A dire la verità ho già trattato questo argomento in passato, ma repetita iuvant. Premessa: l’Auditel è ormai universalmente considerato come uno strumento fallace, inesatto, che ha contribuito a volgarizzare i programmi televisivi influendo negativamente sulla qualità delle proposte. Ora che Internet è cresciuta, credevate davvero che a qualcuno non sarebbe balenata in testa l’idea del business basato sulle statistiche di visibilità dei siti? No, infatti. La stampa e il web sono purtroppo appestate da anni dai dati di quella che si può definire la “multinazionale della statistica”, ovvero Nielsen (nella fattispecie Nielsen//NetRatings), la stessa che si occupa di redigere le classifiche farlocche dei dischi più venduti (e non lo dico io: lo sostengono Claudia Mori, Claudio Cecchetto e l’AFI (Associazione dei Fonografici Italiani) su PuntoCom del 22/1/2003).
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Da qualche tempo, soprattutto dopo aver praticamente annientato la concorrente OnetOne Research di Marco Benatti, Nielsen ha deciso di venire a far danni in pianta stabile anche sul web. E il guaio è che tutta una schiera di giornalisti, ormai, abbocca senza neanche la necessità dell’esca. Quella che viene diramata, come vedrete, è una classifica completamente globalizzata: vincono a mani basse i colossi, le multinazionali. Adottando qualche semplice stratagemma ma, in fondo, senza neanche troppa fatica. E senza essere obbligate a primeggiare per davvero. Seguitemi, che vi spiego punto per punto perché l’hit parade casareccia dei siti – dati alla mano – è in fin dei conti una colossale puttanata:
Nielsen//NetRatings (come del resto quasi tutte le società di rilevazione) vende i propri dati. Il che, tradotto, significa che il controllato paga il controllore. E che interesse avrebbe quest’ultimo a danneggiare proprio le aziende che gli permettano di sopravvivere? Per questo vincono tutti: i dispacci mensili di Nielsen//NetRatings sono tutto un fiorire di classifiche diverse, che considerano diversi dati: utenti unici, impressions, percentuale di raggiungimento degli utenti, tempo speso sul sito, numero di visite per persona, numero di pagine per persona, eccetera. Per ognuna di esse esiste un vincitore che, come al luna park, non primeggia ma paga e si guadagna la sua bella bambolina.
Nielsen//NetRatings (come del resto l’Auditel, AudiRadio e sé stessa, quando certifica le vendite dei dischi) non chiede alle società o ai responsabili dei siti di avere accesso ai server per poter certificare i dati (negli USA l’IFABC – International Federation of Audit Bureaux of Circulations, lo pretende), e nemmeno chiede di piazzare un proprio contatore sulle pagine che sta monitorando (il sistema utilizzato da RedSheriff e migliaia di altre aziende che forniscono dati, da Xiti e ShinyStat giù giù fino al più sfigato servizio di statistiche online per blog). No: Nielsen//NetRatings, dopo un fantozziano sorteggione, sceglie a caso un certo numero di voi e li incorona come rappresentanti ufficiali della comunità internet italiana. Si chiama panel, e in genere raccoglie da 2.000 a 10.000 persone. Secondo il Censimento 2001 in Italia siamo in 56.133.039. Facciamo finta che il panel sia alto, equamente distribuito per età, cultura, provenienza e sesso: quelle 10.000 persone rappresentano lo 0,01% della popolazione italiana. Ognuno di quei diecimila rappresenta 5613 di voi. O, nel più probabile caso in cui il panel sia composto solo da 4000 individui, 14033 persone. Un Palasport intero, in pratica. Se si dovesse ammalare anche un solo broker trentacinquenne del nord Italia, il sito del Sole 24 Ore sarebbe fottuto.
Parecchi siti barano. Non tutti, ma molti. Spesso i più importanti. La già citata “International Federation of Audit Bureaux of Circulations“, una federazione cooperativa volontaria statunitense, ha stabilito tempo fa vari criteri per la misurazione del traffico internet. Il più importante di questi (recuperabile cliccando qui) dice che la visualizzazione di una pagina non può essere conteggiata se non è stata espressamente richiesta dall’utente. Vi sarete certo imbattuti in siti che, una volta aperti, lanciano automaticamente una miriade di finestre diverse del vostro programma di navigazione. Ebbene, Nielsen//NetRatings non è in grado di considerare come non valide quelle pagine. Non crediate che sia una tecnica adottata esclusivamente dai siti pornografici. Microsoft, ad esempio, la utilizza in modo molto discreto: voi controllate tranquillamente la vostra posta su Hotmail, venite reindirizzati sul server sicuro di Passport e, una volta lette tutte le e-mail, decidete per sicurezza di cliccare su “LogOut”. A quel punto se il vostro programma di navigazione è in lingua italiana, venite spintonati a forza sul portale MSN.it, se siete americani su MSN.com. Tutto ciò spiega perché MSN.com sia 4° nella classifica per pagine viste e 8° nella classifica per utenti unici; un portalaccio come MSN.it, la cui palese inutilità ha fatto scuola, è al 9° posto; Passport.com al 13°; Passport.net al 29°. Voi avete solo guardato la posta, una volta sola, e nel frattempo avete regalato tutto questo ben di dio di contatti al caro vecchio Bill.
