La facoltà di espressione non è più un diritto

L'immagine sulla Rai di Paolo Mieli apparsa su IndymediaLo dico subito, così ci siamo tolti il dente: per quanto improbabile possa sembrare, gli idioti non stanno solo a destra. L’immagine cliccabile che vedete a lato è apparsa sul forum libero di Indymedia, con questo commento: Paolo Mieli non perde tempo e propone un nuovo logo per la Rai. Ora come negli Stati Uniti possiamo scegliere: Informazione Fascista o Informazione Sionista”. A questo proposito Filippo Facci scrive qui su Macchianera: “E piantatela con ‘sta storia delle scritte antisemite a Mieli, piantetela con la cazzata dell’antisemitismo storicamente di destra. Andatevi piuttosto a vedere la pagina di questo sito che peraltro risulta segnalato da Macchianera, chiamasi Indymedia. Sul forum del sito citato, invece, leggo: “È la terza o quarta volta che postate la vostra merda anisemita su Paolo Mieli! Chi visita Indymedia sappia che questi interventi e vignette non corrispondono alle idee degli Indyani, ma sono solo un tentativo nazista di provocare o tentare di infiltrarsi”. Io non intendo commentare le due posizioni, dilungarmi sulla destra storicamente antisemita (ci sono titoli che si guadagnano sul campo, eccheccazzo) o biasimare il gesto di un idiota. A me preme solo dire che, ormai, la vera cosa idiota è non cancellare quell’intervento. Mi frega francamente poco sapere se chi l’ha inviato è davvero di sinistra, se è un’infiltrato di destra, o se l’intento finale era screditare un sito come Indymedia (che io, peraltro, segnalo e continuerò a segnalare in quanto esempio di informazione alternativa). Mi si torce lo stomaco soltanto a dover citare le parole di Carlo Formenti: “Non approvo interventi di hackeraggio, ma non approvo nemmeno la scelta di non applicare alcun filtro”. Viviamo in un mondo buffo, in cui anche a Formenti, nel suo piccolo, capita accidentalmente di avere ragione. Io, avendo creato una comunità online come Clarence, basata in gran parte sulla partecipazione attiva degli utenti, all’assenza di filtri, confesso, ho creduto. Ora sono uscito dal tunnel. Anzi, grazie all’80% di emeriti pirla che circolano per Internet, ho anche perso la fiducia nell’umanità in generale. Ma questo è un altro discorso. Ho, piuttosto, l’impressione che le generazioni che utilizzano la rete diano la libertà per scontata perché non se la sono dovuta guadagnare pagandola con la moneta del sudore, del sangue. La libertà, il diritto di espressione, non sono più un diritto acquisito. Sono benefit, optional di cui ha facoltà di avvalersi soltanto chi è in grado di comprenderne il valore. Lasciare che un idiota (nero o rosso) abbia l’opportunità di vomitare puttanate equivale ad uno sputo in faccia a chi ci ha consegnato, impacchettata e chiavi in mano, la libertà di cui oggi godiamo. E che, anni fa, ha ritenuto davvero poco utile alla causa limitarsi ad affermare: “Prego, signor Camicia Nera: io dissento ma – in nome della sacra e inviolabile libertà di espressione – ritengo più che legittimo che Lei possa marciare su Roma”.

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13 Commenti

  1. Bravo Neri! Ma quelli di Indymedia
    capiranno che esistono i “black block”
    della rete? Continuerranno ad ospitarli ? Dopo aver pubblicato la lettera di quel gentiluomo che inneggiava alla catastrofe dello Suttle con quest’ultima iniziativa potrebbero scrivere il “Manuale del web-masochismo”….

  2. Sinceramente non capisco la necessità di dare un colore politico all’imbecillità.

  3. Gianluca, è storia vecchia. E’ il maledetto costo della democrazia. Sai, Voltaire e tutte quelle altre storie. Comunque, dato che non possiamo (e non vogliamo, in fondo) negare libertà di espressione ad alcuno, possiamo però difenderci applicando delle semplici regole di buona educazione valide in casa nostra. Tu, su Gnueconomy e Clarence, hai diritto di fare quello che vuoi, perchè è casa tua. Metti tutti i filtri che vuoi: difendere l’intelligenza significa difendere la civiltà, e quindi la democrazia.

