Ai tempi dei primi “Quarantadue” Macchianera non c’era ancora, e ieri la ripubblicazione del pezzo nostalgico sugli anni ’70/’80 (che avevo ormai riposto a prendere polvere in archivio) ha generato parecchi commenti. Oggi replica, con una puntata della rubrica scritta il 9 settembre 2002.
Ho la netta impressione che per il mondo dei pubblicitari quello femminile sia un universo parallelo, in parte inesplorato, ancora del tutto incomprensibile, nel quale addentrarsi è consigliabile soltanto se armati di un qualsiasi luogo comune. Il poco che se ne sa è dovuto all’audacia e alla temerarietà dei pochi arditi copywriter che organizzarono l’unica spedizione di cui si sia a conoscenza per l’esplorazione di questo mondo ignoto. Le conclusioni dell’avventurosa missione sono oggi riportate all’interno della “Guida alla comprensione della Femmina”, pubblicazione che nessun creativo che si rispetti può permettersi di non saper ripetere a memoria. Dalla lettura se ne deduce che: a) i cinema del luogo proiettano esclusivamente cinque film, a ripetizione: Ghost, Pretty Woman, Dirty Dancing, Cuori ribelli e Le parole che non ti ho detto; b) le donne, una volta al mese, sono vittime di un fenomeno denominato “le loro cose” in seguito al quale sanguinano per quattro giorni, ma poi non muoiono; c) tale evento, genericamente definito anche “quei giorni”, condiziona in modo dominante l’esistenza della femmina e il mondo che abita; influisce negativamente sull’umore del soggetto e sull’ambiente circostante e può essere considerato causa di mutazioni genetiche nella fauna dimostrate dalla sopravvivenza di un’unica specie di fastidioso ma provvidenziale volatile: l’assorbente con le ali; d) la flora è composta unicamente da piante di Patchouli e Ylang ylang, elementi essenziali per la produzione di bagnoschiuma; e) il peso della politica è assolutamente marginale: l’unica organizzazione esistente sul pianeta è clandestina e composta da radicali liberi.
quello che onestamente proprio non mi spiego e’ il bombardamento pubblicitario che mostra noi donne, in “quei giorni”, colte da imporvvisi raptus che ci spingono a: fare judo/karate/kung-fu, volare col paracadute, giocare a pallavvolo, andare in skate e a praticare ogni altra attività esistente che sia per lo meno contemplata nelle prove per essere sponsorizzati da “Sector, no limits”. Il tutto chiaramente sorridendo. Ed e’ in quei momenti che mi chiedo: ma i pubblicitari, non hanno una moglie/fidanzata/amica da osservare *davvero* in quei giorni? La mia amica Lara, che “in quei giorni” e’ costretta all’immobilità e all’uso di antidolorifici da cavallo per garantirsi la sopravvivenza, minaccia spesso di far saltare la sede delle agenzie di advertising che propongono quelle prese per il culo.
Simpatica parodia quella del Neri, ma peccato che alcune battute potrebbero benissimo rientrare nella rubrica “fuori tempo massimo”. Shoshee, invece, fa di peggio. Riporta “paro-paro” il monologo che prima o poi tutti i cabarettisti (di sesso femminile) hanno fatto. Già sentito.
credo dovremmo abbandonare tutti questa tematica..smettere di esaltarci al ricordo degli anni 70 e 80, di quei cartoni animati,quei vestiti, quella tv, quel modo di parlare, quel modo di accongiarsi i capelli, quel modo di fare cinema e pubblicità….naaaaaaaaaa, io non ce la faccio!