Le gabole di Microsoft (di cui Nielsen//NetRatings non può non essere al corrente, dimostrando l’evidente volontà di voler lasciar correre e non disturbare un player importante che è – o potrebbe diventare – un cliente) non finiscono qui. Avete presente quando digitate male l’indirizzo di una pagina? Netscape, in questo caso, si fa i fatti suoi e mostra i tipico “Errore 404”; Internet Explorer, invece, si preoccupa per voi ed è stato preimpostato in modo da condurvi su una pagina residente sui server di Microsoft, la quale – esattamente come quella di Netscape – vi dice che avete sbagliato ma, in più, tenta di indovinare (utilizzando il motore di ricerca di MSN) l’indirizzo che stavate cercando. Mica per niente, nella classifica di Nielsen//NetRatings, Microsoft.com si trova nientepopodimenoché al 3° posto, appena dopo Virgilio e Libero.
Poniamo il caso che voi siate gente accorta, prudente, e abbiate installato sul vostro PC il Norton Antivirus configurandolo in modo che si aggiorni automaticamente: bene, avete contribuito al dignitosissimo 14° posto in classifica di symantecliveupdate.com, un indirizzo richiamato da un programma e non da un browser, che quindi non dovrebbe totalizzare pagine viste. Ma Nielsen mica se ne accorge.
Mettiamo invece che siate tra quella schiera di sconsiderati che non utilizza un antivirus e, anzi, clicca senza problemi su qualsiasi allegato gli arrivi via e-mail; oppure un gonzo di quelli che, quando installano un programma rispondono sempre “Si”, perché tanto tutto è automatico. Novantanove probabilità su cento che sul vostro computer si è autoinstallato Gator, un cosiddetto “spyware”, ovvero un programma che utilizza i vostri dati personali e le informazioni riguardanti i siti che avete visitato per inviarvi pubblicità mirate, o per rivenderli ad altre aziende. Voi, obbiettivamente, ad un gioiellino di simpatia come Gator, non lo concedereste un bel 17° posto? Nielsen//NetRatings si.
Potrei continuare per ore e finire i miei giorni elencando esempi. Mi limito alle minchiate più rilevanti. Come può Yahoo.it essere 6° in classifica se l’indirizzo del sito italiano di Yahoo! è it.yahoo.com? (Yahoo.com, nel caso ve lo stiate chiedendo, è 10°). Sapevate che Kataweb, il portale attorno al quale fioriscono crisantemi, è al 15° posto e batte Google.com e la versione italiana di Altavista? E che Caltanet (32°) surclassa, nell’ordine: Jumpy, Clarence, il Corriere della Sera, Vodafone Omnitel, Tripod, Wind e il Sole 24 Ore? Qualcuno di voi conosce Svagostat.com e sa dire come può essere finito 21°, prima di tutti i siti appena elencati e di WindowsMedia.com, una pagina che si apre automaticamente ogni volta che viene lanciato Windows Media Player, il lettore di files video e audio preinstallato in ogni singola copia di Windows? Perché al 20° posto troneggia un indirizzo numerico (62.110.170.234) che corrisponde ad un frame richiamato dalla pagina principale di Trenitalia (che, invece, bivacca in ottantesima posizione)? Infine, la vera chicca: un altro indirizzo numerico (66.240.141.143) che, una volta cliccato, conduce ad una pagina molto cordiale, ma nella quale l’unico contenuto è la parola “HELLO” in alto a sinistra, secondo Nielsen//NetRatings totalizza più visitatori unici di quanti ne riescano a raccimolare La Stampa, Katamail (uno dei servizi di posta elettronica più utilizzati in Italia), Tucows, Disney, Sony e AOL.
Per questi e centinaia di altri motivi Macchianera (assieme a Clarence) lancia la campagna “Noi non siamo NUMERI! (ma, anche se fosse, i vostri sono sbagliati)”. Riportate ovunque all’interno del vostro sito l’icona dell’iniziativa. Non fa alcuna differenza che siate grandi o piccoli, portali o blog, siti personali o giornali online: l’importante è che la voce si sparga, che il marchietto appaia un po’ ovunque sulla rete. Se non volete linkare questa pagina, copiate queste parole e trasferitele sul vostro sito: l’obiettivo non è totalizzare più pagine viste, quanto la difesa della rete da un virus – quello della ricerca dell’audience ad ogni costo – che ha irrimediabilmente la scatola illuminata dalla quale usavamo lasciarci intrattenere e informare prima di rifugiarci qui. Se, invece, non ritenete che la televisione sia stata sputtanata a sufficienza, accendere RaiDue alle 14:05 e vedere apparire Alda D’Eusanio vi schiarirà le idee.
