La Leggenda del Santo Imbonitore

Padre PioIl fatto che nei commenti di questo blog si oda un costante rumore di vesti stracciate quando si scherza coi santi rende l’attività ancora più gustosa.
Ripubblico (con qualche aggiunta) un pezzo su Padre Pio che, per qualche tempo, mi accreditò come bersaglio primario di bigottissimi insulti e mail indignate che, francamente, non capii, perché tutto ciò che avevo raccolto e raccontato era vero, documentato.
Potrà sembrare un dispetto. Lo è.

Quando avrò un figlio dovrò implorarlo di perdonarmi per averlo consegnato ad un mondo in cui una delle principali religioni riconosce a Padre Pio lo status di santo e ritiene, tuttora, che Don Milani sia stato solo un gran rompicoglioni. Eppure, credetemi, onoro forse più io il frate cappuccino da Pietrelcina, riconoscendogli almeno quel particolare tipo di ammirazione che si riserva alla destrezza dei bari, che i trecentomila che accorreranno in massa al primo festival della circonvenzione d’incapace organizzato in San Pietro in occasione della canonizzazione.

Non sono sicuro che vi fosse malizia da parte di Padre Pio nel mantenere aperte le stigmate con lo iodio: parecchi studi ritengono che persone particolarmente devote siano capaci di autoinfliggersi ferite in modo totalmente inconsapevole. So però che c’è in chi lo vende a 2500 $ come dominio internet; 12 $ come medaglia; 11,50 $ come candela; 4,50 $ come reliquia di terza classe; 4 $ come spilla o magnete da attaccare al cruscotto della macchina; 6 $ come carta d’identità riportante la scritta “I am a catholic” (utilissima per i paramedici che vi raccoglieranno nel caso dovesse succedervi qualcosa e che, in mancanza di informazioni sul gruppo sanguigno, sapranno a chi indirizzare le preghiere); 32 $ come busto dipinto a mano; 64 $ come statua; 29 $ come decorazione della maglietta “Pray, Hope, Don’t Worry” (ovvero: prego perché ho il cancro, spero che tu me lo faccia passare, non mi preoccupo perché sono un totale fesso capace di indossare magliette come questa).

Resta una vaga sensazione di sconcerto davanti a quella che più che un’icona da immaginetta è ormai un vero e proprio fenomeno massmediologico: il ragazzo che – come dopo i concerti dei Back Sabbath – chiede su un sito: “Cerco disperatamente la ragazza che alla fine della funzione per la beatificazione di Padre Pio (3 Maggio) mi ha regalato il suo fazzoletto”; un certo Renato che su una messaggeria si propone come una puzzolente variante dell’“Eletto” di Matrix: “Sto portando avanti per far conoscere una visione come Prescelto. Durante una una fase di lavoro al computer avevo le mani e il posto di lavoro invaso da un odore di aglio. Cosa ne pensi?. Sappi che una forza esterna cerca di procurarmi problemi e gravi problemi, per fermanmi nel mio intento”; il serissimo sito dedicato a Padre Pio che ha come sottofondo “Go West” dei Pet Shop Boys; le pagine “Padre Pio: miracoli e misteri”, che riportano la notizia: “Padre Pio salva una donna, ma muore l’anziana zia che ne aveva chiesto la guarigione”.
Viviamo tempi difficili, e peggiorano: oggi uno come Padre Pio andrebbe ospite da Gerry Scotti a “Passaparola” come don Mazzi. Almeno questa sofferenza, tra tutte le altre, Dio gliel’ha risparmiata.

Ho detto che non sono sicuro vi fosse malizia, ma ciò che è certo è che Francesco Forgione (Padre Pio era solo il nome d’arte) ci ha messo del suo. Così, infatti, ha giustificato la miracolosa ferita al costato: “Stavo confessando un ragazzo quando vidi la figura di un personaggio che aveva una lancia dalla punta fiammeggiante che mi colpì al costato. Congedai il ragazzo e mi ritirai nella mia cella, dove soffrii per tutta la notte”.
In un paese normale un episodio del genere prende il nome di “attentato”: si chiamano la polizia, i detective, l’ambulanza… Cose così. Da noi invece si chiama “trasverberazione” e raccoglie più fans di X-Files.

