“In un’auto scoperta, vicino certi generali, in divisa da maresciallo dell’esercito, c’era Mussolini.
Andava a ispezionare il fronte. Si guardava intorno e poichè la gente lo fissava attonita, alzò la mano, sorrise, e fece segno che potevano applaudirlo. Ma la macchina correva; era scomparso.
Io l’avevo appena visto. Mi colpì quant’era giovane: un ragazzo, un ragazzo pareva, sano come un pesce, con quella collottola rapata, la pelle tesa e abbronzata, lo sguardo scintillante di gioia ansiosa: c’era la guerra, la guerra fatta da lui, e lui era in macchina con i generali; aveva una divisa nuova, passava la giornate più attive e trafelate, traversava in corsa i paesi riconosciuto dalla gente, in quelle sere estive. E come in un gioco, cercava solo la complicità degli altri, poca cosa, tanto che quasi s’era tentati di concedergliela, per non guastargli la festa, tanto che quasi si sentiva una punta di rimorso, a sapersi più adulti di lui, a non stare al gioco”.
Letteratura della Memoria
inviato da Proserpinadi Italo Calvino( da “L’Entrata in Guerra”)
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