Dalla Reuters, pochi minuti fa:
I jet militari sono sfrecciati sulla città, le batterie hanno aperto il fuoco e sono risuonate le sirene d’allarme, ha detto il corrispondente della Reuters Nadim Ladki, che riferisce dal centro della città.
A Washington, il portavoce della Casa Bianca Ari Fleisher, ha detto che l’attacco all’Iraq è cominciato.
Ladki ha detto che le prime esplosioni sembravano provenire dai sobborghi meridionali e orientali. Pesanti colonne di fumo si sono alzate da est mentre sembra che lo stesso obiettivo sia stato colpito tre o quattro volte. Più tardi diverse esplosioni hanno colpito il centro della città.
Ladki ha udito le prime due o tre esplosioni alle 5,33 del mattino ora locale (le 3,33 in Italia), un’ora e mezza dopo che era scaduto l’ultimatum Usa a Saddam Hussein, in base al quale il leader iracheno avrebbe dovuto lasciare il Paese o affrontare la guerra.
Non ora che la guerra è ufficialmente iniziata, ma domani mattina, quando gli indici di borsa si alzeranno, avrò la certezza che viviamo in una porcheria di mondo. È una contesa, questa, che ha il sapore di prima guerra mondiale: quella di cui i libri di storia parlano, ma che l’uomo della strada non saprebbe spiegare perché è scoppiata. Stanotte possiamo permettere che l’opportuna e sana retorica dell’uomo pratico che “la guerra in genere, insomma, è brutta, ma questa non poteva essere evitata” vada in culo. Chi questa guerra non è riuscito a scongiurarla, chi l’ha voluta, chi l’ha sostenuta, chi – seppure in buona fede – ha creduto potesse rappresentare una soluzione, questa guerra se la merita. E meriterebbe anche di averla fuori dalla porta, sull’uscio, nel salotto buono, sotto casa, lì dove il solo percepire la differenza tra l’eco di un’esplosione in TV e una dal vivo è in grado di fare davvero paura.
il problema è che chi la decide non se la trova mai alla porta di casa…
mentre chi non la vuole se la trova dentro casa (dieci morti stanotte…)
Massimo Fini in Elogio della guerra, Marsilio 1999: “Partecipavo a uno dei tanti dibattiti televisivi sulla guerra… Eravamo cinque uomini e una sola donna, l’ex cantante Ombretta Colli, ora parlamentare europeo per Forza Italia. Alla fine della trasmissione la Colli ci ha fatto notare come noi maschi, nonostante ci fossimo tutti espressi, sia pur con motivazioni diverse, contro l’intervento della Nato e i bombardamenti, fossimo in preda a un’eccitazione sospetta cui lei era invece estranea. Coglieva nel segno. Le donne, che procreano, che danno la vita, non hanno mai amato la guerra, gli uomini, sterili fuchi animati da un oscuro senso di morte, sì”.
Lucio Lami in Giornalismo all’italiana, Ares 1997: “Ragioni di bilancio stanno spingendo quasi tutti i network televisivi a fare un uso massiccio e indiscriminato di materiale d’archivio… Ricordo sempre la sgradevole impressione che provai un giorno (era il 1988) quando, standomene seduto davanti al televisore all’ora del telegiornale, sentii pronunciare da una tv privata un servizio sui combattiumenti che in quelle ore funestavano il Libano. E subito comparvero le immagini di una località collinare e di un distributore di benzina oltre il quale si stava sparando. E vidi me stesso correre dal distributore a un luogo più riparato. Riconobbi, ovviamente, la situazione per averla vissuta due anni prima. Ma la gente la stava vivendo come fatto di folgorante attualità e gli amici, che telefonarono a casa mia per avere notizie sulla mia salute, rimasero stupiti nel sentirmi rispondere personalmente al telefono, visto che per loro ero in guerra”.
Giovanni Guzzetti in Guerra e pace, Ldc 1984: “A buon diritto la storia potrebbe essere definita una successione di guerre, di quanto in quanto intercalate da brevi periodi di una qualche pace”.
Dal Vangelo secondo Matteo, 10, 34-39: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma spada”.
I libri di storia non potranno usare la solita forma per introdurre la guerra. Qui manca la goccia che ha fatto traboccare il vaso, non credete?