Sui costumi di Padre Pio, tutt’altro che irreprensibili, sono stati mossi dubbi al cui confronto la vita di Flavio Briatore sembra condotta con la diligenza del buon padre di famiglia: Agostino Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica, in missione per conto della Chiesa lo definì “psicopatico autolesionista”. Uno dei tanti messi inviati dal Vaticano ebbe a dichiarare: “Padre Pio è un ignorante capace di affascinare le anime: si permette di accarezzare giovani donne, fa pagare i giornalisti per la propaganda a suo favore, si procura profumi costosi, esige letto a molle e cibi speciali”. Il vescovo di Manfredonia Pasquale Gagliardi, che lo accusò di essere un “truffatore”. Le ferite furono ufficialmente considerate “isteriche”. Tutti gli studi sulla morte di Cristo hanno confermato che le stigmate sarebbero dovute apparire sui polsi, e non sui palmi delle mani, che non avrebbero potuto reggere il peso di un corpo crocifisso. Il CICAP, comitato italiano che controlla le affermazioni sul paranormale, lo annovera tra fenomeni del calibro di Rosemary Altea e Giucas Casella. La Congregazione del Sant’Uffizio inviò a S. Giovanni Rotondo l’arcivescovo di Ancona Carlo Maccari perché indagasse su Padre Pio, sui finanziamenti per la costruzione dell’ospedale “Casa sollievo della Sofferenza” e sui chiacchierati rapporti con Cleonice Morcaldi, con la quale il frate intrattenne un documentato e audace scambio epistolare: “Ardo dal desiderio di vederti… Gesù sia sempre tutto il tuo conforto… e ti renda sempre più degna dei suoi divini amplessi. Senti, piccina, il babbo arde dal desiderio di vederti. Senti cosa ho pensato: se riuscissi, ad esempio, a ottenere ancora la chiave e a venire inosservata su, sii pur certa che nessuno se ne accorgerà…”.

Padre Pio è, insomma, la versione pugliese del “sogno americano”: un esibizionista cui la vita ha ritagliato un ruolo da modesto frate cappuccino, che riesce a far carriera passando tutte le fasi della gavetta (individuo con personalità borderline / caso umano / fenomeno da baraccone / visionario / miracolato / materia prima per reliquie / icona da venerare / quadretto per pizzerie) fino ad ottenere un posto interamente per sé nel calendario. Senza neanche dover far vedere le tette.

Per finire, il “Fermo Posta Padre Pio:

Per quale motivo nel 1960, dopo la “sconfessione” di Padre Agostino Gemelli, che esaminò le stimmate dichiarandole “isteriche”, la Congregazione del Sant’Uffizio inviò a S. Giovanni Rotondo l’arcivescovo di Ancona Carlo Maccari perché indagasse su Padre Pio?
A causa della provenienza dei finanziamenti per la costruzione dell’ospedale “Casa sollievo della Sofferenza“? Anche. Ma non solo. Il vero soggetto del dossier di 200 pagine che venne steso dal Maccari riguardava soprattutto gli strani rapporti di cui si vociferava, tra Padre Pio e alcune sue Pie donne.
Una di queste era Cleonice Morcaldi, nata il 22 gennaio 1904, figlia di povera gente, con quattro fratelli. Presentata dalla madre al frate, da cui vi si era recata in quanto sconfortata dal fatto che non vi fossero mezzi per far studiare la figlia. Cleonice si diplomò a Foggia, e subito dopo iniziò a frequentare il convento di Padre Pio.
Iniziò tra i due un audace scambio epistolare (i brani che riportiamo in seguito), che sfociò anche in brevi incontri e piccoli sotterfugi (in genere un colpo di tosse con cui la ragazza avvisava della sua presenza in chiesa quando il frate era impegnato nel confessionale o sull’altare a celebrare la Messa).

