Vecchio Scarpone

A lato, l’immagine cliccabile del mio articolo sul’Espresso del 10 luglio, in risposta alla presa di posizione dello scrittore Tiziano Scarpa contro i blogger. Di seguito, invece, la versione originale del pezzo, impercettibilmente tagliato per motivi di spazio.

È un bene, va riconosciuto, che Tiziano Scarpa nello scrivere un articolo sul fenomeno dei blog (che ha portato in rete ventimila diari personali) abbia scelto di riassumerlo in quattro righe: “Siete peggio di Liala. I diari in rete fanno pena: sono autocensura giornaliera in pubblico, enormi spazi di espressione libera sprecati a raccontare fuffa. Nessuno ha il coraggio di descrivere il trauma e la gioia di essere vivi”. Le dieci pagine di approfondimento che seguono risultano del tutto superflue, per lo meno a chi il trauma e la gioia della vita li ha perfettamente presenti e quindi disdegna di spenderne parte per intraprenderne la lettura con il rischio di cadere preda della narcolessia a cavallo tra le pagine quattro e cinque.
Che lo scrittore Scarpa voglia erudirci riguardo alla rete è improbabile. Da buon contadino premuroso è piuttosto preoccupato per le sorti del proprio orticello, quello degli “Scrittori Autorizzati”, degli eletti con biografia nel risvolto di copertina. Si chiama istinto di conservazione: lo stesso che, nell’ambito della guerra con i supermercati, ha mosso i panettieri milanesi – complice l’avvento dell’euro – a ritoccare in eccesso il prezzo del pane e a contestare le trattative per far tornare alla normalità il costo di una baguette.
Scarpa, oltre che scrittore e contadino, è infatti anche panettiere. E come tale non può fare altro che difendere il diritto acquisito dagli “Scrittori Autorizzati” ad avere le mani in pasta: che nessuno s’infarini se non legittimato dal proprio status. Sottinteso: che già bisogna fronteggiare comici, presentatori e giornalisti col pallino della strenna best-seller: ci manca solo l’occupazione da parte degli Anonimi Internettiani. I quali, per inciso, sono soggetti alla legge del mercato come qualsiasi scrittore: a blog noioso e poco interessante corrisponde libro altrettanto palloso e destinato a far la polvere sugli scaffali.
La maggior parte dei blog che sono usciti dall’anonimato sono, insomma, esattamente come Scarpa li vorrebbe. Il problema è che non li legge, quindi non se n’è accorto. Del resto, stiamo parlando di uno che di mestiere fa tutte assieme queste cose: lo scrittore, il contadino e il panettiere. Chi riuscirebbe a trovare il tempo?
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19 Commenti

  1. Dottore, ci vedo doppio? Ci sono due post che riportano identico lo stesso pezzo, per giunta del “padrone del sito”? Che sia megalomania?

  2. io lo so, sono ripetitivo, ma ogni volta che sento sto nome me chiedo: ma chi cazzo è questo?!?!?
    me ricorda er professore de diritto delle scuole medie…..quello co gli attacchi epilettici improvvisi

  3. Invece, egregio Mr.Neri, trovo che l’articolo di Scarpa meriti parecchia attenzione. Non mi è parso che in quelle due-tre paginette tirasse aria da “difesa del proprio orticello” (vedi Scrittore Autorizzato).

    Scarpa in fin dei conti ha speso un sacco di parole per dimostrare come il fenomeno dei Blog stia scardinando un po’ tutte le categorie, le corporazioni dell’informazione (vedi alla voce: giornalisti), quelle degli autori (Scrittori Autorizzati, come lui), ma anche quelle della critica tradizionale (i critici grigi e bolsi, che più che altro si fanno i complimenti a vicenda) e addirittura dell’editoria ufficiale (e perché no, aggiungo io, della CENSURA).

    Insomma, il rispetto per lo strumento c’è, c’è una fondamentale fiducia nel “pullulare di IO” a cui si assiste in rete, soprattutto c’è entusiasmo per questa forma che non deve piegarsi a nessuna legge e a nessuna – di nuovo – CENSURA (quella censura che può arrivare indifferentemente dall’editore o – più spesso – dal lettore. Quante cose non vengono scritte, vengono addolcite o raffinate solo per compiacere un po’ il lettore? Questa faccenda di “andare incontro ai gusti” proprio non mi va’ giù… e il Blog di tutto questo se ne frega! O almeno, ha il potere di farlo).