La storia si ripete. 2000 anni fa l’impero romano si espandeva esattamente come fanno ora gli USA. La fine venne per implosione, causata dall’economia decadente, dalla morale anch’essa decadente e da epidemie particolarmente micidiali. Ci mancano solo le epidemie, o forse no…
L’Italia* ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
(Art. 11 della Costituzione Italiana)
Questa volta quando ci faranno saltare i palazzi ,gli autobus o la porta di casa nn ci potremo più nascondere dietro al “vile attacco terroristico” sarà un atto di guerra ,una guerra dichiarata da gente che dice di rappresentarci ,le cui conseguenze xò le dovremo pagare NOI, senza che ci sia stata data la possibilità (tramite il voto x esempio) di dire se volevamo o no partecipare a questa guerra ,una guerra che nn si risolvera’ a Baghdad e neanche con l’eventuale morte di Saddam,è solo l’inizio, a questo attacco seguirà una vendetta e poi un altra e un altra ancora , vivremo x molto tempo con la paura del vicino,e con tutte le psicosi che questa situazione porterà.
Forse io vedo tutto nero ma almeno il nostro illustre presidente del consiglio riesce a rassicurarmi con le sue dichiarazioni .
«Da questa manifestazione mi aspetto solo cose negative». Così si esprime il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, conversando con i giornalisti a Palazzo Grazioli a proposito della mobilitazione per la pace.
tanti saluti
cristiano
Questa volta quando ci faranno saltare i palazzi ,gli autobus o la porta di casa nn ci potremo più nascondere dietro al “vile attacco terroristico” sarà un atto di guerra ,una guerra dichiarata da gente che dice di rappresentarci ,le cui conseguenze xò le dovremo pagare NOI, senza che ci sia stata data la possibilità (tramite il voto x esempio) di dire se volevamo o no partecipare a questa guerra ,una guerra che nn si risolvera’ a Baghdad e neanche con l’eventuale morte di Saddam,è solo l’inizio, a questo attacco seguirà una vendetta e poi un altra e un altra ancora , vivremo x molto tempo con la paura del vicino,e con tutte le psicosi che questa situazione porterà.
Forse io vedo tutto nero ma almeno il nostro illustre presidente del consiglio riesce a rassicurarmi con le sue dichiarazioni .
«Da questa manifestazione mi aspetto solo cose negative». Così si esprime il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, conversando con i giornalisti a Palazzo Grazioli a proposito della mobilitazione per la pace.
tanti saluti
cristiano
Non so se e’ un sosia, ma io l’ho visto stamani in diretta e ho avuto un flash. Sembrava Caccamo:
http://www.repubblica.it/online/esteri/iraqattacco/sosia/sosia.html
Non so voi, ma io sono alla frutta: rido istericamente per queste stronz.. biiipp.
Mi viene da citare Asimov in almeno due scritti: “Neanche gli Dei (possono nulla contro la stupidita’” e “Razza di deficienti”
vorrei solo dire a Facci che usare le citazioni evangeliche e bibliche per sostenere un proprio discorso è attività quantomai delicata:
“Allora Gesù gli disse: “Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada.” (Mt, 26, 52)
o anche
“Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” (Mt, 5, 43)
infine, la citazione esatta di Mt 10,34 è “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma UNA spada.Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera:e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.”
se Facci vuole sostenere che l’istinto di guerra è esistente nell’uomo da sempre, gli consiglierei di citare Papini o Julius Evola e lasciare perdere Gesù Cristo….
“domani mattina, quando gli indici di borsa si alzeranno, avrò la certezza che viviamo in una porcheria di mondo”: l’altro giorno, ai primi vagiti di guerra, è puntualmente successo, e pur non avendo letto prima questo commento, mi ritrovavo qui, nel mio ufficio di una società che lavora sul trading, a dirmi “cazzo, che mondo di merda”. A fine serata, quando hanno cominciato a girare mail entusiastiche per il fatto che avevamo ricevuto il numero di ordini record della nostra società, mi chiedevo un po’ disorientato: “ma non sarebbe il caso di evitare di gioire, almeno oggi, almeno in questo caso? o perlomeno aggiungere due righe sul fatto che è un caso, che non è merito nostro, che è capitato a causa di avvenimenti drammatici?”. Le persone che hanno scritto quei messaggi non sono degli esaltati, o dei guerrafondai, né dei coglioni o delle cattive persone: solo, siamo davvero troppo anestetizzati alle preoccupazioni che non riguardino il nostro metro quadro di spazio…
Mi fa piacere, ancora una volta, essere d’accordo con le tue opinioni, ed avere avuto l’opportunità di ammirare la tua intelligenza.