  4. Siccome sono d’accordo, in linea generale, con il discorso del Neri, ho cliccato sulla pagina in questione e, a dire il vero, sono rimasta un po’ perplessa.
    L’immagine ricrea la bandiera di Israele, con i suoi colori e la Magen David, sotto la scritta “Radio Televisione ISRAELIANA”.
    Che non è molto diverso dal rappresentare un’eventuale televisione diretta da Ferrara con un logo a stelle e strisce disegnato sui colori della bandiera USA.
    E sotto c’è quel commento che dice: “Non si attacca la gente per la sua religione!”.
    Mah….
    Certo, non si attacca la gente per la sua religione, ma la bandiera israeliana rappresenta la nazione, non la religione ebraica.
    Non è il Candelabro d’Oro; è il simbolo presente in tutti gli uffici pubblici di Israele, sulle divise, chessò, dei vigili urbani, delle hostess di El Al, sulle macchine di servizio dei vari Comuni e, ahimè, anche sulle fiancate dei carroarmati dell’esercito.
    E non credo esista un modo per rappresentare con una gif il concetto “Mieli farà informazione sul conflitto tra israeliani e palestinesi in chiave smaccatamente filoisraeliana” se non attraverso i colori e i simboli di Israele.
    Come, del resto, fanno la totalità dei vignettisti palestinesi, da Baha Boukhara in giù.
    Lo fanno perchè sono antisemiti?
    Sciocchezze….come dice l’ottimo Tramballi, “per i palestinesi sono solo occupanti della loro terra: lapponi o ebrei, avrebbero comunque lottato contro di loro con tutte le forze, odiandoli allo stesso modo”.

    Israele è uno Stato che porta avanti una politica considerata sbagliata da molti.
    Paolo Mieli è un giornalista che porta avanti il suo appoggio alla politica israeliana in modo talmente smaccato da avermi costretto, da tempo, a non comprare più il Corriere.
    Riassumere questi concetti in una gif o in una vignetta espone, certo, a scivolate da stadio, ma espone anche ad un’accusa di antisemitismo brandita come un randello per zittire chiunque abbia a cuore le sorti degli altrettanto semiti palestinesi.
    Credo che il problema vero sia questo, al di là della deriva presa dalla discussione su Indymedia.

    Anna Frank scrisse: “Verrà un giorno in cui saremo di nuovo esseri umani, e non soltanto ebrei.”
    Appunto.
    E gli esseri umani, si sa, hanno degli Stati, delle bandiere e delle politiche, e sono anche soggetti a sbagliare e ad essere criticati.

    Esorcizzare lo spettro dell’antisemitismo cadendo preda dello spettro opposto non è utile.

    Su quella gif c’è scritto “RaiRadioTelevisioneIsraeliana”.
    Non ebrea.
    Questo è ciò che ho visto io.

    Che poi non sia una gif particolarmente brillante, incisiva, piacevole, suggestiva, di buon gusto e via dicendo, sono senz’altro d’accordo….
    Non è brillantissimo nemmeno bruciare le bandiere, che siano USA o dell’Inter.
    Ma questo è un altro discorso.

  5. Sono abbastanza daccordo con Lia, anche se va sottolineato che la distinzione tra Ebraismo come religione e Israele come stato rimane sempre confusa in molti discorsi. Ed è una confusione che a volte fa comodo sia pro che contro una fazione o l’altra.
    Resta comunque il fatto che Mieli presidente Rai farà certamente più comodo alla RCS o qualche altra azienda vicina che ai carri armati israeliani…

  6. Io Mieli neanche sapevo che fosse di origini ebraiche. Sapevo solo che è una persona intelligente ed è stato un ottimo direttore di giornale, che ragiona in maniera pacata e cerca di ricondurre tutti a un’obiettività anche autocritica. Non credete che questo valga più di ogni appartenenza od origine?

  7. Lia, non possiamo e non dobbiamo fare processi alle intenzioni. Ma io temo che ci sia un abisso tra ciò che tu vedi e ciò che l’autore di quella “opera d’arte” voleva che fosse visto. E penso che la pur giusta distinzione tra Israele ed ebraismo sia fin troppo sottile e totalmente non voluta dall’artista di cui sopra. Ci sono mille altri esempi di generalizzazioni di questo tipo (vedi albanesi, negri, islamici, juventini), e – purtroppo – l’esperienza insegna che Andreotti aveva davvero ragione: a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca.

  8. Secondo me ha ragione Antonio, l’imbecillità non ha colore, ma non serve filtrare, questo lo vorrebbero fare anche a destra (anzi lo fanno). La differenza deve essere nella espressione dei concetti nella discussione nel cercare di capire e far capire, anche le cazzate.
    (Nessuno ha visto alla Garbatella i manifesti di Azione Giovane nel Giugno 2001 e magari li ha fotografati? Mi interesserebbe)

  9. cito Karl Popper: “La tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’llimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l’attacco degli intolleranti, allora i tolleranti sranno distrutti e la tolleranza con essi.”

  10. Un dibattito del genere è scoppiato anche in casa Splinder dopo la comparsa di blogs di Forza Nuova. La redazione, viste le segnalazioni indignate di alcune/i splinderiane/i, ha aperto un blog (http://parola.splinder.it/) per discutere della libertà di parola e delle sue possibili limitazioni. Se siete interessati visitatevi il sito. Io ho partecipato alla discussione con posts che si trovano linkati nella sezione *highlights* del mio blog (http://obiwan.splinder.it/). Ciao ciao

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