    Si potrebbe anche aprire una parentesi sul mezzo, sul Blog. Non è il Blog a rendere davvero possibile tutto questo, è più generalmente lo strumento internet. Noi stiamo qui a farci le pippe sulla scrittura e sull’informazione, ma internet sta liberando anche la musica (ben venga la pirateria, ma anche la possibilità per i nuovi gruppi emergenti di produrre e distribuire la loro musica in canali alternativi a quelli delle etichette tradizionali), internet sta liberando le arti visive, internet sta liberando anche lo spettatore (prima o poi qualcuno riuscirà davvero a trasformare lo spettatore in protagonista… il mezzo – internet – questa possibilità già la offrirebbe. Manca il colpo di genio. Ma per quello ci vuole un Genio, appunto). Internet potrebbe anche liberare la politica tradizionale… e poi mi fermo, che ci siamo capiti.
    I Blog magari moriranno, non domani ma dopodomani, ma internet, la rete metterà a disposizione qualcosa di ancor più rivoluzionario, qualcosa di ancor più (per usare le parole di Scarpa) “a tu per tu”.

    Solo che… solo che il “vecchio” Scarpa alla fine del suo pezzo si prende la libertà di dire che, con tutte queste potenzialità a disposizione, i bloggers in fin dei conti si limitano a giocherellare con la realtà, a sfiorarla, a scherzarla senza immergervisi davvero. Be’, la mia impressione è – spesso – la medesima: butto un’occhiata a una decina di blog tutte le mattine, sfoglio due o tre quotidiani on-line, bazzico un paio di siti di scrittura, una e-zine di musica, poi comincio a lavorare. Tutto questo mi lascia una vaga sensazione di aver gettato un’occhiata al mondo, ma senza penetrarlo davvero.

    Niente, nei quotidiani on-line, nelle e-zine, nei siti di scrittura (infestati da poesiole adolescenziali e da racconti di trenta righe – attenzione: questi racconti di trenta righe li leggo in rete da cinque anni, ormai… secondo me i Blog vengono da lì, da questa esperienza di scritture microscopiche e giornaliere), niente di tutto questo, dicevo, mi sconvolge. Niente mi sorprende. E’ solo, come ho già detto, uno sguardo distratto sul mondo – come uscire con gli amici il mercoledì sera: fare quattro chiacchiere, bere una birra, raccontarsi lo scorso week-end, sfogarsi per un litigio da nulla con la morosa, ridere dell’ultimo pettegolezzo… cosucce così. Una battuta sarcastica su Berlusconi non farà cadere il governo.

    I Blog, purtroppo, fanno lo stesso.
    Giocherellano con il presente, ignorano completamente il passato e il futuro.
    I Blog sono ansiosi, frenetici, quotidiani (tra un po’ un Blog, se non avrà una media di un post all’ora, non meriterà di essere letto!).
    In questo modo, noi che vi leggiamo NON IMPARIAMO NULLA.
    Scrivere in questa maniera è divertente, e divertente è leggervi. Ma finisce tutto lì.

    Senza offesa.
    Forse sono solo uno di quelli a cui piacciono quelle robe che a te scatenano la narcolessia tra pagina quattro e cinque.
    In fondo è soltanto una questione di gusti, no?

    Davide

  4. Davide, complimenti per l’analisi lucida. in fondo si tratta di tool “content managing”. è come se quelli del phpnuke dicessero che con i loro tool si possono fare solo una tipologia di sito.

  5. Caro Davide, ho letto recentemente un libro di Giorgio Agamben scritto 25 anni fa, “Infanzia e storia”, sulla fine dell’esperienza. La sensazione che tu senti oggi per i blog, lui la sentiva già allora. C’è come una “irrilevanza” nelle cose che facciamo e a cui assistiamo, che ci porta a non fare più esperienza di nulla. Non è colpa di Internet, che nel 1978 non era ancora quello di oggi. Forse è legato al benessere in cui viviamo, chissà. Forse c’entra la televisione, che ci scarica addosso emozioni così violente che appena spenta dobbiamo dimenticarle. O forse è la società di massa, le strade piene di gente, gli autobus stipati in cui, come diceva il poeta, ci sentiamo soli. Se provi a non sentirti solo su un autobus, è facile che prima o poi percepisci anche uno sgradevole senso di minaccia. L’immagine comica del provinciale che arrivando in città saluta tutti (ancora ieri nel telefilm Alias ne ho visto una variante) è emblematica di quello che abbiamo lasciato, un mondo rurale fatto di rapporti umani (non tutti positivi, s’intende) che non abbiamo ancora saputo sostituire. Se abbiamo paura degli eccessi dell’esperienza (vedi tutto ciò che va sotto il nome di violenza), dobbiamo accettare di perdere un po’ di spessore, di non riuscire a “penetrare davvero il mondo” (e su quersta tua immagine si aprirebbe un altro capitolo sul desiderio di paternità, ma lasciamo stare).

