Assetato di spazi per confessare inconfessabili pudori, accedo anch’io alla generosità di Gianluca e, per l’appunto, confesso. Confesso che conosco Vivian Lamarque. So che Gianluca e altri memorabili clarenciani a questo punto scuoteranno il turgido capo: è così, che ci devo fare? La conosco, Vivian. E’ una poetina tra le più apprezzate, una donna minuta che è stata in analisi quelle decadi che fanno tanto seduzione under fifty, ha una meravigliosa figlia e non soltanto sul Corriere parla dei suoi gatti. Magari! Il fatto è che la Lamarque, con questa storia dei felini domestici, è inarrestabile ed esuberante come il Vajont: te ne parla sempre, ti telefona, ci fa su dieci libri di poesia. Ma è una donnina onesta, scrive pulito anche se non fondamentale. Ha pubblicato, come volevasi dimostrare, un libro d’amore per il suo psicanalista: il che indica quanto sia sincera. Gira davvero in bicicletta e sembra l’Agnese che non va a morire.
Fa parte, evidentemente, della comunità più sfigata del comparto sociale italiano: quella dei poeti. In quanto femmina poetessa, è molto ambìta, anche se pare incredibile. Invece non è incredibile ed è facile capirne il perché, se vi è mai capitata nella vita la somma sfiga di incontrare Patrizia Valduga (una che ha l’appeal degli Adams) o Alda Merini (anche lei ha l’appeal degli Adams, in particolare dello zio Fester). Io, che ho cominciato all’età di 13 anni a frequentare le letture di poesia, lo so bene: vale sempre l’insegnamento del maestro Antonio Porta che, me pubere, mi impartì una gnomica lezione di vita: “In poesia non ci sono fighe”. Era vero. Ai tempi viveva la sacerdotale Amelia Rosselli (una che aveva l’appeal degli Adams: la nonna), squinzie anoressiche e vibrioniche accalcavano palcoscenici senza platea, da Marta Fabiani a Maria Pia Quintavalla (entrambe candidate all’adozione da parte degli Adams). Ringraziamo il cielo che nessuno di loro scriva per il Corriere, altrimenti Gianluca dovrebbe appositamente aprire una rubrica.
Resta il fatto che, passando dalla poesia alla prosa, la situazione non è migliorata. Anzi, è peggiorata. Adesso mi tocca assistere ad autentici blitzkrieg seduttivi di gente come Lidia Ravera, Isabella Bossi Fedrigotti, Lina Sotis. E queste sì che scrivono tutte sul Corriere. Forse, Gianluca, per queste intoccabili (nel senso che nessuno avrebbe il coraggio di toccarle) bisognerebbe davvero inaugurare una rubrica…
Che descrizione agghiacciante. Deduco che sia giusto preoccuparsi per il gatto.
oddio, le tre agony aunts dei miei incubi peggiori!!!
Insomma, quella della poetante Liv Tyler in Io ballo da sola era tutta una balla
Ciao Genna, ben vengano le tue confessioni. Sono contento di poterti leggere qui.
echissenefrega
Per gli estimatori della Lamarque: vi segnalo che oggi ha colpito ancora, con passerottini e pipistrellini che finiscono per sbaglio in casa! Sul “Corriere Milano”.