Poi, con più tempo ci tornerò sopra. Ora mi preme dire una cosa diretta, ben poco mediata, assolutamente scorretta dal punto di vista politico. Ma tant’è. Beh, io credo – credo davvero – che chi ha l’ardire di paragonare le misure speciali che governano la prigionia a Guantanamo con l’articolo 41 bis (magari pure portando Dell’Utri come esempio di cittadino probo la cui vita è stata devastata dalle dichiarazioni di falsi pentiti), non possa essere altro che in malafede. Scientemente, sulle basi di un calcolo favorevole agli amici. E agli amici degli amici.
La corte che sta processando il talebano Johnny sulla base di una decina di capi d’imputazione (tra cui spicca la “cospirazione per uccidere propri connazionali”, mentre manca l’unica accusa che sarebbe veramente motivata dai fatti: demenza) ha reso pubbliche le prove che inchioderebbero il traditore: le lettere a papà e mammà in cui, a seguito dell’elezione di Bush, afferma: «Sono contento che quello sia il vostro presidente e non il mio». Mezza Europa diventa a questo punto papabile per una confortevole tutina arancione nella base di Guantanamo. Nel frattempo, la Casa Bianca ha mostrato orgogliosa le immagini dei prigionieri immobilizzati e trasportati dai Marines a bordo di barelle a rotelle. «Incrementa il senso di inferiorità e sottomissione». Un messaggio il cui valore purtroppo sfugge a determinate categorie sociali. I disabili, per dirne una.
Posizione politica scorretta? Ma se la pensano tutti come te. Sei mainstream, giuanluca. Non fare l’alternativo, sei nella massa.
Comunque sono d’accordo. E mi pento. E’ folle paragonare queste due cose orrende. Il 41 bis (e anche il 416 bis, peraltro) è applicato solo a presunti criminali che sono cittadini italiani con la sfiga di avere l’accento siciliano. Costoro, quasi come a Guantanamo, non si possono difendere, vedi gli scioperi degli avvocati e le dimissioni a raffica dei legali. La (non) legge di Guantanamo, i cui detenuti mondiali sono meno di quelli di due retate in provincia di Trapani, è applicata a presunti terroristi stranieri, veri combattenti, catturati in battaglia con le armi in pugno a difesa non di uno Stato ma di Al Qaida o dei Talebani. Gente che voleva fare un mazzo così agli hotelier di Guantanamo. Paragonare le due cose, in effetti è assurdo. Solo chi è in malafede lo fa.
Ps
Il talebano Johnny sarà demente, come dici tu. Ma è stato catturato in battaglia. E, soprattutto, non è a Guantanamo. Gli applicassero il 41 bis tu saresti contento, io no.
il 41 bis è applicato a “presunti criminali con la sfiga di avere l’accento siciliano”? che strano pensavo fosse applicato ai mafiosi..o forse non esistono? dal “dobbiamo convivere con la mafia” di un certo ministro siete passati alla negazione del fenomeno..(che poi anche i mafiosi si debbano difendere è giusto ma il carcere duro e l’isolamento sono una necessita per impedire che gestiscano le loro attività dalla prigione.
Comunque potete stare tranquilli perchè i mafiosi “vittime del 41 bis” hanno un “amico speciale” al governo che non si dimenticherà di loro..
Pensatela come volete sul 41 bis, io dico solo che da quando è in vigore i mafiosi hanno una paura fottuta di stare in galera, mentre prima continuavano a dirigere la baracca in carcere con la tutela supplementare dello Stato. Per quello che riguarda Guantanamo, gli americani dovrebbero tentare di risolvere la questione, perfino il processo di Norimberga è stato più sollecito e lì ce n’erano veramente di criminali. A Guantanamo c’è un gruppo di pezzenti che hanno abbracciato una causa sbagliata e continuando a non decidere la loro sorte, gli americani rischiano di farne degli eroi dall’ antimericanismo. Errore più errore meno….
