È finita che l’Elefantino ha fatto incazzare il Financial Times, per aver tradotto e pubblicato su Il Foglio un articolo del giorno prima di Martin Rhodes stravolgendone il significato originale. In ginocchio sui ceci Giuliano Ferrara è stato così costretto a chiedere venia in prima pagina:
Alle nostre scuse, qui formulate secondo la giusta richiesta del Financial Times e del signor Rhodes, e riprodotte in inglese in quarta pagina, aggiungiamo doverose scuse personali del direttore, in inglese. I lettori del Foglio sanno che si tratta di un errore dovuto a imperizia redazionale, perché questo giornale di porcate ne fa, ma belle, grandi, anzi smisurate, e di queste piccolezze si vergognerebbe”.
Bene, ora vediamo quali sono le frasi che casualmente (ripeto: casualmente), vittime di “imperizia redazionale” (ripeto: imperizia redazionale), sono state epurate nel processo di traduzione dall’articolo in inglese a quello in italiano:
“Berlusconi potrebbe essere dichiarato colpevole nei processi che lo riguardano”
“Berlusconi è un politico macchiato dal suo coinvolgimento nell’economia politicizzata dell’Italia precedente il 1993”;
“Sarebbe chiaramente opportuno che nel suo caso la giustizia facesse il proprio corso”.
Frasi che, come potete constatare voi stessi, nulla aggiungono o tolgono a ciò che Rhodes intendeva dire in un pezzo inspiegabilmente intitolato “La politica italiana finisce in una tragica pantomima”. È stato un caso: l’“imperizia redazionale” avrebbe potuto mietere congiuntivi o fare la cresta sulla punteggiatura, e invece ha preferito abbattersi su queste tre frasi. Solo queste tre. Perché l’imperizia redazionale è fatta così: misteriosa e sfuggente, che ci volete fare. E del resto, che vuole, signora mia: non ci sono più i traduttori di una volta.
A parte il fatto che lo avranno costretto per vie legali a pubblicare la smentita, io gli credo. Ce ne sono pochi di esempi di correttezza come quello di Giulianone. Sempre e regolarmente dalla parte sbagliata, ma corretto. :)
Mah, mi sembra che questa sia la conferma piu’ eclatante, se mai ce ne fosse stato bisogno, che dalle parti del Foglio hanno della traduzione un concetto piuttosto libero e “creativo”…
e ora come ci si potra’ fidare delle prossime traduzioni del foglio? e di quelle passate?
Chissà quale sarà il commento di Rolli a tutto questo?! ghhghghg Vergogna!
Non entro nel merito, non sono fatti miei e non lavoro al Foglio, ma ci collaboro quindi ho un conflitto di interessi (doppio: visto che avevo litigato con Ferrara in tv, sull’uso degli articoli stranieri). Correggo solo la questione delle vie legali: chiunque può vedere che il messaggio va ben oltre. Ma in più, a pagina 4 c’è un altro messaggio di scuse e autocritica. Ciao, L.
é questa era una spia che lavorava per la CIA? ma non lha fatto un corso di controinformazione ne a Mosca ne per la CIA? però è rimasta sempre quella personcina modesta dei tempi del PSI
Ciao ciao
Ma che, le frasi omesse le hanno riportate solo in Inglese? Avevano paura di altre sviste nella “traduzione”? Questa esclusione dei non anglofoni è un perfetto esempio di parzialità, in tutti i sensi.
Luca, sulla storia delle “vie legali”, mi sono espresso male (non maneggio l’italiano da un po’ di anni…). Io intendevo che gli credevo malgrado la questione penso sia partita per motivi legali.
Ma il caporedattore della redazione colpevole di queste “imperizie” non è per caso Christian Rocca?
No perchè se così fosse il caso verrebbe ridimensionato, si tratterebbe solo del tentativo di “allineare” il giornale cartaceo alla abitudini del blog del suddetto Rocca.
puah.
Eh, il lavoro del traduttore è veramente ingrato. Come riuscire a riprodurre il tono, le intenzioni, i giochi di parole dell’autore? (Non parliamo di tradurre l’ironia, è quasi impossibile). Ad esempio, una nota casa editrice italiana (della quale non farò il nome, ma che ha a vedere con i tralicci dell’alta tensione) non dispone di un traduttore dal giapponese all’italiano. Questa casa editrice, quando pubblica le opere di un noto scrittore giapponese (suicidatosi mediante harakiri), traduce la versione inglese. Il risultato è una vera schifezza. Evidentemente il Foglio ha tradotto la versione giapponese del Financial Times, avvalendosi di quei preziossimi traduttori giapponesi che la F… (oops, mi stava scappando il nome) non riesce a reperire.
