So che qualcuno l’avrà già sentita, ma chissenefrega.
Io ho riso. E parecchio. Perché nel periodo in cui imperversavano, non erano in disgrazia e non rischiavano l’estinzione, li ho visti da vicino, ed erano esattamente così.
Il guidatore, in un elegante abito di Versace, scarpe Gucci, occhiali Ray Ban e cravatta Yves Saint-Laurent rallenta, si sporge dal finestrino dell’auto e dice al pastore: “Se ti dico esattamente quante pecore hai nel tuo gregge, me ne regali una?”
Il pastore guarda l’uomo, evidentemente uno yuppie, poi si volta verso il suo gregge e risponde con calma: “Certo, perché no?”
A questo punto lo yuppie posteggia l’auto, tira fuori il suo computer portatile Dell e lo collega al suo cellulare della AT&T. Entra in Internet, naviga in una pagina della NASA, seleziona un sistema satellitare GPS per avere un’esatta posizione di dove si trova e invia questi dati a un altro satellite NASA che scansiona l’area e ne fa una foto in risoluzione ultradefinita. Apre quindi un programma di foto digitale della Adobe ed esporta l’immagine a un laboratorio di Amburgo in Germania che dopo pochi secondi gli spedisce un e-mail sul suo Palm Pilot confermando che l’immagine è stata elaborata e i dati sono stati completamente memorizzati. Tramite una connessione ODBC accede a un database MySQL e su un foglio di lavoro Excel con centinaia di formule complesse carica tutti i dati tramite e-mail. Dopo pochi minuti elabora la risposta e alla fine stampa una relazione completa di 150 pagine, a colori, sulla sua nuovissima stampante HP LaserJet portatile iper-tecnologica e miniaturizzata, e rivolgendosi al pastore esclama: “Tu possiedi ESATTAMENTE 1586 pecore”.
“Giusto! Beh… a questo punto immagino che tu possa prenderti la tua pecora” dice il pastore e guarda l’uomo scegliere un animale, che si appresta poi a mettere nel baule dell’auto.
Prima che l’uomo riparta il pastore aggiunge:
“Ehi, se indovino che mestiere fai, mi restituisci la ‘pecora’?”.
Lo yuppie ci pensa su un attimo e dice: “Okay, mi pare giusto, perché no?”
“Tu sei un consulente” dice il pastore.
“Caspita, è vero – dice l’uomo – ma come hai fatto a indovinare?”
“Beh non c’è molto da indovinare, mi pare piuttosto evidente – dice il pastore – sei comparso senza che nessuno ti cercasse, vuoi essere pagato per darmi una risposta che io già conosco, ad una domanda che nessuno ti ha fatto e – soprattutto – non capisci un cazzo del mio lavoro…
Ora restituiscimi il mio cane!!!”
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Vabbé, è una barzelletta ampiamente riciclata: a parte la versione col carabiniere al posto del consulente, ne gira una (almeno in Nord Europa) che ha come protagonista una bionda. Visto anche il titolo del post sottostante, immagino che Neri si scandalizzerà, ma pare appunto che le bionde, in quelle contrade, non godano di grande prestigio quanto a quoziente intellettivo – se non è razzismo questo…
Ne esiste una versione con un project manager, anche se la realtà del project management in Italia dimostra che … la barzelletta ha un fondo di ragione. (O meglio, un buon fondo di ragione!)
Comunque sui consulenti la barzelletta ha ragione, ma la avrebbe anche se fosse sui project managers, sui dirigenti enti pubblici, sui politici di Sforza Italia, sui leghisti, ecc. ecc. (lo so da frequentazione diretta dei suddetti “elementi”)
Sì, roba vecchia. Però fa sempre piacere che qualcuno ce la risquaderni poichè è vera come è vero il sole.
Aggiungerei che l’ultima nidiata di “consulenti” sono gli esperti di qualità (totale, parziale, eccetera). Adesso c’è anche un ISO che certifica che un’azienda è socialmente e ecologicamente a posto con la sua coscienza. Ne scriverò, ne scriverò.
E’ tutto vero, lo posso confermare per esperienza: il consulente sono io ( che tocca fare per campare ).
Grazie… sono un consulente. Ma vale anche per i politici della Quercia/Ulivo/Margherita/Foresta di Fangorn/Foresta Incantata.
Ti riciclo anche questa…Un consulente super stressato dal lavoro decide di prendersi una settimana di vacanza in campagna per tornare ad apprezzare i valori semplici della vita.
Va in una fattoria e chiede al contadino se gli può far fare dei lavori manuali per impegnare il fisico e liberarsi la mente.
Il contadino gli dice :”va bene, ti sveglio domattina alle 5 e vediamo cosa posso farti fare”.
L’indomani mattina il contadino lo porta in un campo dove c’è un enorme mucchio di letame e gli dice :”io debbo andare in paese, dovresti spargere il letame in maniera uniforme nel campo”.
Alla sera il contadino torna e trova il letame sparso in maniera perfetta in tutto il campo, anche negli angoli più lontani.
Il giorno dopo, sveglia alle 5, il contadino lascia il lavoro da fare al consulente, lo porta nell’aia della fattoria e dice :”vedi quel mucchio di mele? dovresti suddividerlo in due sulla base della grandezza, a destra le mele più grandi, ed a sinistra quelle più piccole”.
La sera il contadino torna, va nell’aia e trova il mucchio di mele intatto. Il consulente è davanti al mucchio con una mela per mano, le guarda, le soppesa e dice :”questa è più grande.. no, è più grande questa… però forse è più grande questa…”
Il contadino lo guarda e dice :”scommetto che lei di lavoro fa il consulente”
“bravo, ma come ha fatto ad indovinarlo?” risponde quest’ultimo.
“perché voi consulenti siete tutti uguali, quando si tratta di spargere merda siete dei fenomeni, ma quando dovete prendere una decisione………”
e questa… Una società italiana ed una giapponese decisero di sfidarsi annualmente
in una gara di canoa con equipaggio di 8 uomini.
Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara
ciascuna squadra era al meglio della forma ma i giapponesi vinsero con
il vantaggio di oltre un chilometro.
Dopo la sconfitta il morale della squadra italiana era a terra.
Il “top management” decise che si sarebbe dovuto vincere l’anno successivo
e mise in piedi un gruppo di progetto per investire il problema.
Il gruppo di progetto scoprì, dopo molte analisi, che i giapponesi
avevano 7 uomini che remavano ed 1 che comandava, mentre la squadra
italiana aveva un uomo che remava e 7 che comandavano.
In questa situazione di crisi il management dette una chiara prova di
capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una società di consulenza per
investigare la struttura della squadra italiana. Dopo mesi di duro lavoro
gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c’erano troppe
persone a comandare e troppo poche a remare.
Con il supporto degli esperti, fu deciso di cambiare immediatamente la
struttura della squadra. Ora ci sarebbero stati 4 comandanti,
2 supervisori dei comandanti, un capo supervisore ed uno ai remi.
Inoltre si introdusse una serie di punti per motivare il rematore:
“Dobbiamo ampliare il suo ambito lavorativo e dargli più responsabilità.”
L’anno dopo i giapponesi vinsero di nuovo con un vantaggio di 2 chilometri.
La società italiana licenziò immediatamente il rematore a causa degli
scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante ciò pagò con un bonus
il gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra
aveva dimostrato. La società di consulenza preparò una nuova analisi, dove
dimostrò che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione
buona ma che il materiale usato doveva essere migliorato.
Al momento la società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa.