È stata dura ma ce l’ho fatta. Sono poche le possibilità di guarigione dal “virus Santacroce”. Io invece sto bene. Meglio del dottor Mark Green di E.R. di sicuro. Dalle riunioni dei Santacrocisti Anonimi ho portato con me splendidi ricordi e una lieve amnesia che non mi permette di rammentare le basi dell’analisi logica e del periodo. Mi è andata di lusso: Candido Cannavò non le ha mai imparate, eppure vive una vita quasi normale. Sono guarito grazie ad una vecchia canzone sentita per caso alla radio: “I ragazzi selvaggi stanno chiamando / sulla via del ritorno dalle fiamme / durante la luna d’agosto si arrendono / ad una nuvola di polvere che si sta alzando / ragazzi selvaggi caduti lontano dalla gloria / spericolati e così affamati / sui fili di rasoio da cui pendete / perchè c’è un delitto atroce / vicino al lato della strada / in un nuovo muro dolente ed impaurito / hanno provato a distruggerci, / e sembra ci vogliano provare ancora / i ragazzi selvaggi non lo perdono mai / i ragazzi selvaggi non scelgono mai questa via / i ragazzi selvaggi non chiudono mai gli occhi / i ragazzi selvaggi risplendono sempre. / Sirene di benvenuto ti accolgono, / c’è una macchia di sangue per il tuo dolore / e il tuo telefono comincia a suonare / mentre stai ballando sotto la pioggia / i ragazzi selvaggi si chiedono dov’è la gloria / dove siete voi angeli / adesso che la figura di prua è caduta / e gli amanti si fanno la guerra con frecce / attraverso i segreti che potrebbero raccontare / hanno provato a sottometterti, / sembra che ci proveranno ancora”. Lì ho capito che dovevo imparare a convivere con il mio santacrocismo. Alla faccia dei numerosi revisionisti ora la provenienza di quelle parole è certa, e la verità storica ristabilita: Isabella Santacroce ha ceduto ai Duran Duran uno dei testi sacri della mia generazione. Come potrei non amarla?
L’ultima e poi smetto, giuro…
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[forse sono un po’ fuori tema, cmq…] se nella letteratura si fosse semrpe rispettatta l’analisi logica, la punteggiatura etc. forse non avremmo opere “alte” e “innovative” (anche se non sempre stravolgendo le regole si fa qualcosa di nuovo!). La prima che mi viene in mente: “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust. ma si potrebbe citare anche Dante che optò per il volgare… Così come al cinema (argomento a me più pertinente su cui, quindi, mi dilungo) se si rispettase la regola del principio-svolgimento-fine non avremmo film interessanti (e che non hanno nessun referente, ma sono semplicemente “cinema puro” come dice Ghezzi) come gli ultimi di Lynch, o alcuni di Kubrick o per esempio “Memento” di Nolan. Si potrebbe fare poi lo stesso discorso con la musica (partendo anche dalla “classica”…).
Non entro nel merito dei libri della Santacroce (che, ripeto, non ho letto) ma, in alcuni casi, bisognerebbe essere meno preconcetti