La rettifica, Ponzio Pilato e il mio euro
Si vede che io sono geniale, perchè l’articolo di Rhodes non l’avevo letto come un peana all’ Amor Nostro ma
Commenti non di parte, seri, e costruttivi. Complimenti!
Corvo torvo può tranquillamente andare a leggersi la versione di rolli ( e magari anche l’articolo originale ).
A Anonimo: ti rispondo qui (oltre che sul mio blog) perché appari come “anonimo”: quelle tre frasi sono note da almeno 10 anni, e le pronuncia chiunque. Leggi tutto l’articolo originale (leggilo, per favore) e dimmi se la loro mancanza (delle frasi, intendo) altera qualcosa del già pesante giudizio espresso. E’ come discutere su un “quore” scritto con la Q mentre nel cuore, appunto, ti sta penetrando un proiettile. Ok, andava scritto con la C, OK! :-)
Intervengo solo perché chiamato in causa e in evidente conflitto di interessi. No, non sono il caporedattore “colpevole”, lavoro da New York, però sono “colpevole” anch’io perché IL FOGLIO è il mio giornale. Premesso, questo, la cosa che dai vostri commenti non viene fuori (GIanluca Neri, invece un po’ lo dice e un po’ lo nasconde) è che noi abbiamo sbagliato ma lo abbiamo ammesso il giorno dopo senza infingimenti e lo abbiamo scritto in prima pagina (attenzione in prima pagina, non in una righetta nascosta dentro il giornale) e non solo in prima pagina ma anche in quarta pagina. Lo abbiamo ammesso due volte, in italiano e in inglese, e con il capo coperto di cenere. Perché quando facciamo una minchiata, causata davvero da “imperizia redazioanle”, lo ammettiamo. Ci dispiace, ci vergogniamo ma non abbiamo problemi a dirlo. Altrove mi pare che non capiti. Quindi state tranquilli sulle prossime e sulle passate traduzioni. Sono buone e credibili, e se ci capita di sbagliarle, il giorno dopo ve lo diciamo. Detto questo, nonostante le tre frasi omesse (la prima francamente non grave) e che Gianluca Neri non ha scovato facendo il paragone tra i due testi ma leggendo appunto IL Foglio, sapete spiegarmi perché quell’articolo in inglese del FT non è stato ripreso da nessuno di quei giornali solitamente così attenti a riportare le critiche internazionali all’Italia?
Leggetevelo, non è un articolo pro Cav. ma è un articolo contro la politicizzazione della magistratura italiana, sullo scarso garantismo e sulcorruzione (compreso il PCi) del sistema politico italiano.
Caro Gianluca Neri, ripeto: Il Foglio ha ammesso l’errore e chiesto scusa. Accetto la ramanzina ma prima di fare ironia controlla i due testi e vedrai che è sbagliata l’impressione che hai voluto dare nel tuo post: il testo pubblicato è pieno di frasi anti Berlusconi, e ben più gravi di quelle tre colpevolmente non tradotte.
Rocca, lo avete ammesso solo perché il Financial Times vi ha colto in fallo e vi ha chiesto di farlo pubblicamente. Forse altrove non capita perché in genere stanno più attenti a come traducono e non tralasciano frasi intere quando riportano un articolo. O se lo fanno, evidentemente sono più abili di voi a non farsi beccare.
eh però, visto che viene sostenuta la versione dell’errore di traduzione, mi piacerebbe che fosse spiegato come è possibile che siano saltate solo ed esclusivamente quelle frasi critiche verso Berlusconi. Per tre volte, un caso? Dai, siamo seri…
Vorrei spezzare una lancia a favore del Foglio. Hanno scritto le scuse perchè la legge sulla stampa l’impone, ma sempre con quel tono provocatorio che caratterizza il giornale. Inoltre, gli inglesi sono di una pignoleria assurda per queste cose, soprattutto quando non vengono pagati i diritti. Sulla correttezza del giornale non metto bocca, al lettore/commentatore che chiede come fidarsi delle prossime edizioni vorrei rispondere: anche la rassegna stampa internazionale del TG3 non ha citato l’apertutra esteri del Wall Street Journal che difendeva il nostro premier il giorno dopo la sentenza previti, ma nessuno ha gridato allo scandalo. Dare un’informazione parzialmente corretta o non darla affatto? Cosa è peggio. Complimenti al Foglio, comunque e, diavolo, quelli del FT sono inglesi, dopo tutto. Le porcate politico/informative le hanno inventate loro, dopo tutto.