Basta fare lo snob. Qui di politicamente scorretto non c’è proprio nulla. Dice bene Rocca. Ormai la pensano tutti così.
Una semplice proposta: dato che il 41 bis viene dato a poveri innocenti che parlano in dialetto siciliano, senza processo e prove, mentre Guantanamo ospita comprovati criminali, perché non mandiamo quelli del 41bis a Guantanamo e viceversa ?
Un piccolo scambio e chiudiamo la questione.
Sei mainstream, Bouvard, vergognati: impara da Rocca, che sostiene in completa solitudine delle cause perse per il gusto di opporsi a noi buoi. E’ evidente che, se le persone rinchiuse per reati di mafia sono state condannate anche sulla base di affermazioni incrociate di pentiti, si tratta in realtà di persone integerrime pronte per dirigere il semestre europeo.
io sarò anche mainstream, ma la musica in onda dai quotidiani liberali e liberisti non è la mia, strano e dire che sono quasi la totalità
Che cazzo vuol dire “mainstream”? Avete rotto i coglioni a parlare americano, parlate italiano o andate in America, che lì vi capiscono e trovano un posto anche per voi.
Qualche tempo fa volevo fare uno scherzetto. Pubblicare sul blog un pezzetto del libro dei Radicali sul 41bis e dire: “Ecco cosa succede a Guantanamo”. Sono sicuro del tipo di reazione che avrei suscitato: orrore, fascisti e blah blah blah. Il punto è questo: se sei genuinamente e disinteressatamente indignato per quello che succede a Guantanamo dovresti essere genuinamente e disinteressatamente indignato per quello che succede all’Ucciardone o a Pianosa. Io lo sono, ma così in genere non va. Tutto qui.
Ultimamente ci si indigna quando c’entra Berlusconi. Per il resto si va a Roma per sfilare in solidarietà al compagno Fidel. Così và la vita. Per quanto riguarda le cause perse sostenute da Rocca, non mi sembrano poi tanto perse, vedi museo d’Iraq, e non mi pare che sia il solo a sostenerle. Ma se c’è da smazzolare Berlusconi, gli indignati in servizio permanente effettivo si scatenano
Dopo il sistema delle “alleanze variabili” quello del “diritto variabile”. Basta tapparsi il naso..
Diversa la situazione, diversa l’indignazione.
“Ma allora lo vedete che siete voi….”
Figura retorica tipica di Schifani
applicabile a molti dei commenti letti.
Ha ragione disinformato. Per diminuire il numero di reati, oltre al 41bis, suggerisco di istituire in Italia un’altra istituzione USA dei tempi andati: carcere duro con lavori forzati. Magari ci sarebbe assai piu’ paura di finire in galera di oggi.
L’unica cosa sarebbe forse di auspicare che il 41bis sia applicato almeno dopo una prima condanna (basta con questa fessera di presunazione di innocenza fino alla Cassazione) giacche’ qualche volta le dichiarazioni incrociate di pentiti si rivelano essere bufale.
Se i mafiosi lottano da sempre per cancellare il 41bis, un motivo ci sarà. O no? Se mandano avvertimenti, fanno attentati, solo per dire “togliete il 41bis” allora un motivo ci sarà. O no? Vorrà mica dire che il 41bis dà loro fastidio? O no? Se Totò Riina si lamenta delle condizioni riservategli bisogna dagli retta? Ah sì?
chi non ha letto il libro di Maurizio Turco e Sergio D’Elia sul 41bis (“Tortura democratica”) non sa di cosa sta parlando
Neri, mi faccia capire: se con “politicamente scorretto” indenteva autocesurarsi per il qualunquismo e il colpevolismo d’accatto che che sprizza da ogni poro di questo suo post da bar dello sport, le do il mio appoggio incondizionato.
Se invece pensa di sostenere posizioni di coraggiosa minoranza, mi preme informarla che sbaglia di grosso: il suo in Italia è oramai un frusto cliché. La vedremo a Roma per gli studenti iraniani i 9 luglio? Io spero di sì, ma credo che verrò disilluso.
