Cosa vuoi di più dalla vita? Un Luciano!

Luigi CrespiÈ stato citato da parecchi blog, ma raramente lo si è visto in faccia. Guardate attentamente quest’uomo. So cosa vi viene da dire di primo acchito: “Perché lui da solo? E Bubu dov’è?”. No, questo è Luigi Crespi, il deus ex machina di Hdc, il sondaggista prima di Berlusconi, poi della Rai; l’attuale proprietario di Datamedia, della Cirm, del fu glorioso quotidiano .com, de il Nuovo; socio di Renato Pozzetto e del mai compianto Gianni Pilo (che da qualche parte doveva pur essere finito). In tanti, in questi giorni, hanno commentato la carenza di concetti e la moltitudine di strafalcioni presenti nell’editoriale di Crespi pubblicato dal giornale appena acquistato, e poco resta da dire in proposito. Vignetta di Roberto Perini per il NuovoHo solo un po’ riso – questo volevo dire – dell’affermazione “Internet ha rappresentato una storia a tal punto scritta da farsi caos. Uno dei pochi tentativi fatti finora nella direzione di dare storicità alla sterminata e caotica scritturalità di Internet è stato quello de il Nuovo.it, perché allora viene da dire tutta la verità. E cioè che se mi chiedessero di redigere una classifica delle bufale di Internet, il Nuovo se la giocherebbe con una manciata di portali (senza, purtroppo, riuscire a sottrarre la leadership a Caltanet). Che di una cosa come il Nuovo non si sentiva affatto la mancanza, dal momento che Repubblica.it faceva già da tempo, e meglio, il medesimo lavoro. E che, infine, per una società fornitrice di banda larga come eBiscom si è dimostrata assurda la scelta di sfornare un quotidiano, e quindi di giocare contemporaneamente il ruolo di creatrice di contenuti. È come scegliere di produrre gelati e, al contempo, pretendere di personificare l’estate.

Sergio LucianoUn dettaglio è invece sfuggito a molti, ma non a l’Indignato, il blog di Davide Ruda. E cioè che l’opera omnia degli adulatori e dei lacchè del passato è stata surclassata dall’editoriale attraverso il quale il cortigiano Sergio Luciano, direttore de il Nuovo, ha accolto il proprio editore: “Le occasioni di Crespi, da Hdc all’eternità“. Ne riporto alcuni stralci, senza per questo voler disincentivare la lettura integrale del capolavoro: Crespi parla, parla, torrenziale, quasi due ore di monologo: e alla fine, quelle persone più emozionante che convinte, le convince… Ma chi è questo CiranoCrespi: ‘un pescecane’, dicono quelli che lo temono; o ‘un visionario’, come lo giudicano quelli che lo temono ma lo stimano; ‘un imprenditore’, come dice chi lo stima e lo aiuta; un imprenditore, certo, ma anche un ‘combattente totale’, un sognatore di sogni solidi, un Cirano del fare, come direbbe e in parte dice lui stesso di se stesso… Ma andiamo con ordine: che è una parola, in casa Hdc. Quindici aziende, 540 dipendenti, 60 milioni di euro di fatturato (suonerebbe meglio: 120 miliardi), 920 clienti. Ebbene: due anni fa, c’era un quarto di tutto questo… Finalmente, l’ora ‘X’ con mezz’ora di ritardo. Giù le luci, voce impostata, fuori campo: è Crespi. «Che io venga a patti, mai!», recita dal Cirano, «Io mi batto, io mi batto, io mi batto!»… Il palcoscenico è quasi buio, poi sul bordo si staglia un omone, avvolto in un mantello… Luci, è Crespi, che – col sollievo di molti – getta via mantello e cappello piumato, sguscia fuori dallo spirito di Cirano e torna in sè. «Urano nel 2003 entra in Pesci – esordisce, astrologicamente – e spingerà alla ricerca delle risposte interiori alla spiritualità. Per trovare queste risposte, una delle vie più importanti è l’amore… Ma come, un’azienda con 540 dipendenti parla d’amore? E poi Cirano… Vi devo spiegare molte cose», ammette, e promette. Sarà di parola”.
È vero: “due anni fa c’era un quarto” di tutto ciò che è oggi Hdc. Ma, come per qualsiasi cosa, esiste una spiegazione (che trovate anche sul sito di Società Civile o su Clarence): “La domanda sull’origine dei soldi di Crespi oggi trova una risposta, almeno parziale: il generoso finanziatore di Hdc è Efibanca, la banca d’affari della Popolare di Lodi, già a suo tempi generosa con Berlusconi e la Fininvest. Nell’autunno 2001, infatti, arriva il partner finanziario che ha dato ossigeno a Crespi: Efibanca ha rilevato l’11 per cento di Hdc, sborsando 11 miliardi di vecchie lire. Dunque ha dato al gruppo l’incredibile valutazione di 100 miliardi, ben 27 volte (come ha scritto l’Espresso) il margine operativo lordo ottenuto nel 2001, anno in cui Hdc ha fatturato 96,2 miliardi di lire. Non solo, Efibanca ha anche prestato alla Hdc 25 miliardi, sotto forma di obbligazioni da convertire in azioni al momento della quotazione in Borsa, oggi programmata per il 2004. Un bel rischio, in questi tempi di crisi borsistica”.

Nota di tristezza: alla summenzionata convention ha partecipato, in qualità di ospite d’onore, Beppe Grillo. Quello che, pochi mesi fa, aveva descritto Benigni come “un pover’uomo, un loffio, un morto, un venduto, un socio di Berlusconi.

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6 Commenti

  1. insomma, IlNuovo ha trovato altra gente disposta a buttar via soldi per un inutile quotidiano online. E poi si dice che in Italia non c’è nessuno disposto a investire su Internet. Falso. Non c’è nessuno disposto a farlo usando il cervello prima di firmare gli assegni.

  2. Grillo e Benigni sono dei comici, dovremmo capirlo noi e dovrebbero capirlo loro. I giullari hanno sempre fatto lo spettacolo prima o poi alla corte del re. Riguardo ad hdc non ho resistito a parlarne anch’io, ma è solo perchè sto verticalizzando il mio blog nell’arcipelago.

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