Non è tanto il riconoscere che questa rubrica, spesso, adotta toni polemici: il problema è che quella di ieri non ne aveva. Per lo meno nelle intenzioni. Poi, i fatti dimostrano l’esatto contrario: una considerevole fetta di internet si è sentita chiamata in causa. Per la maggior parte si è trattato di dipendenti di società operanti in un settore in difficoltà come quello delle cosiddette “dot.com”. Alcuni impiegati all’interno di aziende sane ma alle prese con un mercato più che mai ostico; altri, invece, trattati come vuoti a perdere da imprese create in fretta e furia nel periodo della corsa all’oro della new economy e di cui è stata sempre oscura, immagino persino ai fondatori, la ragion d’essere. In ogni caso, di persone che meritano rispetto. All’epoca del miraggio collettivo del Klondike di bytes d’oro io c’ero. O, meglio, l’ho vissuto da attore non protagonista. Avere una sauna, una piscina o una palestra in ufficio era il minimo indispensabile perché alcuni tipi di investitori ritenessero credibile una società che sbarcava sulla rete. Così, mentre all’interno dello stesso settore qualcuno da anni tentava di creare dal nulla un mercato, in alcune società lo specchietto per le allodole del benefit, del luogo di lavoro come casa-famiglia, del letto a castello sopra la propria postazione, diventava l’unica vera idea concreta attorno alla quale era ricamata la mission aziendale. Io e altri, dicevo, ci siamo passati: una delle multinazionali di cui Clarence ha fatto parte si vantava di avere allestito nel seminterrato un ristorante italiano gestito da cuochi svedesi, una sala giochi, una discoteca con tanto di stroboscopiche e palla specchiata rotante e, infine, un cinema privato dotato di porte che si aprivano automaticamente facendo bzzzz-bzzzz come quelle di Star Trek. Oggi ne siamo usciti. Vivi. Tante persone che sono rimaste là non hanno avuto altrettanta fortuna. Alcune, oggi, grazie a chi resiste e a questo mezzo crede ora come un tempo, hanno un lavoro e un monitor davanti a sé. Altre no. Alcune, in considerazione del mio passato ruolo da attore non protagonista, di me hanno forse covato e mantenuto nel tempo una pessima opinione. Altre, probabilmente, vanno più sul generico, portandosi dietro il ricordo di un’incommensurabile testa di cazzo. E, chi sa, probabilmente hanno pure ragione. Quel che so è che li ricordo tutti, con un affetto che sorprende me per primo: i timidi e gli spavaldi; i miti e i rompiballe; quelli che si arrampicavano sull’inglese durante i colloqui; i folli creativi che si presentavano come ex direttori marketing di Yahoo! e sostenevano di avere brevettato per primi la confezione in polistirolo dei panini dei fast-food; quelli a cui nel curriculum mancava solo di aver pilotato lo Space Shuttle; quelli che ci tenevano, a cui devo molto; quelli che non ci tenevano e si sono presi pure qualcosa; quelli che restavano fino a tardi e quelli che invece, alla fine, era come un lavoro alle poste. Tutti i Gigi e i Chicco, insomma, per i quali l’edificante storiella raccontata ieri doveva rappresentare un omaggio, e non una presa per i fondelli. L’Enterprise è esplosa, e il capitano Kirk ha pensato bene di abbandonare la nave appena dopo aver premuto il pulsante di autodistruzione. Qualcuno deve pur ricordare queste cose, perché ai Chicco e ai i Gigi, ormai, delle porte automatiche che fanno bzzzz-bzzzz non può più fregare una fava.
Amarcord punto com
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saggissime parole. ho passato anni a domandarmi se il mio non fosse stato solo l’intuito di essere giunto a cavalcare l’onda troppo sul finale. Mi sono ritrovato a rovinare sulle prime esplosioni di dot.com.. e poi crollare sotto il peso di matrix e i giochini da tronchetti. Ho passato anni sentendomi il mancato inventore della confezione in polistirolo del mac donald’ e anni ad odiare i biliardi di etree. Poi mi e’ passata. ora sto davanti ad un monitor e come me tanti altri riciclati in veste di commerciale (che cazzo ci faccio mi domando un giorno si e un giorno no.. ero un product manager.. poi mi domando anche che cazzo significasse essere product, project o che e me la rido di gusto). Unica cosa che mi dispiace e’ l’impossibilita’ a tornare in una old economy.. (ma esiste l’azienda tradizionale e rappresenta cio’ che vorrei vivere??). ma come a gigi o a chicco delle porte che fanno bzzz bzzzz non me ne puo’ fregare di meno. Ridatemi indietro il sogno, di un lavoro in cui credevo perche’ credevo nel mezzo. Ed io non sono fatto per venderlo.