Il Blog è mio, e lo gestisco io

Un tal Ettorre, lettore del mio blog personale, si è prodigato qua e là in esegesi di qualsiasi mio intervento, dando il meglio di sé prendendo parte alla discussione riguardante i forum e l’anonimato su internet. Ettorre ha l’impressione che “chi vi scrive, faccia troppa pubblicità a se stesso, a cose di suo interesse personale”. Poi si chiede: “l’utente – forse sono io qui che non ho ancora capito l’uso e l’utilizzo – dovrebbe avere modo di bloggare qualcosa di suo o erro?”. Qui, per la prima volta, faccio mie le ragioni di Luca Sofri e Claudio Sabelli Fioretti: Ettorre erra. Come ebbe modo di dire tempo fa Sabelli, rispondendo ai propri lettori che si lamentavano per le (sacrosante) cesoiate ai pezzi che inviavano: “Io qui sono signore e padrone”. Un blog non è un forum. E si vede. In un forum chiunque ha la possibilità di intervenire, spesso senza alcun controllo o censura, con la certezza che il risultato sarà un casino (ma c’è a chi piace) e la massima aspirazione che diventi un bordello di lusso. Un blog, nella maggior parte dei casi (fa eccezione, ad esempio, Verbamanent: uno dei primi in Italia), ha invece l’assoluta necessità di uno o più autori di riferimento. La stragrande maggioranza dei blog consentono ai vari Ettorre di poter commentare gli interventi degli autori, riuscendo nell’intento di garantire, comunque, l’interazione con i lettori. Il weblog (e scusate se ne parlo tanto spesso, ma questa è l’internet di oggi) nasce evidentemente dalla necessità (di discussione, di espressione o, magari, anche di farsi i cazzi propri) del creatore. E dal momento che nulla l’accomuna al servizio militare, non è d’obbligo marcare visita.

(Visited 56 times, 1 visits today)

4 Commenti

  1. Concordo con l’analisi, ma rendiamoci anche conto che molti non sanno ancora che cosa sia un blog. Ettorre ha forse ragione quando chiede meno commistione fra lavoro e blog a coloro (te, mantellini, sofri, sabelli fioretti) che fanno di mestiere il giornalista e spesso tale mestiere lo riversano sul blog, così che non si capisce bene se quest’ultimo sia a uso dell’uomo o a uso del giornalista.

  2. “Il Blog è mio, e lo gestisco io”

    Il titolo prende freudianamente a prestito il noto slogan femminista degli anni ’70 “il corpo è mio e lo gestisco io”: finalmente un po’ di spirito e sana autoironia, bravo signor Neri!
    Mi sono detto: vuoi vedere che il signor Neri, ha finalmente scoperto il suo essere donna, il lato femminile della sua personalità, pieno della fantasia creativa, ubertosa che è propria del grembo di una donna che genera e diventa madre…
    … poi continuo la lettura e mi accorgo che lo slogan, era davvero stato preso solo a prestito, e capovolto (nell’affermazione il corpo è mio … il concetto era universalizzato .. tutte le donne dovevano avere diritto di affermare la loro identità di donna e persona e diritto a vivere il loro corpo, essere donna, senza subire l’imposizione maschile) … qui il senso viene letteralmente capovolto, da motto universalista e femminista, si passa ad un motto personalistico, fallocratico.
    Si rinuncia al proprio femminile (incapacità di avere un rapporto con l’altro, negazione della comunicazione) e si prende in mano uno fantomatico scettro del comando.
    Ci si pone dianzi ad uno specchio e si afferma con vigore il proprio io maschile (qui si consuma un rapporto ad uno, tra l’io maschile e il se medesimo).
    … Specchio … dimmi specchio delle mie brame … chi è la più bella del reame, si sdradica tutta la femminilità, rimasta, per autonegarla. (Io maschile, disconosce l’io femminile)
    Indossando gli abiti della strega cattiva, nega l’essere donna, rinnegando il proprio grembo materno diventando matre-matrigna, con l’incapacità di generare ed accettare l’essere materno stesso, diventando in ultimo una non madre sterile e divoratrice …
    Cosa posso aggiungere?
    Spero davvero che il Neri x caso comprenda ed accetti il suo lato femminile, il suo essere donna, solo dopo tale accettazione la sua personalità risulterà completarsi …
    Signora Neri, faccia uno sforzo si accetti! Eh! ;-)

    p.s. (per storia….)

    Su un forum di Clarence ho risposto con serietà, critica e uno spizzico d’ironia provocatoria alla richiesta della redazione di suggerimenti e critiche.
    Tale richiesta si verificò poi un esperimento, per ammissione dello stesso Neri, in pratica gli utenti sarebbero stati usati e come dire presi in giro.
    Tramite un link nel suo msg. di risposta, ho scoperto il suo Blog, in esso ho un po’ partecipato, dando un mio contributo a diversi temi.

    (osservazioni)
    – Spiace che siano state lette solo in parte, le critiche costruttive e si sia personalizzato il tutto, senza comprendere l’ironia, non facendone tesoro. Né che si siano letti i commenti dati su altre tematiche.
    – Preoccupa che si siano estrapolate frasi e non dallo stesso contesto, facendone un collage, stravolgendone il significato.
    – Preoccupa che si sia sentito il bisogno di “citare” (L. Soffri e C.Sabelli) … vuol dire che si è a corto di argomentazioni proprie.
    Del resto anche se si fossero citati Totò e Peppino, non si può certo affermare che, pur essendo due grandi attori e comici, i due possano far dottrina sull’uso di internet, dei forum e dei blogs.
    – Ringrazio per avermi fatto conoscere i blogs, su cui mai mi ero poco soffermato.
    Ho colmato una mia lacuna (a questo mi riferivo nella mia seconda frase citata), guardando siti italiani e esteri, blogs italiani e esteri.
    Confermo le mie osservazioni: un vero blog è uno spazio virtuale ove pubblicare in tempo reale notizie, informazioni o storie di ogni genere.
    Caratteristiche peculiari un tema che accomuna e la interazione.
    Chi fa Blog non è solo il Blog Administrator, ma chiunque vi partecipi, limitarne l’interazione è fare altra cosa rispetto ad un vero Blog per rendersene conto, basta dare un’occhiata ai siti americani.
    Non si confonda un Blog con una testata giornalistica o una rubrica personale di cui si crea il progetto editoriale etc. e su cui si ha il controllo editoriale, quella è altra cosa.
    Mai sentito parlare di Open Publishing ?
    Si rifletta su questo: un Blog che per ora, è solo un taglia incolla di cose già pubblicate altrove (clarence), se fosse aperto al contributo esterno, diventerebbe vivo.
    – Ringrazio per la “risposta” inattesa, anche se polemica e autoincensante, rivela che se pur in piccola parte ci si vuole mettere in gioco, interagendo, memori di cosa sia realmente la rete e di come vada usata.

    Non capisco un tono un po’ “altezzoso”, quasi si volesse marcare un territorio in un modo animalesco … alzando la zampetta … e cito le ultime parole …“nasce evidentemente dalla necessità (di discussione, di espressione o, magari, anche di farsi i cazzi propri) del creatore. E dal momento che nulla l’accomuna al servizio militare, non è d’obbligo marcare visita.” Qui c’è superbia e poco rispetto per chi legge e scrive; sarebbe auspicabile una maggiore attenzione.

    Ettorre (g.)

  3. Ettorre: millerighe per farci capire che non ha capito ancora lo spirito.
    Per cortesia, ripassi dal via senza ritirare l’obolo e riprovi, forse sarà più fortunato.
    Grazie.

I commenti sono bloccati.