Non ho ancora capito bene come funzioni e come sia possibile ma, francamente, la sola idea che la telefonia possa avere un’etica mi pare di persé piacevolmente sconcertante. Uno nasce e cresce affidandosi ad incontestabili evidenze: che siamo noi a girare attorno al sole e non il contrario; che la forza di gravità spinge verso il basso; che nell’arancia c’è la vitamina C; che le compagnie telefoniche troppo spesso lasciano cadere la saponetta nella certezza che noi, come sempre, ci chineremo a raccoglierla. Poi, un giorno…
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Mah, francamente non vedo che ci sia di cosi’ “etico”. Si tratta della semplice rivendita di servizi telefonici acquistati da un altro operatore. Solo che il margine di guadagno va a finanziare ben determinate iniziative. Sicuramente TLC Consult (che vende il servizio ad Alcatraz) non ci rimette e comunque non e’ una cooperativa sociale o un’associazione di coltivatori di caffe’ del Sud del mondo. Piu’ che una proposta di telefonia etica mi sembra un sistema alternativo di autofinanziamento, condivisibile o meno.
Se può interessarvi esiste una cooperativa sociale di Padova che è una compagnia telefonica non profit. Livecom fa inserimento lavorativo di ragazzi con svantaggi sociali, utilizza quindi i propri proventi per offrire un lavoro in un ambiente “protetto” dove i ragazzi possano realizzarsi.