Riguardo a Guantanamo un po’ di tempo fa il blog leonardo mise in rete sia la cd Convenzione di Ginevra http://www.unhchr.ch/html/menu3/b/h_comp34.htm (applicabile per espressa previsione a tutti i detenuti incarcerati a qualsiasi titolo) sia la risoluzione ONU n. 3452/1975 http://www.unhchr.ch/html/menu3/b/h_comp38.htm (Declaration on the Protection of All Persons from Being Subjected to Torture and Other Cruel, Inhuman or Degrading Treatment or Punishment) per dimostrare con una analisi comparata un po’ superficiale ma valida la non corrispondenza tra le condizioni dei detenuti catturati in battaglia dagli USA dopo Afghanistan e Irak e le suddette convenzioni. La stessa analisi si può fare anche con le prescrizioni del 41bis Ord. Pen. e purtroppo quello che risulta è la innegabile violazione di alcune regole minime di trattamento dei prigionieri (a titolo di esempio, incompleto, cfr. Artt. 21-39-57-59-60-65-66-71-77-79 Convenzione di Ginevra). Introdotto nel 1992 come istituto a termine, con finalità di prevenzione contro l’articolazione e il coordinamento delle organizzazioni criminali, in particolare di stampo mafioso, il regime del carcere duro è stato e reso definitivo ed esteso ad altre categorie di detenuti con la Legge 23 dicembre 2002 n. 279, che solo in parte ha recepito le segnalazioni di potenziale illegittimità fornite più volte dalla Corte costituzionale.
Ora, posto che procedere con i sillogismi è fuorviante data la diversità delle situazioni giuridiche e degli eventi che le hanno determinate, e che non stiamo parlando di stinchi di santo nell’uno e nell’altro caso, non si capisce perché in Italia è accettabile ciò che a Guantanamo non lo è, visto che, a rigor di logica, si tratta sempre di violazioni di elementari principi umanitari. Qualcuno qua sostiene che la durezza della sanzione prevista dal 41bis aiuta a combattere la mafia, e forse ha ragione nello stesso modo di chi pensa che la pena di morte, sanzione senz’altro dura, aiuti a combattere la criminalità. Tali opinioni sono d’altronde assai diffuse: nei paesi islamici, ove è applicata la cd legge coranica, si ritiene che il taglio delle mani aiuti a contrastare i furti. Faccio notare che la violazione della Convenzione di Ginevra comporta la qualifica di tale violazione come “tortura”, ai sensi dell’art.1 della risoluzione ONU 3452/1975.
Ci si dovrebbe dunque chiedere se sia accettabile il ricorso alla tortura, così come definita dalle risoluzioni ONU indicate, e quale valore abbiano pentimenti e confessioni rese da soggetti sottoposti al trattamento duro del 41bis. Sul punto definire inquietante l’atteggiamento di molti frequentatori di questo blog e dello stesso Neri è riduttivo; in realtà esso appare cinico, incoerente con posizioni di principio espresse ma che evidentemente sono solo di facciata e rivelano che la concezione della dignità umana in alcuni è lacunosa e forse, purtroppo, ideologicamente preconcetta.
Non vorrei spostare il dibattito sulla funzione della pena ma, caro pius, mi sa che hai fatto un pò un minestrone. La pena di morte , che spero incontri il nostro unanime disappunto, ha una funzione “deterrente”, serve a scoraggiare il reato creando la consapevolezza di una pena terribile (o almeno è quello che sostengono i fautori): non certamente impedire ai criminali di andare in giro perchè per questo basterebbe l’ergastolo. Il 41 bis, pur con tutto quello che possiamo trovare in senso negativo, non ha questa funzione. Oddio, può anche essere che qualcuno si spaventi pensando al carcere duro, ma l’istituto ha una valenza strumentale: impedire che durante la detenzione (=pena) il reo non possa continuare la sua attività di collegamento esterno.