Padre Pio: “Piccina mia, ardo dal desiderio di vederti…”
Cleonice Morcaldi: “E tu, mi vuoi sempre bene?”
Padre Pio: “Mi sei tanto cara, figlia mia! Sei tutta mia! Vivo per Gesù e per te”
Cleonice Morcaldi: “Tu che sei Gesù visibile, mi ami pure?”
Padre Pio: “In tua presenza mi liquefò; in tua assenza, mi brucio”
Padre Pio: “Mia sempre più cara figliola. Gesù sia sempre tutto il tuo conforto… e ti renda sempre più degna dei suoi divini amplessi. Le tue lettere, nonché la tua fedeltà, mi sono di grande sollievo nella prova a cui siamo assoggettati”
Padre Pio: “Senti, piccina, il babbo arde dal desiderio di vederti. Senti cosa ho pensato: se riuscissi, ad esempio, a ottenere ancora la chiave e a venire inosservata su, sii pur certa che nessuno se ne accorgerà… ti benedico con sempre crescente affetto”
Padre Pio: “Tu e Gesù siete due gigli”
Cleonice Morcaldi: “E tu una rosa profumata”
Padre Pio: “Sei sangue del nostro sangue, ma perché mi sei così cara?”
Cleonice Morcaldi: “Non ti allontanare dall’anima mia, mi sento sola”
Padre Pio: “Assieme a Gesù sto in te dalla cima dei capelli fino alla punta dei piedi”

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27 Commenti

  1. Condivido completamente tutti i dubbi. Sono cattolico (convinto, se può servire a qualcosa solttolinearlo…) ma ho sempre
    guardato con sospetto certe forme folkloristihe di adescamento e plagio, spacciate per miracoli. Quelli di Padre Pio sono
    da affiancare senza remore alle varie madonnine sanguinanti, alle visioni, ai misteriosi coagulamenti di sangue… Sono tutti
    mezzi per creare accoliti toccando un tasto debole della natura umana: la superstizione. Del resto ogni setta ha queste
    forme di proselitismo: sono subdole manipolazioni che approfittano dei momenti di debolezza delle persone (che
    specialmente in queste occasioni si affidano alle religioni). Purtroppo però la Chiesa è un’istituzione secolare, con duemila
    anni di storia alle spalle, intoccabile nel 99% dei suoi aspetti, soprattutto quando si parla di miracoli. Si dimentica così che i
    veri santi sono stati altri, catolici che il bene l’hanno fatto veramente senza confidare in ritorni economici, e non certi
    attorucoli tronfi capaci di soddisfarsi solo con indebita fama.

  2. Sono d’accordo. Ho sentito il desiderio di spedire il tuo testo a dei parenti che abitano in un paese vicino a San Giovanni Rotondo. Ma non lo farò. Voglio farmi ospitare ancora per le vacanze e se ricevono questo testo blasfemo rischio il linciaggio. Purtroppo nei piccoli paesi della puglia e del molise (ricordo i cartelli sulle strade vicino Termoli con scritto :”Serra Capriola, convento di Padre Pio giovane”) la devozione per il santo frate ha raggiunto fondamentalismi da medioevo. Io sono cresciuto cattolico per scelta non mia e come tanti, ho fatto fatica a venirne fuori. Ma se io sono cambiato, e voi siete cambiati…allora tutto il mondo può cambiare!!!