E delle farfalline di MSN che svolazzano sulla Home Page di Libero cercando di finire sotto la tua freccia nel momento in cui fai click sulla conferma password per leggere la posta, che mi dici ?
Come marchetta è scritta bene, indubbiamente. Ma sempre di marchetta all’amico Marco Benatti si tratta.
Certo, sarebbe stato di cattivo gusto inserire direttamente il comunicato stampa di Redsheriff, http://www.redsheriff.it/4.3.02-12c.asp , che si propone come anti Audiweb ed anti-Nielsen insieme a Benatti.
Ma addirittura mettere in piedi il tentativo di boicottaggio della Rete dei dati Nielsen, con il codice html da copiare ed incollare… mi pare comico. Se i dati statistici del tuo amico Benatti non se li caga più nessuno, dopo aver avuto qualche mese di popolarità lo scorso anno, e i giornali pubblicano quelli Nielsen, qualche motivo ci sarà pure eh!
OFF TOPIC
Ma di Clarence.com in botta non ci dici niente?
a parte le accuse di “partigianeria” il dato importante è il modo di rilevazione dei dati….insomma con tutta ‘sta tecnologia ci si accontenta di un panel di 10000 persone?
Caro Ivo, non so se mi piacerebbe avere o meno Benatti come amico. Fatto sta che, purtroppo per me o per lui, non lo è. E tutto ciò è testimoniato dal fatto che in un articolo simile (http://www.clarence.com/contents/tecnologia/noiaportale/np005/classifiche.html ) scritto qualche tempo fa, nel calderone degli accusati avevo messo anche la OnetOne di Benatti (con una battuta finale che, a quanto so, non è stata particolarmente apprezzata). Di RedSheriff, invece, pur apprezzandone i metodi, non siamo più clienti da un anno e passa. Se OnetOne e RedSheriff non sono più gli obiettivi dei nostri strali è perché, per fortuna o purtroppo, rispetto a Nielsen//NetRatings non contano più granché.
Ciao,
ragazzi prima di sparare minchiate sulle sta nielsen informatevi!!!
il problema non è loro che misurano ma DEI GIORNALISTI incapaci che riportano in parte la sintesi dei dati.
Sapete cosa misurano i dati ripsrtati da G. Neri?
Semplicemnte TUTTI gli accessi cvhe fa un campione di utenti sui singoli domini.
Quindi (ap arte le polemiche sul campione) rispondo alle domande di GNeri:
yahoo è 6° percheè sul dominio yahoo.it ci sono tutti gli sapzi web e i gruppi di utenti che generanno traffico sul dominio stesso.
PErchè superva è così in alto? perchè gli vengono sommati tutte le migliaia di accessi che fanno gli uetnti su siti TERZI ma messi come dominio come pippi.superva.it o freeweb.supereva.it… e così via….
QUESTO è il problema:
Nielsen misura l’accesso sui domini e dà anche la profilatura.
Molti (il 99%) dei giornalisti coglioni e dei centri media anmcor più coglioni non dicono: “il dominio Superva è 4° ma il portale da solo è 30°”
Ma solo: “Supereva è 4°.
E addio.
E questo vale anche per Yahoo, digiland e tutti gli altri.
In campana!!!!!
cià
L’Osservatore
A proposito del panel non ci sono polemiche da fare, credo, a meno di accusare Nielsen di frode. Un campione di diecimila è più che sufficiente ad avere, in teoria, le statistiche richieste. Ad esempio le proiezioni elettorali di Abacus (che sono in genere moooolto precise, per questo SB ha scelto Datamedia) utilizzano un panel molto più piccolo.
A proposito di Nielsen e del loro servilismo, come della tristezza mentale di chi utilizza quelle cifre, invece, non posso che pensare tutto il male possibile.
Aderisco. Senza speranza. Felicemente.
peccato che non siete ben informati su come sono effettivamente fatte le ricerche!
i commenti sarebbero certo più divertenti e più puntuali…….
Grazie Osservatore…hai anticipato i miei pensieri. Voglio solo dare una risposta alla domanda di G.Neri “Qualcuno di voi conosce Svagostat.com?”. Certo. La maggior parte di chi, come noi, utilizza internet professionalmente, e non per fare giornalismo cazzuto e sensazionalistico. SvagoStat è uno strumento per la creazione di statistiche on line, ed è ben conosciuto tra noi che su Internet lavoriamo…
Un’altra cosa: parliamo di squallore della tv per colpa dell’Audience? E cosa diciamo di Clarence.com, e della sua incredibile trasformazione a rivista povera di contenuti, e ricca di download idioti ? Chi è senza colpa lanci la prima pietra….