la loro assenza, ha preteso che l’associazione junghiana da riferire al mio nome fosse universalmente riferibile a un bambino impossibilitato a crescere: e non, chessò, a prìncipi e dinastie e insomme le solite cose che sai. Il tizio ha scritto che uno che si chiami Filippo ‘Rimane sospeso nel limbo della sua infanzia fino alla morte’. Che tachivo. E comunque, simpatia a parte, magari fosse. Magari. E poi il tizio ha scritto ‘Nomen omen’ così come l’ho scritto io. Sì. Ma il bello, caro diario, è che il tizio – che appunto mi ha accusato di chiamarmi Filippo – porta il seguente nome: Finestraio. Sì. Secondo te, dimmi, come può crescere uno che si chiama Finestraio? Se poi calcoli che il nome io non me lo sono scelto (per quanto sia bellissimo) e lui invece sì, dimmi: come cresce, secondo te, uno che viene al mondo e poi decide autonomamente di chiamarsi Finestraio? E che poi rompe le balle a me? Io penso solo che questo tizio possa corrispondere all’ultima parola del mio intervento precedente, e tu? Ora ti saluto, caro diario. Vado in bagno a giocare coll’acqua. Neanche oggi Papi* mi ha comprato la macchinina. ‘Stasera vado da lui mentre si fa il bagno e lascio cadere un phon acceso nella vasca da bagno.
    (*No, non Enrico).

  6. Caro diario, oggi su un blog sono passati a criticarmi direttamente per il nome che porto. Giuro. Un tizio, causa i suoi cattivi studi o la loro assenza, ha preteso che l’associazione junghiana da riferire al mio nome fosse universalmente riferibile a un bambino impossibilitato a crescere: e non, chessò, a prìncipi e dinastie e insomme le solite cose che sai. Il tizio ha scritto che uno che si chiami Filippo ‘Rimane sospeso nel limbo della sua infanzia fino alla morte’. Che tachivo. E comunque, simpatia a parte, magari fosse. Magari. E poi il tizio ha scritto ‘Nomen omen’ così come l’ho scritto io. Sì. Ma il bello, caro diario, è che il tizio – che appunto mi ha accusato di chiamarmi Filippo – porta il seguente nome: Finestraio. Sì. Secondo te, dimmi, come può crescere uno che si chiama Finestraio? Se poi calcoli che il nome io non me lo sono scelto (per quanto sia bellissimo) e lui invece sì, dimmi: come cresce, secondo te, uno che viene al mondo e poi decide autonomamente di chiamarsi Finestraio? E che poi rompe le balle a me? Io penso solo che questo tizio possa corrispondere all’ultima parola del mio intervento precedente, e tu? Ora ti saluto, caro diario. Vado in bagno a giocare coll’acqua. Neanche oggi Papi* mi ha comprato la macchinina. ‘Stasera vado da lui mentre si fa il bagno e lascio cadere un phon acceso nella vasca da bagno.
    (*No, non Enrico).

  7. Facci, vorrei rivolgerti solo una domanda: perchè le critiche a Genna non le puoi fare senza dargli dell’idiota e del deficiente? L’effetto è solo quello di scatenare altri a insultare te e via dicendo, così che i commenti ai post di Neri sono spesso solo lunghi elenchi pieni di insulti….
    a volte ti provocano, certo, ma il mezzo migliore è ignorare chi ti insulta, non ti pare?

  8. Qualsiasi seria considerazione sull’argomento dovrebbe andare al di là delle vulgate che vogliono per forza vedere nella P2 e nel piano di rinascita democratica un’attentato alla democrazia. In realtà, alla luce della sentenza della Corte di Assise di Roma del 1994, è legittimo pensare che si trattasse di un normale programma politico (esite infatti la libertà di pensiero) da attuare sia con la costruzione di rapporti personali ed economici (mi sembra che tutte le forze politiche abbiano agito e agiscano secondo le stesse modalità, anche se Gelli, sebbene non diversamente da altri, ha ecceduto commettendo atti sanzionati penalmente) sia secondo un programma definito (ogni movimento o forza politica ne ha uno). Il fatto che la relazione Anselmi condanni politicamente come eversiva l’organizzazione, non deve far credere per ciò solo che la P2 lo fosse, essendo necessaria una pronuncia giurisdizionale che nel caso manca. D’altronde i risultati delle commissioni parlamentari nascono da valutazioni meramente politiche, e certamente l’etichetta di “eversivo” poteva essere data con serenità, basta vedere con quale facilità e leggerezza viene data anche oggi, da forze che con l’attuazione di un simile programma avrebbero visto drasticamente ridurre la loro presa sulla società e sul paese. Un analisi storica del periodo e delle forze politiche allora arroccate in difesa di status quo politico e sociale, forze che tuttavia sono ancora presenti in Italia, può indurre facilmente a pensare che una tale condanna fosse determinata, ad esempio, da un moto di difesa di un sistema politico che si stava avviando al declino, oppure da molte altre politicamente valide ragioni. Il punto è che una condanna politica è determinata dal momento storico e dagli interessi politici, ma non ha alcuna rilevanza a parte quello di documento, ed è giusto che sia così, proprio per il fatto che non necessariamente la politica segue principi di giustizia. Ora, sarebbe bello dilungarsi con qualche altra serena considerazione sull’argomento P2, che è sempre sulla breccia, ma lo spazio è tiranno. Spero solo che queste considerazioni non facciano gridare subito all’eresia o mi attirino i soliti anatemi.

  9. Rispondo scontatamente al signor Apicella che mi aveva chiesto per quale ragione io non possa fare delle critiche a Gennarino senza dargli dell’idiota e del deficiente. Risposta: non ho dato dell’idiota al citato; gli ho dato del deficiente. Sicchè la domanda corretta a mio dire doveva essere: perchè non puoi fare delle critiche a Gennarino senza dargli del deficiente? Risposta: ma io non ho fatto delle critiche; la critica comporta una qualche considerazione per le tesi dell’interlocutore e per l’interlocutore medesimo: ciò che non è da parte mia. Sicchè la domanda a mio dire doveva essere: perchè non puoi scrivere di Gennarino senza dargli del deficiente? Risposta: perchè è un deficiente.

  10. per pius, la sig.ra rolli ed altri:
    sminuire l’importanza e la pericolosità della P2 è altrettanto pericoloso e schifoso di quanto fatto e quanto sta facendo e farà la P2, che non è un circolo di bocce o un dopolavoro dell’inps o delle poste e telegrafi, ma la più merdosa accozzaglia che si possa immaginare (e forse Gladio ci si avvicina); io personalmente ho avuto a che fare, per poco, con uno degli iscritti, di cui ricordo solo la protervia e l’arroganza;
    la magistratura ha stabilito che non era “pericolosa”? e chi ci assicura che i giudici che l’hanno decretato non fossero a loro volta dei piduisti di merda?
    Per giudicare la bonomia di lorsignori basti pensare allo IOR, a Sindona, Calvi, a quei simpaticoni di Miceli, Henke, Pazienza (Francesco), alle bombe di BOlogna e dei treni, al fatto che hanno di fatto “falsificato” la vita di una nazione negli ultimi 20-30 anni…

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