La querelle del giorno, complice una segnalazione di Dagospia, è quella tra Aldo Grasso e Clarence. La cronaca: Guido Fossati analizza per Clarence un articolo di Aldo Grasso pubblicato sul Corriere della Sera del 16 giugno, dal titolo “La cavallina rampante”. Fossati allega tanto di tabella, a dimostrazione che parecchie frasi utilizzate dal professore compaiano pari pari su alcuni siti internet, e conclude: “Non so se anche voi avrete l’impressione di qualche vaga somiglianza. Almeno così mi è sembrato. Tuttavia una cosa mi sento di affermarla, sentendomi sollevato per le sorti dell’etica giornalistica: il professor Grasso non ha copiato. Forse si è ispirato ad alcune fonti, ma non le ha copiate pari pari come fanno gli studenti somari. Non ci sono le prove che l’abbia fatto. Si sarà trattato di un caso. Che è quello che dissi alla mia professoressa fa quando mi beccò con la stessa versione di latino del primo della classe”.
Dal momento che l’articolo arriva sino alla soglia di casa, sul proprio forum, Grasso, inevitabilmente, risponde. E dice, più o meno, le medesime cose sostenute da Fossati: che di moto non ne capisce niente, che si è ispirato i contenuti di alcuni siti (ma che non li ha cercati lui personalmente: è stata la redazione sportiva a stampargliene un po’), e che in fondo non c’è nulla di male ad attingere da una fonte ufficiale. Ed è vero.
Il professore, infine, chiude la questione in maniera legittima, ma assai poco elegante: “Quanto alla marchetta, se è in grado di provarla, vuole che ne discutiamo con molta tranquillità in un tribunale?”, che, tradotto, significa: stop, pischello, che ti fai male.
Il tutto lascia me parecchio perplesso e con una domanda: davvero il Corriere, per confezionare un poco originale sunto sulla storia della Ducati, ha bisogno di sfoderare Aldo Grasso? Quanto al professore: io ho sempre sentito che i professori le ricerche le danno come compito (ai miei tempi, in cartoleria, vendevano comodi fascicoletti su qualsiasi argomento, da cui ritagliare le foto), non che si mettono a farle.
È tutto Grasso che copia
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Scusate, ma non trovo il link all’articolo di Grasso. Giusto per farsene una idea…
Spero che a una sanguisuga come Grasso, che va a scopiazzare i vari siti per raccontare la storia di una delle più grandi case motociclistiche italiane, tutti i Ducatisti, come la sottoscritta, offrano un bel passaggino radente sui suoi calli ogni qual volta il sopracitato attraversa la loro strada. Mpf…
L’avevo notata anche io questa cosa in un post nel mio blog. Posso dire soltanto che – in alcuni casi – il confine tra plagio e “suggerimenti” è molto labile. non in questo caso.
Non credo che ci sia nulla di male nel ricercare dati tecnici e storici per confezionare un articolo. Anche prima di Internet, i giornalisti avevano delle fonti. Mica possono essere onniscenti! Ma quella chiusa è davvero deprecabile, merita copioso spernacchiamento.
bah…. e devo pure fà il concorso pè diventà giornalista…
ma li mortacci….