  3. Io credo in Dio e sono devota alla Madonna. Ma non credo nella Chiesa e in tutte le sue forme ufficiali di diffusione della parola di Dio. Sin da bambina ho sentito forte la fede in me, senza motivo, la sentivo e basta. Eppure sono cresciuta con genitori atei. Ho militato 6 anni nei boy-scouts cattolici e sono stata letteralemente buttata fuori non appena hanno scoperto che non avevo fatto la comunione. Il parroco di allora, Don Virgilio, disse a mia madre: “Signora, Gesù Cristo è stato battezzato a 33 anni, che problema c’è”. Ma mi fecero fuori lo stesso. Grande esempio di carità cristiana. Ho visto più beneficienza in abiti, scarpe, oggetti dismessi finiti sulle bancarelle dei mercatini, che addosso a chi ne aveva bisogno.
    Nonostante tutto, ho fatto la comunione spontaneamente a 30 anni per mia scelta, dopo un regolare catechismo serale. L’ho fatto per fare la madrina di battesimo ad una mia nipotina, unica concessione al Vaticano. Non so chi fosse veramente Padre Pio, so so solo che il suo sguardo non mi è mai piaciuto. Non mi pongo mai il problema di chi si fa portatore di qualunque cosa riguardi altri, è la mia filosofia di vita: ognuno può fare o dire quello che vuole, alla fine, da adulti con un cervello ragionante, siamo sempre noi che scegliamo pure nella totale disperazione che io conosco bene. E di questo mai si può attribuire la responsabilità ad altri. Che Padre Pio, Santa Rita, Sant’Antonio siano santini per fare il gioco delle carte o veri martiri e potenti intercessori per i nostri desideri non lo so. I miei sono stati esauditi. Dando qualcosa in cambio. E quando l’ho detto ad un parroco mi ha risposto “Cara, la Divina Provvidenza non mercanteggia: non devi promettere nulla in cambio per ottenere ciò che desideri, devi solo credere, avere fede e pregare”. Traete le vostre conclusioni.

  4. Mah! Rispetto le credenze altrui!
    Io non ho credenze, qualche tavolino, un armadio … a parte ste battutone che posso dire che ho molto rispetto per le credenze altrui, anche se non le condivido.
    Spesso vedo in queste debolezze umane, un po’ tristi che vanno comprese, alla base c’e’ paura e molta solitudine. Usare il termine fede, mah per alcuni sara’ anche fede no so, ho sempre pensato che credere dovesse andare pero’ al di la’ dei segni etc.
    Vorrei solo una cosa quando sento parlare di ste cose che chi dice ho una credenza rispettasse quelle altrui e lavorasse perche’ l’uomo si evolva sempre, tutto qui.

  5. Ferunt che tra l’altro il santo Pio fece in modo di fare diventare primario il medico che gli certificò le stimmate. Io ci aggiungerei anche due righe anche sulla povera Maria Goretti, bambina selvatica delle paudi laziali trasformata in santa per miserabili. Da leggere assolutamente: “Povera santa, povero assassino” di Giordano Bruno Guerri.

  6. I server di gnueconomy rischiano di essere fulminati dopo questo, condivisibile e interessante, post. I mouse salteranno, la ram brucerà per mano del sacro fuoco purificatore. L’Associazione Carlo Borromeo (chi se la ricorda?) dovrebbe fare un suo intervento: attenzione!

  7. l’italia e’ il paese dei balocchi.. possibile che non esista ql.no di stra-noto che abbia potere che non stia raccontando cazzate?….
    berlusconi… racconta cazzate da quando e’ bambino…
    fassino, prodi, d’alema.. peggio che peggio.. almeno berlusconi ql.sa fa…
    padre pio e la chiesa.. dalla prima pietra di s.paolo che tirano petardi di cazzate. e’ innegabile, ai “babbi” e agli italiani piace sentirsi rassicurati da chi gli racconta cazzate.. piu’ sono grosse, piu’ li santificano..

  8. “Padre Pio salva una donna, ma muore l’anziana zia che ne aveva chiesto la guarigione”.. eheheheheheheheheheheheh.. sto padre pio inizia a essermi simpatico.. (ma anche no..)