Una cappella capita a tuti, e spesso passa inosservata, come questa
http://www.unita.it/vignette/staino/20030514.gif
Perche’ non ci mettiamo una pietra sopra? Tanto lo leggiamo in pochi, e il marito dell’editrice non e’ tra questi.
PS: Mr. Rocca. So lei essere un fan del Newsweek. Sulla versione international (e sul sito http://www.msnbc.com/news/912120.asp) c’e’ un articolo notevole, che comincia pressappoco cosi’: “Immaginate. Il presidente del consiglio che sta tenendo un summit. Esortando i colleghi brandisce il pugno in alto- e tutte le TV gli inquadrano il braccialetto elettronico.”
io l’ho letto l’orignale e quelle 3 frasi sono significative, non si prende un pezzo di un articolo per confutare tesi.ilo FI ha chiesto la rettifica perchè quello è giornalismo serio, questa è stampa brandita a mo di clava.
Posso dire una cosa? Io il pezzo lo avevo letto in originale sul Financial Times e non credo che la traduzione “redazionalmente scorretta” del Foglio abbia modificato granchè del senso dell’articolo. Era un pezzo in cui ce n’era per tutti e non solo per Berlusconi, tanto è vero che non lo ho nemmeno citato sul mio blog (troppo poco antipuffone per i miei gusti – io sono assolutamente fazioso). Altra piccola cosa: perchè la stampa estera non ve la leggete in originale invece che piagnucolare per le traduzioni?
Carlo, e sia: http://www.mofa.go.jp/mofaj/area/italy/cv/r_berlusconi.html
Nel sito si parla del nano pelato, pero’ non ne capisco molto. Urge traduttore – non del Foglio :)) – per capirne di piu’
x Fabrizio
qual’è la cappella nella vignetta che hai indicato?
Si potrebbe anche discutere sul cattivo gusto del messaggio di scuse. Se uno si è sbagliato ammette che si è sbagliato, non ne approfitta per farsi dei complimenti. “Questo giornale di porcate ne fa, ma belle, grandi, anzi smisurate, e di queste piccolezze si vergognerebbe”. Diciamo pure che quel giornate di piccolissime porcate ne fa tante tutti i giorni, senza chiedere mai scusa e senza nessuna vergogna.
Zucconi “Gatto copione” su Repubblica copia un articolo al giorno dalla stampa americana solitamente stravolgendone il senso e non ho mai visto un articolo di scuse…
D’altronde niente di più inedito della carta stampata…
(1) Altolà, Matteo: sei un benaltrista. (2) Zucconi li firma a nome suo, c’è una bella differenza. (3) Nessuno impedisce alle fonti di denunciarlo, come han fatto con il Foglio. (4) Sei mesi fa, forse, “Gatto copione” faceva ancora ridere. ‘mo ci viene il latte alle ginocchia, ci viene.
“Il giornale deve scontare un’alta percentuale di errore, perchè la fantasia vale per esso molto più della precisione; l’efficacia molto più della completezza; o meglio, perchè la fantasia e freschezza e l’efficacia sono armoniche al suo ritmo produttivo, mentre la precisione e la completezza sono da misurare nel medio periodo, cioè come risultato d’insieme” (Luigi Pintor, Epistolario, 1973).
A tutti quelli che in questi giorni si sono sbellicati sulla querelle FT/Foglio, con lo stesso stile e lo stesso muco de le amichette der Patata, basterebbe metter sotto il muso questa (mi scuso, lunga) citazione. E poi chieder loro: ma perchè, tra i comunisti, muoiono sempre prima i migliori?
Ferrara è un (indomito fustigatore della cultura) comunista! L’omissione di quanto in parentesi è dovuta ad una traduzione incompleta, ma non altera il significato della frase. Sentite scuse a tutti.
La questione e’semplice: applichiamo il metodo della maestra delle elementari.
Ovvero adesso il Foglio scrivera’le frasi mancanti per trecento volte, una volta al giorno, e poi si fara’ firmare la giustificazione dalla mamma (Veronica Berlusconi).