Primo: questo mese mi sono scordato di segnalare l’imperdibile “Re: No subject“, rubrica del mensile Max curata da Luca Sofri e Christian Rocca. Secondo: devo una risposta ad un lettore che, qualche giorno fa, in seguito ad una qualsiasi delle abituali polemiche tra bloggers “neocon” e “oldlib”, mi ha chiesto: “Eppure, Neri, non eri tu a dire che Christian Rocca scriveva da dio?” Si, è vero, sono stato io, giuramento di lupetto. E non ho affatto cambiato idea. Sia chiaro: se un giorno doveste assistere ad un mio allineamento sulle sue posizioni, vi autorizzo a far fare ai miei gatti la fine del coniglio di “Attrazione Fatale” (uso spesso questi mezzi, come deterrente). Detto questo, sì, Rocca scrive – non spesso, ma neanche poi così di rado – in stato di totale grazia.
Ve ne racconto una: prima che il sito di Christian Rocca diventasse il blog Camillo io, in vena di cazzeggiamento, spesi una notte intera a leggermi i suoi reportages dagli Stati Uniti e dal Canada e finii a letto alle otto del mattino, credo, con le brioches calde appena arrivate dal fornaio. Io che, per quanto possa sembrare strano, di quelle culture sono appassionato (e come potrei non esserlo, dal momento che tutti i santi giorni mangio pane e iuessei: guardo film statunitensi in lingua originale; seguo via satellite canali televisivi americani; ho in salotto un’intera libreria occupata dai cofanetti di DVD delle migliori series e sit-com complete degli ultimi anni; amo New York e chiunque ne parli, la descriva o la utilizzi come sfondo) non sono riuscito a smettere di leggere i suoi resoconti. Con la trasformazione da sito di raccolta di articoli personali a blog mi sono perso. Me li sono persi. Ne ricordo uno, in particolare, in cui da Washigton partiva in treno per chissadove e, se non mi sbaglio, nel frattempo era alle prese con un cellulare che non ne voleva sapere di agganciarsi ai ponti americani. Perso.
Per questo stasera mi sono rimboccato le maniche e ho marciato elettronicamente ma con decisione all’indirizzo di Camillo, per recuperare il recuperabile. Missione fallita a metà: ho trovato qualcosa (che comunque vi consiglio di leggere), ma non tutto. Dalle ragnatele di PageMill sono riuscito a riportare alla luce “Vado a vivere a Co.Ve.Ma.“ (la ricerca di una casa a New York); “Starbucks, finalmente“; e “Sulle strade di Barney – Il Canada (e molto altro) di Mordecai Richler” (parte 1, parte 2, parte 3, parte 4 e parte 5). Alla luce di tutto ciò e nel pieno delle mie facoltà mentali, dichiaro quindi che si, Christian Rocca – je possino – scrive che è un piacere.
Rocca Around the Clock
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Essendo uno degli ultimi arrivati, ho spizzicato un po’ qua e un po’ là, cercando di guardare i blog più cliccati, i loro argomenti, i loro rimandi.
Camillo è stato uno dei primi. Non conoscevo il sito prima che diventasse un blog e dunque quei reportages di cui si parla qui me li sono persi. Però che Rocca scrivesse bene me ne ero accorto. Quando si prende per i fondelli quelli di Rep c’è da sbellicarsi. Ricordo poi passaggi su Giovanna Melandri encomiabili.
LG
e’ questa artificiale distinzione tra forma e contenuto della prosa che fa si che, in italia, abbiano successo scrittori alla baricco, che raccontano molto bene, ma non hanno nulla di interessante da raccontare. io credo, invece, che cio’ che conta sia la storia: una storia interessante resiste a qualunque tentativo di scriverla male.
A proposito di Re: No subject ricordo ai nobili autori non per fare la maestrina… che Napoleone è morto il 5 maggio 1821 e non nel 1815…. insomma io lo so dalla quinta elementare …
Spettacolo, sia l’articolo che New York. :-)
A proposito, scorci casuali di NY e qualche foto sparsa su http://joelonsoftware.com/
non c’entra nulla ma fatevi un giro su http://francescamazzucato.splinder.it oggi per la prima volta NE VALE LA PENA ehehhehehehehe
perché qualcuno ha mai detto che Christian Rocca scrive male? Io credo che se in tanti si sono inviperiti con lui è proprio perché gli riconoscono le capacità e talvota non apprezzano (ma sempre di giudizi personali trattasi) l’uso che ne fa. Se non mi piacesse come scrive non lo leggerei, se non lo leggessi non lo criticherei. Come dire, onori e oneri! (NY, comunque, è splendida)
Se parliamo di come scrive: A te ti piace….a me me piace!! Sui contenuti…non sempre, ma questa è un’altra storia. ;-)
Aiuto, Libero Gilera anche qui!
I buoni, i cattivi, quelli così così
Sta per finire la scuola ed è tempo di pagelle, quindi gli studenti sono più o meno sui carboni ardenti,
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Sta per finire la scuola ed è tempo di pagelle, quindi gli studenti sono più o meno sui carboni ardenti,
Caro Gianluca Neri, sono commosso. Ma ti prego basta, ché a Filippo Facci viene un colpo. Parla un po’ di lui, digli che è bravissimo, racconta via autostrade informatiche a livello di Internet che è il più grande scrittore finto biondo vivente. Dì che non è vero che somiglia a Rita Pavone però col culo grosso, spiega che non è il fratello di Ron nonostante sia nato in Brianza. Fai sapere in giro che lui è uno duro e che non si spezza mai e che le canta chiare a tutti e non fa sconti né a previti né alle mille ragazze che fanno la fila, compresa selvaggia costamagna. Racconta che è un fulmine a basket e per niente deficiente a calcetto e che Paolo Isotta non lo vede nemmeno e che sabelli e che fioretti. Ti prego, è urgente. Vitale. Sta male, gli escono le parole in tedesco.
Dici che non puoi? che non riesci a prendere sul serio un ex modello della rivista “Il Paninaro”? Be’, forse hai ragione.
PS
Faccio una cosa molto facciana: ti mando la raccolta di mail (Uozzamerica) che l’anno scorso ho inviato dall’america a 5 amici. A uno solo non erano piaciute. A Joe Temerario.
PS/2
http://www.wittgenstein.it/cr/uozzamerica.html
Anch’io voglio l’affarino per facilitare l’apertura del cellophane dei cd! Sono obbligato a volare negli States per trovarlo? Ma almeno funziona veramente?
Funziona? E’ una delle più grandi invenzioni del secolo.