  9. al tempo della beatificazione vendevano anche il Pane Pio.Inserite il nome di altri prodotti Tipici

  10. GRAZIE GRAZIE GRAZIE. padres parentes dona ferentes, zampa genuflexa mi genufletto al vostro cospetto. articolo DETERMINATIVO. m’è piaciuto. clap!

  11. Alcune precisazioni:
    P. Agostino Gemelli non ha mai visitato P. Pio. C’è stato solo un incontro in cui P. Pio gli ha impedito di visitarlo in quanto non aveva un’autorizzazione scritta dal Vaticano. P. Gemelli, carattere risaputamente focoso, si è poi vendicato con una diagnosi negativa, che comunque non è quella che avete scritto voi.
    Il vescovo Gagliardi, persona immorale, rimossa successivamente dallo stesso Papa, odiava padre Pio in quanto gli aveva convertito le amanti. Ci penserà Emanuele Brunatto a rivelare chi dei due era il falso e il perverso. Quella che voi riportate come “vera” era l’accusa di una persona ignobile, nonostante purtroppo fosse un vescovo.
    Riguardo alla posizione delle stigmate è chiaro che se devo parlare con voi devo farlo in italiano e non in aramaico, altrimenti non mi capireste. Il fatto che il foro dei chiodi sia stato nel polso (come è visibile nella Sindone) nel 1917 ancora non lo sapevano! La gente non avrebbe compreso questo segno che tutta l’iconografia precedente mette nel palmo della mano.
    Se poi andate vicino al convento dei frati di san Giovanni Rotondo troverete uno dei più grandi ospedali del Mezzogiorno. Non l’ho costruito io, nè voi, nè l’editrice Kaos, ma la fede di quest’uomo.
    Ho conosciuto decine di persone a cui questo santo frate ha letto la coscienza prima ancora che aprissero la bocca.
    L’invito che vi faccio non è quello di restare nell’ignoranza… Tutt’altro: cercate di conoscere e studiare più a fondo le questioni prima di esprimere giudizi parziali.
    Riguardo al carteggio con la Moncaldi lo ha pubblicato un’editrice cattolica.
    Pace e bene.
    fra Roberto Brunelli

  12. Sta tentando di spiegarmi che Dio ha avuto l’accortezza di infliggere le stigmate al Santo nei palmi e non nelle mani perchè la gente, gia erede di una certa iconografia, non avrebbe colto, o ci vuol dire che Padre Pio, figlio dei suoi santi predecessori ha commesso la stessa veniale imprecisione?
    Le strade del signore sono infinite ma non avrei mai pensato che si aprissero a revisioni storiche sulla mappatura delle ferite del figlio per venire incontro ad un equivoco artistico…quasi giornalistico l’intervento, mi lascia basito.
    “Jehé sheméh rabbà mevoràkh le ‘alàm ul’almé ‘àlmaià”

  13. Ho un’altra critica da fare al Frate Roberto. Come è facile per voi passionali religiosi perdere sempre il filo logico e perdervi così facilmente.
    L’assunto dell’ospedale (opera di indubbia importanza nell’ambito meridionale ma anche nazionale) visto nell’ottica dell’articolo che stiamo commentando non ha nessun peso. L’ospedale come corollario di una vita forgiata sulla mistificazione e sul tradimento non ha il peso spirituale che dovrebbe avere. Per un uomo che ha fatto della santità un lavoro, un ospedale ottiene l’effetto di rappresentare una affermazione della sua “fulgida illuminazione divina”. Il fatto è che pur documentadosi non si può giungere ad una verità mio caro frate e così io rimango (per ora) della mia idea e l’ospedale, seppur incredibile contributo sociale, rimane, nell’idea del suo creatore, una mezzo macchiavelliano per raggiungere consenso. Attendendo prove ontologiche in aramaico dell’esistenza della santita di Padre Pio mi congedo.