E’ brutale? Forse si, ma non è che la mafia scherzi vero? Il problema che il fenomeno mafioso, per la sua tipicità, così come quello terroristico of course, ha bisogno di misure peculiari e spesso, purtroppo, drastiche. Insomma, non stiamo parlando del marito tradito che in un momento di follia spara alla moglie, ma di persone che dell’attività criminosa hanno fatto il perno della loro vita: è necessario che ci sia uno strumento per eliminare dal giro della malavita almeno quei pochi che lo stato è riuscito a condannare. Non va bene il 41 bis.? ok troviamo un’alternativa, ma a condizione che sia una cosa seria: non un discorso vago e moralistico ma una possibile REALE soluzione alternativa. Io non ne vedo, ma non pretendo mica di essere onniscente. Mi piacerebbe sapere quali sono le alternative che si propongono.
Caro ARDINGO le tue precisazioni sono eccezionalmente esatte e profonde ma affatto pertinenti. Se tu avrai la bontà di rileggere con più attenzione il mio intervento ti accorgerai che nella breve frase: “Qualcuno qua sostiene che la durezza della sanzione prevista dal 41bis aiuta a combattere la mafia, e forse ha ragione nello stesso modo di chi pensa che la pena di morte, sanzione senz’altro dura, aiuti a combattere la criminalità. Tali opinioni sono d’altronde assai diffuse: nei paesi islamici, ove è applicata la cd legge coranica, si ritiene che il taglio delle mani aiuti a contrastare i furti” non è possibile se non con una buona dose di fraintendimento ravvisare un intento dottrinario riguardo la funzione della pena, anche se non ti può sfuggire che il 41bis oltre una funzione strumentale ha anche un valore di deterrenza, così come per altro la stessa pena di morte, la quale al pari dell’ergastolo impedisce in modo strumentale e per sempre al delinquente di andare in giro. Più modestamente il mio intento, lungi dal cucinare minestroni o dal pronunciare discorsi vaghi o moralistici, consisteva nello stigmatizzare l’atteggiamento mentale (…Qualcuno qua sostiene…) di chi a parole professa un umanesimo di pura facciata, accettando che anche nel nostro paese, come in molti altri, si pratichino violazioni dei diritti umani in nome di una presunta ragione di stato o sociale determinata dalla necessità e dall’emergenza e che porta, come io sostengo sulla base di riscontri giuridici, a considerare la tortura mediante condizioni di carcere particolarmente duro come utile e giusto mezzo per contrastare i fenomeni mafiosi e di terrorismo, salvo poi condannare gli altri qualora ricorrano agli stessi mezzi. Tale attegiamento è semplicemente ipocrita.
Vorrei inoltre ribadire che l’essere sottoposti a tortura, secondo le definizioni ONU, inficia la validità di ogni pentimento o confessione resa e ti invito nuovamente a riflettere sulle disastrose conseguenze giuridiche e di giustizia che tali confessioni o pentimenti causano alla nostra società, se accettate come vere.
PIUS l’alternativa? Facciamo che la mafia non esiste? dai ci gioco anche io..
Anche la detenzione pura e semplice è una violazione dei diritti umani (quantomeno alla libertà no?). Ci sono diverse gradazioni che devono essere valutate quando si parla di violazioni: non ho negato che il regime del 41bis sia abbruttente e quant’altro, ho semplicemente “stigmatizzato” la funzione strumentale dello stesso. Non combatte la mafia come deterrente (e forse neanche a livello retributivo), ma cerca di porre dei freni concreti. In fin dei conti il problema è serio e non si può far finta di niente. Nè si puo seriamente pensare di rivolgersi alla criminalità organizzata in maniera meno che seria e convinta.
Per le deposizioni “estorte” no comment: il dibattito sul pentittsmo è infinito e fa troppo caldo per riprenderlo qui.