  6. Internet: forse fraintendo, ma vorrei chiarire che il problema di (chiamiamola così) “superficialità” di molti Blog non è dovuto, a mio avviso, al mezzo-internet. Jackarnold, ho “solo” 25 anni e lavoro in informatica da quando ero “alto così”… la mia fiducia nel mezzo è pressoché completa, davvero! E’ “soltanto” una questione di contenuti. Con la stessa velocità con cui aggiorni un Blog, con la stampa digitale adesso potresti stampare un libro. La questione è sempre: di che qualità è il lavoro che stai pubblicando (su internet o in libreria).
    Penetrare il mondo: ma dai, cosa c’entra la paternità? Lasciamo stare, perché non è di interpretazioni pseudo-freudiane che stiamo parlando. Se vuoi, invece di “penetrare davvero il mondo” potrei dirti “capire”, “indagare”, “scoprire”, “sperimentare”, eccetera…
    Baci a tutt*

  7. No, la superficialità del mezzo blog non è dovuta al mezzo internet. E’ lo specchio di quello che viviamo quotidianamente. Forse, se valorizzassimo di più questo, avremmo anche un occhio più bendisposto verso la cosiddetta fuffa. Ma come si fa a stare dietro ai mondi interiori di diecimila persone?!

  8. Ma chi e come stabilisce cos’e’ un buon prodotto oppure un prodotto-fuffa? Chi ha il diritto e l’autorita’ di arrogarsi questo potere? Forse chi ha il blog piu’ cliccato? Oppure chi vende piu’ copie del proprio libro? Non credo. Cio’ che io personalmente considero fuffa potrebbe non esserlo per molti altri e viceversa. E’ tutto relativo, inclusi i diversi orientamenti e giudizi di Scarpa e Neri. Il punto e’ che siamo tutti, chi piu’, chi meno, attori e spettatori di un fenomeno che sta seguendo una sua curva evolutiva che non sappiamo bene dove stia andando a parare. Almeno questa e’ la mia sensazione. Staremo a vedere.

  9. Non capisco perche’ diversi Blog parlino di una Scarpa di scrittore. Boh! Mi pare ci sia un po’, come dire, carestia negli argomenti. Sara’ l’estate. Siamo alle solite! Si cerca una facile polemica solo per far parlare bla bla bla bla … solo chiacchiere da ballatoio, un po’ aride, un po’ prive di senso, a mio parere. Uno dice una cosa, bene la si legge, non siete d’accordodo? Bene lo dite, ma non vedo tutto sta importanza della cosa. Mah! Sara’ che invecchio! Mah! C’e’ un parere, c’e’ il vostro parere, c’e’ il mio, etc etc. ma non vedo che cosa porti di utile questo parlare di Scarpe! :)

  10. ma cerchi di pompare in tutti i modi ‘sta polemicazza con Scarpa? Ma chi se ne frega? basta, uffa, bastaaaa! Capisco che serva a tutti voi due ma… Che palle!

  11. Cheppalleeeeeeeeeeeeeee… Ma se mi faccio un blog anch’io, dopo passerò tutto il tempo a parlare di blog? E’ una malattia infettiva?

  12. Ho letto l’intervento di Scarpa e mi è piaciuto. C’è dell’affetto nei suoi insulti. Comunque non è il caso di offendersi: anche i cantautori venivano giudicati sarcasticamente con criteri poetico-letterari, come se la musica non contasse nulla. Anche i blog non sono solo testo…

  13. Credo che l’analisi di Davide sia abbastanza corretta, e in parte condivido anche il cazziatone di scarpa. Una cosa mi perplime: dove sta scritto che tutti i blog devono scardinare il mondo? Cos’avete contro la leggerezza? E’ disonorevole? Bisogna parlare di filosofia teocratica per essere profondi? Non capisco. Mi pare che in giro ci sia un po’ di tutto: impegno e cazzeggio, leggerezza e analisi, cose leggere scritte benissimo e cose impegnate scritte da cani. E viceversa. Quindi, in sostanza, il sunto del mio pensiero è: boh?

  14. La verità sta nel mezzo
    solo che il JPG è di bassa qualità e per quando abbia zummato tra i due articoli non ho trovato nulla

  15. vecchio scarpone e una canzone bellisdsima piena di emozioni….e vitalita la canzone piu bella mai fatta ogni volta che l’ascoltiamo ci fa sognare e vivere in mezzo alle nuvole in um mondo fantastico pieno di colori e cose meravigliose……………………………………………………………..

    LA DOBBIAMO SMETTERE DI FARCI LE CANNE

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