Attenzione: atto secondo – scena quarta

Cortigiani, vil razza dannata,

Per qual prezzo vendeste il mio bene?

A voi nulla per l’oro sconviene,

Ma mia figlia è impagabil tesor.

La rendete . . . o, se pur disarmata,

Questa man per voi fora cruenta:

Nulla in terra più l’uomo paventa,

Se dei figli difende l’onor.

Quella porta, assassini, m’aprite.



Ah! Voi tutti a me contro venite!
Ebben, piango, Marullo . . . signore,

Tuch’hai l’alma gentil come il core,

Dimmi tu dove l’hanno nascosta?

E’ là? . . . E’ vero? . . . tu taci! . . . ohimé! . . .

Miei signori . . . perdono, pietate . . .

Al vegliardo la figlia ridate . . .

Ridonarla a voi nulla ora costa,

Tutto al mondo è tal figlia per me.

Pietà, pietà, signori, pietà.
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