  14. Della prima: la prima che ha detto.
    Della seconda: un tale diceva che l’albero si riconosce dai frutti. Spero che lei, che si dice migliore di P. Pio, possa farne ancora di più lui… Shalom

  15. La sua capacità interpretativa è inadeguata. No dissi di essere migliore, anzi il mio essere consapevolmente “peggiore”, mi da due yards in più per cogliere alcune sfumature. Certo, sebbene mi costi caro cadere nella citazione, e vero anche che il manzoniano adagio “omnia munda mundis” può essere usato per avanzarmi delle critiche, però, seguo indugiando nelle mie incertezze. Il concetto di carità (ben travisato nella vostar storia) trascende radicalmente dal rendiconto e benessere personale, radicalmente. La frase che utilizza non è efficace perché molti dietro di se hanno lasciato frutti buoni sebbene siano nati da terreni fertili per le grandi menzogne. Ben consapevole del non poter trarre conclusioni finali e ben conscio di non essere in grado di interpretare i segni de Signore, non aspiro alle vostre dorate vette, all’aria rarefatta delle vostre conquiste tra uomini e mi congedo nuovamente.
    Chissa se la bonificazione dell’agropontino, zona insalubre laziale sia stato un generoso frutto del “nostro” duce.

  16. Religione Ricatto(lica)

    Caro Daniele, bla bla bla bla, sembra che tu ce l’abbia con la nostra Chiesa, incosciente che bla bla bla bla. Allora (pollice e indice sulle tempie), non voglio nemmeno parlarne, riporto solo un link, da GNU. Pezzo di…

  17. è tutto molto meno facile di così. Am spies, Gianluca, anche se in quel che dici c’è del vero, del verosimile, eppure non c’è della comprensione. La faccenda è molto più complicata di così, e non parlo affatto da un punto di vista fideistico: la fede, o l’avversione ad essa, semplificano troppo o forse semplicemente guardano i fenomeni da “dentro”, mentre il punto di vista deve essere più esterno ed oggettivo possibile per raggiungere un minimo di comprensione. E di umana pietà. Cordialità

  18. Non sono frate, né suora. Non sono nemmeno più cattolica da molti anni. Rispetto ai fatti e alle documentazioni, la mia opinione è completamente opposta a quella del Neri. Sono d’accordo con Fra Roberto. Padre Pio voleva costruire un ospedale, non una chiesa. Voleva farlo in un posto che molti avrebbero detto abbandonato da Dio. E alla sua epoca non era ben visto negli alti ranghi della Chiesa, perché utilizzava mezzi poco tradizionali per raggiungere i suoi scopi. Quanto ci poteva essere di personale nei suoi scopi lo dicono i fatti: ha realizzato, in fatto, il migliore ospedale che abbiamo al sud. Trovo molto infantile il paragone con don Milani o qualsiasi altra figura similare. Ognuno è stato scomodo a modo suo. Ognuno ha dato quel che ha potuto, in base alla propria personalità, alla condizione, all’ambiente, al momento storico in cui ha vissuto e operato. Quando capirete che l’apertura mentale verso le altre religioni, l’amore verso un Dio universale, non ha niente a che fare con il rogo del cattolicesimo? Essere giusti e aperti non significa condannare i cattolici. Anche il Dalai Lama (non sono buddista) ha spiegato spesso questo grande errore di giudizio. Gli atei, poi, per me hanno una logica più discutibile di quella dei credenti: affermano con estrema sicurezza cose di cui non hanno la benché minima prova. Credono fermamente nel non-credo, dovrebbero formare una chiesa a sé.

  19. “Gli Anticristi nella Chiesa di Cristo” di Emanuele Brunatto… Io credo in Dio e nel diavolo ma non nella chiesa…la chiesa e solo una grande S.P.A. che crea solo disordine…Dobbiamo credere in San Pio! E’ stato un’uomo di Dio che ha salvato e convertito centinaia di anime…Per quanto riguarda Padre Gemelli ha espresso il suo parere senza neanche visitare il Santo, quindi è un’idiota in sottana convinto di sapere tutto…la chiesa dovrebbe essere distrutta e ricreata da uomini come Padre Pio.

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