Beh visto che Matteo cita FutureFeedForword provo a giocarci anch’io. Chiedendo scusa a William Gibson e Paolo Rossi per le citazioni.
25 ottobre 2009 – Milano 13 (un’oasi di verde OMG a dieci minuti dal centro di Pescara)
Stavo ascoltando nel mio nuovo lettore mp7 un vecchio pezzo. Sai quel cantante nero che poi col tempo si era sbiancato e alla fine era morto? Ecco ascoltavo una sua vecchia canzone di cui non so il titolo. Non l’ho mai saputo in effetti. Scaricarla da Kazaa 5 Professional mi era costato un po’ ma ne valeva la pena. Era un grande pezzo, la storia di un certo Billy-qualcosa che non-era-suo-figlio, vabbe’ in effetti non si sentiva benissimo, con tutte quelle fakewaves antipirateria a confondere i suoni e forse Billy era Billie ma insomma….in ogni caso il chitarrista era davvero in gamba. Ovvio, l’ascolto “non in cuffia” era disabilitato , mi sarebbe costato un capitale acquistare la licenza per una versione “air” ed era perfino rischioso sentirsela nelle casse acustiche di casa, per via di tutti quei maledetti hacker alla ricerca di onde sonore a sbafo nell’etere. E del resto il chip di ultima generazione inserito nell’auricolare della cuffia faceva il suo mestiere, controllando al volo il mio DNA per scongiurare possibil utilizzi illegali del file. Però dopo 4 battute di quella canzone, un grande pezzo anche da ballare – avendo abbastanza spazio per farlo – ecco che mi arriva una mail urgente della nipote dell’autore. Mi ringrazia per l’avvenuto accredito dei diritti di riproduzione, la nipotina. Io comunque non sono scemo e non ci casco. So distinguere una risposta automatica. Capisco quando una mail me la recita un computer o quando invece la legge una voce reale. E poi non ricordo più dove ho letto che spesso i parenti degli autori musicali sono invenzioni delle case discografiche. Per poter pagare i diritti a se stesse. Ma quale nipote d’Egitto, il cantante in questione non solo non si era mai sposato ma aveva diseredato tutti – fratelli e sorelle – che gli copiavano i passi di ballo. Senza contare che, piano piano, anche loro avrebbero voluto sbiancarsi come lui. Altro che storie. E altro che nipoti. E se poi alla fine a forza di voler essere diverso da se stesso quello e’ morto mica e’ colpa mia. Però quel pezzo e’ un gran pezzo. E il nuovo lettore fa faville, accidenti se ne fa. Al negozio qui’ sotto me lo hanno montato sotto un’unghia, ma …accidenti, non ricordo quale. Dovro stare attento stasera, quando entrero’ nella doccia. Non vorrei mai mi si arruginisse un dito.
Milano, 25 ottobre 2009
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Bellissimo Post, complimenti. Blog inserito tra i preferiti.